Spartacus: Vengeance – 2×10 Wrath Of The Gods 1

Spartacus arriva alla fine di questa sua nuova stagione con un finale che ha persino costretto il creatore dello show a intervenire per spiegare determinate scelte fatte. Chi infatti si chiedeva chi sarebbe sopravvissuto all’ultima battaglia, si è trovato davanti a qualcosa di decisamente inaspettato.

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Con una puntata dalle forti tinte dark, la seria ha messo la parola “Fine” alla parabola che ci ha raccontato la nascita della figura mitica di Spartacus e del suo esercito. Quello che vedremo da ora sarà tutta un’altra storia, poiché il cerchio aperto con Blood And Sand ha avuto con questo episodio, Wrath of the Gods, la sua degna e definitiva chiusura. Solo così si può infatti spiegare la drastica risoluzione degli intrecci narrativi che il creatore dello show, Steven S. DeKnight, ha deciso di mettere in atto per questo season finale: l’eliminazione di praticamente tre quarti del cast principale. In una carambola senza sosta perfettamente orchestrata, ricca di azione, intrighi, sangue e battaglie, diciamo così addio a ben sei colonne portanti della serie: Mira (Katrina Law), Ashur (Nick Tarabay), Oenomaus (Peter Mensah), Claudius Glaber (Craig Parker), Lucrezia (Lucy Lawless) e Ilithya (Viva Bianca). Sei delle figure che hanno contribuito al successo della serie vengono fatte fuori una dopo l’altra, perché secondo DeKnight a questo punto della storia il loro contributo agli eventi sarebbe diventato forzato. Scelta indovinata e condivisibile, ma anche rischiosissima, visto il necessario re-casting che ora attende la produzione per la prossima stagione e che potrebbe far disaffezionare molti fans, costretti già ad abituarsi al cambiamento degli attori per i ruoli di Naevia e, soprattutto, di Spartacus stesso.

Spartacus non smentisce comunque la sua tradizione di season finale da urlo. Wrath of the Gods non solo non è inferiore a episodi storici come Kill Them All e The Bitter End, ma per certi versi è perfino superiore: più cupo, più tragico, ancora più teso. Si conferma così il talento degli autori di quesa serie, sottovalutati probabilmente a causa della confezione per certi versi “ludica” e disimpegnata dello show, ma a parere di chi scrive tra i migliori “burattinai narrativi” in circolazione, che hanno saputo costruire una parabola perfetta per i loro personaggi, dando loro la giusta e più tragica conclusione: spicca soprattutto la shakesperiana fine del duo Lucrezia/Ilithya e del loro rapporto malato di amicizia, fatto di affetto e rancore, attrazione e gelosia. Il suicidio della prima, che strappa di mano il figlio nascituro all’altra e lo uccide, per portarlo con sé nell’aldilà e avere nell’oltretomba la famiglia che le era stata negata in vita, è tra le scene più forti di questo episodio, reso ulteriormente bene da Viva Bianca (le sue espressioni rimarranno storia di questa serie) e dall’innegabile carisma di Lucy “Xena” Lawless.

Termina così una stagione sicuramente migliore da un punto di vista tecnico (effetti speciali, musiche, fotografia, scene d’azione), ma che ha vissuto indubbiamente di alti e bassi rispetto alle precedenti, sebbene fosse quasi naturale viste le disgraziate vicissitudini della produzione e i cambiamenti in corso d’opera nel cast tecnico e artistico (lo stesso prequel Gods of The Arena nasceva da sequenze che dovevano essere solo flashback per questa stagione). La morte di Andy Whitfield ha modificato i piani e posto tutti di fronte al problema di realizzare una seconda stagione due anni dopo la prima, troppo tempo perché si potesse avere quel senso di continuità tra un capitolo e l’altro della storia che infatti è un po’ mancato.

Senza contare, poi, la paradossale difficoltà degli autori di avere una storia già pronta a disposizione da raccontare. La fuga di Spartacus e l’assedio al Vesuvio sono parti storicamente documentate alle quali ci si è dovuti attenere (pure con le inevitabili modifiche) e che hanno così costituito dei “paletti” limitanti per la libertà creativa degli sceneggiatori, i quali non hanno potuto giocare con gli intrecci narrativi e gli inaspettati colpi di scena come avevano fatto nelle passate stagioni (e infatti qui hanno dato il meglio nella parte dedicata alla nobiltà romana, dove potevano giocarsela a loro piacimento). Ciò che aveva fatto apprezzare Blood And Sand era infatti questa capacità di tessere un mucchio di storyline che andavano a influenzarsi a vicenda con i risvolti spesso più inaspettati e imprevedibili. A questo giovava ovviamente la concentrazione dell’intera struttura all’interno di un unico teatrale luogo (quello del ludus), mentre qui lo sdoppiamento della narrazione su due fronti, quello degli schiavi ribelli alle pendici del Vesuvio e quello dei romani nel ludus di Capua, ha spezzato inevitabilmente il magico intreccio. Alla fine, pur conservando entrambe il loro fascino (l’epica della ribellione da un lato, gli intrighi dei personaggi più malvagi e affascinanti dall’altro), le due parti hanno finito tutte e due per perdere qualcosa a livello di potenzialità drammatiche.

Certo, non ha nemmeno aiutato la sostituzione di Andy Whitfield per il ruolo del protagonista, con il nuovo attore impossibilitato a trascinare con sé il pathos emotivo della prima stagione anche solo perché “diverso” (un po’ come accaduto con la storyline di Naevia e Crixus, che ha perso di intensità dal momento in cui l’attrice è cambiata). Per quanto non eccelsa sia stata la scelta di Cynthia Addai-Robinson, non è nemmeno questione di bravura degli attori (forse con l’idolatria seguita alla sua tragica storia, ci si è dimenticati che Andy Whitfiled non era più di un buon attore, con dalla sua parte un perfetto physique du role), ma proprio di riconoscibilità del personaggio. Su questo Liam McIntyre (verso cui le critiche sono state spesso ingenerose) avrà molto da lavorare, essendo al momento in svantaggio su figure già entrate nel cuore della gente come Crixus, Gannicus e Agron. Il parziale annullamento di metà del cast principale non potrà che giovargli, ma è da qui che si dovrà partire per la prossima stagione. Si attende l’arrivo di due big come Giulio Cesare e Crasso, e Spartacus non potrà farsi trovare impreparato.

Voto all’episodio: 9

Voto alla stagione: 7