Bates Motel – 1×08 A Boy And His Dog


Bates Motel – 1x08 A Boy And His DogGiunto quasi al capolinea di stagione (meno due alla fine), Bates Motel inverte il giro di boa della puntata precedente offrendoci un episodio in cui all’analisi psicologica dei personaggi principali si accosta un approfondimento tematico che pone nuove domande su vecchie storie.

Con la morte di Zack Shelby e il successivo “accordo” con lo sceriffo Romero ci eravamo lasciati alle spalle l’omicidio di Keith Summers, ma l’inquietante tratteggio riservato alla figura In Number 9 dell’episodio omonimo, lasciava già presagire che le maledizioni del Bates Motel  fossero tutt’altro che esaurite.

After everything we’ve been through

Bates Motel – 1x08 A Boy And His DogNorma continua imperterrita a cercare una via d’uscita da quel circolo vizioso in cui è rimasta incastrata sin dal suo arrivo a White Pine Bay, ma la via da percorrere per giungere a quel nuovo inizio tanto bramato è lastricata di ostacoli. Questo stato di cose è vissuto con una serie di impulsi contrastanti: da un lato vediamo una risolutezza e una fiducia nel poter cambiare le cose forte di quel desiderio, divenuto anche bisogno, di andare avanti; dall’altro è concretamente visibile una smania di sospetto che affonda le sue radici in una paura che è diventata l’endemica caratteristica del personaggio. Vera Farmiga, con la sua puntuale interpretazione, ci restituisce tutto ciò con sguardi carichi di angoscia, sorrisi smorzati e un’impertinenza che sfocia spesso in rabbia. Nel dialogo con Romero il suo esordio civettuolo viene subito smorzato dalla glaciale reazione dello sceriffo alle sue “pretese”. Per quanto cerchi di arrampicarsi sugli specchi con quel «we know things about each other», il contrattacco minaccioso dell’uomo – I might have to burn you down to the groundspegne definitivamente ogni buona speranza e getta Norma nello sconforto, oltre a lanciare il sospetto che anche il caro Romero possa essere coinvolto nel business Shelby&Summers.
Sul versante della stanza numero 9 le cose non vanno affatto meglio: Mr Abernathy, sorretto da continue inquadrature dal basso e musica di sottofondo che presenta netti tagli armonici, ci appare a sua volta ancora più inquietante di quanto non sia già. L’ambiguità di questo personaggio va via via collegandosi narrativamente con quella storyline che credevamo fosse in via di esaurimento: la tratta delle ragazze orientali. La conoscenza che l’uomo ha di Keith Summers non è poi così superficiale, come voleva lasciar credere – I’m not some moron like Keith Summers – e quando continua dicendo «He was the bottom rung. I’m on the top» chiarisce l’alto livello di coinvolgimento nella faccenda. Questa rivelazione accresce la minacciosità del personaggio mostrandocelo chiaramente come nuovo antagonista per una Norma che, peccando di eccessiva fiducia nei suoi metodi intimidatori, si ritrova ad urlare terrorizzata verso il riesumato cadavere di Shelby steso sul suo letto. Ciò che Abernathy sia venuto a riprendere pare non sia la ragazza fuggita nel bosco; che sia l’hentai autoprodotto che Norman ritrova nel Pilot sotto la moquette? Questa soluzione potrebbe essere un espediente per riportare Norman al centro della vicenda e per farlo diventare nuovamente artefice (come per la cintura di Summers) dell’impossibilità, per la famiglia Bates, di lasciarsi i macabri eventi alle spalle.

The art of it is to recreate the beauty of motion in something still

Bates Motel – 1x08 A Boy And His DogL’iniziazione di Norman alla Tassidermia si rivela un medium efficace per ampliare l’analisi psicologica del nostro protagonista, con il conseguente approfondimento di quel background che verrà a creare il celeberrimo psycho killer. Nelle parole e nel tono che il padre di Emma utilizza per descrivere il suo lavoro e nel fervore che mette nel difenderlo contro l’etichetta freak ipotizzata da Norma, è impossibile non ritrovare gli echi del passato hitchcockiano. La memoria ci riporta a quel bellissimo dialogo nello studio tra Anthony Perkins e la malcapitata Marion Crane (Janet Leigh), in cui emerge l’importanza che ha per il Norman adulto la pratica della tassidermia, più di un hobby: «un hobby serve a passare il tempo non a riempirlo». La particolarità dell’approccio che il giovane Norman mostra verso tale pratica sembra ricalcare queste parole, o meglio le illumina di una luce chiarificatrice, ci spiega il loro significato mostrandoci il contesto che le ha generate. L’ammirazione per ciò che riesce a ricreare la vita in maniera artificiale “riparando la morte” per una persona che, come sappiamo, andrà via via sviluppando una inconsapevole tendenza a toglierla la vita, si carica di simbolismi che, per quanto perversi, trasudano un non so che di poetico.

You can’t go around being so emotional all the time

Bates Motel – 1x08 A Boy And His DogIl cammino di quest’episodio (così come aveva già fatto il precedente) verso l’adempimento del compito primordiale della serie, il suo essere prequel, continua con note meno simboliche e più dirette nello studio dello psicologo, in cui Norma è stata costretta a portare il figlio a causa di quell’instabilità emotiva che preoccupa il Preside. Nel turbine di terrore che inquieta Norma, la paura che la stranezza del figlio possa rivelare la patologia che la sostiene è forse la più grande. Dopo l’incontro con la professoressa e il Preside, esce dall’aula di corsa, sfuggendo ad ogni eventuale contatto visivo per celare quello sguardo attonito che ci rivela una volta fuori quando, con le spalle addossate verso la porta chiusa, emette un sospiro che vuol dire tutto tranne che sollievo. La mania del controllo è senza dubbio una caratteristica insita già di per sé nel personaggio di Norma, ma la progressiva estremizzazione di tale indole ci viene mostrata come l’unico mezzo per tenere Norman al sicuro. Nello studio dello psicologo assistiamo a un dialogo in cui alle domande fatte a Norman seguono le risposte date da Norma con una perentorietà che evidenzia quanto la madre stia diventando per il ragazzo il mezzo attraverso il quale interagisce con la realtà. Dalla “disintegrazione di Bradley” profeticamente predetta (o sarebbe meglio dire indotta?) da Norma, il loro rapporto ne è uscito ancora più intenso di prima. È come se Mamma Bates vedesse nel figlio un’estensione di se stessa, di cui necessita di avere il controllo; per questo deve insinuarsi nella sua testa, deve influenzare il suo modo di vedere le cose: non riesce a trovare altro modo per proteggerlo. L’instabilità di Norma sta nel fatto di credere che da questo suo atteggiamento morboso debba automaticamente generarsi una morbosità reciproca: Norman deve essere sempre pronto a proteggerla; infatti, in preda all’orrore per il cadavere di Shelby, urla il nome di Norman (che noi sappiamo essere fuori casa) e non quello di Dylan che la sta aspettando di sotto.

A boy and his dog, sebbene siano presenti ancora leggeri tratti di lentezza narrativa, è un buon episodio: dona nuova linfa a quella che, a due puntate dalla fine, possiamo a ragione definire la storyline principale, senza per questo allontanarsi troppo dal mostrarci come gli eventi fin qui narrati influiscano sulla caratterizzazione del personaggio di Norman.

Voto Episodio: 7+

Note: Gli innesti narrativi che riguardano Dylan hanno avuto uno spazio sufficiente a farci ipotizzare un prossimo collegamento con la storia principale: il capo dei traffici sessuali potrebbe essere lo stesso capo supremo dei traffici di droga? Potrebbe essere lo stesso Abernathy?

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