Hannibal – 1×12/1×13 Relevés & Savoureux


Hannibal – 1x12/1x13 Relevés & SavoureuxIl cerchio si chiude lasciando uno spiraglio da cui soffia una brezza leggera, ma piacevole, con cui quietamente aspetteremo la prossima stagione. Hannibal si conferma una buona serie piena di ottime potenzialità, offuscate all’inizio da una partenza in sordina, ma che nel corso della stagione sono state tutte, o quasi, portate al massimo livello d’espressione. 

1×12 Relevés

Come un sapiente burattinaio, un elegante Mangiafuoco dai tratti distorti, Hannibal, dopo aver lucidato, levigato e assemblato le sue marionette è finalmente pronto ad andare in scena. In quest’episodio si passa dallo sfarzo dei tecnicismi registici al dispiegamento narrativo, che a sua volta coincide con il distendersi della mente di Will, unico perno su cui ruotava l’intero impianto diegetico delle ultime puntate.

I am finally thinking clearly about the copycat

Hannibal – 1x12/1x13 Relevés & SavoureuxL’omicidio del falso Chesapeake Ripper ha condotto Will dritto nel letto di un ospedale, stremato dall’avanzare di una malattia che non sa neanche di avere.  La mancanza di aderenza a se stesso e la distorta percezione del suo recente passato crea intorno a lui una sorta di cappa isolante che non gli permette di entrare in contatto con il mondo circostante. Il suo gruppo di sostegno diventa Georgia Madchen, l’assassina affetta dalla sindrome di Cotard incontrata nella 1×10: Will si specchia in lei, nella sua malattia, facendo di tutto per non ritrovarvi niente di se stesso. È proprio la rabbia per la morte della ragazza che comincia a distendere quella mente che fino a questo momento è stata quasi in stand-by; le sue allucinazioni smettono di avere un carattere disorientante e cominciano a diventare quasi profetiche. Quando dalle fiamme che avvolgono Georgia spunta l’immancabile cervo, la sua forma si distende e comincia a prendere sembianze umane. Il fatto singolare è che scompare l’incubo del volto di Garret Jacob Hobbs per lasciare spazio a qualcosa di indefinito, una figura abbozzata che riporta alla mente di Will il disorientante ricordo del Copycat dell’Averla del Minnesota. Partendo dall’assunto che Georgia non si sia suicidata, convinto che dimostrare il suo omicidio sia un modo per  dare un significato alla morte di una ragazza la cui vita non è mai stata compresa (così come teme possa accadere per la sua), Will ripercorre nella sua mente, come lidi di un’unica insenatura, tutti gli omicidi che presuppongono l’imitazione di un altro. Come trasportato dall’onda di una risoluta disperazione, reagisce a quel blocco che ha tenuto serbate in corpo le sue sensazioni senza dargli una forma concreta e trova uno schema che intende seguire. Il confronto con Abigail in Minnesota però vanifica ogni sforzo. Will sembra quasi maledire la ritrovata lucidità delle sue percezioni nello stesso istante in cui comprende che la ragazza, la sua protetta, era in realtà complice del padre; la pesantezza della disturbante allucinazione in cui crede di ucciderla lo fa risprofondare nell’abisso della sua disgregazione mentale. Tra la paura di Abigail e l’instabilità di Will, il confine tra il bene e il male si disintegra: i due personaggi ci si stagliano di fronte imbevuti dell’una e dell’altra opzione e, per un attimo, crediamo che l’allucinazione di Will possa essere una reale possibilità, una conseguenza logica delle azioni che lo hanno condotto fin lì.

He was planning on framing me

Hannibal – 1x12/1x13 Relevés & SavoureuxOgni tassello è stato sapientemente collocato al posto giusto, il mosaico è pronto: occorre solo attivare la miccia e lasciare esplodere il tutto. Hannibal è riuscito ad orchestrare ogni cosa per far crollare Will e renderlo protagonista della sua epopea. Ogni gran spettacolo necessita di lunghe prove, ma Will sembra stanco d’interpretare il ruolo che gli era stato assegnato. Il colpo di genio, che lo porta risolutamente alla ricerca del copycat, segna l’avvio prematuro dell’effetto domino che Hannibal ha, da sempre, riservato per il gran finale. Con quel suo fare pacato e misurato, Mikkelsen passa da un beffardo sorriso ad un broncio corrugato con una organica linearità interpretativa che diventa narrativa. La spontaneità delle mutate espressioni di Lecter pare mostrarci non una maschera, ma una placita convivenza di sensazioni antitetiche che si sintetizzano nel perseguire ciò che lui crede sia davvero il bene di Will. Come il prof. Graham riesce ad entrare empaticamente in contatto con il modus operandi del killer, così Hannibal percepisce le pagliuzze del male insite in ogni uomo. La vera follia di Lecter sta nel fatto di non sentirsi folle, ha lucidamente accettato la sua propensione ad uccidere con la risolutezza e la placidità di chi sa di aver dato sfogo alla sua migliore ispirazione. In Will crede di vedere le stesse potenzialità, e i suoi sforzi nell’aiutarlo stanno, davvero, nel colmare quelle carenze cognitive che crede gli stiano precludendo la comprensione di cosa lo rende se stesso.
Hannibal – 1x12/1x13 Relevés & SavoureuxCon Abigail è andata un po’ meglio, l’esperimento con la ragazza è riuscito più direttamente senza grande sforzo manipolatorio; ma purtroppo quest’opera dovrà essere lasciata a metà, il ruolo da comprimario della piccola Hobbs, nel grande spettacolo di Lecter, deve sacrificarsi affinché il protagonista abbia tutti i fari puntati addosso – I’m sorry, I couldn’t protect you in this life.

Relevés è quell’episodio di cui sentivamo davvero la necessità; dopo aver esplorato i meandri della mente di Will avevamo davvero bisogno, al di là di ogni estemporanea interpretazione, di comprendere dove il gran disegno di Hannibal andasse a parare. Ad un passo dalla season finale, Hannibal spiega le vele e ci indica la rotta, senza per questo darci nessuna certezza su eventuali iceberg che possano lastricare la via.

Voto: 8

1×13 Savoureux

Hannibal – 1x12/1x13 Relevés & SavoureuxGiunto all’ultima puntata Hannibal si ripiega su se stesso e seguendo un immaginario filo d’Arianna ci invita nel labirinto costruito sugli scheletri dei tredici episodi appena trascorsi, mostrandoceli però attraverso un racconto deforme e completamente nuovo, intessuto così bene che anche alla nostra onniscienza sembra plausibile.

I can see you now

La maledizione di Cassandra sembra incombere su Will con la stessa tragicità che caratterizzava la sorte della giovane profetessa troiana: urla la verità, ma nessuno gli crede. La realtà ci appare come la somma dei vari mondi possibili e con le sue mille sfaccettature si presta ad interpretazioni anche discordanti tra loro. Il resoconto fatto da Hannibal, con il beneplacito di Jack, al di là del sostegno delle inconfutabili prove scientifiche, sembra il più convincente, il più reale. La dissennatezza che Will ha mostrato per quasi metà stagione lo rende potenzialmente in grado di compiere gli omicidi che gli sono stati imputati. La precisione degli incastri su cui si fonda l’accusa ci rivelano l’abilità manipolatoria di Lecter, il suo certosino impegno nel seminare anche il più piccolo indizio, ad aizzare il dubbio più recondito, fino a creare un ingranaggio che si muove con la stessa precisione di un orologio svizzero. Solo Will, rialzandosi dal fondo delle tenebre in cui era sprofondato, utilizzando gli stessi elementi, ma mescolati in modo diverso, riesce ad opporre la sua versione della realtà, quella verità che lo renderebbe innocente. Siamo al cospetto, forse per la prima volta, della reale capacità intuitiva del prof. Graham: i minuti e precisi collegamenti che il suo cervello riesce a fare, forte dell’immagine di una vicina rovina, spogli di quell’aura magica che ci ha fatto storcere un po’ il naso ad inizio stagione, ci restituiscono la vera forza del suo personaggio.
Hannibal – 1x12/1x13 Relevés & SavoureuxForse è proprio l’ultimo esperimento che il dottor Lecter attua su Will a tradire i sapienti piani dell’acuto psichiatra. Quando ipotizza il movente che lega i quattro omicidi che Will avrebbe commesso, immette nel racconto una inconscia confessione dei suoi di moventi; era stato lui stesso a premettere al suo discorso che «nella modalità omicida l’identità dell’assassino avrebbe attraversato gli eventi come un filo attraverso le perle», ma è stata la sua identità a restare impigliata, non quella di Will. Se guarderai a lungo nell’abisso, l’abisso guarderà dentro di te, diceva Nietzsche, ma questo assunto, che ha terrorizzato Will per la durata dell’intera stagione, adesso non ha più valore: nel momento in cui l’incontro con l’abisso è diventato più intimo che mai, Will si è svegliato e finalmente può gridare ad alta voce di sapere chi èI Know who I am, senza più cedere alle sollecitazioni che Lecter continua a fornirgli. La ritrovata armonia con la sua identità lo porta davvero al di là del limite in cui era rimasto arenato fino a riuscire a vedere anche quello che non c’è: è proprio la mancanza di un motivo evidente che giustificasse le azioni di Lecter che gli impediva di vederne la reale sostanza – you were just curious what I would do, someone like me, someone who thinks how I think, wind me up and watch him go.

Controversial dish, veal

Hannibal – 1x12/1x13 Relevés & SavoureuxNonostante l’agire di Hannibal si sia svelato nella sua concretezza e più o meno completamente si sia rivelato anche a Will, il suo personaggio chiude l’episodio avvolto in una singolare aura di mistero. Le sedute con la dott.ssa Du Maurier (intensificate sempre di più sul finire della stagione) sono state  caratterizzate, ogni volta, da un non so che di sibillino, come discorsi volontariamente chiusi della loro ambiguità semantica. Il dialogo che si snoda negli ultimi minuti di questa season finale, raggiunge l’apice. Quando Mikkelsen e la Anderson si trovano nello stesso frame è come se l’ambiente mutasse di colore, tutto è come rischiarato da una luce eterea che ci trasferisce in un’altra dimensione. In quest’ultimo confronto, il contrappunto di campo e controcampo dei loro primi piani narra un sottinteso ancora più eloquente e più criptico delle parole e delle metafore che mettono in tavola, che a volerle interpretare bisognerebbe vagliare da uno a mille significati possibili. Il loro rapporto non è mai stato chiarito del tutto, non sappiamo se lei possa essere a conoscenza, o quantomeno in sospetto, dell’attività collaterale del dottore. Credo che sarà uno dei punti di partenza per la prossima stagione, ottimo corollario per quel già agognato confronto Graham – Lecter, il cui incipit, tra le note di Vide cor meum (colonna sonora di Hannibal – il film) chiude l’episodio.

Hannibal – 1x12/1x13 Relevés & SavoureuxUna conclusione senza eccessivi fuochi d’artificio in perfetta linea con una serie che è partita in punta di piedi, quasi nascondendosi nell’ombra, ma che è riuscita di episodio in episodio a consolidare un’identità che riesce a connotarla diversamente dai classici procedurali e psycho-thriller. La lentezza rimproverata all’inizio, sebbene si sia attenuata notevolmente, si è rivelata come la necessaria componente di un impianto narrativo che, nella sua sapiente costruzione drammatica, è volto ad un fondamentale approfondimento caratteriale dei vari personaggi. Uno dei punti di forza di Hannibal, oltre alla più volte ricordata perizia tecnica, è stata l’indagine psicologica di ogni personaggio di primo piano, scardinato fino alle viscere della propria complessità, annullando quasi la classica dicotomia tra bene e male. Per contro tutto l’insieme è stato trattato come poco più di una scenografia; la stessa cosa vale per molti dei casi della settimana che non avevano un legame solido con la storyline principale. Ottime le interpretazioni dei protagonisti. In rete si vocifera di sette stagioni, di cui Red Dragon sarebbe la quarta, seguita da Il Silenzio degli innocentiHannibal e da una settima risolutiva. Il programma, oltreché ambizioso, mi pare anche un po’ prematuro soprattutto alla luce del tormentato rinnovo da poco raggiunto: ma non poniamo limiti al genio di Fuller, nella speranza che la curva ascendente che si è verificata all’interno di questa prima stagione continui a salire sempre più in alto.

Voto episodio: 8

Voto stagione: 7½

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