Homeland – 3×05 The Yoga Play 8


Homeland - 3x05 The Yoga PlayThe Yoga Play, quinto episodio di questa terza stagione, è forse la prima occasione di quest’annata in cui si torna a respirare un po’ di quell’atmosfera tipica di Homeland che abbiamo imparato a conoscere negli scorsi due anni. Possiamo quindi parlare di speranze riaccese? Sì e no. 

L’assenza di Brody si fa ancora sentire, ma in una puntata in cui la gestione dei personaggi si percepisce come parzialmente migliorata rispetto alle precedenti occasioni, non è poi un dramma: Homeland – come si diceva nella recensione di Tower of David – sta cambiando il suo target e, a patto che questo mutamento sia supportato da scelte e da costruzioni delle storyline adeguate, non necessariamente quest’assenza deve configurarsi come un fallimento.
In questo episodio si mescolano parti molto buone a sezioni meno riuscite, motivo per cui il risultato dà qualche speranza, ma non senza alcune preoccupazioni.

“You mean… burning her in front of the Senate? Committing her to a mental institution?”
All an act. Part of the plan.”

Homeland - 3x05 The Yoga PlayCome avevamo già discusso nei commenti della scorsa puntata a fronte dell’intervista allo showrunner Alex Gansa che anticipava ciò che si è scoperto in questo episodio – e cioè che Carrie e Saul erano d’accordo sin dall’inizio –, la scelta operata per arrivare al plot twist di Game On non è stata purtroppo priva di difetti. Senza voler rianalizzare ulteriormente la questione, è possibile dire che la necessità del “colpo di scena” sia stata superiore rispetto a quella della coerenza: la sorpresa manifestata da Carrie quando, da sola nella sua stanza, sente Saul smascherarla davanti a tutti, è stata una scelta poco consona al mezzo usato. Se noi dobbiamo dare per buono ciò che vediamo, la sorpresa è l’ultimo dei sentimenti che Carrie avrebbe dovuto manifestare, ed è ormai evidente che questa scelta abbia avuto due motivazioni: creare il cliffhanger (di per sé neanche ben supportato dal resto dell’episodio) per il finale della premiere; allontanare da noi il più possibile l’idea di un coinvolgimento della donna salvo poi tirarlo fuori e, tecnicamente, stupirci con questa grande rivelazione. Per scrivere delle buone puntate bisogna avere ottime idee, ma soprattutto rispetto nei confronti dello spettatore, e questo non è purtroppo avvenuto.

I wish you luck, Senator. In the meantime, I still have two weeks left on my watch and a lot of work to do. Bon appétit.

Homeland - 3x05 The Yoga PlayÈ Saul il vero protagonista di questo episodio, centro attorno al quale – nel bene e nel male – ruotano praticamente tutti i fulcri narrativi. La parte che coinvolge lui e il senatore Lockhart è di sicuro la sezione più riuscita dell’intera puntata e, ad essere onesti, forse la migliore della stagione fino ad ora. Con un solo colpo – il cambio al comando dell’Agenzia – si mette in crisi tutto ciò a cui Saul sta lavorando, ufficialmente con Fara e ufficiosamente con Carrie: di più, il trattamento a lui riservato, le motivazioni e non ultima la scelta della persona nominata (il Senatore che più di ogni altro ha attaccato la CIA e la sua incapacità di proteggersi) fanno di questa svolta il vero punto di forza della puntata. E’ da qui che bisogna forse ripartire: è da momenti come questo, dal confronto terribile tra il senatore Lockhart e Saul e dal brindisi di quest’ultimo, che bisognerebbe ritornare a scrivere grandi puntate, senza necessariamente puntare sui fuochi d’artificio ad ogni costo.

You’re in good shape. Must be all that yoga.

Homeland - 3x05 The Yoga PlayLa sezione “yoga” rappresenta il nucleo apparentemente centrale di questa puntata, tanto da meritarsi il titolo dell’episodio. Ecco, forse è proprio questo il punto che non gioca a suo favore: l’escamotage della lezione di yoga è interessante perché ci riporta a metodi cui Homeland ci ha abituato (e poi è sempre bello rivedere Max e Virgil), ma l’importanza data a questa sezione è esagerata rispetto agli effetti che da questa scaturiscono. Partendo dal fatto che la “questione Dana” sia quella meno appassionante e che tuttavia continua a guadagnarsi minutaggio immeritato (a onor del vero, in questa puntata il tutto è stato meno insopportabile del solito), dovremmo davvero guardare ai fatti: dalla richiesta di aiuto di Jessica all’idea di Carrie di chiamare Max, dall’attuazione del piano (con tanto di intervento di Quinn a salvarla) alla presunta perdita della sorveglianza legata a Javadi, esiste una sproporzione tra la causa – tutto ciò che Carrie mette in moto – e la conseguenza – Dana che casualmente sente alla tv la vera storia di Leo. Ci vuole più di un minuto per capire che forse il legame sta nel fatto che Carrie accenni vagamente all’agente Hall di ricontrollare la storia clinica del ragazzo, ma ci vuole molto meno per capire che tutto questo stratagemma è stato messo in scena dagli autori per farci arrivare al punto finale, al “rapimento” di Carrie da parte di Javadi.
Una messa in scena molto buona, insomma, ma la scrittura che vi sottostà lascia un po’ a desiderare.

Homeland - 3x05 The Yoga PlayArriviamo infine all’ultima nota ancora un po’ stonata, che purtroppo si ricollega ad un Saul che in questa puntata era stato decisamente buono: dopo tutto l’affetto dimostrato nei confronti di Carrie, il modo con cui risponde a Quinn (“She’s always been on her own” con tanto di mezzo sorriso e nessuna preoccupazione) è semplicemente inaccettabile. Qualunque piano possano avere tra di loro, una riflessione del genere sarebbe stata accettabile con un altro atteggiamento (magari riflessivo), ma non detta così, in un modo non adatto né al personaggio, né alla situazione, né al momento: stiamo parlando di una donna che è la sua protetta, che si è fatta mettere in un ospedale psichiatrico per un piano che avrebbe potuto benissimo non funzionare; e sì, di sicuro Carrie è una donna che è davvero da sola e che spesso agisce di conseguenza, ma una frase del genere detta con un sorriso quasi beffardo non ha alcun senso. Fuori luogo, fuori personaggio: una scena di importanza cruciale non può avere queste sbavature, proprio non può.

In conclusione, la puntata manifesta un passo avanti su certi fronti, ma rimane deludente per alcune scelte discutibili di scrittura. Homeland dovrebbe imparare dai suoi errori e forse lentamente lo sta facendo, ma la strada è ancora lunga ed è difficile dire se potrà trovare un rimedio definitivo a breve termine.

Voto: 6/7

Nota:
– “You do know how Romeo and Juliet ends, don’t you? Not well”, dice Carrie all’agente Hall: impossibile non ricordare “Romeo + Juliet”, film del 1996 in cui una giovanissima Claire Danes interpretava proprio Giulietta insieme al suo Romeo, Leonardo di Caprio.

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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8 commenti su “Homeland – 3×05 The Yoga Play

  • sasà

    Dopo aver messo in piedi un’operazione così delicata ci sta che Saul sia deluso dall’atteggiamento di Carrie (anche alla luce del fatto che era appena stato fregato dal senatore, quindi ci sta che sia nervoso) che ha rischiato tutto per una ragazzina ribelle che scappa col fidanzatino!
    Per il resto speriamo di aver detto, se non addio, almeno un lungo arrivdederci a Dana e alle sue pallosissime avventure.

     
    • xfaith84 L'autore dell'articolo

      ma il problema non è che Saul sia deluso (e infatti secondo me la telefonata tra loro due ci sta tutta, quando Saul si arrabbia con Carrie), il problema è proprio quella scena finale. Poteva essere arrabbiato, poteva essere preoccupato, ma il sorrisino se lo potevano proprio risparmiare.
      Ad ogni modo ho come l’impressione che Dana tornerà a romperci le scatole presto…

       
      • sasà

        Spero proprio che ti sbagli su Dana 🙂
        Io sinceramente quel sorriso l’avevo visto come un sospiro di sollievo, in quanto, dopo una giornata infernale, finalmente è successo quello che si aspettavano e sono tornati in gioco. Poi può essere che mi sbaglio eh 😉

         
  • Mark May

    io ho adorato questa puntata, e la ciliegina sulla torta è stata proprio la nota che hai messo a fine recensione. A me questa gestione spocchiosa mi sta facendo impazzire; non torno sul cliffhanger di game on perché non è la sede opportuna, ma credo che anche il finale di questa puntata porti a qualcosa di ancora non visto (il piano tra Saul e Carrie prevede SICURAMENTE anche la fase successiva con Javadi, è per questo che non mi preoccupa questa reazione di Saul).
    Ps:Sono l’unico a pensare che la puntata di Brody sia temporalmente successiva a tutto ciò che stiamo vedendo adesso su Homeland??? ho come l’impressione che anche in quella puntata ci sia qualcosa che non torna (come nelle prime 2), e per questo temo qualche strana scelta autoriale a riguardo.

     
    • xfaith84 L'autore dell'articolo

      @Mark: Che il piano preveda la fase con Javadi è evidente, io quello che discuto è proprio il modo con cui Saul dice quella frase. Alla preoccupazione legittima di Quinn che dice “ora è da sola” lui risponde con una smorfia e poi un sorrisino compiaciuto dicendo “lei è sempre stata sola” e a mio avviso in quel momento era proprio fuori luogo. Ripeto, non la frase di per sé, ma l’atteggiamento: una cosa che potrei accettare se e solo se si scoprisse in futuro (con mio enorme disappunto, intendiamoci) che è proprio Saul la talpa della CIA.
      Su Brody onestamente non ci ho pensato, spero di no perché se c’è una cosa che si salva di quella puntata è il parallelo tra lui e Carrie che perderebbe un po’ di importanza se fosse cronologicamente sfasato, però a questo punto non faccio più supposizioni

      @Francesca: grazie!

       
  • SerialFiller

    Puntata migliore della stagione a mio avviso. Questa bella notizia è forse anche la peggiore notizia per noi spettatori… se infatti dopo 5 puntate dobbiamo essere entusiasti dopo le ennesine scene stiracchiati ed espedienti forzati non è rassicurante. Aggiungiamoci i soliti 20 minuti riservati all insopportabile sottotrama dedicata a dana es ecco che avrete l ennesima puntata cosi cosi. Ottimo il segmento dedicato a saul ed al senatore. Bene il cliffangher finale anche ae puzza di gia visto. Bene il il coinvolgimento di un ottimo quinn e bene il ritmo rispetto alle prime 4 puntate.
    In conclusione se confrontiamo questa puntat con le prime 4 il voto è 7.5 se la confrontiamo con la stagione scorsa vale 6 ed infine se la confrontiamo con la quinta puntata della scorsa stagione allora vale 2….

     
  • Simone

    su quel sorriso di saul , secondo me è da interpretare come un sorriso di sollievo per il fatto che l’operazione sia ancora in piedi
    perchè sa benissimo che ha tempo fino alla nomina del senatore a capo della Cia per portarla a termine.
    Lo spazio dedicato a dana è troppo fuorilugo ma è capibile in quanto non si vuole tagliare la famiglia di brody dal telefilm,per il resto l’episodio mi è piaciuto abbastanza!