Person of Interest – 3×20 Death Benefit 4


Person of Interest – 3x20 Death BenefitUn tempo Person of Interest era un procedural che destava grande attenzione solo negli episodi iniziali e conclusivi, tolti alcuni standalone di grande pregio. Oggi la serie è saldamente tra le migliori in circolazione e questo ventesimo episodio ne è la conferma.

“Death Benefit” si rivela una puntata chiave della terza stagione, un segmento che disvela il grande non detto che per anni ha fatto da fondamenta alle azioni dei personaggi: il famosissimo secret system della sigla non è più così segreto, ma da oggi è di dominio pubblico, delle istituzioni, della politica, dei media. Il mondo intero si accorge della presenza o quantomeno della possibilità di un sistema di sorveglianza governativa.

In case you don’t know… the business of governance is business.

Person of Interest – 3x20 Death BenefitViste queste premesse, non c’è nulla di più azzeccato di un episodio sulla politica, dedicato integralmente (o quasi) al suo mondo e alle sue regole. La coppia di protagonisti non è mai stata toccata da velleità politiche o costretta a prendere posizione in materia, per cui è davvero strano vederli entrambi così impreparati al confronto con un mondo che appare assolutamente estraneo ai loro orizzonti. Il percorso è quello classico: i due affrontano la protezione del congressman McCourt in modi diversi – Reese si getta sul campo a viso aperto assumendo una nuova identità e Finch invece rimane fuori a far da regista – per poi ricongiungere le strade quando la situazione si fa più tesa.
Si ripete dunque un triangolo visto più volte: Reese e Finch in compagnia del “numero” di turno da salvare. In questo caso però gli spunti più interessanti vengono dal confronto con la politica, passando per momenti quasi comici, come quello in cui Reese si dimena per sventare un possibile omicidio e invece finisce per imbattersi in un sexgate. Si tratta quasi di un viaggio all’interno del cuore nero della politica, nella sua più atroce crudeltà quotidiana, alla quale Reese e Finch sono sempre impreparati e vengono presi alla sprovvista anche quando un barbone entra al ristorante solo perché il politico di turno decide di fare delle foto con lui.

I miss you like I miss ad intestinal parassite.

Person of Interest – 3x20 Death BenefitLa forza di questa stagione sta nei personaggi, non tanto per la loro intrinseca qualità, comunque molto alta, ma per la facilità, la naturalezza e l’immediatezza con le quali gli autori sono riusciti a rinnovare i protagonisti e i loro reciproci equilibri. Persa Carter e accantonato Fusco, a quest’ultima molto legato, è stata la cosa più naturale del mondo costruire un quadrangolo perfetto, due uomini e due donne. Due coppie speculari che in ogni loro intreccio sono capaci di creare qualcosa di interessante, che sia la doppia coppia di genere o quella “per affinità”, ovvero i più dinamici Reese e Shaw da una parte, e i più “geniali” Finch e Root dall’altra. Se sugli uomini le idee erano già abbastanza chiare e forti, è sulle donne che si nasconde la vera sorpresa stagionale: anche una piccola scena in Florida, con tanto di nuova illuminazione e ritmi caraibici, basta per farci un’idea di quanto possa essere stimolante un confronto tra due versioni antitetiche ma altrettanto interessanti dell’essere donna. A prima vista Root, con le sue qualità al limite del soprannaturale, potrebbe mettere in secondo piano Shaw, ma quest’ultima, proprio come Reese, riesce a essere ineguagliabile nei momenti di action pura dimostrandosi un personaggio al contempo dinamico e profondamente ironico.

The machine is a shield, it protects lives.

Person of Interest – 3x20 Death BenefitLe sequenza chiave dell’episodio, soprattutto dal punto di vista dell’evoluzione del racconto, è quelle che vede Greer, il capo della Decima, a colloquio con uno dei più autorevoli senatori degli Stati Uniti circa la possibilità di legiferare in favore dei sistemi di controllo di videosorveglianza. La potenza di questa sequenza, avente una piccola ma decisiva appendice nel finale, è data soprattutto dallo sfondo, ovvero il meraviglioso e imponente quadro di Hieronymus Bosch “Il giardino delle delizie”. Il pittore fiammingo diventa molto più che un semplice sfondo al dialogo tra i due, ergendosi a vero e proprio personaggio significante, carico di tutta la forza vitale che l’opera porta con sé. Il passaggio dal Paradiso all’Inferno, dalla Creazione alla Distruzione, attraversando tutte le tipologie dell’essere umano, dalle più graziose alla più mostruose, si fa metafora universale di un mondo che vuole sfuggire al controllo delle macchine, per quanto accurato questo possa essere. L’uomo vuole un’alternativa anche quando sembra non esserci, come quando in questa puntata la macchina di Finch sembra ordinargli di uccidere il numero selezionato, McCourt, in favore di un bene superiore. I nostri eroi si ribellano a questo ricatto, perché convinti che nella loro umanità ci sia l’imperativo categorico a cercare sempre un’altra via alla morte. Il finale sembra dirci che se ne pentiranno amaramente, chiudendo l’episiodio in uno dei modi più cupi visti fino ad ora da quando la serie è in onda.
“Death Benefit” rappresenta un altro episodio di grande livello per una serie che non sembra smettere di crescere.

Voto: 8

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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4 commenti su “Person of Interest – 3×20 Death Benefit

  • Son of the Bishop

    Attendevo la recensione e visti i commenti da una parte delusi e da una parte ultra entusiasti dei fan, volevo proprio vedere il vostro parere. Concordo con la recensione la puntata è un approfondimento politico e un fermo sul dove siamo arrivati che Person of interest si concede prima dei tre episodi finali.
    Puntata a volte snervante perchè molto lenta nel suo complesso, tutto basato sui dialoghi in attesa del botto, che il promo(maledetto come pochi in quanto racchiude tutte, o quasi, scene dei minuti finali) ci faceva immaginare.
    Puntata lenta, scritta bene, molto utile per il continuo della storia e con un finale stupendo sulle note di Medicine dei Daughter di cui mi sono già innamorato