The Americans – 2×11 Stealth 1


The Americans - 2x11 StealthMentre il progetto americano degli “aerei invisibili” prende forma, l’invisibilità delle spie russe è invece sempre più a rischio. Al puzzle mancano ormai solo pochi tasselli, ma il quadro è quasi completo e sembra apparire più cupo che mai.

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STEALTH = the act or action of proceeding furtively, secretly, or imperceptibly.

The Americans - 2x11 StealthIl corpo nudo di una donna apre questo episodio di The Americans; adagiato su un letto, si mostra senza nascondere nulla. È il presagio di nodi che stanno per sciogliersi, di segreti che stanno per essere svelati. L’ormai rimpatriato Anton Baklanov è vicino a ricostruire il progetto americano della tecnologia “Stealth”, così come l’FBI è sempre più prossima a scoprire la verità su Elizabeth e Phillip. Coloro che invece brancolano nel buio (pur essendo paradossalmente sempre più sotto la luce dei riflettori) sono proprio le spie russe, tra le quali qualcosa di oscuro e ancora invisibile agisce furtivamente, passando inosservato all’occhio dei loro radar. È un cancro che in realtà si sta diffondendo su tutti, un veleno inspiegabile che sta consumando l’unità familiare dei Jennings, il matrimonio dei Beeman, la relazione sentimentale tra Nina e Oleg.

That’s what did it… the paint. Absorbs the radar, hides the planes. It killed the bats. It killed me, too.

The Americans - 2x11 StealthIl RAM si comporta del resto come una spia: assorbe l’ambiente esterno rendendosi invisibile ad esso. Questo, però, ha l’effetto collaterale di consumarti dall’interno e distruggerti lentamente, come dimostra il cameo del “prezzemolino” Zelijko Ivanek (quest’anno apparso anche in Suits, ma soprattutto in Banshee e Revolution, curiosamente sempre nella parte di un malato terminale di cancro).  Il mondo di The Americans è del resto ormai un mondo che ha imparato a muoversi usando frequenze, radar, numeri, codici, ARPANET, un universo intangibile e difficilmente decifrabile, che rende tutti collegati pur non essendo nessuno in reale contatto visivo con l’altro. Sono tutti come pipistrelli che si muovono invisibili nel buio, isolati in una solitudine nella quale sono costretti a combattere da soli e a vivere costantemente nell’angoscia di essere scoperti. Per questo l’unione dei Jennings rappresenta il valore più alto da preservare, l’unica arma di sopravvivenza per i protagonisti contro una morsa che si sta sempre più pericolosamente chiudendo su di loro.

I made a promise. And now he may have found out from an American.

The Americans - 2x11 StealthAttanagliati dalla loro condizione di isolamento, Phillip ed Elizabeth hanno sempre vissuto il dramma di dover lottare con ciò che realmente sono, ciò che vorrebbero essere e ciò che “devono” essere. E questo si riflette sul rapporto difficile con i figli, esplicitato dalla difficoltà di Paige di comprendere i motivi dietro gli inspiegabili comportamenti dei propri genitori, a loro volta impossibilitati a dare una risposta credibile (“It’s because I’m your mother” è l’unica scusa che Elizabeth riesce a dire). La vacanza estiva con la Chiesa è un espediente riuscito per far emergere ancora una volta le diverse conflittualità che affliggono i due protagonisti. L’integerrima condotta di Elizabeth rivela ancora il tentativo di legittimare se stessa e le proprie azioni basandosi sull’odio di tutto ciò che va contro la propria causa (“I won’t let her be indoctrinated by the church“), mentre nella permissività di Phillip si legge invece tutto il desiderio di lasciare che la figlia segua le proprie idee e non rimanga prigioniera, come lui, di qualcosa che è stata costretta a seguire (“I just don’t want to crush her spirit“).

I’m not a hero, Henry.

The Americans - 2x11 StealthEntrambi sono incastrati in un’immagine superficiale filtrata da menzogne, segreti, travestimenti. È così anche per Nina, donna dai mille volti e forse ora impossibilitata a trovarne uno nuovo per sfuggire ad una situazione che l’ha messa alle strette; è così anche per Stan, circondato da immagini materiali che lo ritraggono in un modo del tutto lontano dalla realtà. La targa regalatagli da Gaad, il tema di Henry, tutto contribuisce a dare l’immagine di un agente modello e uomo perfetto che però egli sa essere solo una maschera.
Please don’t ask me anything you don’t want to know” è ciò che Sandra prega al marito di fare. Ora che i due hanno sperimentato l’oscurità, meglio continuare ad essere pipistrelli che si muovono nel buio; meglio ormai rimanere invisibili dietro quell’immagine di facciata, anche se il prezzo da pagare per questo è stato di essersi persi e di non potersi più ritrovare.

The Americans - 2x11 StealthIl grande pregio di The Americans è stato del resto sempre quello di rendere la Grande Storia un quotidiano dramma familiare in cui ritrovare dinamiche e sviluppi che ci appartengono tutti. Segreti, tradimenti e bugie erano le prerogative di una guerra costruita sul mantenimento di una finta stasi, come accade spesso nella vita quotidiana. Come accade spesso nei matrimoni.
Il tutto poi è minacciato da una presenza ancora più oscura, quella di Larrick, che continua con il suo piano di vendetta e prosegue intanto a mietere vittime: la freddezza senza sussulti con la quale è stato costruito il raggelante assassinio di Kate, quasi come fosse un naturale ordine degli eventi, la dice lunga sul tono cupo che la serie ha assunto, sull’impronta tragica che Weisberg sembra voler lasciare sulla superficie di questa stagione.

Stealth è un episodio forse privo di picchi qualitativi e meno brillante rispetto ad altri, ma mette di nuovo in luce la compattezza tematica della serie e prepara efficacemente il terreno per i due episodi finali: Larrick, il mistero che circonda Jared così come quello intorno alla morte dei suoi genitori, il programma Echo e la sorte di Nina e di Stan. Tutto è in bilico e appeso ad un filo. Il RAM ha ormai avvelenato tutti e su ognuno grava il presagio di Zeljko Ivanek: “Dead bats all over the floor.

Voto: 8

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Un commento su “The Americans – 2×11 Stealth

  • Francesca Anelli

    Bellissimo episodio anche questo. Vorrei sottolineare, tra l’altro, come anche dal punto di vista della spy story, The Americans se la stia cavando egregiamente. Non ci sono scioccanti rivelazioni pescate da ipotetici cilindri, ma evoluzioni costruite per tappe e in maniera credibilissima. Capita spesso, specie in produzioni come questa, di vedere personaggi introdotti in maniera frettolosa solo per giustificare eventuali colpi di scena. L’evoluzione della trama in The Americans, invece, non è per niente forzata e ogni “figurante” ha una funzione definita, che si fa via via più chiara senza che il processo appaia in alcun modo affrettato. Davvero notevole.