Hannibal – 2×11 Kō No Mono 3


Hannibal - 2x11 Kō No MonoBisogna sempre stare attenti quando si scrive un personaggio molto complesso, specialmente se è un villain per cui gli spettatori sono portati a tifare: figuratevi se i personaggi in questione invece sono due, circondati da altre figure altrettanto sfaccettate.

Hannibal va verso un finale di stagione che si preannuncia epico, immerso in una tenebra talmente fitta che comincia seriamente a inquietare anche il meno impressionabile dei fan.

I don’t hide from God

Appunto, è proprio questo il concetto: Hannibal dice chiaramente a Will che non prova un minimo di vergogna per quello che fa. Lo psichiatra ha chiaramente un concetto tutto suo di divinità e della figura di Dio: una presenza onnipotente molto diversa da quella dipinta dalle varie religioni.

Hannibal - 2x11 Kō No MonoÈ forse proprio questo che affascina di più: a parte la complessa rete intrecciata dagli autori sui casi singoli o sulla trama orizzontale, è il personaggio di Hannibal, rappresentato umano o quasi super-umano, a rendere questa serie unica nel suo genere. La trasformazione (o presunta tale, poi vedremo perché) che sta portando avanti con il suo pupillo Will è magnetica e al tempo stesso repulsiva: come nell’apertura, non si può infatti provare un po’ di disgusto nel vedere i due mangiare un uccellino fritto in padella, gustato per intero, compreso di testa e becco; ma al tempo stesso si è portati a chiedersi che gusto abbia, se sia davvero così buono come la splendida recitazione e la perfetta regia danno ad intendere.
Le metafore sono state sempre il pane quotidiano di Hannibal, ma si è arrivati ad un punto talmente alto che non si riesce a distinguere più quando questo intento di usarle ci sia davvero o quando sia solo una dimostrazione di pura arte, come la vita del protagonista.

She’ll not rise from the ashes but her killer… will.

Questa seconda stagione è nettamente superiore alla prima, già di alto livello: non tanto da un punto di vista meramente investigativo – credo che Crawford sia il personaggio meno forte dell’intera serie – ma quanto da quello della pura orizzontalità degli eventi, riferiti alla serie stessa: Hannibal – il personaggio – dà addirittura il titolo alla serie, e non può che essere considerato il protagonista. Ma il gioco si ribalta in questa seconda annata, dove il fulcro di tutto è Will Graham, vero motore di tutti gli eventi scatenatisi.

Hannibal - 2x11 Kō No MonoLa sua trasformazione da un ex professore creduto impazzito ad uno spietato serial killer è avvenuta con una tale gradualità e perfezione da fare impressione. Certo, gli autori sono stati molto bravi a gettarne le basi già l’anno scorso quando si intuiva la sua netta fragilità emotiva, con quelle sue visioni del cervo nero – poi trasformatosi in figura semi-umana – che ben rappresentano il suo disordine mentale, la sua accennata deriva autistica. In questa puntata il livello creepy della narrazione si fa ancora più intenso, toccando forse il suo zenit nelle sequenze in cui Will svolge ancora il suo lavoro, in uno scambio di battute con Lecter sull’operato del killer: se pensiamo al ribaltamento finale dell’episodio, si può notare chiaramente la maestria degli autori nel raccontare questo finto cambiamento del discepolo di Hannibal.

The only thing that you, your sister and I have in common… is the same psychiatrist.

La sottotrama dei due fratelli Verger funziona non tanto nella sua costruzione presa a se stante, ma nell’ottimo incastro nel racconto della manipolazione di Lecter di tutti i personaggi della serie: la rovina che Hannibal ha portato nella vita di tutti quelli che lo circondano fa impressione, se pensiamo che il suo personaggio è talmente affascinante che inconsciamente tutti abbiamo fatto il tifo per lui.
Il ribaltamento che si ha con la diabolica Freddy Lounds, che non è affatto morta, era forse prevedibile se pensiamo allo scioccante flash forward della 2×01: certo è che l’effetto sorpresa, nell’immediato, è abbastanza riuscito da farci riconsiderare tutto quello che abbiamo visto fino a qui.

Hannibal - 2x11 Kō No MonoWill quindi, in presunta combutta con Crawford, è davvero a una mossa dallo scacco matto a Lecter: questo è un altro punto a favore degli sceneggiatori, che ci hanno fatto credere che gli insegnamenti di Lecter avessero fatto breccia in Will in un senso – farlo diventare un killer – quando in realtà sono serviti a tutt’altro: far avvicinare Graham talmente tanto all’essere spietato del suo mentore dall’averlo trasformato proprio in questo.

Hannibal è un clamoroso gioco di specchi dove si crede di vedere una cosa quando in realtà questa non c’è o è talmente distorta che bisogna guardarla da un altro punto di vista; una seconda stagione al limite della perfezione che arriva a due passi dal finale insinuandosi nella nostra mente e scavando nel nostro pozzo nero come quasi nessuno è riuscito a fare nel recente passato.

Voto: 9

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.


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3 commenti su “Hannibal – 2×11 Kō No Mono

  • DRAPERIST

    Concordo in toto con l’analisi ed il voto!
    La serie sta diventando anch’essa un MOSTRO,e con il season-finale
    potrebbe elevarsi fra le grandissime!
    Giusto secondo me,qualche piccolo neo…
    ad esempio a me,(nonostante la magnifica interpretazione di Michael Pitt) il personaggio di Mason Verger appare un pò troppo “caricaturale”, e stona un pò con l’ambient serioso e drammatico dell’opera di Fuller…mentre dal mio punto di vista,calza a pennello Margot che dà un fantastico tocco “Noir” alla serie!
    Vedremo l’evolversi!

     
  • M.O.P.

    Seconda stagione davvero straordinaria (e non è un caso che il motivo principale sia l’uso di una trama prettamente orizzontale), funziona tutto alla perfezione: regia, fotografia ed interpretazioni assolutamente impeccabili. Aspettiamoci i fuochi d’artificio per le due puntate finali!