Utopia – 2×03 Episode 3 1


Utopia - 2x03 Episode 3Si è già parlato di come la premiere di Utopia abbia sorpreso in positivo gli spettatori, riuscendo a superare le altissime aspettative che gravavano sulla serie di Channel 4. 

Con gli episodi successivi, tuttavia, il valore di tale puntata è addirittura salito, grazie all’influenza che è stata capace di esercitare sulla trama di questa nuova stagione.
Era opinione diffusa, infatti, che l’approfondimento sulla storia di Philip Carvel avesse la “semplice” funzione di scavare nel passato di Janus per illustrarne la nascita e le cause, favorendo così una migliore comprensione della vicenda; tuttavia, in pochi avevano previsto un impatto sull’intero arco narrativo intrapreso con questi episodi, che va oltre la sola affinità con i temi affrontati nella premiere. Alla luce dell’ultima puntata, infatti, si può dire che Episode 1 non avrebbe potuto essere introdotto in altro modo: non si parla più di un episodio collegato col resto eppure dotato di una certa autonomia, ma di un vero e proprio trampolino di lancio per tutto quello che sarebbe dovuto succedere in seguito, di un tassello senza il quale gli eventi che si stanno svolgendo nel presente non avrebbero alcun senso per lo spettatore.

There are no sides, just people who help you and people who don’t.

Utopia - 2x03 Episode 3Se la narrazione ha subito un grosso rinnovamento, comunque, lo stesso non si può dire per quanto riguarda il ritmo e l’atmosfera: il mood caratteristico della prima stagione, infatti, viene ripreso completamente e utilizzato con successo, attraverso sequenze cariche di black humor (come l’omicidio del capo di Ian) e la reintroduzione di quella sensazione di angoscia tipica di ogni conspiracy thriller che si rispetti. In Utopia fidarsi è sempre azzardato, e in questo episodio tale concetto viene sottolineato da una lunga serie di eventi tra i quali spiccano sicuramente il tradimento di Pietre e la scoperta di quello di Becky, oltre alla consueta intercettazione tramite internet e l’informatica in generale. Il risultato di ciò consiste nella caratteristica che conferma se un prodotto del genere è in grado di funzionare oppure no, quella spia in grado di garantire l’efficacia della serie: la prima stagione della creatura di Dennis Kelly teneva incollati allo schermo facendo immedesimare lo spettatore nella situazione proposta, causando un senso di paranoia che era difficile scrollarsi una volta terminata la visione. Nel caso di quest’annata si può dire che tale obiettivo viene centrato, anche se una parte dell’atmosfera citata, ovvero quella creata dall’ignoranza, è stata inevitabilmente sacrificata col fine di fornire più profondità alla serie, garantendo un mix di dramma e thriller che risulta, in questo caso, più che mai azzeccato.

Utopia - 2x03 Episode 3A questo proposito, la rivelazione che vede la reintroduzione di Philip Carvel esprime al meglio le potenzialità di questo nuovo stile: il twist, infatti, deve la sua potenza non solo alla sua imprevedibilità (che, a pensarci su, non è alta) ma anche alla costruzione del personaggio vista nella già citata premiere, che è stata in grado di fornire profondità ad un’icona della serie fino ad allora quasi sconosciuta. Tale svolta, inoltre, non può che promettere ottimi sviluppi grazie a tutti gli individui che sono legati allo scienziato in questione, la cui visione è stato spesso deformata dal tempo e dalle conseguenze delle sue azioni (si noti l’idea che ne ha Jessica, nel torto, e Pietre, che invece ha tutti i motivi per odiarlo): in particolare, sarà interessante vedere come ciò influirà sull’operato della Milner, che sembra, in questo momento, più fragile che mai. Il suo legame con Philip – definito dal marito brain love – non è mai venuto meno e ha portato ad un errore fatale (la pietà su Jessica) che potrebbe costarle la carriera o la riuscita del piano, quindi gli sviluppi sono più aperti che mai: che gli autori scelgano di farla passare dalla parte della gang o di mantenerla col Network, ci sono tutte le basi per un conflitto psicologico più che interessante.

I’m turning over a new leaf.

Utopia - 2x03 Episode 3Anche Pietre sta attraversando una fase difficile, in particolare a partire dalla fine della scorsa stagione: con la scoperta delle sue origini, il personaggio più magnetico della serie era diventato anche uno dei più interessanti, grazie ad un intenso dramma in grado di legarlo alla trama principale. Con l’abbandono del suo ruolo da killer l’interesse nei suoi confronti è inevitabilmente diminuito, ma gli eventi recenti hanno contribuito a riscattare la sua figura: il tradimento alla fine dell’episodio, infatti, non solo risulta in linea con la ricerca di semplicità e stabilità del personaggio, ma contribuisce a portarlo su un percorso che potrebbe riservare dei risvolti notevoli.  D’altra parte, far passare Pietre direttamente dalla parte dei “buoni” sarebbe stato troppo esagerato, se non un po’ forzato; in questo modo, invece, il cambiamento risulta più graduale e giustificato e viene aiutato dal mantenimento di una condizione (quella della mancanza di sensibilità alla violenza) che riesce a far considerare il killer ancora come uno dei personaggi più amati della serie. Il suo rapporto con Lee, inoltre, aiuta a definire le differenze e i contrasti tra due individui uniti da una brutalità comune, ma allo stesso tempo divisi da un’umanità che rende l’empatia con l’agente del Network praticamente impossibile.

In questo senso, risulta interessante il contrasto che viene sottolineato tra quest’ultimo e Wilson, che, anche se passato dalla parte della Milner, è ancora verosimilmente fermato dai suoi legami con i vecchi amici. Emblematica la scena in cui, sopraffatto dalla rabbia, rimane comunque incapace di premere il grilletto, mentre il suo partner si dimostra privo di scrupoli nell’omicidio all’inizio e nella risposta che gli dà, capace di esprimere al meglio la psicologia del nuovo arrivato nel Network: “It’s not that you can’t take life. I reckon you could take billions. But… it would have to be necessary.” Ed è proprio in questa affermazione che sta la differenza tra chi aderisce all’organizzazione per piacere e chi per necessità, tra chi sceglie di fare la cosa giusta (perché, alla fine dei conti, uno dei grandi pregi di Utopia è stato quello di introdurre degli “antagonisti” guidati da ideali realmente condivisibili) e chi, invece, sfrutta tale propensione per dar sfogo alla propria perversione.

She’s all I have left of him.

Utopia - 2x03 Episode 3Parlare della serie di Channel 4, ad ogni modo, vuol dire anche parlare del personaggio che, insieme ad Arby, ne ha definito l’identità, riuscendo a catalizzare l’attenzione grazie ad una personalità particolare e interessante, che, in questo episodio, mostra il suo lato più violento. Non ci sono mai stati dubbi a proposito della brutalità di Jessica Hyde, ma in questo caso tale carattere viene ancor più sottolineato da alcune sequenze che risultano, in più, visivamente incredibili: la fuga della donna dalla prigionia della Milner non risulta certo sorprendente, ma nonostante ciò riesce a catturare l’attenzione dello spettatore attraverso delle scene sempre intelligenti. La profondità del personaggio, comunque, non ne risente e viene analizzata in due sequenze consecutive, che, grazie all’utilizzo della splendida soundtrack, riescono a rendere perfettamente lo struggimento di Jessica: la stessa tensione verso la stabilità che spinge Pietre ma che risulta, nel caso della sorella, quasi impossibile da attuare.

Utopia, quindi, ci regala un episodio certamente di passaggio ma non per questo meno riuscito o potente degli altri: dopotutto, se una serie riesce a far rientrare nella normalità una qualità eccelsa e un’originalità senza pari, allora lamentarsi risulta davvero difficile.

Voto: 8 ½

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Un commento su “Utopia – 2×03 Episode 3

  • Dreamer88

    Concordo totalmente con quanto detto nella recensione, è stata un’altra puntata eccellente (di passaggio, ma fossero così tutte le puntate di passaggio…). Utopia è davvero un piccolo miracolo televisivo, riuscire ad unire un thriller drama di altissimo livello con il miglior black humour british non è una cosa che succede tutti i giorni. Aspetto con impazienza le prossime puntate!