E’ un periodo di cambiamenti in The Good Wife, per ciascuno dei personaggi ma soprattutto per la nostra protagonista Alicia, mai come ora in bilico tra aspirazioni e pesi che la tengono ancorata a terra. Questo non impedisce alla serie di portare avanti come sempre episodi in cui, al cinismo e al disincanto di certe situazioni, si alternano momenti di sapiente e mai sciocca comicità.
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Now unpack all that crap, and let’s get to work.
Il caso che sta coinvolgendo Eli da parecchie puntate e che punta chiaramente ben più in alto – alla candidatura di Florrick – non poteva essere gestito meglio di così. Sicuramente Elsbeth Tascioni è un personaggio di cui non si può abusare – persino la sua eccentricità alla lunga può stancare – ma le sue interazioni con Josh Perrotti (un sempre meraviglioso Kyle MacLachlan) rappresentano la summa di ciò che The Good Wife sa fare meglio: unire la visione cinica ed estremamente complicata della macchina giudiziaria ad un po’ di sano (e bizzarro, in questo caso) umorismo di classe.
Questi due volti del sistema legale, che differiscono anche per caratteristiche personali, si posizionano agli antipodi soprattutto in ambito lavorativo. Laddove Elsbeth rappresenta il genio legale che si cela dietro un comportamento spesso svampito e disconnesso, Josh è invece il male della giustizia: la spinta ad incastrare Eli non si ferma davanti a nulla, né davanti a documenti falsati – come nello scorso episodio – né davanti ad una lunga serie di presunti co-cospiratori che aumentano ogniqualvolta ne sparisce un altro. Il piano di Elsbeth non sarà la mossa più genuina vista nella serie, ma se non altro sfrutta le falle del sistema – quelle per cui in un caso civile puoi ottenere informazioni che serviranno in un processo penale – per trarne determinati vantaggi; Josh invece si comporta volutamente in modo scorretto e ciò che è peggio è che la ritiene una cosa giustissima, lecita e senza conseguenze morali.
L’allontanamento momentaneo di Eli da Peter, conseguenza diretta della causa di Perrotti, è stata la mossa migliore per ridare a questa coppia di lavoratori/amici quell’energia che da tempo non aveva più. Peter senza Eli è perso, nonostante provi con tutte le sue forze ad affidarsi a Jordan, che però semplicemente non ha spessore né carattere (e diciamolo, sia come persona che come personaggio); bastano invece pochi minuti al telefono con Eli per ridare al candidato Florrick una capacità e una sicurezza imprevedibili fino a quel momento, e che assicurano una prima vittoria contro l’odiosissima Maddie Hayward. Ora che Eli è tornato, con uno scambio di battute affettuoso e brillante tra lui e il suo capo/amico, vedremo fino a che punto arriveranno a compromettersi i protagonisti di questa campagna.
You’re management now, Alicia.
Alicia rappresenta al momento il personaggio meno stabile di tutta la stagione. Tutti hanno mostrato un lato a noi inedito (Kalinda con la sottomissione al marito, Will e Diane con le loro mosse ai limiti del lecito, quando non addirittura oltre), ma la nostra brava moglie è un caso a parte. Rappresentata sempre in situazioni estreme, Alicia non è più ferma e stabile come era un tempo, ma ondeggia tra i due estremi di qualunque scenario senza davvero prendere delle decisioni autonome, subendo l’influenza di chi le passa accanto in un determinato momento.
Sull’aspetto sentimentale, siamo ormai rientrati pienamente nell’eterno dubbio Peter/Will: e nella stessa puntata in cui ci viene sottolineato ad ogni starnuto condiviso quali e quante conseguenze avrà quel bacio della scorsa puntata, assistiamo all’ennesimo incontro con Peter, che tuttavia per Alicia sembra non valere più di quello che è – la sua espressione all’idea di andare “ad un appuntamento” con suo marito è esemplificativa a riguardo.
La stessa incertezza pervade il mondo lavorativo. Nessuno si aspettava che nella scorsa puntata lei rifiutasse la richiesta di diventare socia, ovviamente, ma il suo comportamento risulta essere un insieme di spinte e controspinte dettate da altri, prima Cary e poi Diane. Alicia sta seguendo una strada, che va dalla necessità di indipendenza (in tutti gli ambiti) a quella di essere rassicurata soprattutto del fatto di essere ancora “la persona buona”: vuole diventare socia, ma non vuole inimicarsi tutti quelli che non sono arrivati al suo stesso obiettivo; vuole il potere, ma lo vuole solo se le viene detto che “lei è brava e se lo merita” – condizioni alle quali non sottostà nessuno, né David Lee nel suo burbero realismo, né Diane nella sua esperienza di donna a capo dell’azienda.
Intendiamoci, sicuramente Alicia è adatta al ruolo che ricopre, in tribunale è sempre stata impeccabile e la sua dedizione al lavoro è lodevole: ma forse la promozione non era adatta a questo momento e forse, nelle intenzioni dei King, c’è proprio quella di metterla maggiormente in crisi, portandola verso un punto di rottura già inaugurato con la fine dell’amicizia con Maddie Hayward.
Si intravedono tempi duri per tutti i personaggi e paradossalmente, proprio ora che si è ripresa dai suoi debiti, la Lockhart/Gardner si ritrova ad essere più esposta che mai, se non altro a noi spettatori. Nel periodo di crisi che ha attraversato in questa quarta stagione abbiamo tolto il velo “politically correct” che spesso ricopriva i personaggi della L/G; ora, che siamo tornati ad una situazione lavorativamente più tranquilla, ci sono però più chiare le dinamiche interne, che non promettono nulla di buono. L’ennesima richiesta di lavorare per la procura è di nuovo fallita, con l’intermediazione di un personaggio insospettabilmente ambiguo come Laura Hellinger: dove porterà questa strada? Le conseguenze saranno solo su una probabile liaison tra Will e Laura o c’è dell’altro?
La puntata, come le più recenti, rappresenta un ottimo risultato per The Good Wife che, dopo una terza stagione non eccelsa e un inizio di quarta non esemplare, sta puntando tutto su questa seconda metà. La sensazione è che gran parte dei personaggi sia in bilico e che prima o poi qualcuno cadrà facendo parecchio rumore: questa volta sembrava toccasse ad Eli, salvato da un’insospettabile Jackie che lo fa rosolare bene prima, per poi toglierlo dal fuoco al punto giusto. Ma evidentemente nulla è davvero come sembra.
Voto: 7/8
Note:
– Come moderatrice del dibattito torna, nel ruolo di Petra Moritz, Lily Rabe, già comparsa nella 2×19 “Wrongful Termination” e apprezzata di recente in American Horror Story.
– Diane è sempre uno spasso, ma vederla cercare di imitare Maddie Hayward per aiutare Peter ella preparazione del dibattito è un bellissimo modo di iniziare una puntata.
Non ho mai visto good wife e devo dire che non mi ha mai incuriosito ma da un po di tempo a questa parte leggo recensioni entusiaste e sento gente parlarne.
Potresti farmi una descrizione in poche parole della serie e di quali sono i suoi punti forti? è consigliabile ad uno che ama visceralmente fringe lost breaking bad sons of anarchy soprano the shield person of interet ….?
da quando poi ho saputo che ci sarà anche john noble….
The Good Wife è sempre stata considerata una delle serie migliori della tv generalista, ben prima di questa quarta stagione; qui puoi trovare una recensione consiglio che ho scritto un anno e mezzo fa https://www.seriangolo.it/2011/07/07/the-good-wife-la-serie-che-non-puoi-proprio-perdere/
Comunque in linea di massima ti posso dire che con serie come lost, fringe e bb non condivide nulla se non un bellissimo lavoro sui personaggi, mai banali nemmeno quando sono comparse di una puntata sola. Ti consiglio di vederne qualche puntata e di farti un’idea!