Person of Interest – 2×18 All In 2


Person of Interest - 2x18 All InAlternando sapientemente elementi comici e approfondimenti emotivi, storyline di puntata e trama orizzontale – senza dimenticare graditi ritorni – Person of Interest presenta una puntata che, se fino ad un certo punto sembra “come tutte le altre”, da quel punto in poi riesce in pochi secondi a cambiare parecchie carte in tavola. 

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HR’s not gone. Not by a long shot.

Le vicende dell’HR procedono spesso molto lentamente, disseminando indizi e personaggi nella maggior parte delle puntate; a differenza delle serie che decidono di affrontare certe tematiche in grossi blocchi, dunque in pochi episodi ma con intere parti di narrazione dedicate ad una certa storyline, Person of Interest opta per il metodo “storia diluita”, che ha ovviamente pregi e difetti. È indubbio infatti  che, in questo modo, si crei una vicenda estremamente più realistica e dettagliata, ma, d’altro canto, anche più difficile da seguire.
Tuttavia è con questa puntata che la scelta di Elias di abbandonare l’HR (C.O.D.) raggiunge la sua più alta conseguenza; è qui che scopriamo che prezzo Quinn sia disposto a pagare per avere il supporto economico dei fratelli Yogorov.

Person of Interest - 2x18 All InIl ruolo dello spettatore nella visione di questa vicenda è fluttuante: onnisciente quando serve – sappiamo di Quinn e ora anche della talpa, Terney – ma ancora all’oscuro di alcuni coinvolgimenti, come ad esempio quello di Cal Beecher. Seguendo la “legge delle serie tv, ma anche dei film”, secondo la quale chi ha più dita puntate contro meno è colpevole, dovremmo considerare Cal un innocente finito in vicende più grandi di lui; ma allora chi è l’informatore che ha portato all’arresto di Szymanski grazie a lui? Il padrino Quinn sta veramente cercando di coinvolgerlo a sua insaputa o c’è dell’altro?
Ad ogni modo, ora con la morte di Szymanski e di Melinda Wright le cose si fanno più complesse e sicuramente questa decisione, che pure agevolerà i rapporti con i fratelli Yogorov, metterà in serio pericolo l’HR stessa, che ha fatto il passo più lungo della gamba: la ricostruzione dell’attacco è chiaramente ridicola – tre persone colpite frontalmente, ma da due parti diverse del tavolo? -, quindi staremo a vedere come Quinn proverà ad uscirne questa volta.

We have to stop meeting like this.

Person of Interest - 2x18 All InIl ritorno di Leon Tao, funzionale principalmente alla necessità di un terzo elemento nel gruppo, si accompagna sempre ad un incremento della parte comica dell’episodio, fondamentale per smorzare il tono di certe tematiche e per riportare alla normalità il livello emotivo dell’episodio.
La storia della settimana, originale quanto basta per portare inizialmente fuori strada entrambi i nostri protagonisti, ha infatti dei risvolti emotivi importanti, sia da un punto di vista interno alla storia che in relazione alla vita di Finch e, in ultima istanza, alla sua relazione con Reese.

I had to move on. So must you.

Person of Interest - 2x18 All InUn paio di sbavature non mancano ed ecco quindi un atteggiamento assolutamente out of character di Finch, che si concede la leggerezza di non dubitare di Lou solo perché “è un adorabile vecchietto” – anche se Harold dovrebbe sapere bene quanto anche gli anziani possano essere pericolosi, Don Moretti tanto per dirne uno; e anche la spacconaggine di Reese questa volta va un po’ oltre, con una scena come quella del furto della chiave magnetica che risulta davvero troppo persino per uno come lui.
Ciononostante, la storia funziona e la generosità di Finch colpisce ancora una volta quando decide di aiutare Lou  ad abbattere l’attività di Makris.

L’urgenza primaria dei nostri protagonisti è sempre stata quella di salvare le vite collegate ai numeri ricevuti, ma entrambi si sono concessi più volte di entrare in contatto con questi anche emotivamente, scoprendo un’incredibile gamma di grigi che separa il bianco/nero della dicotomia vita/morte.
Person of Interest - 2x18 All InFinch, che trova nell’assenza della compagna un punto in comune con Lou – perché certo, Grace non è morta, ma lui lo è per lei – decide di finanziare la vendetta dell’anziano Mitchell proprio per questo: la necessità dell’uomo di non morire da perdente, e quindi di riconquistare la sua vita, è la stessa di Finch che, pur per motivi diversi, vorrebbe ricostruire da capo la sua esistenza e trovare la scappatoia capace di permettergli di stare con Grace. Davanti a Lou, che non sa a che prezzo Harold abbia rinunciato alla sua compagna, è difficile mantenere le proprie certezze; ed è qui che interviene Reese – “Oh, you were listening?” “Always – a ricordargli quanto la sua scelta, seppur difficile, stia tenendo Grace lontano dai pericoli e da una probabile morte che sopraggiungerebbe proprio a causa sua.

Un’altra ottima puntata per Person of Interest, che in soli 40 minuti riesce a raccontarci molto più di quanto non sembri ad una prima visione: tra evoluzioni della storyline principale, connessioni a vecchie vicende (l’orologio da 2 milioni di dollari) dai risvolti futuri interessanti (il giovane Logan Pierce e la sua curiosità potrebbero tornare) e approfondimenti psicologici degni di nota, la puntata scorre molto bene, lasciandoci ora con due settimane di pausa a riflettere su quanto accaduto.

Voto: 7/8

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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