The Strain – 1×02 The Box 3


The Strain - 1x02 The BoxDopo un episodio pilota che, nonostante alcune perplessità, era riuscito a suscitare non poche attenzioni in questo pur vivo panorama estivo, The Strain torna con un secondo appuntamento che si muove nel solco tracciato dal primo e ne segue a rapidissima distanza i motivi e le ipotesi di trama aperte.

La puntata pilota di questa nuova serie horror targata FX era riuscita a convincere molti spettatori della bontà della propria narrazione; certo, com’è stato notato, difetti non ne mancavano soprattutto in fase di caratterizzazione dei personaggi che apparivano come punti deboli della prima parte. In questo secondo episodio – che riprende esattamente da dove si era chiuso il pilot – tale peso viene ulteriormente confermato, purtroppo, da una serie di cliché che non possono non far storcere il naso allo spettatore più smaliziato.

The Strain - 1x02 The BoxIn questo senso si muove la caratterizzazione del personaggio del pur ottimo Corey Stoll, alle cui vicende complicate a causa del lavoro si aggiunge anche un passato da alcolista: le già poco interessanti peripezie familiari (divorzio e lotta per l’affidamento congiunto di suo figlio Zach) vengono ulteriormente appesantite da un’altra caratteristica assai comune nella scrittura televisiva americana. Si tratta di una raffigurazione debole e priva di grande originalità nel tratteggiare un personaggio che, senza dubbio, sarà fondamentale nella narrazione futura. In ogni caso Ephraim è estremamente funzionale per comprendere la natura di questa nuova forma di vampirismo che, seguendo a breve distanza il periodo teen scintillante di una delle figure cardine dell’horror mondiale, risulta essere una boccata d’aria fresca in questo senso.

The Strain - 1x02 The BoxA fronte di una caratterizzazione ancora povera del personaggio principale – e lo stesso vale per gli altri personaggi minori messi in secondo piano rispetto all’attenzione riservata alla trama – spicca come ulteriore conferma un David Bradley in evidente stato di grazia: il suo confronto con Thomas Eichorst, a richiamare antichi ricordi, è uno dei momenti più riusciti dell’episodio, e ci fa sperare che il personaggio di Abraham possa davvero avere lo spazio che merita. C’è da capire a fondo quanto l’uomo sappia e soprattutto quali siano le ragioni che lo spingono, ma la sottotrama vendicativa al momento sembra essere l’ipotesi più sicura.

Abbiamo cominciato con le critiche, com’è doveroso, ma questo secondo episodio di The Strain è – salvo che sul lato registico, che soffre l’assenza di del Toro – migliore del primo: senza l’ansia di dover mostrare tutti i vari snodi narrativi che verranno poi gestiti durante lo svolgersi degli episodi successivi, si ha il tempo per focalizzarsi sui vari aspetti della trama in modo più credibile e coinvolgente.

The Strain - 1x02 The BoxI sopravvissuti al disastro aereo si ritrovano liberi di andare anche se il CDC ed il buon senso avrebbero voluto diversamente: i piani di Thomas Eichorst procedono, quindi, come da progetto. Si delinea sempre di più il motivo di un tale trasferimento dall’Europa – Eldritch Palmer sta morendo e vuole avere una seconda possibilità di sopravvivenza – nonostante le vittime collaterali. Assume maggiore concretezza il numero di “villain”, che già nell’episodio pilota erano stati presentati ma scarsamente tratteggiati. Palmer, nella sua umanità, è l’uomo ricco che non può né vuole arrendersi alla malattia e alla morte: senza rendersene conto – o senza voler davvero vedere – sarà a sua volta vittima di qualcuno o qualcosa che non potrà controllare. È chiaro che i piani di Eichorst e della Creatura non si fermino qui: perché lasciare in vita quattro persone, e soprattutto perché sguinzagliarle in giro senza controllo?

The Strain - 1x02 The BoxNel primo episodio si era introdotta la tematica dell’Amore come aspetto positivo e, contemporaneamente, veicolo di qualcosa di ben più oscuro: ed è in effetti l’Amore a condurre un padre disperato a riabbracciare sua figlia nonostante sia evidente che qualcosa in lei non sia normale (e non che il suo ritorno a casa in quelle condizioni abbia assai più ragion d’essere); ed è attraverso il sesso che Gabriel si connette ai suoi nuovi istinti animaleschi e al suo desiderio di sangue. Considerando anche l’attenzione che si sta dando alla famiglia di Ephraim, c’è da scommettere che il loro rapporto avrà un ruolo maggiore da giocare in futuro (o almeno è la nostra speranza, dato che spiegherebbe alcune scelte). L’abilità autoriale nella stesura di una trama convincente è quella di essere in grado di aprire numerosi interrogativi e – almeno alcuni – risolverli in breve tempo, per crearne di nuovi. Sotto questo profilo, The Strain riesce a tenere lo spettatore ben sveglio e incuriosito.

The Strain - 1x02 The BoxI due personaggi al momento più esterni alla narrazione horror delle vicende sono Gus e Vasiliy: il primo, dopo aver condotto la cassa al posto prefissato, sembra non dover giocare nessun ruolo successivo (anche se con la storia dell’orologio sembra esser pronto a tornare in sella); l’altro è stato solo appena introdotto, ma la presenza di Kevin Durand lascia ben sperare. Entrambi i personaggi devono ancora essere inquadrati in questa narrazione, ma potrebbero risultare degli inserimenti niente male.

Secondo episodio per The Strain e l’opinione rimane piuttosto positiva: la serie è un vero gioiellino per quanto riguarda gli aspetti narrativi, mentre fatica nel delineare personaggi a tutto tondo. I margini di miglioramento, però, sono evidenti e la sensazione è che ha tutte le carte in regola per rivelarsi la punta di diamante dell’horror televisivo (soprattutto in virtù del fiato corto di American Horror Story).

Voto: 7 ½

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.


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3 commenti su “The Strain – 1×02 The Box

  • Dreamer88

    Per me questa puntata è stata molto più debole rispetto al pilot (devo essere sincero, ho fatto fatica a vedere la puntata fino alla fine). Concordo con quanto detto dal recensore sul problema principale di The Strain (fino ad ora, siamo ancora al secondo episodio), ossia la caratterizzazione dei personaggi (troppi, davvero troppi dejà-vù). Spero ci sia un deciso cambio di marcia dalla prossima puntata in poi (l’ultima scena mi è piaciuta moltissimo, sono ancora fiducioso).

     
  • Setteditroppo

    E’ curioso, ho commentato The bridge lamentando le mancanze del racconto e lodando il “pieno” di personaggi. Qui avviene esattamente il contrario. Non ho la stessa sensazione che il recensore esprime alla fine dell’articolo. Mi sembra troppo ottimista. Qui siamo nel campo del puro intrattenimento per adulti senza grandissime pretese, soprattutto dopo aver visto il secondo episodio. Non c’è un’estetica particolare o una profondità di scrittura come in altre serie che corteggiano il genere (penso ad Hannibal o alla recentissima Penny Dreadful per non parlare del passato prossimo con le prime due serie di AHS). Per la verità, la regia morbida e avvolgente nel pilot mi aveva fatto pensare ad una sorta di favola nera nello stile di Del Toro e dunque a qualcosa di più ambizioso. Ma così poi non è stato. Da appassionato di horror et similia, mi diverto abbastanza e quindi mi accontento. E aggiungo che sono troppo affezionato ai due attori protagonisti (ricordate le loro interpretazioni in House of cards e Broadchurch no?…favolose!) per non continuare a seguirla con estiva indulgenza