Californication: stagione 4 episodio 8 “Lights. Camera. Asshole”


Californication: stagione 4 episodio 8 "Lights. Camera. Asshole"

My heart’s like an open book, for the whole world to read, sometimes noghing keeps me together at the seams.”

Le parole della canzone di Tommy Lee che chiude l’ottava puntata della quarta stagione di Californication, sembrano descrivere perfettamente quello che è diventato Hank Moody: un personaggio conosciuto da tutti, sempre in primo piano, che cerca disperatamente di trovare una via per tornare a casa, ma che alla fine non trova la forza di aggrapparsi a quelle cuciture che sono la famiglia che a poco a poco sta perdendo.

Questa settimana vediamo finalmente Hank ottenere (e soprattutto accettare) un lavoro. La fidanzatina d’America Sasha Bingham lo assume per riscrivere le battute del suo personaggio nel sequel di un zombie-movie di grandissimo successo. Ovviamente, nonostante le premesse iniziali, riuscirà a fare danni anche qui, oltre  ad andare a letto con la madre di Sasha. Tra una scopata e l’altra trova il tempo di fare il papà, e si confronta con Becca, un po’ “high” dopo essersi fumata una canna. Marcy decide di tenere il bambino, e Stu pensa che sia suo, ma noi sappiamo che probabilmente è una creature di Charlie. A proposito di Charlie (il personaggio più in forma in questa stagione) lo vediamo raggiungere quota 22 con l’agente immobiliare, dopo essersi trovato in una situazione parecchio imbarazzante. L’episodio termina con Hank seduto su un divano, pensieroso, mentre un gruppo di persone canta “Home Sweet Home” di Tommy Lee.

Episodio in crescita rispetto a “The Recused”, ma ancora lontano dallo standard delle prime due stagioni. L’inizio sembra molto promettente, con un Hank determinato a guadagnare finalmente qualche soldo. Ma come al solito a metà puntata torna ad essere l’Hank di sempre. La relazione tra Marcy e Stu sembra già avviarsi al capolinea. Il motivo più valido per continuare a guardare Californication è sicuramente Charlie. La sua missione per raggiungere le tre cifre è la storyline più divertente, e ogni volta che appare sullo schermo l’intrattenimento è assicurato. Gli ultimi minuti di “Lights. Camera. Asshole” sembrano voler riprendere i finali di puntata a cui ci hanno abituato le grandi serie HBO come I Soprano e Six Feet Under (musica super azzeccata e personaggio colto in un  momento di riflessione), ma, nonostante la canzone sia davvero perfetta, l’effetto non riesce come nelle serie di David Chase e Alan Ball (e non dimentichiamo Mad Men. Una puntata a caso è il finale della prima stagione), colpa forse di un Hank che sembra sempre accorgersi di ciò che sta accadendo troppo tardi, senza riuscire a trasmettere quella complessità dei vari Tony Soprano e Donald Draper.

Piccola curiosità: sul costume da poliziotta di Sasha si può leggere sulla targhetta Kapinos, chiaro riferimento all’omonimo ideatore della serie Tom.

Voto: 6 ½

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