Downton Abbey 4×09 (Christmas Special 2013) – The London Season


Downton Abbey 4x09 (Christmas Special 2013) - The London SeasonDalle verdi distese dello Yorkshire alla frastornante mondanità londinese, il Christmas Special di Downton Abbey si colora di luccicanti toni, creando un affresco insolito per lo show. Se da un lato il cambiamento di scenario ci porta una ventata di freschezza, dall’altro evidenzia con più chiarezza quegli stilemi, tipici della serie, che, ripiegati su se stessi, non splendono più come una volta. 

Sono passati otto mesi dagli eventi che hanno chiuso la quarta stagione, ed è sorprendente come ogni cosa sia rimasta invariata: tutte le storyline lasciate aperte dallo scorso season finale sono ancora lì, in quel limbo di inazione che sembra essere la caratteristica fondante dell’aristocrazia inglese in piena decadenza economica. Nonostante si raggiungano spesso livelli di rappresentazione ricchi di una pungente ironia, prevale una staticità narrativa che, allungando a dismisura i singoli frammenti narrativi, li sta svuotando di ogni sapore.

«Whoa! Well, the gang’s all there, I see» «Is that American for hello?»

Downton Abbey 4x09 (Christmas Special 2013) - The London SeasonIl nodo tematico dell’episodio ruota intorno all’organizzazione del coming out di Rose e della sua presentazione a Buckingham Palace, la cui ferrea tabella di marcia viene ravvivata dall’arrivo del moderno contingente americano capeggiato da una splendida Shirley McLaine. La visita della ricca ed emancipata madre di Lady Grantham, accompagnata dal figlio Harold in fuga dalle mediatiche conseguenze dello scandalo del Teapot Dome, è funzionale ad un singolare e quanto mai ironico confronto tra il mondo americano e quello inglese. Questa lotta America vs Inghilterra è la parte più riuscita della puntata, sebbene in alcuni punti ci venga mostrata con delle approssimazioni che ne sminuiscono la portata narrativa. La battaglia dovrebbe essere capitanata da due “regine della scena”: Maggie Smith e Shirley McLaine. Per quanto tutti intorno non facciano altro che rimarcare l’entità dell’incandescente opposizione tra le due, la costruzione scenica e narrativa appiattisce e circoscrive il confronto a singoli scambi verbali che lasciano presagire quanto in più si sarebbe potuto creare – «Is the new Lady Aysgarth all set to hold London enthralled with tales of how the West was won?» «I have no wish to be a great Lady». Inoltre questa forzata contrapposizione tra Lady Violet a Martha Levinson allontana la Dowager Countess of Grantham da Mrs Crawley – sua efficacissima spalla per tutta la stagione – limitando i loro dialoghi a brevi frammenti, sempre ricchi di raro dileggio – «Can’t you even offer help without sounding like a trumpeter on the peak of the moral high ground?» «And must you always sound like the sister of Marie-Antoinette?».

Se nell’upstairs i termini del confronto tra vecchio e nuovo mondo si perdono tra le altre storyline, è nel downstairs che la lotta s’arricchisce di quei contrappunti ironici che innalzano piacevolmente il tono dell’episodio. Il sempre ottimo Mr. Carson, baluardo delle tradizioni della sua terra, si oppone all’americano e scanzonato Ethan Slade – che continua a chiamare Mr Levinson (nome del suo datore di lavoro), come da usanza inglese – regalandoci un simpatico compendio degli usi e costumi dell’Inghilterra di primo novecento – You’re a footman, not a travelling salesman. Please keep your opinions on the catering to yourself.

I sometimes feel we should make more scenes about things that really matter to us.

Downton Abbey 4x09 (Christmas Special 2013) - The London SeasonMentre Mary resta imprigionata nella sua fredda e statica ricerca del nuovo consorte, barcamenandosi in un ménage a trois che ha il grande demerito di aver appiattito entrambi i contendenti a mere figure di contorno, Edith decide di afferrare le redini della sua vita. L’evoluzione del personaggio di Lady Edith, seppur con lentezza, pare giunto ad un punto di svolta: la decisione di riprendersi la sua bambina e di tenerla il più vicino possibile è il primo vero grande passo verso quell’emancipazione bramata, ma mai raggiunta fino in fondo. L’insofferenza sempre più viva per tutte quelle restrizioni che il suo rango le impone, unita alla possibilità di ricoprire il ruolo di Editor presso il giornale dell’ancora disperso Mr. Gregson, potrebbe aprire a delle pieghe narrative interessanti per un possibile ed auspicabile “svecchiamento” dello show. A tale scopo pare indirizzata anche la sfida lanciata da Tom con l’audace visita di Sarah a Downton, puntualmente segnalata da Mr. Barrow a Lord Grantham. Questo love affair, però, intriso di rivendicazioni sociali e semplicistiche lotte di classe, puzza troppo di cliché persino per uno show come Downton Abbey, che trae la sua forza proprio dal singolare  – e very british – utilizzo degli stereotipi da soap opera.

But we still have to call him Sir.

Downton Abbey 4x09 (Christmas Special 2013) - The London SeasonIn un episodio ricco di note stonate, lo scettro va sicuramente all’astio improvviso di Mr Barrow nei confronti del “signor” Branson. Tutta la quarta stagione si è distinta per il bizzarro utilizzo del personaggio di Thomas – narrativamente ucciso dalla dipartita della O’Brien –, retrocesso a quel fastidioso stadio d’esordio da cui si era qualitativamente evoluto nelle passate stagioni. Il ridondante stato di allerta con cui si rapporta ad una Baxter, mai sbocciata caratterialmente, non pare funzionare come surrogato della diabolica liason che lo legava alla O’Brien; inoltre tutto questo alludere senza rivelare nulla, anziché aumentare la suspense, comincia a sgonfiare il tutto del dovuto interesse. Lo stridere di un impianto narrativo in difficoltà risulta evidente anche sul versante Mr. Bates: il dubbio sul suo coinvolgimento nella morte di Mr. Green si scioglie senza però lasciare nessuna vera certezza. Non che si senta il bisogno di avere una sentenza definitiva sull’accaduto, ma forse sarebbe stato più interessante veder coinvolta Anna nel dilemma di quel sospetto biglietto per Londra trovato nel cappotto di Bates, in modo da dare uno sfogo definitivo a quell’introspettiva frustrazione che ha accompagnato la donna per gran parte della stagione appena conclusasi.

Il coinvolgimento di Lady Mary, invece, pare troppo sfacciatamente uno stratagemma per poter dare un lieto fine all’altro grande intrigo dello speciale natalizio: lo scandalo “regale” che la lettera rubata a Miss Dudley Ward avrebbe potuto creare. L’espediente della lettera, inoltre, mette in moto in Mary quel processo di riflessione sugli onori e oneri della monarchia inglese. Occorreva davvero puntare il dito sul monarchismo dei conti di Grantham – architettando questo siparietto dal sapore di vaudeville – per smorzare quella cieca fiducia di Mary nel sistema nobiliare britannico, che la separa dal cedere alle lusinghe di un Mr. Blake dai tratti robespierriani? Era proprio necessario che l’unica lieve svolta dell’amletico dubbio di Mary su chi avere al suo fianco fosse l’improvviso titolo da Baronetto piovuto dal cielo su Charles?
Non è facile svuotare tali domande da quel sapore retorico che le ha generate: alla quinta stagione l’ardua sentenza, con la speranza che la rappresentazione del decadimento dell’aristocrazia inglese non coincida (più) con il declino narrativo dello show.

Voto: 6

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