Game of Thrones – 4×03 Breaker of Chains 12


Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsTerminati i “festeggiamenti”, Game of Thrones si concede un episodio corale che presenta quasi tutte le storyline e che, dopo il climax raggiunto dallo scorso episodio, ha già il sapore di un’introduzione ad un nuovo capitolo di questa stagione.
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– What did I once tell you about the capital?
– We’re all liars here.

Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsL’inizio di questa puntata è una sorta di piccolo prologo che conclude il Purple Wedding della scorsa settimana, mostrandoci la fuga di Sansa e il primo grande twist sulla morte di Joffrey: ritroviamo, infatti, Lord Petyr Baelish, grande assente dei primi due episodi e a quanto pare invischiato nell’omicidio del fu King Lannister. La sequenza porta alla ribalta i temi del denaro e del potere (“Money buys a man’s silence for a time. A bolt in the heart buys it forever“), ma soprattutto dell’inganno e della menzogna, aspetti che stanno esplodendo in tutta la loro disumanità nel gioco sempre più estremo di alleanze a King’s Landing. Lo dimostra il dialogo successivo tra Margaery e Olenna, in cui la matrona di casa Tyrell, per nulla scossa da quanto accaduto, sottolinea la necessità e l’utilità del proprio matrimonio col defunto marito, dell’unione della nipote con Joffrey e dell’alleanza con i Lannister, nonostante la sgradevolezza di tutte e tre le cose (“You did wonderful work on Joffrey. The next one should be easier.“).

What is a good king’s single most important quality?

Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsI primi tre segmenti narrativi dell’episodio (Olenna/Margaery, Tywin/Tommen, Sandor Clegane/Arya) sono tutti attraversati dal minimo comune denominatore della figura adulta che impartisce i propri insegnamenti ai più giovani su come funziona il mondo di Westeros e su come comportarsi per sopravvivere. Holiness, Strength, Justice (a cui dovrebbe essere aggiunto l’Honor degli Stark) non sono certo qualità spendibili in un mondo in cui il potere non è in mano al Re, come logica imporrebbe, ma dove “Power resides where men believe it resides.” E in questo, il grande protagonista è Tywin Lannister, già pronto nella sua opera di manipolazione del piccolo Tommen, incurante del cadavere del nipote davanti a sé e del sincero dolore di Cersei.

Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsWisdom è la qualità che a Westeros ti consegna il potere, ma è una saggezza intesa come capacità di capire di chi circondarsi, chi ingannare, a chi mentire e con chi allearsi, al di là di ogni emozione personale, al di là di quel sentimento che poco dopo esplode in maniera rabbiosa in Jamie. La Former Queen Regent, nonché Mother of Madness, nonché Hateful Woman (e avanti il prossimo), è del resto la grande sconfitta del Game of Thrones. Il suo capriccioso “Power is Power,” che qui si manifesta nel suo infantile ordine di uccidere Tyrion per un suo personale desiderio di vendetta, è solo ormai un pallido e frustrato esercizio di potere. Il disperato rapporto sessuale, al quale Jamie forza la sorella Cersei al cospetto del cadavere del figlio, non è altro che l’ennesima immagine di una famiglia avvelenata dalla propria sete di potere.

I just understand the way things are. How many Starks they got to behead before you figure it out?

Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsIl gioco di alleanze e inganni strategici era del resto quello che aveva portato allo sterminio degli Stark nel Red Wedding (non a caso ritirato in ballo dal contadino che ospita Arya e il Mastino: “Frey will burn in the seventh hell for what he did.“). Arya sembra stare imparando qualche lezione da tutto questo. Le sue menzogne mostrano, infatti, l’acquisizione di una certa astuzia, che però mostra tutti i suoi limiti in quella bontà d’animo e ingenuità derivante dalle sue stesse origini, che ancora le impediscono di vedere dove invece il Mastino ha furbamente già visto: la possibilità di trarre vantaggio ai danni dei deboli che tanto non sopravviveranno, deboli come lo erano stati Ned, Robb, Catelyn, e come era stato anche Joffrey. Arya dimostra Holiness, Strength e Justice, ma la Wisdom di Westeros è ancora lontana dall’essere acquisita.

– It’s for the best.
– Best for you.

Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsQui termina probabilmente la parte più interessante della puntata e inizia quella gestita meno bene nei segmenti dedicati a Sam/Gilly e a Stannis/Davos. I primi due sono lo step successivo dell’episodio nella rappresentazione della debolezza. Costretti in un mondo che, sia nel suo più misero ritratto tra i reietti di Castle Black, che nella sua forma più nobile di King’s Landing, sembra governato comunque da ladri e stupratori, entrambi non possono far altro che adeguarsi alla situazione, sopportando le angherie degli altri (Sam, di cui viene di nuovo sottolineata la mancanza di coraggio) o nascondendosi per non essere aggrediti (Gilly, troppo ingenua e inadatta ad un simile universo). Tuttavia, non sembra molto intelligente la scelta di Sam di far nascondere la ragazza proprio in un bordello, così come altrettanto forzata (e infantile) è la reazione di lei nel non capire le reali intenzioni di protezione del nostro Guardiano della Notte.

I’ve never heard of visions and prophecies winning a war. Soldiers win wars. Soldiers on the ground.

Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsLa Wisdom e il coraggio che mancano a Sam non sono di casa nemmeno a Dragonstone, dove Stannis è convinto che la magia di Melisandre possa supplire lì dove lui è manchevole: nel coraggio, nel valore, nell’audacia sul campo di battaglia. Anche questo segmento, tuttavia, non fa che battere strade già esplorate, mirando unicamente all’intuizione finale di Davos che, però, non essendoci mostrata, rende abbastanza inutili i minuti dedicati a questi due personaggi. Il buio e l’isolamento in cui Stannis è costretto sono comunque funzionali a mettere in luce la sua lontananza dai veri giochi di potere, il cui centro rimane King’s Lading e dove è invece un’altra la famiglia che sta salendo alla ribalta senza bisogno di attaccare Blackwater: i Martell.

I give it to my father: he never fails to take advantage of a family tragedy.

Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsLa lascivia in amore mostrata da Oberyn nell’orgia che sta felicemente consumando (“When it comes to love, I don’t choose sides“) è specchio dell’orgia di alleanze senza distinzione che sta mettendo in piedi Tywin per cercare di arginare i vari pericoli provenienti più o meno dappertutto (Bruti, Stannis, Greyjoy, Daenerys). La Wisdom dei Tyrell e dei Martell li rende ora i più vicini all’Irone Throne tra tutte le casate di Westeros, mentre i più deboli o vengono imprigionati e usati come capri espiatori (leggasi Tyrion) o si danno alla fuga per non soccombere (Sansa, Podrik, Shae).

Your enemy has nothing for you but chains and suffering, and commands.

Game of Thrones - 4x03 Breaker of ChainsChi si fa paladina proprio di questi deboli è invece Daenerys Targaryen. Non è un caso che a lei e a Jon Snow sia dedicata la parte finale, separata dal resto dell’episodio dall’attacco dei Bruti ad un villaggio, segno di un pericolo e di un caos sempre più imminente (“Winter is coming“). Abbiamo già detto tante volte di come Jon e Daenerys, nel loro lungo e personale percorso, rappresentino il nuovo che avanza, la rivoluzione chiamata a spazzare via le vecchie logiche di un mondo logorato. Jon porta con sé la volontà di rinnovare un ordine troppo concentrato su se stesso e su vecchie idee, l’altra viaggia con un esercito di schiavi liberi, portanto il proprio verbo verso la conquista del Trono. Sono loro i “breaker of chains”, col compito di risvegliare valori ormai sopiti e il coraggio di chi è stato messo da parte perché privo della Wisdom necessaria.

Questo terzo episodio è dunque un passaggio utile a ricapitolare la situazione di molti personaggi (sono presenti tutti meno Brann e i Bolton), fornendoci un ritratto di Westeros in seguito all’assassinio del King Joffrey. La puntata paga però questa coralità, troncando qualche storyline sul più bello (Davos, Daenerys) e con alcuni passaggi un po’ troppo frettolosi. Resta comunque una buona introduzione al futuro di un’annata che si preannuncia ricca ancora di nuovi stravolgimenti.

Voto: 7,5

– Trovate QUI tutti i punteggi relativi al nostro Fanta-Game of Thrones.

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12 commenti su “Game of Thrones – 4×03 Breaker of Chains

  • maria rita

    Complimenti, davvero una bella recensione.

    Stannis Baratheon viene a sapere che Joffrey è morto ed è sempre più convinto che Melisandre abbia dei suerpoteri, per fortuna Ser Davos (il cavaliere delle cipolle) che insiste a definirsi ignorante, è decisamente più pratico e più difficie da manipolare. Ser Davos insiste nel dire che per vincere la guerra ci vogliono i soldati.
    Daenerys procede sempre con lo stesso metodo. Quando arriva alle porte della città di Meereen, potrebbe attaccare immediatamente ma lei preferisce che siano gli schiavi a scegliere di seguirla e sono pronta a scommetterci che ce la farà.

    I “Bruti” che sono numerosissimi stanno andando alla Barriera che è difesa da quattro gatti e Jon Snow finalmente si sta svegliando. Il ragazzo comincia a dimostrare di essere in grado di studiare dei piani per difendersi.

    Sansa FORSE sta cominciando a capire che non deve fidarsi di tutti, è così persa che comincia a ispirarmi simpatia, speriamo che prima o poi impari anche se non credo possa mai arrivare ad avere il temperamento di sua sorella Arya.

    Ovviamente sono preoccupata per il Folletto ma voglio sperare che riesca a cavarsela, anche se in questa serie non bisogna mai essere troppo sicuri di niente, TUTTI POSSONO MORIRE.
    Alla prossima. 🙂

     
  • Sephz

    “Stannis è convinto che la magia di Melisandre possa supplire lì dove lui è manchevole: nel coraggio, nel valore, nell’audacia sul campo di battaglia.”
    Whaaaaaaaaaaaaaaaaaaaat?! Se a Stannis manca qualcosa non è certo il coraggio, anzi, combatte anche quando la logica imporrebbe la resa. Semmai gli manca la saggezza di cui si parla nella puntata!

     
    • Diego Scerrati L'autore dell'articolo

      Il fatto è che (premetto che non so come il personaggio sia nel libro) finora la rappresentazione di Stannis data nella serie tv, almeno secondo me, è tutto fuorché quella di un uomo valoroso e coraggioso. A me sembra più che altro un fantoccio nelle mani di Melisandre, un uomo che fa solo ciò che un supposto Dio gli dice di fare e che in guerra si muove solo in base a visioni e profezie (come Davos dice) riferitegli dalla sacerdotessa stessa. Se ne sta lì rintanato ad aspettare che Davos gli procuri alleanze, navi e soldati, e che Melisandre gli dica come muoversi. E poi a rincarare quest’impressione, c’è appunto il fatto che Stannis a mio avviso perde ogni volta il confronto con Davos, che invece rispecchia in tutto e per tutto l’uomo valoroso e coraggioso (e saggio) per come lo intendo io e che certo non si nasconde dietro ad alcuna religione.

       
      • Sephz

        Io ho letto tutti i libri, ma sto seguendo la serie solo dalla terza stagione in poi (recupererò le prime due appena possibile), e so che Stannis è stato un po’ maltrattato, così come Jon… ma se dà questa impressione allora è stato reso ancora peggio di quanto pensassi!
        Non ho voglia di fare le differenze ora.. dico solo che un uomo che continua a combattere per la corona pur essendo sconfitto in partenza, solo perché pensa che sia giusto, secondo me è coraggioso. Ed è lui a servirsi di Melisandre, a R’hllor manco ci crede.

         
  • Francesca Anelli

    Per me quest’episodio è stata una colossale occasione sprecata. Il problema principale è lo stupro di Cersei da parte di Jaime, che narrativamente non ha alcuna ragione di esistere e che ha messo in luce alcuni problemi a livello di “coordinazione” tra i diversi comparti creativi ( se cercate qualche info sul caos che ha generato quella scena troverete anche le dichiarazioni di Martin, Benioff e del regista della puntata di cui non ricordo il nome). In generale, ci sono stati diversi scivoloni dal punto di vista della scrittura, spesso indegna del passato della serie.
    Deludente.

     
    • maria rita

      Francesca scusami ma non sono d’accordo. 🙂
      Intanto non ci si deve mai dimenticare che GoT è un Fantasy per adulti.
      Ci sono sacerdotesse dai capelli di fuoco e (aggiungo io) matte da legare. Ci sono draghi volanti, metalupi e chi più ne ha più ne metta.
      Martin ha detto che si è lasciato ispirare dalla guerra delle” due rose” che fu una lotta sanguinosa e violenta fra due dinastie.
      GoT utilizza la mitologia e la trama ci viene raccontata come se fossimo dei bambini che leggono una fiaba, assistiamo alla eterna lotta fra il bene e il male e speriamo che vinca il nostro eroe preferito. Se accettiamo questo “patto narrativo” allora lasciamoci trasportare.
      La scena tra Cersey e suo fratello gemello, nonchè marito-amante è la rappresentazione della fine del loro rapporto.
      Jaimie ha capito che sua sorella vuole manipolarlo, persino davanti alla salma del loro figlio primogenito lei parla di potere e di vendetta, e lui per la prima volta si ribella.
      Ecco questo è l’evento che porta Jaimie a “spezzare le catene” e a liberarsi definitivamente dei sentimenti verso Cersey.

      Detto questo non difendo quello che ha fatto, ma ho anche la capacità di distinguere cosa è bene e cosa è male e di trarne la giusta morale, se così non fosse non guarderei questa serie.

       
      • Francesca Anelli

        Vorrei chiarire una cosa: il motivo per cui credo che la scena sia malriuscita non riguarda in alcun modo il gesto in sé. Ovvero: non credo che sia sbagliato servirsi di uno stupro all’interno di un qualsiasi prodotto audiovisivo, meno che mai in un “fantasy per adulti” come tu stessa l’hai definito. Il problema qui è, a mio avviso, un altro.
        Tu scrivi che è il modo in cui Jaimie si affranca dalla sorella, ribellandosi alla sua manipolazione. Ma in realtà questa cosa io, personalmente, non la vedo. Mi è sembrata una scena più che altro mal costruita e lo confermano le dichiarazioni di Alex Graves (il regista, di cui ho cercato il nome), il quale parla di “rapporto che diventa consensuale”. Beh, questo lo spettatore non lo percepisce affatto (a parte che il concetto stesso di “rapporto che diventa consensuale” è alquanto controverso) e considerate le differenze con il testo scritto da Martin (che non ho letto, ma di cui l’autore ha parlato in un post sul suo blog a seguito delle polemiche) sembra proprio che ci sia stato qualche problema nel costruire il tutto. A partire dal ritorno di Jaimie a King’s Landing, che nei romanzi avviene proprio dopo la morte di Joeffrey: in pratica i due si incontrano proprio in quel momento, davanti al corpo del figlio. E’ chiaro, quindi, che le dinamiche sono un po’ diverse. Questa scena, invece, arriva dopo un po’ di settimane in cui Jaimie appare come “insistente” nei confronti della sorella da un punto di vista sessuale. La donna, dal canto suo, è chiaramente sconvolta sia prima che dopo la morte del figlio, e nonostante ciò che dice Graves qui (http://www.vulture.com/2014/04/game-of-thrones-director-on-the-rape-sex-scene.html?mid=twitter_vulture) a me sinceramente Cersei non pare poi così manipolatrice, ma semplicemente furiosa e, ancora una volta, sconvolta. Il risultato è che vediamo un Jaimie praticamente tranquillissimo fin dal primo momento in cui entra in scena (nonostante quello fosse suo figlio) e che, incurante della situazione e dei sentimenti della donna, finisce per violentarla proprio lì. Come se non potesse più trattenersi, insomma. E non funziona, non perché sia una cosa troppo brutale, ma perché è una cosa troppo brutale per Jaimie, per il percorso che ha fatto, per la sua evoluzione come personaggio e come persona.
        Se l’intento era quello di esplorare la loro personale reazione ad un lutto così terribile, si poteva sicuramente impostare la scena in modo diverso, tenendo conto della psicologia dei personaggi coinvolti. Se si voleva far passare questo gesto così brutale come un atto di ribellione da parte di Jaimie, ancora una volta bisognava costruire la cosa con più cura ed attenzione, preparandola nel migliore dei modi già a partire dal primo episodio. Così Cersei, a prescindere dalla scena dello stupro, appare una pazza alcolizzata e nulla più, e Jaimie un buzzurro che nemmeno tre anni fa probabilmente è mai stato.
        Insomma, il problema secondo me è che non c’è stata grande attenzione al momento di scrivere e di girare la sequenza. Una certa sciatteria che sta caratterizzando un po’ tutta la serie da almeno un anno a questa parte. Senza allontanarci da questo episodio, i problemi a livello di scrittura sono evidenti per esempio quando assistiamo al confronto tra Gilly e Sam. GOT (una volta) era una serie traboccante di dialoghi brillanti, mai banale nella rappresentazione dei rapporti (anche di forza) tra i personaggi. Di questa sua peculiarità ormai non è rimasto quasi più nulla. Pensa anche a Shae e Tyrion: il modo in cui si sono allontanati è stato uno dei punti più bassi da questo punto di vista.

         
  • DRAPERIST

    Maria Rita,finalmente un opinione intelligente riguardo il presunto stupro di cui tanto si discute.
    Anche se in effetti,come ricorda Francesca,la discussione nasce a causa di un errore di coordinamento tra i comparti (libri-serie-regia) e alla calibrazione dei personaggi un po gestita male.
    Secondo me l’errore sta nel fatto che,alterando nella serie le caratterizzazioni dei personaggi del libro…NON puoi poi proiettare nella serie scene forti e integralmente prese dall’opera di Martin senza che risultino “Out of Character”,come nel caso della scena Cersei-Jaimie.

     
    • Francesca Anelli

      Il problema è appunto che, buttata lì così, la scena sembra solo l’ennesima trovata per scioccare il pubblico senza che, però, ci sia dietro un lavoro di caratterizzazione adeguato. Se, come dice Maria Rita, l’intento era quello di mostrare un Jaimie che si ribella alle manipolazioni di Cersei, forse sarebbe stato il caso di mostrarci qualcosa di più di questo rapporto “malato” PRIMA. Di farci veramente sentire il disagio di Jaimie. Invece quello che vediamo è piuttosto un uomo deluso perché la sorella non ci sta. E lo accusa di essere arrivato troppo tardi (che, da come l’ho vista io, era una chiarissima richiesta di aiuto – in poche parole Jaimie pensa di essere quello che ha subito le peggio cose, e crede che Cersei lo compatirà una volta tornato, ma la donna è caduta in una spirale di autodistruzione e non è emotivamente disponibile in questo senso). In questo contesto, credo che per arrivare ad una simile conclusione ci volesse un po’ più di lavoro a monte.

       
  • maria rita

    La scena fra Cersey e Jaimie è stata letta in modi diversi perchè il comportamento di lei è ambiguio e contradittorio ma è così che sono fatti gli esseri umani : sono “complicati”.
    La lettura di questo episodio , dove peraltro, come ben detto nella recensione, accadono tante cose, è innegabilmente legata alla evoluzione dei personaggi che nel corso della loro vita possono redimersi o diventare definitivamente malvagi. Per tutti c’è sempre una scelta.
    Non si può fare una distinzione manichea tra il bene e il male, perchè non c’è solo il bianco e il nero ma esiste anche il grigio a questo mondo.

    Anche noi tante volte siamo chiamati a fare delle scelte e non sempre facciamo la cosa giusta perchè obiettivamente è difficile.
    Le circostanze fanno la differenza,e poi bisogna stare sempre molto attenti perchè Il lupo può ingannarci e a volte può sembrare un’agnello . Per favore che qualcuno avverta Sansa!!!!

    Direi che come in ogni favola che si rispetti nella trama c’è anche una morale.

    Alla prossima. 🙂

     
  • DRAPERIST

    Ecco appunto!
    Avrebbero dovuto,secondo me,dedicare del minutaggio indispensabile al rapporto,per togliere dubbi e fraintendimenti,oppure rinunci alla scena scritta comunque da Martin,che a quanto ho sentito è frutto della diversa collocazione temporale del ritorno di Jaimie nel libro e,
    se non vuoi rinunciare alla scena “forte”,devi lavorare sul personaggio per far sì che questa scena non risulti fuori luogo, mentre nel libro non lo era…
    Certo,non ci aspettiamo in GOT caratterizzazioni alla Mad Men…
    poichè non è quello che ci si aspetta dalla serie,
    ma quanto meno una costruzione un minimo più minuziosa per preparare lo spettatore ad uno “pseudo-stupro-incestuoso” sulla bara di un figlio re appena morto oltre tutto da un personaggio apparentemente redento.

     
  • G

    Non male il modo in cui vengono esplorati i temi e come viene esposta una visione generale con i collegamenti tra le storylines, ma se poi mi dici che a stannis mancano valore, coraggio e audacia in battaglia dimostri di non capire minimamente il personaggio. Stannis è un soldato, un uomo di valori, che vuole il trono perché gli spetta, perché è il suo diritto e dovere averlo, non per capriccio. Quello che gli mancano sono i mezzi. Soldati, oro e alleati potenti, ed è questo che vuol far capire il frammento della sua storia nel terzo episodio