Doctor Who – 8×02 Into The Dalek 5


 Doctor Who - 8x02 Into The DalekSecondo episodio della nuova era Capaldi, Into The Dalek si presenta sin dal titolo come l’occasione per mettere a confronto, senza troppe attese, il Dodicesimo Dottore e la sua storica nemesi. La costruzione della puntata, va da sé, sarà decisamente più complessa di quanto possa sembrare dal nome dell’episodio. 

Ad un primo sguardo, infatti, Into the Dalek sembra essere un titolo piuttosto didascalico per quello che effettivamente avviene, cioè una puntata girata quasi per intero all’interno di un Dalek. Tuttavia, quello che si scopre durante la visione è quanto questo diventi un escamotage per osservare ben altro: seguendo un legame già anticipato nella sesta puntata della prima stagione (Dalek), l’osservazione dell’interno di un Dalek diventa strumento per (cercare di) capire qualcosa di più del nostro nuovo Dottore – allora un Nine ancora da scoprire, soprattutto per Rose, ora un enigmatico e per certi versi inquietante Twelve.

Into the Doctor

 Doctor Who - 8x02 Into The DalekSin dal ritorno sugli schermi nel 2005, ogni Dottore ha affrontato a modo proprio quanto accaduto durante la Time War: ognuno (Nine, Ten, Eleven e per quello che abbiamo potuto vedere anche il War Doctor nella sua lacerante decisione) l’ha fatto in modo diverso, eppure ciascuno di loro, con il proprio percorso, è stato essenziale per capire tutte le sfaccettature di un trauma dalle conseguenze inimmaginabili. L’idea che Gallifrey potesse essere salvata aveva fatto venire più di un dubbio su quello che sarebbe stato il percorso del Dottore di lì in poi: insomma, tolto quel peso, il rischio di trovarsi davanti un personaggio decisamente meno problematico (nel senso più interessante del termine) era elevato. Fortunatamente per noi, Twelve si sta rivelando molto più complesso di quanto si potesse immaginare: complice un Peter Capaldi già a suo agio nel ruolo, e capace di muoversi in una gamma che va dalla durezza alla vulnerabilità con estrema bravura, il Dottore di queste due prime puntate presenta delle caratteristiche decisamente atipiche rispetto a quanto ci si poteva aspettare.

 Doctor Who - 8x02 Into The DalekAver dovuto prendere una decisione impossibile ai tempi della Time War l’aveva reso sì arrabbiato, ma al contempo ossessionato da un senso di colpa che lo portava ad avere un atteggiamento piuttosto comprensivo e salvifico nei confronti degli altri. La “rimozione” di questo trauma (o meglio, la sua sistemazione), lungi dal rappresentare semplicemente un aspetto positivo, diventa invece scoglio da superare, domanda identitaria costante che infatti sfocia subito in questo episodio. Am I a good man? non è quindi un dubbio che si collega semplicemente al comportamento del Dottore in questi anni, ma dilemma etico che nasce dalla riscrittura del passato. Lui ha comunque fatto quello che ha fatto, e al contempo – secoli e secoli dopo – si è auto-impedito di compiere quell’azione – “Now it’s back to how it was. But what it saw, what it felt, is still there”, dirà Twelve del Dalek riferendosi alla nascita della stella, ma è impossibile non dare a questa frase una duplice lettura relativa a tutto ciò che si vive e non si può dimenticare, nel bene e nel male.
Il peso di questa duplicità si trasforma in dubbio morale: aver distrutto Gallifrey e averla poi salvata fanno di lui una persona buona o cattiva? O forse entrambe le cose?

“My brother just died!”
His sister didn’t. You’re very welcome.”

Forse proprio per questo la puntata si apre con una perfetta rappresentazione di questo dualismo: Twelve salva Journey Blue, ma al contempo sembra non capire la sua disperazione davanti alla perdita del fratello, e anzi, risulta quasi stizzito che quel “piccolo dettaglio” non faccia adeguatamente apprezzare il suo salvataggio. Eleven, ad esempio, era quello che ogni tanto non capiva determinate situazioni e quindi si comportava in modo all’apparenza poco attento, ma con questo nuovo Dottore l’impressione è che ci sia totale percezione di quanto accade, ma al contempo una consapevole volontà di non farsi influenzare troppo. Non è quindi semplice cinismo, ma qualcosa di più profondo, che ha in questo suo dualismo durezza-vulnerabilità la chiave (forse) interpretativa di tutto questo nuovo corso.

 Doctor Who - 8x02 Into The DalekAd acuire il senso di questo percorso, si inserisce l’esigenza di sottolineare – e sin dalla scorsa puntata – il distacco tra lui e Clara: in questo caso si gioca un po’ troppo sull’eccesso (l’introduzione di Mister Pink, frasi come “You’re one of my hobbies”, “I’m his carer” e molte altre, tutti modi per sottolineare fin troppo il concetto), ma ciò che conta è che per ora Twelve ha bisogno di qualcuno che sappia rispondergli con onestà – I don’t know – e anche tirargli un ceffone nel momento giusto.

No, there must be more than that.
There must be more than that! Please!

Nella puntata Dalek della prima stagione, era stata Rose a far capire a Nine che ciò che avevano davanti stava cambiando – It’s changing. And what about you, Doctor? What the hell are you changing into? – mentre lui si rifiutava di vedere e di capire, fino a darsi la spiegazione che quello che aveva davanti non era un buon Dalek, ma una mutazione dovuta al DNA di Rose.
Il cambiamento in questo episodio è piuttosto evidente: con l’aiuto di Clara, Twelve capisce la vera lezione, per cui non è importante il motivo per cui questo accade – allora era il DNA, qui un malfunzionamento –, quanto il fatto stesso che accada.
E tuttavia non è per salvare solo l’universo che diventa importante la possibilità di un Dalek buono, ma anche per il Dottore stesso, che ha dentro di sé beauty, divinity ma anche hatred.

 Doctor Who - 8x02 Into The DalekUn concetto, questo, che sulla carta rischiava di peccare di semplicità, ma che invece, inserito nel contesto del nuovo dottore e grazie alla duplicità interpretativa di Capaldi, acquisisce spessore e profondità.
Ci deve essere molto più di questo, per favore!, urla Twelve, ed è una speranza non solo per il Dalek ma soprattutto per se stesso: entrare nella testa di Rusty porta ad un cambio di prospettiva, in cui il Dalek si trasforma nello specchio di risposte di cui Twelve ha così disperatamente bisogno.

La realtà è che il Dalek non è davvero cambiato, come dice lui stesso, non è diventato buono: ha solo spostato il target sui suoi simili – you have unfinished work, haven’t you?
Cos’è, quindi, un buon Dalek? Nella prima stagione il significato era ben diverso: dopo il “why don’t you just die?” di Nine, la risposta suonava più come un “saresti un perfetto Dalek”, perché la rabbia incorporata era davvero ciò che spesso impediva al dottore di vedere le cose lucidamente.

 Doctor Who - 8x02 Into The DalekLa sfumatura in questo caso è invece diversa, e infatti Rusty dice: “Io non sono un buon Dalek (perché in sostanza rimango lo stesso, solo con un obiettivo diverso), ma tu sei un Dalek buono”. Un essere che porta con sé elementi positivi e negativi, dunque: bellezza e odio, che non possono forse annullarsi a vicenda, ma che possono prevalere uno sull’altro se si continua a provare – che, come dice Clara, è poi la cosa più importante.

Welcome to Heaven!

In questa puntata così ricca di riferimenti al passato, abbiamo fortunatamente anche dei passi che ci portano verso un non meglio precisato futuro. Ritorna il personaggio di Missy, già visto in Deep Breath e sul quale è troppo presto per fare teorie: possiamo probabilmente presumere che le risposte scontate non saranno quelle reali, e che quindi quello non sia affatto il paradiso, ma oltre a questo non rimane che attendere ulteriori dettagli.

 Doctor Who - 8x02 Into The DalekAbbiamo inoltre Mister Pink, soldato dal passato ad ogni evidenza traumatico, la cui presenza funge più che altro per ora da comic relief per un episodio decisamente dark e claustrofobico. Non manca anche qui il dualismo bene/male, amore/morte, ed ecco che, all’alleggerimento offerto dal siparietto tra il ragazzo e Clara, si aggiunge un aspetto più cupo come quello del senso di colpa a seguito di un’uccisione, cosa che si ricollega in modo diretto alla trama legata al Dottore.

L’episodio numero 2 di questa ottava stagione risulta quindi una prova riuscita sia per il nuovo corso che per Capaldi, già integrato in un ruolo che si preannuncia ricco di molte novità.
Forse ci vorrebbe più attenzione al legame tra lui e Clara, che è sì importantissima, ma che subisce ancora troppo la necessità di essere “scollata” dalla figura di “companion di Eleven”; certo, siamo solo alla seconda puntata e il passaggio è comunque delicato, ma si spera che vengano dedicati più momenti alla loro interazione in quanto loro che non alla necessità di sottolineare le differenze con il corso precedente.

Voto: 8

Note sparse:
– Sempre per rimanere nell’ambito dei parallelismi, è curioso notare come a risvegliare una parvenza di coscienza in Rusty sia stata la nascita di una stella, e come l’unico desiderio del Dalek morente nella prima stagione fosse quello di sentire su di sé la luce di una stella particolare – il Sole.
– La spiegazione relativa al dottore che ha lo stesso volto di Caecilius di “The Fires of Pompeii”, dopo un vago riferimento nella premiere, non viene più sollevata. Ma proviamo a lanciarci nel magico mondo delle congetture: il fatto che Caecilius sia un esempio a tutti gli effetti del “time can be rewritten”, che ruolo potrebbe avere nella vita del Dottore post “ho salvato Gallifrey dalla distruzione che io stesso ho causato”? Potrebbe Twelve aver involontariamente scelto un viso dal suo passato che faccia per lui da memento (in positivo o in negativo sarà da vedere) della scelta da lui compiuta? Parliamone.

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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5 commenti su “Doctor Who – 8×02 Into The Dalek

  • Francesca Anelli

    Vorrei aggiungere una cosa alla tua già completa recensione.
    “You are a good dalek” secondo me ha anche a che fare con il problema “soldato”, che tormenta il Dottore almeno fin dai tempi di Journey’s End. In quella frase io ci ho visto anche un significato diverso: Il Dottore, in fondo, è un soldato, proprio come un Dalek, ma un diverso tipo di soldato. Lo ha evidenziato anche River in A Good Man Goes to War, ed è sempre più evidente oggi. Un soldato “con una dimensione morale”, come quelli di cui parla Danny Pink, la cui presenza in questo episodio secondo me ha una funzione più profonda del semplice comic relief. Il rifiuto di accogliere Journey Blue, ed in generale verso i soldati, nasce probabilmente dal desiderio di non vedersi sbattuta in faccia costantemente la propria natura. In fondo, la scelta di radere al suolo Gallifrey è stata una decisione “da soldato”, di quelle necessarie e terribili, che solo i soldati, per l’appunto, prendono o sono chiamati a prendere. Fa male? Sì, certo, ma qualcuno deve pur farlo: lo aveva capito anche Rose, alla fine del suo percorso, e lo stesso vale per Martha, o River. E infatti anche in questa puntata il Dottore è costretto a prendere una di queste decisioni “da soldato”, sacrificando la vita di uno degli uomini in missione per mettere in salvo gli altri. Lo fa, sa che deve, ma non riesce a perdonarselo del tutto. Per questo non può accettare Journey Blue sul Tardis, e continua a tormentarsi. Clara, invece, non ha alcuna regola contro i soldati, perché non vive lo stesso dramma. La scelta di inserire Danny Pink come suo love-interest, da questo punto di vista, è forse la vera genialata di inizio stagione. Vedremo come si evolverà la cosa ma per il momento mi sembra una storyline promettente, che potrebbe anche farmi digerire Clara.

     
    • Federica Barbera L'autore dell'articolo

      Un ragionamento assolutamente valido. La tematica del soldato (ahimè, volevo esplorare anche quella, ma c’è sempre l’annosa questione di recensioni che non possono uscire a capitoli! 😉 ) è molto presente in questa puntata, che infatti vede declinazioni diverse di soldati (la parola stessa è citata una dozzina di volte) ad indicare come non ce ne sia un solo tipo – avrei dovuto affrontare anche il discorso su Gretchen, ma davvero così non se ne usciva più.
      Di sicuro, comunque, il parallelo che fai con l’identità da soldato del Dottore è giustissimo, e non fa che evidenziare ancora di più come il suo dilemma interiore sia ampiamente stratificato e ben evidenziato.
      Personalmente, poi, trovo Capaldi perfetto per questo tipo di interpretazione.

       
      • Francesca Anelli

        Sì Capaldi è perfetto e sono contentissima che Moffat abbia scelto un attore maturo, che si sposa alla perfezione con questo tipo di sviluppo. Per la questione “recensioni a capitoli” non sai quanto ti capisco 🙂

         
  • Joy Black

    Ottima recensione (come sempre) per un episodio che regala parecchi spunti di riflessione e di interpretazioni, perfettamente ripresi nella tua analasi.

    I rimandi all’episodio “Dalek” sono evidenti e riportati. Appena sentita la frase finale del Dalek la mia mente è subito corsa a quella scena magnifica della prima stagione.

    https://www.youtube.com/watch?v=9bDGH3dKo90

    La frase finale del Dalek si presta sia all’interpretazione della recensione sia a quella scritta da Francesca dei commenti. Il Dottore, nonostante faccia di tutto per fuggire da questa sua visione di sè, è anche un guerriero (nel linguaggio di Gamma Forest “Dottore” vuol dire “Guerriero”, diceva appunto River in “A Good man goes to war”, citata da Francesca), ma un guerriero che cerca in tutti i modi di non esserlo, di essere un buon uomo, ma finisce per essere spesso un “buon Dalek”, cioè il soldato perfetto con una morale che cerca in tutti i modi di seguire. E qui come detto da Francesca l’incontro con la new entry, Danny Pink, può essere molto interessante.

    Per quanto riguarda il discorso del perché il Dottore “ha scelto” il volto di Caelicius, io per il momento ero tendente ad una soluzione meno complessa di quella proposta da Federica (che è molto affascinante): Caelicius sarebbe dovuto morire nell’eruzione del Vesuvio, così come il Dottore su Tranzalore. I Time Lord gli hanno concesso un altro ciclo di rigenerazioni, salvandogli la vita, così come Tenth aveva fatto con il romano e la sua famiglia. Entrambi hanno un’altra chance. Però mi rendo conto che è una risposta che non dà molte altre implicazioni.

    Per quanto riguarda il carattere di Twelve, c’è poco da aggiungere a quanto detto finora dalla recensione, che condivido in pieno: il salvataggio di Gallifrey invece di aver cancellato o attenuato il lato oscuro del Dottore, sembra invece averlo reso più evidente. Mentre prima il Dottore si sentiva in dovere, per via del suo senso di colpa, di cercare di salvare tutti ad ogni costo, qualora poteva, ora invece no, e ragiona in maniera più fredda e risoluta. Io sto trovando tutto ciò incredibilmente affascinante, merito anche di un Capaldi eccezionale in questi due episodi iniziali.

    Voto io vado sull’8/8+

     
    • Federica Barbera L'autore dell'articolo

      Grazie joy =) la questione di Caecilius è talmente povera di dettagli che ovviamente ogni strada è possibile, ma mi pare chiaro che di fondo ci sia la questione che Caecilius è sopravvissuto e non sarebbe dovuta andare così: da lì ovviamente possono partire diverse teorie, vedremo se le prossime puntate ci daranno qualche spunto in questo senso. Mi aspetto comunque un risvolto cupo, in linea appunto con la coscienza travagliata di questo Dottore.