Girls – 3×10 Role-Play 1


Girls - 3x10 Role-PlayOra che si è un po’ sgonfiato il fenomeno Lena Dunham possiamo affrontare l’argomento con più serenità, senza schierarci per forza nel team “capolavoro” o in quello “ma chi si crede di essere questa, Girls è una noia e lei è pure brutta!”. 

Già nelle riflessioni fatte in passato abbiamo notato l’originalità della ragazza nel raccontare un mondo, verosimilmente il suo, giovane e contemporaneo, che però ha ricevuto molte critiche soprattutto per l’ambizione di raccontare una larga fetta di mondo (più di una volta Lena ed Hannah hanno detto di voler essere la voce della loro generazione) mostrando una cerchia circoscritta fatta solo di tipi per lo più hipstereggianti e situazioni estremizzate, in cui molte persone normali non si rispecchiavano affatto. Nonostante la scorrevolezza delle scene e l’originalità anche nei dialoghi, questo difetto rendeva la narrazione di Girls meno potente, perché meno realistica. Nelle ultime puntate e nella decima in particolare, è evidente un’autocorrezione verso un terreno meno forzatamente originale e strano, cercando di raccontare il raccontabile, senza esagerare pensando a storyline interessanti ma assurde. Così le girls iniziano ad affrontare situazioni più normali a loro modo.

Girls - 3x10 Role-PlayHannah ed Adam vanno incontro alle prime grosse difficoltà: in un mondo in cui il futuro è quantomeno incerto, i sogni sono qualcosa in cui rifugiarsi e contemporaneamente da cui darsi una spinta per migliorare la propria vita. Se però prima i due ragazzi lottavano per realizzarli ma senza riuscirci (Adam aveva mollato uno spettacolo nel bel mezzo delle prove e il libro di Hannah si era incagliato in difficoltà legali), mantenendo così una situazione di equilibrio, ora la parità di prima cessa di esistere, con Adam scritturato a Broadway. Hannah d’un tratto si sente esclusa dalla vita del fidanzato, non riuscendo a suscitare della sana gelosia confessando di aver dormito a casa di un collega e poi venendo cacciata dalle prove dello spettacolo. Lei spera di risolvere la situazione mettendosi una parrucca bionda, ma evidentemente il loro rapporto è andato più avanti di così ed un rapporto alla “famolo strano” non può più risolvere i loro litigi.

Girls - 3x10 Role-PlayIl loro rapporto sessuale andato storto riassume la loro relazione più di mille parole: le fantasie sessuali di Adam sono cessate dal momento in cui si è innamorato e gli è bastata Hannah per quello che era. Forse lei non si era accorta di quanto avanti fosse lui, ma sta di fatto che Adam lo dice chiaro e tondo: ora ha un lavoro serio e la sua vita così deve diventare; è cresciuto e vuole al suo fianco una donna adulta e non l’eterna teenager Hannah (I have a job to do now, and I’m trying to focus, and I’m not here to fill up your life with fucking stories for your fucking Twitter).
La scena dell’appuntamento al locale resta comunque la più spassosa da diverso tempo a questa parte.

Lo spazio riservato alle altre coprotagoniste è poco come al solito e comunque meno interessante: anche Marnie è alle prese con i suoi sogni e col futuro e la sua storyline si basa sulla consapevolezza di sé e sul non sottovalutarsi, come le insegna l’attore collega di Adam. Ma come potrebbe riuscire nell’intento se cerca un nuovo posto di lavoro e l’offerta più invitante è quella di fare da assistente ad una ragazza più giovane e meno esperta di lei? Questa domanda resta aperta, dato il piccolissimo spazio che le viene concesso in scena. Stesso futuro incerto per Jessa e Shoshanna, che qualcosa da fare ce l’hanno, ma preferiscono perder tempo facendo incontrare una figlia con il padre che avrebbe fatto volentieri a meno.

Girls - 3x10 Role-PlayAlla luce di ciò però, è opportuno ritornare su un grande tema che ha accompagnato Girls fin dall’inizio: l’Hannahcentricità. A lungo ci siamo lamentati del poco spazio dato ai personaggi secondari e delle loro storyline molto più deboli di quelle della protagonista, ma in fin dei conti varrebbe veramente la pena dare un po’ più d’importanza a Shoshanna o Marnie? Probabilmente no, perché la puntata, nonostante si concentri su Hanna e solo su di lei, risulta perfetta così com’è e non si sente il bisogno di sentire altre voci. Quindi non importa se Lena scrive per se stessa finché lo fa in questo modo ed anzi, l’auspicio è che continui così, imboccando quella strada che ha portato l’episodio ad essere il terzo più visto di sempre.

Voto: 8,5

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)


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Un commento su “Girls – 3×10 Role-Play

  • Davide Cinfrignini

    Ottimo episodio che si pone come ideale chiusura di una trilogia (formata da “Together e da “Dead Inside”, uno degli episodi chiave della stagione ) scritta da Apatow e Lena Dunham e che indaga il compenetrarsi tra realtà e finzione che caratterizza da sempre il rapporto tra Adam e Hannah. Bella analisi, anche se non concordo sulla necessità di introdurre degli elementi spiccatamente realistici all’interno della narrazione, anzi credo che uno dei punti di forza dello show sia da sempre quello di essere quasi completamente schiavo delle influenze culturali, delle ossessioni e delle trovate eccessive di Lena Dunham. Caratteristiche che lo hanno reso nettamente superiore a dramedy validi come Looking, che però usufruiscono di un registro fin troppo realistico . Tanto più visto che è la serie stessa che denuncia esplicitamente il suo essere una creazione fittizia, come nella lunga sequenza nella casa-teatro di “Incidentals” o nel dialogo tra Jasper e sua figlia di questa puntata. Episodio da seguire anche durante tutti i titoli di coda per la presenza della bellissima “Blue Moon” di Beck.