True Detective – 1×01 The Long Bright Dark 18


True Detective - 1x01 The Long Bright DarkAffrontata la dolorosa conclusione di Treme alla fine del 2013 e annunciate le ultime stagione di Boardwalk Empire e The Newsroom per il 2014, la HBO ha bisogno di rinnovarsi per continuare ad essere il canale di riferimento della quality tv americana. La prima convincente risposta è la nuova creatura di Nic Pizzolatto: una miscela esplosiva che fa convivere autorialità e racconto di genere.


True Detective - 1x01 The Long Bright DarkTrue Detective
è una serie antologica che ripropone con originalità una trama principale che ruota intorno a due figure investigative alla ricerca di un killer seriale. L’impresa non semplicissima di rinnovare gli stilemi di un genere che ha illustri precedenti in ambito televisivo (Twin Peaks, The Killing, Broadchurch, oltre a Dexter e Hannibal per il rinnovato interesse per la particolarità della psicologia criminale) è affidata, oltre che allo script del creatore della serie, anche alle doti registiche di Cary Joji Fukunaga. In questo pilot la struttura tradizionale di genere viene rinnovata e messa in subordinazione rispetto all’attenzione posta su una prima caratterizzazione dei due carismatici personaggi principali. La scelta di rendere la successione temporale della vicenda non cronologica permette di sfruttare al meglio lo iato di anni che intercorre tra i due filoni narrativi: mescolando le due linee temporali, il focus dell’episodio può dividersi equamente sia sulle origini del rapporto tra Hart e Cohle nel 1995 che sulle conseguenze che le indagini sull’omicidio di Dora Lange hanno avuto sulle loro vite nel 2012.

“Look. I consider myself a realist, all right, but in philosophical terms, I’m what’s called a pessimist.”

True Detective - 1x01 The Long Bright DarkL’intera narrazione di The Long Bright Dark ruota intorno alle due figure protagoniste, che si configurano ulteriormente come i vettori portatori dei significati e dei temi che la serie ha intenzione di indagare. Fin dalle prime sequenze è il Rust Cohle interpretato da Matthew McConaughey – reduce dalla premiazione ai Golden Globes per l’interpretazione in Dallas Buyers Club –  a porsi come il vero motore trainante della vicenda: conosciuto nell’ambiente lavorativo come The Tax Man, è un uomo con un doloroso trauma che lo perseguita e che fin dalle prime battute mostra una spietata percezione del mondo che lo ospita (Giant gutter in outer space); il suo genetico talento investigativo collide con una visione dell’esistenza profondamente pessimistica che, a sua volta, si coniuga alla perfezione con un atteggiamento genericamente autodistruttivo. Rust è un disadattato, il cui comportamento antisociale è giustificato dalla sua condizione di uomo senza patria (nato in Alaska, vissuto in Texas, si è poi trasferito in Louisiana) privato del suo nucleo familiare.

“I was just a regular type dude with a big-ass dick”


True Detective - 1x01 The Long Bright DarkMartin Hart
, interpretato da un notevole Woody Harrelson, si fa portatore di una visione della vita completamente antitetica a quella del suo partner; è un uomo ordinario, perfettamente calato nell’ambiente in cui vive, cattolico, autoironico e profondamente legato a sua moglie e alle sue due figlie; vive la professione lavorativa in perfetta simbiosi con la sua vita privata e affronta con grande trasporto emotivo la ricerca dell’assassino di Dora Lange. Emerge con chiarezza lampante durante l’episodio che entrambi i personaggi abbiano ancora molto da raccontare e molte zone oscure della loro personalità da mostrare: le sette puntate che mancano alla conclusione della stagione serviranno sicuramente a narrare le vicende che collegano le indagini del 1995 con la condizione dei protagonisti nel 2012. Entrambi i character sono derivati da un universo finzionale riconoscibile, frutto di un immaginario televisivo e cinematografico che negli ultimi decenni ha fornito una ricca e variegata tradizione di legal thriller e detective fiction. L’intreccio per ora sembra soffermarsi completamente sull’approfondimento psicologico dei due protagonisti – risultano infatti quasi completamente superflue le figure di contorno -,  preoccupandosi solamente nella parte finale di rendere accattivante la ricerca del serial killer.

“People out here, it’s like they don’t even know the outside world exists. Might as well be living on the fucking Moon.”

True Detective - 1x01 The Long Bright DarkIl confronto tra i due, che sfocia sin da subito in un conflitto ideologico, è basato fin dai primi efficaci scambi dialettici sul confronto tematico caos/ordine, che si ramifica e sviluppa attraverso altre contrapposizioni binarie. Rust sembra essere capace, a differenza di Martin, di governare la caoticità degli eventi vivendoli con un partecipativo distacco. Protagonista assoluta della vicenda è l’ambientazione geografica della Louisiana del Sud: una giungla silenziosa dall’aspetto maligno e impersonale, come il Dio in cui Rust non crede, composto da città fantasmatiche; un simulacro naturale che sembra essere più una creazione onirica che un ambientazione realistica. La conformazione stessa della scena del luogo dell’assassinio viene mostrata come un luogo mentale per il modo in cui si affastellano incoerentemente elementi visivi tra di loro eterogenei: il frutto illogico e delirante di un serial killer ancora tutto da scoprire.

The Long Bright Dark è un pilot di eccellente fattura dotato di una scrittura pregevole, pieno di battute fulminanti e difficilmente dimenticabili, ed eccellenti interpretazioni attoriali, che riesce a caricare di enormi aspettative il prosieguo della serie: il mondo televisivo è stato illuminato da un’altra potenziale gemma produttiva targata HBO.

Voto: 8

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Informazioni su Davide Cinfrignini

Nato a Roma nel 1991, a 5 anni impara a leggere da solo rubando i quotidiani sportivi del padre.  Dopo essersi diplomato nel 2010 con una tesi su Woody Allen, decide di iscriversi a Studi Italiani alla Sapienza e per coerenza intellettuale si appassiona alla letteratura americana: McCarthy, De Lillo e David Foster Wallace. Amante delle arti visive trascorre la maggior parte del tempo a bombardarsi di immagini e parole tra cinema, videoclip e serie tv. Seppur non credente ha avuto Roger Federer come esperienza religiosa. Per due anni scrive recensioni cinematografiche finché si rende conto di quanto sia più affascinato dall’analisi delle serie tv, data la complessità della struttura narrativa.  Et voilà, nel 2013 approda finalmente a Seriangolo. Il resto seguitelo voi.


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18 commenti su “True Detective – 1×01 The Long Bright Dark

  • Mark May

    Assolutamente d’accordo… rendere avvincente una serie con una trama così trita e ritrita era davvero una cosa complicata. Come oramai molte delle serie con maggiore successo hanno capito non è la trama che fa la differenza ma il modo in cui essa viene raccontata. A me sta puntata mi ha messo un’agitazione addosso che può venire solo da una perfetta trasposizione; l’apporto di Harrelson e McCounaghey certamente ha aiutato ad impostare fin da subito la storia su altri binari (non credo che con altri attori si sarebbero potuti permettere una premiere del genere) focalizzandosi, giustamente, solo sui due protagonisti. L’unica cosa che non mi ha convinto è stata la troppa esplicitazione della macchina da presa; comunicare solo grazie alla regia è una dote rarissima che rende un regista tale, però mi sembra che a volte abbiano voluto esagerare (è lampante come McCounaghey si sia innamorato della moglie di Harrelson, che intanto se la fa con la segretaria, e che ciò porterà alla fine del matrimonio e della loro partnership), ma questo è proprio andare a cercare il pelo nell’uovo. Pilot stupendo per un telefilm che si preannuncia altrettanto bello e che SICURAMENTE continuerò a seguire.

     
  • SerialFiller

    Recensione eccellente per un pilot eccellente.
    Non tradice le attese questa serie e offree uno dei migliori pilot degli ultimi anni.
    Osando una azzardatissima previsione: non è che il serial killer si rivelerà proprio l’uomo ordinario interpretato da Harrelson?
    Il suo voler sottolineare sempre l’intelligenza di Rust e contemporaneamente sottolineare la sua normalità non vi insospettisce? Rust è sicuramente un disadattato ed un uomo capace di perpretare un delitto senza essere beccato ma il suo partner cela secondo me una frustrazione classica dell’uomo ordinario che potrebbe mutarsi ancora più facilmente in una rabbia assassina.
    Mah l’ho buttata li. Voto 9 a questo pilot davvero entusiasmante e ben diretto e recitato.

     
  • Tuco

    Recensione perfetta.
    La scelta di non andare in ordine cronologico è magnifica, e anche questa tendenza a spoilerare alcuni eventi fondamentali della trama l’ho trovata estremamente coinvolgente e ben utilizzata.
    McCounaghey mostruoso, non avrei mai creduto nelle sue doti recitative. L’ho sempre sottovalutato come un belloccio, invece regge da solo praticamente tutto l’episodio. Applausi.
    Questa serie è una bomba!

     
    • Tuco

      Finalmente poi una coppia di detective atipica. Niente coppia di sbirri super affiatata, niente rapporto mentore-allievo o padre-figlio, ma due persone che sappiamo già finiranno per non andare d’accordo.

       
  • Mark May

    Concordo con Tuco, McCounaghey mi ha davvero stupito, neanche io pensavo fosse così bravo… e tornando alla “previsione” di Serial Filler io ho avuto la stessa identica sensazione all’inizio, solo che l’ho avuta verso McCounaghey (ovviamente il prosieguo della puntata mi ha tolto questa sensazione). Resta il fatto che questo è un telefilm che ti rimane impresso e vista la moltitudine di telefilm di ogni tipo è sicuramente una notizia positiva…

     
  • Davide Cinfrignini L'autore dell'articolo

    McCounaghey si è accaparrato proprio oggi la nomination agli Oscar 2014, a conferma del suo enorme talento; Dallas Buyers Club non è un film che ho amato particolarmente, ma la sua interpretazione è davvero notevole. Negli ultimi anni si sta costruendo davvero una carriera straordinaria, collezionando prestazioni eccezionali. Se Friedkin, Soderbergh, Nichols, Scorsese e Nolan hanno puntato su di lui non è di certo un caso.

     
  • from0tohero

    Su McCounaghey no-doubt dopo aver visto Killer Joe (recuperatelo).
    L’atmosfera è distaccata, algida ma non per questo meno intensa o combattuta. L’aggettivo disperata usato in recensione è il più calzante.
    Pilot strepitoso, ma la materia è infida, dato che (purtroppo) non tutti i thriller Psicologici si rivelano essere Seven o Gone Baby Gone.
    Non mi è piaciuto granchè lo spiegone in macchina (l’interpretazione di McCounaghey era più che sufficiente).


    Mark May:

    (è lampante come McCounaghey si sia innamorato della moglie di Harrelson, che intanto se la fa con la segretaria, e che ciò porterà alla fine del matrimonio e della loro partnership),


    SerialFiller:

    Osando una azzardatissima previsione: non è che il serial killer si rivelerà proprio l’uomo ordinario interpretato da Harrelson?
    Il suo voler sottolineare sempre l’intelligenza di Rust e contemporaneamente sottolineare la sua normalità non vi insospettisce? Rust è sicuramente un disadattato ed un uomo capace di perpretare un delitto senza essere beccato ma il suo partner cela secondo me una frustrazione classica dell’uomo ordinario che potrebbe mutarsi ancora più facilmente in una rabbia assassina.

    Pensato anche io, spero proprio di no, si rischierebbero un’infinità di clichè che rovinerebbero di molto la fruizione del prodotto, al netto della realizzazione stupenda

     
  • Licia

    Mi è piaciuta molto ma mi mancano un paio di passaggi.

    Perchè si concentrano sulla bambina rapita? Trovano nel pollaio quei rametti incrociati presenti sul corpo della vittima. Però: la bambina è stata rapita 5 anni prima (Se ho capito bene)quindi cosa hanno concluso trovando i rametti? tenendo conto che l’assassino non è lo zio malato?

    Grazie per le eventuali delucidazioni, l’ho visto senza subtitle quindi potrei aver capito male

     
  • chicca

    Scusa se mi permetto ma credo che tu abbia invertito i nomi dei due detective.
    Martin Hart, interpretato da Woody Harrelson, è il cinico non cattolico…
    giusto?
    grazie

     
  • Davide Cinfrignini L'autore dell'articolo

    Concentrano l’indagine sulla bambina rapita perché capiscono da subito che l’omicidio di Dora Lange non è un caso isolato e si trovano di fronte all’opera di un serial killer in azione da molto tempo; trovando i rametti confermano la connessione tra i due casi.

     
  • xfaith84

    Ottima recensione per un pilot davvero magnetico. Su McCounaghey poco da dire, avevo già avuto modo di apprezzarlo da altre parti e anche qui non delude.

    Piuttosto, non sono affatto convinta del quadro offerto dal personaggio di Hart: sarà un’inezia, ma quando arriva la tizia – mi sfugge il nome – a portargli i documenti (da consegnare solo a lui), lui si alza imbarazzato, si sistema la cravatta, butta l’occhio a Rust per controllare che non l’abbia visto e poi porta Tizia a parlare “in privato” dei documenti – e Rust tra l’altro li osserva andare via.
    Ora, può essere tutto e niente, ma fosse anche solo una relazione extra-coniugale andrebbe a collidere con la sua immagine di amorevole e cattolico marito e padre di famiglia.
    Spero non sia un diretto coinvolgimento, ovviamente, perché non mi farebbe impazzire come conclusione – anche se tutto sta sempre nel “come” le cose vengono gestite – ma in ogni caso mi si sono accesi gli allarmi nella testa.

     
  • Attilio Palmieri

    Aspettative altissime totalmente confermate. Due personaggi che guidano due mondi, due modi di intendere la vita, l’America e il crime, vettori narrativi preferenziali di una serie per la quale HBO ha speso e scommesso un sacco. Il rivale diretto è la più importante novità cinematografica della scorsa stagione, Netflix, che con House of Cards ha alzato non poco l’asticella della qualità, specie dal punto di vista formale. Il rapporto col cinema è sempre più stretto e True Detective mette un altro fondamentale tassello.

     
  • Shadow Meister

    Un pilot strepitoso e scritto in maniera tale da riuscire a inserire qualsiasi tipo di discorso in qualsiasi momento. E che protagonisti straordinari.

     
  • Son of the Bishop

    Attori ottimi, ma non mi è davvero piaciuto sono arrivato con una fatica incredibile a fine puntata sperando in un cambio di ritmo.
    Una noia mortale 59 minuti di noia, dialoghi scontati e situazioni scontate; unica particolarità è lo stravolgimento dell’ ordine cronologico con cui vengono esposte le vicende che raramente è quello vero e continuo, ma non so se si può ritenere un pregio.
    Insomma annoiato a morte sicuramente non guarderò la seconda nonostante probabilmente prima o poi compariranno Michelle Monaghan e Alexandra Daddario nude, ennesima serie ultra sopravvalutata della cable tv, in questo caso della HBO.
    Peccato perchè dopo aver letto i commenti e le recensioni mi aspettavo molto 🙁

     
  • SerialFiller

    Ognuno ha la propria opinione per carità, ma annoiarsi dopo una puntata del genere vuol dire davvero non comprendere appieno il valore qualitativo di un prodotto in generale. Difficile trovare pecche in questo pilot. Attori straordinari, ottima fotografia, montaggio perfetto, trama non originalissima in se per sè ma costruita in maniera differente da qualsiasi serie o film che ricordi, coppia di detective completamente fuori dagli schemi (no c’è complicità ne astio fra i 2 ma un tono decisamente socio filosofico in ogni dialogo fatto), e soprattutto dialoghi che sono tutto al di fuori di essere banali. Davvero non capisco questo tipo di critiche, le rispetto come tutte le opinioni (il mondo è bello perchè è vario ) ma davvero stento a comprenderle e condividerle.

     
  • dezzie86

    Ottima recensione e ottimo pilot. L’ho vista senza sapere nulla (apposta) e sono rimasto piacevolmente sorpreso.
    Straordinari interpreti e regia magistrale: ormai la tv ha raggiunto e superato il cinema.