Tyrant – 1×01 Pilot 4


Tyrant - 1x01 Pilot

Sperimentando con generi, forme e topoi della narrativa audiovisiva, negli ultimi anni FX è riuscito a scrollarsi di dosso la nomea di canale rozzo/testosteronico e a dare vita ad un palinsesto di piccoli capolavori in grado perfino di oscurare le stelle di HBO e AMC.Tyrant - 1x01 Pilot

Eppure, lo sappiamo, nessuno è perfetto – né tanto meno lo è FX.
Ce lo dimostra il pilot di Tyrant, la nuova fatica di Howard Gordon (24Homeland) dal travagliato making of e dall’ancora più incerto futuro creativo.
Il protagonista della storia è Bassam “Barry” Al-Fayeed (Adam Rayner), secondogenito di uno spietato dittatore in un paese arabo fittizio. Ancora adolescente, decide di fuggire da quel mondo violento e trasferirsi negli Stati Uniti, dove diventerà un affermato pediatra. Venti anni dopo, l’insopportabile moglie (Jennifer Finnigan) lo convince a tornare in patria insieme ai due figli per partecipare al matrimonio del nipote: l’occasione giusta per una breve vacanza e per riallacciare i rapporti con la famiglia, perduti da tempo. Purtroppo per Barry, però, il soggiorno sembra destinato a durare ben più a lungo del previsto.
Il concept, sviluppato da Gideon Raff (creatore della serie israeliana a cui si è ispirata Homeland, Hatufim), poteva regalare grandi soddisfazioni quanto cocentissime delusioni. Dopo aver visto il primo episodio, dobbiamo purtroppo constatare che l’ago della bilancia pende verso la seconda opzione.

Tyrant - 1x01 Pilot

Sono tante le cose che non vanno in questo pilot, ma cominciamo dal proverbiale elefante nella stanza: l’attore che interpreta Barry non ha fattezze mediorientali, né origini (o pronuncia) arabe. All’interno della storia la cosa è facilmente spiegabile, dato che la madre è anch’essa bianca ed occidentale, ma rimane comunque una scelta opinabile sotto almeno due profili diversi. Innanzitutto provoca un effetto straniante, acuito dal fatto che tutti i personaggi si ostinino a parlare in inglese anche quando non c’è alcun motivo per farlo, con il risultato che lo spettatore non riesce a calarsi davvero nell’ambientazione e rimane sempre e comunque un osservatore esterno (anzi, “americano”). Il confronto con una serie come The Americans, in questo caso, è inevitabile: le interferenze della lingua russa sono parte integrante della ricostruzione portata avanti dal racconto, che ne guadagna in realismo e profondità. Scegliere di ignorare le differenze linguistiche equivale ad un appiattimento di senso, confermato da una caratterizzazione dei personaggi al momento fin troppo stereotipata (lo vedremo più avanti).
Come se non bastasse, Adam Rayner non ha il carisma necessario né per sostenere il ruolo (che richiederebbe maggior polso) né per farci dimenticare il colore della propria pelle. Alla luce della sua debole interpretazione, questa scelta di casting appare ancora più insensata.

Tyrant - 1x01 PilotPer tornare sulla caratterizzazione dei personaggi, probabilmente il lavoro peggiore è stato fatto con la famiglia americana di Barry, a cominciare dai due giovani rampolli di casa Al-Fayeed. I teenager sono da sempre materiale scottante per ogni sceneggiatore, ma se questo si chiama Howard Gordon (uno dei “padri” di Dana Brody) il rischio di incappare in figli scemi e petulanti aumenta almeno del doppio. E infatti su questo fronte nessuna sorpresa: la ragazza è l’ennesima adolescente piagnucolona e apatica già vista mille volte in tv, mentre il fratello è il classico spaccone superficiale di tanti film e telefilm statunitensi. Si può osservare il tentativo di andare oltre questi “tipi” preconfezionati aggiungendo alla ricetta qualche ingrediente nuovo – come l’omosessualità latente di Sammy e il vago razzismo di Emma – ma non sappiamo se questi elementi daranno vita o meno a dinamiche nuove ed interessanti. A giudicare dai dialoghi tra i vari membri della famiglia – in questo pilot privi di qualsiasi mordente- il futuro di queste storyline potrebbe non essere granché roseo.

Tyrant - 1x01 PilotIl personaggio più fastidioso rimane comunque Molly, la moglie di Barry. Essendo una donna adulta e vaccinata, la sua totale inconsapevolezza rispetto al mondo che la circonda non è soltanto poco credibile, ma anche irritante. Com’è possibile che non capisca le motivazioni né condivida il disagio del marito pur sapendo perfettamente in che tipo di ambiente si trova? Che senso ha continuare a chiedergli del suo passato come se volesse tenerle nascosto chissà cosa, come se fosse una questione personale, quando il fatto che l’uomo sia figlio di un dittatore arabo dovrebbe essere più che sufficiente per farsi un’idea del dramma che sta vivendo? Se l’intento era quello di farla apparire come una consorte attenta e premurosa, è miseramente fallito: lo spettatore la percepisce, al contrario, come una moglie rompiscatole ed insensibile. Se l’obiettivo, invece, era quello di far emergere tutta la difficoltà di vivere accanto ad un uomo con un passato così controverso, ancora una volta il risultato non rispecchia le intenzioni degli autori.

I “parenti americani” posti al centro della storia non hanno quindi alcuna attrattiva.
Ma lo stesso vale per il mondo arabo ricostruito dalla serie, che fin dal primo istante viene percepito come posticcio. I riferimenti alla situazione geo-politica internazionale sono semplicemente buttati lì per fornire una parvenza di contestualizzazione, ma non aggiungono nulla all’universo tratteggiato da Tyrant né riescono a “sporcare” un po’ questo pilot così piatto e convenzionale.

Tyrant - 1x01 PilotSul fronte personaggi, poi, anche il padre di Barry risulta una figura priva di qualsiasi spessore, prototipo standard del dittatore medio con annessi discorsi sulla libertà quale concetto sopravvalutato – niente di più scontato. Il fratello, Jamal, potrebbe invece fornire qualche spunto interessante, ma per il momento soffre di una caratterizzazione un po’ banale. Non che una serie debba ricercare a tutti costi l’originalità, anzi, ma se la stereotipizzazione si accompagna ad una scrittura debole e svogliata allora sì che siamo di fronte a un problema di natura creativa. Un esempio di quanto appena detto è la sequenza in cui l’uomo guida ubriaco la sua Ferrari accanto alla propria amante: vista e stravista, ma soprattutto scritta e girata con pochissimo impegno.

Ecco, la più grande colpa di Tyrant, o almeno di questa prima puntata, è proprio la pigrizia. Gli autori avevano a disposizione dell’ottimo materiale dal quale si poteva tirare fuori un’analisi o quantomeno una rappresentazione del conflitto tra mondo arabo ed occidentale dettagliata e suggestiva, ma invece di attingervi a piene mani hanno preferito non rischiare, sprecando così una grande occasione. Il risultato è un pilot noioso e deludente, quando poteva essere una vera e propria bomba.
Le review d’oltreoceano parlano di esperimento fallimentare anche per gli episodi successivi (visionati in anteprima), per cui le speranze che dopo questo esordio qualcosa inizi a muoversi sono davvero poche. A conti fatti, insomma, l’idea di proseguire è sempre meno allettante.

Voto: 5

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Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.


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4 commenti su “Tyrant – 1×01 Pilot

  • Attilio Palmieri

    Non ho ancora visto il pilot, ma ho letto il voto e qualche riga qua e là per evitare spoiler. Questa però proprio non me l’aspettavo!

     
    • Francesca Anelli L'autore dell'articolo

      Non ci sono spoiler, puoi leggerla anche tutta. Il “colpo di scena” finale è chiaro fin dal primo istante, anche perché è su questo che si basa l’intero concept.
      Il voto è così basso proprio perché mi aspettavo molto ma molto di più da FX e da un’idea come questa, potenzialmente esplosiva. Siamo ancora al pilot, ok, ma secondo me non si riprenderà.

       
  • Namaste

    Beh, come TWD ed altri show insegnano, quando un telefilm parte con queste premesse o ci arriva in corsa (divergenze creative tra produttori e showrunner), quello è già il primo segno che non c’è da aspettarsi niente di buono. Non parlerei a questo punto nemmeno di pigrizia, ma solo di scrittura che diventa assai travagliata e non in senso buono. Andando d’ipotesi, se Gideon Raff ha lasciato o è stato costretto a lasciare, per me può solo significare che questo Pilot doveva essere all’inizio qualcosa di assai diverso, probabilmente molto più introspettivo ed in cui si poneva maggiormente l’accento sulle differenze culturali tra i due mondi, che l’israeliano Raff conosce molto bene, ma poi è intervenuto H. Gordon che, giudicando la sua scrittura troppo lenta o l’aspetto psicologico di scarso interesse per lo spettatore abituato a “24”, ha preferito “americanizzare” il tutto (immagino che il figlio di Gheddafi in Ferrari, per lui faccia molto fico), arrivando ai risultati incerti che abbiamo visto.

    Anch’io avevo letto la review di Sepinwall, che aveva già smorzato ogni mio entusiasmo (non nascondo che, da appassionato del genere, questa era tipo la serie per cui mantenevo più hype quest’estate), e anch’io ne rimango in gran parte deluso per i disastri di scrittura che, senza G.. Raff, sono riusciti a produrre, ma ciononostante, la curiosità di andare avanti, ancora rimane, nè in tutta onestà me la sentirei di dire che quello che ho visto nei primi 50 minuti sia stato effettivamente noioso, ma solo reso male.

    Per il momento, posso solo consolarmi per il fatto che tutte le serie FX viste finora, compreso SoA, non mi hanno mai conquistato alla premiere, ma solo dopo una buona mezza dozzina di episodi, o forse è solo il periodo estivo, per cui riesco a farmi andare bene anche roba che in inverno sacrificherei senza problemi, ma non riesco ancora ad essere così catastrofico.

    Per me è un 6 d’incoraggiamento.

     
    • Francesca Anelli L'autore dell'articolo

      Confesso che probabilmente il 5 è scaturito dalla grande delusione che ho provato nel vedere questo pilot così diverso da come me l’ero immaginato. Come nel tuo caso, questa era la serie che attendevo con più hype, proprio perché trovavo il concept molto intrigante e questi temi mi appassionano sempre molto. In più è FX, che sul confronto tra mondi diversi ci ha costruito quella che ritengo una delle migliori, se non la migliore, serie in circolazione: The Americans. Cos’è successo? E’ vero che i pilot spesso sono fuorvianti, ma le premesse per un fallimento catastrofico ci sono tutte.