Fringe – 5×02 In Absentia 3


Fringe - 5x02 In AbsentiaChe la famiglia sia uno dei cardini della società americana, nonché uno dei principali soggetti delle serie tv a stelle e strisce, è un dato di fatto. Pochi parentadi sono però scombinati come quello di Fringe, che di nuovo usa la fantascienza per portare all’estremo quelle dinamiche che, nel corso di questi anni, hanno reso l’epica dei Bishop unica e memorabile.

Per quanto l’episodio sia incentrato sul tentativo di recupero del piano di Walter per sconfiggere gli Osservatori, già il titolo In Absentia, che giuridicamente indica un processo condotto in assenza dell’imputato (e che per questo viola, secondo la legge americana, il suo sacro diritto di rispondere alle accuse), suggerisce come il cuore dell’episodio sia in realtà la cattura da parte del nostro team di un Lealista e, di conseguenza, il conflitto tra Henrietta e sua madre Olivia riguardo il modo di comportarsi con il prigioniero.

Fringe - 5x02 In AbsentiaSe la più giovane delle due vuole, infatti, giustiziarlo sulla base di una sete di vendetta e sulla semplice logica che lui avrebbe agito allo stesso modo a parti invertite, l’altra vorrebbe invece ascoltarlo, capirne le ragioni, sapere perché agisce in un determinato modo. L’insensibilità mostrata da Henrietta ricorda molto l’Olivia di inizio quarta stagione (ma anche di inizio serie): una donna fredda su cui pesa un’importante “assenza”. In entrambi i casi ci troviamo, infatti, di fronte a due personaggi che hanno “ambrato” la loro umanità, perché mancanti della persona destinata ad “estrarla” (Peter in un caso, i genitori della ragazza dall’altro).

Fringe - 5x02 In AbsentiaE dopo aver sviscerato in lungo e in largo il rapporto padre/figlio nelle prime due stagioni, è bello vedere come ora ci si concentri su un’altrettanto complessa relazione madre/figlia, con due personaggi che spesso quasi evitano il dialogo e il confronto a causa di reciproche paure (proprio come il Walter e il Peter degli inizi). Un plauso va qui rivolto ad Anna Torv, che dopo cinque anni ha ormai fatto talmente suo il personaggio, da riuscire a trasmettere mille sfumature con una sola occhiata. Certo, ha dalla sua parte degli autori che, pur avendo costruito nel corso della stagioni una trama ardita, coraggiosa e originale, hanno da sempre avuto il loro punto di forza maggiore nella caratterizzazione dei personaggi, “torturati” in ogni modo possibile nelle loro paure e debolezze.

Fringe - 5x02 In AbsentiaLa bravura si mostra qui nello scrivere una puntata decisamente Olivia-centrica, in cui però la nostra protagonista combina ben poco: a parte il dialogo finale con la figlia, rimane infatti sempre in disparte, ancora impegnata a metabolizzare una realtà che gli altri hanno già accettato. Di fronte ad un mondo che le è cambiato davanti per l’ennesima volta (con il laboratorio che non è più il luogo familiare che era), l’agente Dunham ha difficoltà di nuovo a comunicare e ad aprirsi, rimanendo un passo indietro e limitandosi ad osservare per capire, con la paura negli occhi di essere finita in un mondo che ormai non può essere salvato (almeno emotivamente).

Fringe - 5x02 In AbsentiaMentre Peter e Walter si sono ormai già tuffati nell’azione, Olivia si fa piuttosto portatrice di una salvifica sensibilità (tutta femminile, ne va dato atto) che non può non risultare “diversa” agli occhi di chi ha vissuto sempre in guerra. Ed è proprio a causa di questo che il personaggio finisce per acquisire una valenza quasi divina (colei che ha con sé una pietà in grado di infondere umanità nelle persone e ridare speranza al mondo). Olivia è, difatti, l’agente non contaminato dagli Osservatori, colei che è esterna a tutte le dinamiche di questo universo e che può quindi capire, giudicare e guidare tutti verso la rinascita.

Fringe - 5x02 In AbsentiaL’episodio non è certo esente da alcune forzature, come i soliti stratagemmi risolutori di Walter (qui ben due, il laser che scioglie l’ambra e l’occhio fotocopiato) o come nuovamente l’estrema facilità con la quale i protagonisti riescono ad entrare in luoghi sorvegliati dagli Osservatori. Tuttavia, In Absentia si distingue anche per due ottime trovate narrative: la “caccia al tesoro” dei videotape, che serve a costruire un obiettivo a breve termine per il futuro che non sia solo il troppo generale “la sconfitta del nemico invasore”, e il colpo di scena relativo a Simon (Henry Ian Cusick): molti avranno storto il naso di fronte a una scelta tale (del resto, l’attore aveva rinunciato a Scandal e si presumeva fosse proprio per tornare in Fringe), ma l’effetto sorpresa funziona, disturba quanto basta e, soprattutto, avviene nel momento giusto (proprio quando Henrietta sta affrontando il “demone” della vendetta).

Fringe - 5x02 In AbsentiaFringe conferma dunque l’ottimo inizio di questa stagione, con un altro bellissimo episodio, forse meno roboante rispetto alla premiere, ma molto intenso dal punto di vista emotivo. Le prospettive per il futuro e per il finale sono ottime, con l’unico neo dell’assenza, per il momento, di un collegamento forte al passato, che non faccia sembrare questi 13 episodi completamente slegati dal resto (al di là dell’invasione degli Osservatori, di cui si parla fin dalla prima stagione, ci sono pochi riferimenti alle trame che abbiamo vissuto). Siamo però solo al secondo episodio e di tempo ce ne è ancora abbastanza. Ora che ci siamo abituati a questa nuova ambientazione, non ci resta che attendere i futuri sviluppi e lo scioglimento degli ultimi nodi.

Voto: 8

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3 commenti su “Fringe – 5×02 In Absentia

  • alessala

    L’episodio mi è piaciuto di meno rispetto al primo. Devo ancora metabolizzare la testa di Henry Ian Cusick!!!! Non se prenderla come un colpo di scena o una furbata…
    Per il resto, ottima recensione, concordo su tutto.

     
  • Penny Lane

    Bella analisi, l’episodio mi è piaciuto molto, soprattutto il modo in cui stanno trattando il rapporto madre figlia: per Olivia sono passati solo un paio di mesi da quando ha perso sua figlia di 4 anni, e ora si ritrova davanti una adulta bella e fatta, cresciuta da sola in un mondo devastato completamente diverso da quello che conosce; se da una parte c’è la gioia di saperla viva, dall’altra c’è che di fatto sono due estranee. Non sono tanto d’accordo sul parallelo che hai fatto tra Etta e l’Olivia senza Peter, proprio perchè la caratteristica fondamentale di Olivia è proprio la sua empatia e la profonda sensibilità, cose che ha sempre mantenuto anche senza Peter. Togliere anni di vita ad un uomo senza battere ciglio è un’azione forte, e non mi piacerebbe se la cosa fosse finita qui grazie ad un discorsetto di Olivia, ma spero che approfondiscano la questione.