House M.D. – 8×11 Nobody’s Fault


House M.D. - 8x11 Nobody's FaultCon un po’ di fatica siamo arrivati alla mid-season di questa ottava (e ultima) stagione e finalmente qualcosina si muove. “Nobody’s fault” di fatto spezza la piega noiosa che aveva preso la stagione tornando a concentrare l’attenzione su House, e su tutto ciò che egli comporta. Abbandonando lo schema classico caso–diagnosi–risoluzione, gli sceneggiatori ci propongono uno svolgimento diverso sotto l’aspetto dello sviluppo narrativo, anche se le tematiche affrontate e la conclusione stessa sono tutto fuorché innovative.

House M.D. - 8x11 Nobody's FaultL’episodio offre molti spunti interessanti per l’analisi, a cominciare dal particolare tratto registico e stilistico che lo distingue dai precedenti. I fatti sono narrati mediante gli interrogatori del dott. Walter Cofield che deve stabilire le responsabilità di House e del suo team su un caso andato storto. La scelta di Foreman di mettere a capo dell’indagine un suo ex insegnante alla specializzazione è in realtà dovuta alla paura di quest’ultimo di essere licenziato in caso di revoca della libertà vigilata ad House. Da subito ho avuto l’impressione di aver già visto in un procedurale uno schema simile, poi mi è venuto in mente l’episodio di Criminal Minds “100” (centesima puntata della serie): la dinamica dell’interrogatorio e della narrazione è esattamente identica.

Già dalla carrellata d’immagini iniziale si capisce che è successo qualcosa di grave (nell’episodio è inoltre assente la classica sigla) e il fatto che subito dopo House si sottoponga all’interrogatorio non fa che aumentare la suspance. La fotografia particolarmente cupa degli interrogatori in contrasto con quella sovraesposta dei ricordi contribuisce a dare forza e profondità al racconto, insieme ai movimenti fluidi di macchina: bello il piano sequenza che alterna le deposizioni di House, Adams, Taub e Park.

House M.D. - 8x11 Nobody's FaultPer tutta la prima metà dell’episodio ci lasciano intuire che il paziente in cura sia morto e personalmente non ho notato l’assenza di Chase nelle deposizioni fino a un momento prima della scena dell’incidente. Sin da subito i dialoghi con Cofield riportano alla luce vecchie questioni sulla gestione sui generis, per usare un eufemismo, della squadra da parte di House, la cui linea di difesa è che le cose non sempre vanno per il meglio (“Good things usually happen:, bad things sometimes happen.”). Il caso in questione non ha nulla di particolare rispetto all’andamento solito: il paziente si aggrava a causa di diagnosi errate. L’elemento nuovo è l’analisi esterna di ognuno dei folli e brillanti metodi di House (il non voler avere contatti diretti con il paziente, la tinta nello shampoo di Chase, gli appellativi non politically correct nei confronti di Park). Il confronto tra i due è ben costruito e fa emergere il giudizio comprensibilmente ostile di Cofield per tali metodi, che si “risolve” con un paio di frasi emblematiche capaci di riassumerne il senso:  la prima è il fondamento della filosofia di House ,“Everybody lies”, motivo che spiega il non voler avere contatti con il paziente o con i suoi familiari (oltre a quello di restare oggettivo e distaccato);   la seconda, “You say pressure, I say inspire”, giustificazione per i metodi poco ortodossi per far arrivare la squadra a diagnosi difficili e a possibili cure coraggiose, in questo caso anche pericolose. Nel corso delle deposizioni sia Taub che Adams sostengono i metodi di House, provando che la squadra ha ormai verificato e accettato l’efficacia delle tecniche del capo.

House M.D. - 8x11 Nobody's FaultQuesta prima parte pone le basi per quella successiva, che comincia dal momento dell’incidente tra il paziente e Chase, il quale, andando contro la direttiva di House, entra con un bisturi per effettuare una biopsia non curandosi della possibilità che il paziente possa avere un crollo psicotico dovuto agli steroidi somministrati in precedenza. L’avvenimento è di grande impatto emotivo per il forte attaccamento dello spettatore nei confronti di Chase: è il superstite della vecchia squadra che più di tutti spicca come profondità di scrittura e che quindi è in grado di distinguersi in mezzo ad un team che lascia molto a desiderare sotto diversi aspetti.  Questo “colpo di scena” mette sotto una luce totalmente diversa l’indagine e il coinvolgimento stesso di House da adesso diventa cruciale. Sappiamo tutti che l’indifferenza dimostrata all’inizio è solo una facciata: House ha provato varie volte in passato il suo reale attaccamento (e, a suo modo, affetto) nei confronti della squadra; legame che va ben oltre le capacità professionali, basti pensare a quanto abbia lottato per riaverla. Sappiamo altrettanto bene che non è affatto facile dimostrare tale legame ad un osservatore esterno che in questo caso deve anche giudicare il suo operato. Nonostante House abbia tutta l’intenzione di farsi giudicare il più oggettivamente possibile, continuando a nascondere la preoccupazione per Chase, quest’ultima emerge nel corso del suo interrogatorio in seguito all’intervento. Chase si allinea al resto del team sostenendo di aver agito convinto di fare la cosa giusta, dichiarando che sarebbe pronto a rifarla. La squadra si dimostra sostanzialmente unita, spariscono le vecchie questioni interne sull’House buono o cattivo: chi decide di lavorare con lui sa cosa aspettarsi e deve essere pronto anche a difenderne i metodi, altrimenti peccherebbe di grande ipocrisia.

House M.D. - 8x11 Nobody's FaultArriviamo quindi ad un finale per nulla inaspettato. Il dott. Cofield sarebbe intenzionato a sospendere House dall’attività ma, guarda un po’, la moglie del paziente fa la sua apparizione nel momento più opportuno. Cofield cambia in corso la sua decisione: “Dr House’s process is dangerous, inappropriate,  but it is effective”. Morale trita e ritrita che non fa altro se non ribadire un concetto chiaro ormai da tempo. Conosciamo House fin dentro i suoi pensieri più nascosti, per otto anni gli sceneggiatori ci hanno fatto entrare nella testa di questo meraviglioso personaggio rendendolo uno tra i più riusciti di sempre. Se questo da una parte è stato il motivo per cui il pubblico ha continuato a seguire la serie, dall’altra comincia a diventare un’arma a doppio taglio. L’hanno rigirato come un calzino, ci hanno mostrato tutti i tratti e le evoluzioni possibili che scaturiscono da un personaggio nel quale convivono genialità, arroganza, egocentrismo e incapacità di dimostrare sentimenti o emozioni; caratteristiche analizzate sia da un punto di vista umano che medico. Purtroppo dall’episodio emergono sempre le stesse tematiche che portano ad una conclusione già vista svariate volte, sebbene la puntata di per sé non sia affatto male.

La dichiarazione appena uscita dei tre principali produttori decreta ufficialmente la fine della serie con questa stagione, e non posso che esserne contenta. Se, nonostante una puntata come questa, non si riesce ad andare oltre, significa che il succo è già stato spremuto.

Voto: 7.5

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