Halt and Catch Fire – 1×02 FUD 2


Halt and Catch Fire - 1x02 FUDLa “prova del secondo episodio” è molto importante per una serie esordiente, perché ha la funzione di garantirne l’efficacia e la validità; insomma, anche dopo un buon pilot (come in questo caso, tra l’altro) si ha comunque il bisogno di una conferma del fatto che il potenziale non sia stato sprecato nei primi quaranta minuti e che il nuovo prodotto abbia ancora qualcosa da dire.

Fortunatamente, si può subito affermare che Halt and Catch Fire non delude in questo senso, proponendo un’evoluzione dei temi introdotti in I/O che, pur conservandone alcuni difetti, risulta pienamente soddisfacente. L’episodio, oltre a portare avanti la narrazione, ha la funzione di ampliare la visione dello spettatore, approfondendo i personaggi e il fantastico ambiente con cui si ritrovano ad interagire.

Son, this is about relationships. It’s something you wouldn’t understand.

Halt and Catch Fire - 1x02 FUDJoe MacMillan è probabilmente il personaggio che viene approfondito di più nella puntata: vero e proprio motore della storia, la cui intraprendenza e voglia di cambiare vengono immediatamente smascherate per rivelare uno strato più profondo, ancora difficile da comprendere da parte dello spettatore. Certo, la sete di potere e di denaro sono innegabili e vengono confermate da una serie di scelte (una su tutte, la decisione di puntare al lato economico della questione, investendo su velocità ed efficienza), ma la sensazione data da questo episodio lascia intendere delle motivazioni più interessanti, senza dubbio legate al classico passato misterioso citato dai dirigenti della IBM; parlare di puro interesse verso i soldi, inoltre, sarebbe riduttivo a causa dell’emblematica scena del negozio, in cui lo sfogo contro il proprietario sembra avere radici non solo legate al recente fallimento. Quest’ultimo, in ogni caso, risulta comunque fondamentale per via del suo impatto con l’immagine data dal nuovo arrivato, che, se all’inizio viene accolto con applausi ed entusiasmo, in seguito diventa oggetto di risentimento, in una trasformazione che sorprende per la velocità con cui viene presentata.

Il personaggio interpretato da Lee Pace, comunque, è stato spesso criticato a causa della sua somiglianza con l’altro protagonista di una serie di ambientazione storica AMC, ovvero Don Draper: tale paragone, tuttavia, non ha senso di esistere a causa della natura completamente diversa che i due presentano, a partire dal modo in cui vengono affrontate le relazioni sul posto di lavoro. Nel caso di Joe MacMillan, infatti, la propensione all’eloquenza e ai discorsi incoraggianti deriva da un opportunismo molto più marcato, oltre ad essere costruita su discorsi pronunciati da altri; se si vuole trovare un punto di contatto, insomma, allora si può parlare del magnetismo provocato da entrambi i personaggi, che costituisce, tuttavia, un carattere ricorrente nella presentazione dell’antieroe contemporaneo.

Look who’s moving up in the world.

Halt and Catch Fire - 1x02 FUDNel caso di questo episodio Gordon Clark rappresenta quasi la voce del popolo, incarnando perlomeno l’individuo più normale del nuovo team: sospeso tra successo e fallimento, il padre di famiglia si ritrova a passare dal cantare Lido Shuffle a preoccuparsi per il suo futuro, che dipende più che mai dalla riuscita dell’operazione messa in atto da Joe. Fra i tre membri della nuova squadra, comunque, Gordon è anche quello che sta rischiando di più, quello che ha ancora troppo da perdere – a differenza di Cameron, che ha perso tutto, e di Joe, che non sembra avere alcun tipo di legame familiare: è proprio per questo che il personaggio interpretato da Scott McNairy risulta non solo il più variabile, ma anche il più condizionabile dai metodi di Joe. Infatti, si può notare come Gordon, pur riconoscendo l’artificio nel primo discorso del nuovo arrivato, venga sempre influenzato dalle sue parole, che possono provocargli allegria o rinnovata fiducia nel suo incarico (come accade, appunto, nella scena finale).

Cameron, invece, viene presentata come un personaggio più eccentrico e particolare, anche se per ora si delinea come il meno interessante di tutti: la sua caratterizzazione, infatti, si rifà troppo a luoghi comuni e stereotipi ricorrenti, senza presentare alcun carattere particolarmente originale. La ragazza-maschiaccio appassionata di computer, infatti, è un tipo di personaggio che risulta ormai vecchio, superato, soprattutto se arricchito con quella serie di particolari (ribelle, scontrosa, povera e furba) che non fanno che limitarne le possibilità ad un contesto già visto; la speranza, insomma, è che gli autori sfruttino in maniera costruttiva il suo rapporto con Joe, in modo da trasformare il personaggio in qualcosa di fresco ed interessante.

Halt and Catch Fire - 1x02 FUDParlando di Halt and Catch Fire, comunque, non si può non citare l’ottima ricostruzione dell’ambiente e dell’atmosfera degli anni in cui si svolge la vicenda, resa tale grazie a scenografie e musiche sempre azzeccate; non bisogna trascurare, inoltre, la resa delle dinamiche aziendali e tecniche presentate in questo episodio, che risultano tanto incomprensibili per lo spettatore medio quanto accurate ed interessanti, aiutando a creare un clima convincente ed elettrizzante. Chi guarda la serie, insomma, non può far altro che sentirsi catapultato nei codici e nelle canzoni che le fanno da padrone, spesso allontanando quei difetti che, in una serie più canonica, risulterebbero decisamente fastidiosi: alla fine, davanti ad una resa tecnica ed estetica di questa qualità, certi stereotipi e banalità sembrano meno importanti di quello che sono in realtà.
Poi è chiaro che, se gli autori riuscissero a eliminare anche quelli, sarebbe tutta un’altra cosa.

Voto: 7 ½

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2 commenti su “Halt and Catch Fire – 1×02 FUD

  • Mark May

    Sono abbastanza d’accordo… ho come l’impressione che una messa in scena così ben studiata rischi di dare maggior peso a questa serie di quello che in realtà è. Non fraintendetemi, a me sta prendendo parecchio, però lo considero un prodotto assolutamente nella media; questi episodi mi sono piaciuti, però ho trovato sbagliata la scelta di porre già i protagonisti come i “buoni” della situazione che lottano contro il sistema per cambiarlo, anche se ovviamente è troppo presto per poter dare giudizi (può darsi che lo facciano per evidenziare il cambiamento in peggio che avranno nel prosieguo del racconto, una volta raggiunti i loro obiettivi).
    Sui personaggi invece credo che il personaggio sulla quale puntare sia assolutamente Gordon: oltre ad essere quello più malleabile e trasformabile del gruppo, trovo interessante anche le sue “fisime” familiari. Su Cameron invece io starei attento ad incentrare tutta l’attenzione su lei e Joe, perché secondo me anche Gordon potrebbe infilarsi bene in questo contesto (il fatto che non dica alla moglie che è una donna secondo me è un bell’indizio).
    Cmq in linea di massima sono d’accordo con la recensione: un buon prodotto, ma secondo me ha ancora AMPI margini di miglioramento…

     
  • Matteo De Felice

    Una serie che mi sta divertendo, anche se uno dei motivi è il nome AMC che non può far altro che ricordare ancora Breaking Bad.
    Bella fotografia, originali le dinamiche e la sceneggiatura, anche se poi vista da vicino ancora ha dei tratti di banalità un po’ fastidiosi: dinamiche famigliari, il personaggio di MacMillan e il suo rapporto con Cameron ad esempio, oppure gli scatti d’ira nel negozio di musica e nel suo appartamento. Gli attori anche hanno altri e basi, MacMillan ha la faccia ma carenza di espressività, anche Cameron non è proprio il massimo. Comunque può crescere.