Glee – stagione 4 episodi 17-19


Glee - stagione 4 episodi 17-19Incassato un assurdo rinnovo per ben due stagioni – motivato da ragioni economiche ben più che artistiche – Glee non cambia minimamente la rotta, dimostrando ancora una volta di non riuscire più a fare ciò che in passato faceva con estrema semplicità: parlare alle nuove generazioni.

È ormai un bel po’ di tempo che lo dico (e scrivo): Glee di quest’anno – e in buona parte anche quello precedente – non è più quella serie TV che aveva riscosso un inaspettato successo in termini di ascolti e visibilità mediatica, al punto da essere presente persino in alcuni spot commerciali americani. Quel telefilm che aveva creato intorno a sé una fortissima base di appassionati non c’è più, non c’è più da tempo ormai (e gli ascolti tutto sommato evidenziano questo trend), soprattutto a causa di una serie di errori grossolani ed obiettivi del tutto mancati. Cosa si è rotto?

Glee - stagione 4 episodi 17-19Trovare il bandolo della matassa è tutt’altro che semplice, ma vorrei soffermarmi soprattutto su un punto: Glee aveva la capacità di raccontare il mondo americano ed adolescenziale con grande ironia, a tratti persino satira, unendo a questo filone quella giusta dose di “teen” necessaria per un telefilm orientato verso la fascia commerciale più giovane (e quindi più redditizia) insieme a momenti di grande racconto sociale. Ryan Murphy si era fatto portatore di alcuni messaggi davvero molto importanti, sapendoli raccontare con delicatezza ed umorismo (ricordiamoci che Finn credeva d’essere padre per un amplesso mancato nella vasca da bagno). Ha trattato, come nessun altro prima, il tema dell’omosessualità e dell’accettazione di sé con una straordinaria classe.

Poi è arrivato il successo, è arrivato il denaro e tutto è cambiato. Le canzoni si sono orientate verso il commerciale, pensando a come comporre i CD da vendere piuttosto che inserire canzoni coerenti al tessuto narrativo; le storie si sono indebolite, seguendo pedissequamente ciò che i fan volevano, senza avere la necessaria lungimiranza nel comporre la trama (amicizie improbabili come Quinn e Rachel, coppie di qualsiasi tipologia). Si è perso il senso di Glee, che ha cominciato a mostrare un’esagerata sequenza di idiozie da far spavento. Il tutto si è acuito quest’anno con l’improvvida decisione di mandare via una buona parte del cast principale e soprattutto separare il racconto in due storyline, la prima infarcita di vuoti personaggi nuovi e la seconda, indubbiamente più attraente, con le vere glorie della serie.

Glee - stagione 4 episodi 17-19Il risultato? È sotto gli occhi di tutti e questi tre episodi lo dimostrano con cinica chiarezza: Glee non sa più raccontare i giovani e i turbamenti che li coinvolgono senza buttare tutto in sterile buonismo da “Settimo Cielo”. È così che un argomento forte come i recenti e tristi casi di sparatorie nelle scuole americane si trasforma in un’accozzaglia di ottime intenzioni portate malamente in scena. Il senso di straniamento è troppo forte e la ricerca della lacrima facile, che pur avrà colpito qualcuno per sensibilità più predisposto, è solamente un espediente senza né capo né coda. Così come era stato trattato il tema della povertà lo scorso anno, anche argomenti importanti come la paura dei ragazzi, la bulimia o la possibilità di essere incinta (una storyline di Rachel abbattuta nel giro di un cliffhanger) vengono lasciati nel limbo dello scritto male.

Incapacità di raccontare che, tra l’altro, coinvolge anche i personaggi della serie, tutti trattati con estrema superficialità: se già si faticava a distinguere attore-personaggio per le incredibili somiglianze delle loro vicende (Tina che si lamenta perché non ha assoli è ciò che ci viene da pensare di Jenna Ushkowitz), adesso si snaturano ancora di più i personaggi pur di fare in modo che possano strappare un sorriso o accogliere le richieste dei fan più accaniti. È così che i personaggi di Sam e Brittany, una volta esilaranti, sono diventati ormai davvero troppo stupidi per sembrare vagamente credibili; due ragazzi che, in un mondo normale, avrebbero sicuramente ricevuto assistenza sociale, vengono assecondati in tutto (lo sdoppiamento di personalità di Sam fa rabbrividire) pur di cercare la risata. In altri casi, invece, si preferisce l’usato sicuro, affidandosi a triangoli o situazioni già viste.

Glee - stagione 4 episodi 17-19A ciò va ad aggiungersi la totale discrepanza tra le due grandi storyline della serie: Lima, la vecchia casa dei personaggi di Glee, e New York, dove invece si trovano Rachel, Kurt e Santana, probabilmente proprio i tre personaggi più amati della vecchia guardia. Questo ha costretto gli autori, con crescente insuccesso, a dare più spago a Lima nella speranza di riuscire a costruire dei nuovi personaggi che, essendo però in molti casi delle copie del cast delle prime stagioni, non possono tracciare un proprio percorso, anche perché alle prese con le stesse difficoltà che abbiamo già vissuto. Grandemente più centrato è invece New York che, se fosse lasciato libero di evolversi, solleverebbe e non di poco il guizzo creativo degli autori.

È quindi tutto da buttare? Ovviamente no. Qualcosa ancora funziona, soprattutto se, come detto prima, ci soffermiamo sull’aspetto New York: nuove sfide e nuove situazioni permettono ai personaggi coinvolti di rafforzarsi ulteriormente ed essere in grado di catalizzare su di sé l’intera attenzione. Se infatti i momenti più emozionanti di Glee attualmente sono i “revival” delle prime stagioni, la risposta è piuttosto chiara.

Il giudizio su questi ultimi tre episodi non può quindi che essere negativo (e lo sarebbe ancora di più se non vi fosse New York in alcuni casi a salvare la baracca). Glee non è più quello che era: è il caso che ne prendano consapevolezza anche gli autori se non vogliono vedere assottigliarsi sempre di più il bacino di strenui seguaci della serie.

4×17 “Guilty Pleasures” – voto: 5
4×18 “Shooting Stars” – voto: 4
4×19 “Sweet Dreams” – voto: 5+

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.

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