Game Of Thrones – 2×05 The Ghost Of Harrenhal 7


Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalPrimo colpo di scena nella guerra per l’Iron Throne e schieramenti ormai pronti all’assalto, con “fantasmi”, ombre, incubi e minacce che intanto si addensano su Westeros. Game of Thrones non fa che migliorare episodio dopo episodio come aveva già fatto nel corso della prima stagione, con personaggi che lasciano il segno in ogni singola scena.

.

“Anyone Can Be Killed”.

Neanche il tempo di rientrare nel mondo dei Seven Kingdoms che già lo spettatore viene messo di fronte ad un colpo di scena che rimescola (e non poco) le carte in tavola nella guerra per l’Iron Throne: la morte di Renly per mano dell’Ombra partorita da Melisandre. Incappiamo qui nel forse unico vero neo di questo episodio (e finora di questa stagione), ovvero la gestione davvero approssimativa di un evento così cruciale.

Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalOra, va bene il “detto” secondo cui con “George Martin nessuno è al sicuro“, ma non si può banalmente giustificare così una morte che, almeno dal punto di vista narrativo, è totalmente sbagliata. La sequenza è quasi completamente priva di pathos, eppure nell’economia della storia è un evento fondamentale, poiché non solo segna la morte di uno dei Cinque Re, ma comporta la crescita delle armate di Stannis, la perdita di un prezioso alleato per Robb e un nemico in meno per i Lannister. Renly, invece, viene liquidato come un qualcosa quasi di marginale, lasciando il personaggio tra l’altro fondamentalmente incompiuto, come se non fosse stato altro che un tramite per introdurci i Tyrell e Brienne. Più che sorpresi, la scelta dei tempi e la scena in sé lascia perplessi e con un senso di insoddisfazione per un personaggio che pareva centrale ed invece scompare un po’ nell’anonimato.

Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalA conti fatti, è quasi più epica la morte del Tickler, il Punzecchiatore, adeguatamente costruita attraverso i dialoghi tra Arya e Jaqen (il “fantasma” di Harrenhal del titolo) e ancor prima da un superbo scambio di battute (e di sguardi) tra la piccola Stark e Tywin Lannister, in cui si vede invece il Game of Thrones ai suoi massimi livelli: ritmo perfetto, dialoghi serrati, interpretazioni magistrali e una fotografia eccezionale (il volto pallido di Tywin nell’ombra è inquietante come poche altre cose nella serie). Il già divenuto celebre “Anyone can be killed” avrebbe potuto tranquillamente essere inserito prima della scena di Renly e la sua morte avrebbe avuto un peso maggiore, come appunto quella della prima vittima della “lista Kill Bill-iana” di Arya.

“Revenge, The Purest of Motivations”.

Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalNel suo ulteriore avvicinamento alla battaglia per King’s Landing, questo episodio di Game of Thrones mette soprattutto in luce le motivazioni che ci sono dietro ognuno dei protagonisti: non solo la ricerca del Potere (Cersei, Stannis), ma anche il desiderio di Rivalsa degli emarginati (Theon, Daenerys, Jon Snow) e infine la Vendetta (Robb, Brienne, Arya, i Tyrell). È interessante notare come tutti i protagonisti abbiano però bisogno di un “contraltare”, una coscienza in grado di consigliare o di redarguire. Chi è solo (Theon) o chi non ascolta le voci altrui (Cersei e Joeffrey con i moniti di Tyrion, Stannis con gli avvertimenti di Davos) è destinato ad una cieca visione dei suoi obiettivi, facile preda di forze oscure, interiori e non, simbolicamente (e non solo) incarnate da Lady Melisandre, la cui presenza si avverte anche quando non è sullo schermo. Chi invece sa ascoltare (Brienne e Robb con Catelyn, Jon e Daenerys con i due Mormont, Bran col Maestro Luwin, e Arya con Jaqen, Gendry e Yoren) acquista, almeno al momento, una forza più inquadrata e dunque più solida, indirizzata sulla retta via per il raggiungimento dei propri scopi.

“I Don’t Wanna Be a Queen, I Wanna Be THE Queen”.

Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalA proposito di scopi. I Tyrell, nonostante la morte di Renly, sembrano tutto fuorché estromessi dal gioco di troni di Westeros. Lo dimostra Margaery, sempre più chiara nelle sue intenzioni e sempre più versione soft di Anna Bolena (scelta furbetta, a questo punto, ma azzeccatissima quella di scegliere per questo ruolo proprio Natalie Dormer, che praticamente da sola ha retto una buona stagione e mezzo de I Tudors). Quel misto di sensualità e glacialità, di amore ma allo stesso tempo di freddezza nel piangere Renly, conferiscono al personaggio uno spessore che adesso avrebbe solo bisogno di più spazio sullo schermo.

Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalDa un po’ di tempo a questa parte, in effetti, le donne stanno rubando un po’ la scena all’altro sesso. Quale miglior dialogo sul “woman’s kind of courage” tra Brienne e Catelyn poteva esprimere questa centralità? La scena tra le due è, insieme al dialogo Tywin/Arya, uno dei momenti più intensi della puntata, se non dell’intera serie, a tratti persino commovente e in grado di mettere in luce come il coraggio femminile sia qui diverso da quello di un soldato (cioè di un uomo?) e come si basi su sentimenti più forti e più saldi di quelli maschili: la spregiudicatezza di Melisandre, la profonda saggezza di Catelyn, la lealtà senza se e senza ma di Brienne e la tenacia di Daenerys, fanno impallidire i vari Baratheon, il sottomesso Theon, il meditabondo Jon Snow e persino Robb, tanto coraggioso sul campo quanto inadeguato fuori (a giudicare da come si fa mettere i piedi in testa dalla prima Talisa che passa).

“Fire is Power”.

Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalIn questo momento le storylines di Daenerys e Jon, pur esteticamente opposte (i ghiacci e il deserto), sono accomunate dall’essere entrambe le uniche lontane dal centro narrativo nevralgico di questa seconda stagione. È vero che il percorso dei due personaggi nell’arco di questi 15 episodi di Game of Thrones è preparatorio in vista di un loro ruolo centrale nel futuro della saga, ma per il momento è difficile che non risultino un po’ d’intralcio alla linea principale del racconto. Tuttavia, l’amore dei fans per due personaggi a loro modo già ben delineati aiuta in questo, ma gli autori se le cavano bene anche regalandoci splendide scenografie che uno resterebbe a guardare per ore (i paesaggi islandesi di Jon sono qualcosa da mozzare il fiato) e creature fantasy di rara bellezza (il drago da una parte, il meta-lupo dall’altra). In questo episodio, fa comunque ben sperare la svolta in entrambe le storie: lo scontro con i Bruti da una parte e i Tredici e Xaro dall’altra promettono scintille.

“The Rotten King and his Twisted Demon Monkey”.

Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalA King’s Landing continua nel frattempo la saga “comica” Tyrion/Bronn/Lancel, utile, oltre a spezzare un po’ il ritmo drammatico della puntata, a mostrarci anche sia una Cersei sempre più isolata, sia la strategia della Capitale per difendersi dai nemici: l’Altofuoco, che aggiunge ulteriore magia ad una serie in cui per ora gli unici sprovvisti di intrugli alchemici, draghi, ombre e così via sono i Greyjoy e gli Stark, al momento ancora le due fazioni più “medievali” e meno “fantasy” della saga. Vedere Tyrion da una parte darsi da fare e sostituire con l’arguzia il Potere che non ha (ricordiamo ancora tutti che “power resides where men believe it resides”) e dall’altra preoccuparsi davvero per le sorti della sua città, dà quel tocco di sensibilità in più al personaggio che lo rende ancor più unico nel suo genere, un uomo che non può usare né sensualità, né doti belliche, né potere per farsi valere in un mondo senza un briciolo di umanità e che sembra dominato da queste tre componenti.

“One Blast For Friends, Two For Foes… Three For White Walkers”.

Game Of Thrones - 2x05 The Ghost Of HarrenhalLe pedine si sono così dunque schierate e sono pronte all’attacco, eppure su tutti i Seven Kingdoms continua a diffondersi un’aria funesta, tra ombre assassine, lo spettro dei white walkers e i sogni/profezie di distruzione e morte di Bran, che non lasciano presagire nulla di buono. La battaglia per l’Iron Throne sta per iniziare, ma qualcosa di più grosso di un gioco tra alleati (friends) e nemici (foes) serpeggia per i regni. Che il corno suoni allora tre volte e richiami all’attenzione un’umanità sempre più distratta dal Potere.

Voto: 8 ½

Condividi l'articolo
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

7 commenti su “Game Of Thrones – 2×05 The Ghost Of Harrenhal

  • DWill

    Recensione, as usual, molto bella. La morte di Renly è sbrigativa e con poco pathos ESATTAMENTE come nel libro (risolta in 5-6 righe), dove il Baratheon minore è un personaggio più che marginale. Serie sempre eccellente anche se persistono alcuni dubbi su scelte di trama , come il dialogo Robb- Sterminatore o l’ introduzione di Talisa come personaggio (fatti entrambi assenti nei volumi), nei precedenti episodi o dialogo Tywin-Arya in questo (anche se molto efficace e ben costruito). Il taglio di avvenimenti accaduti nei libri è più che sensato, ma è rischioso introdurre sottotrame ulteriori (come se non ce nefossero abbastanza…)

     
  • Michele Hume

    Altro episodio grandioso. Dici bene: i dialoghi tra Tywin e Arya e, soprattutto, tra Catelyne e Brienne sono stati da brividi.
    Potrei guardare Game of Thrones per 10 ore di fila senza stufarmi. Spettacolo.

     
  • Alessandro

    Codivido in toto, un unico appunto sull’Altofuoco, è l’equivalente del fuoco greco, utilizzato per lo più dai Bizantini, quindi in questo caso niente magia!

     
  • Aragorn86 L'autore dell'articolo

    @Alessandro: grazie della dritta, non ne avevo proprio idea! Mi sa che mi ero lasciato ingannare dal nome! 😀

    @DWill: Il secondo libro ancora non l’ho letto, però diciamo che il problema secondo me è lo stesso della prima stagione con Robert Baratheon: leggendo il primo libro mi sono accorto che pur essendo fondamentale il personaggio, sulla carta è molto più marginale di quanto non sia sullo schermo (e tu mi confermi che è così anche per Renly in A Clash of Kings). E allora sì che non mostrarne la morte ha anche più senso. In tv, però, spesso bastano 5 minuti e già acquisti una centralità che poi secondo me non si può liquidare così (in 5 secondi Renly, senza praticamente farne vedere la morte Robert). Finora sono le uniche due cose che non mi hanno convinto di questo adattamento. Per Talisa, invece, è facile intuire dove andranno a parare… vediamo come gestiranno la cosa 😉

     
  • minstrel

    Eh Talisa… dico solo una cosa: se pensi che con Martin non c’è niente e nessuno al sicuro sei solo ad un passo dalla verità lontana mille anni luce!
    IN BOCCA AL (mezzo) LUPO!!! 😉

    Quello che apprezzo di più di questa stagione è come gli autori siano riusciti a gestire le parti principali del plot, modificando in modo meraviglioso gli episodi minimi in modo che diano spiegazioni logiche per un serial tv. Nel libro ad esempio per comprendere le scelte “di morte” di Arya servono pagine e pagine, invece nella puntata 7 (appena vista) risolvono la seconda morte in modo molto brusco e televisivamente perfetto. 🙂
    Insomma, pensavo che avendo letto i libri avrei avuto parecchie delusioni. Invece gli autori fanno di tutto pur di farmi ricredere! 😉