Masters of Sex – 2×08 Mirror, Mirror 3


Masters of Sex – 2x08 Mirror, MirrorDopo il brusco salto temporale dello scorso episodio, Masters of Sex si ferma un attimo e, con l’elegante levità propria di quest’annata, si volta indietro e si osserva. Lo spettro degli ostacoli che la ricerca ha avuto nel passato sembra quasi svanire, sovrapponendosi con grazia narrativa a quel lungo e florido tragitto che pare scorgersi all’orizzonte. 

Il vetro che separa Bill e Virginia dai loro “pazienti” è diventato quasi un limite: osservare non è più abbastanza. Entrambi, gradualmente e secondo modalità diverse l’uno dall’altro, compiono un primo passo al di là del vetro: a cosa serve la teoria se non può essere applicata?

Quella simmetria tra i due corpi che Virginia vede violata nelle disfunzioni sessuali si riproduce stilisticamente nel racconto di Lester e Barbara: il montaggio incrociato che narra le due esperienze disfunzionali rende evidente la sostanza comune che sta alla base dei due problemi, finora considerati distinti e strettamente legati al genere d’appartenenza. I traumi che hanno sollevato la patologia sono completamente diversi, ma hanno un sostrato comune in quanto si radicano entrambi in un contesto primigenio, in un’infanzia che è scivolata via sotterrando nel suo bieco ricordo quel limite che blocca il confronto pieno e armonioso con l’immagine che si ha di se stessi. Secondo una delle sue più esaurienti definizioni, l’atto sessuale, nella sua forma completa, consiste nell’entrare in comunione con l’altro da sé, e – secondo i rudimenti più spiccioli dell’indagine psicologica – qualsiasi tipo di comune unione non raggiunge la sua forma completa se qualcosa interrompe il dialogo con se stessi. Con un sottile rimando, queste due storyline verticali si ricollegano al meraviglioso lavoro di caratterizzazione svolto in questa stagione sul personaggio del dottor Masters: cosa c’è ancora di sepolto nell’infanzia di Bill? Cosa blocca davvero quel fluido varco che Virginia era riuscita a sfiorare?

Suffering has been greater than all other teaching. I have been bent and broken, but I hope into a better shape.

Masters of Sex – 2x08 Mirror, MirrorNonostante la volontà di “curare” e non solo osservare sia il percorso più naturale che la ricerca potesse prendere, nell’intento di Bill potrebbe anche esserci un legame sottile e quasi impercettibile con ciò che il dottore sta vivendo nella sua intimità. Non è difficile risalire alle radici che avrebbero potuto generare in Masters tale disfunzione: l’allontanamento da Virginia, la seconda gravidanza di Libby, il nuovo studio. Ma il moltiplicarsi degli scheletri dentro l’armadio di Bill lascia supporre che il trambusto emotivo degli ultimi anni abbia anche portato alla luce vecchie ferite non del tutto rimarginate. Perché Francis viaggia dentro un alone di mistero? Cosa è davvero successo tra i due? La tranquilla noncuranza con cui Bill archivia le pressanti domande di Virginia circa la corrispondenza tra il nome del dottor Holden e quello del dottor Mason è quasi sospetta. Non ci sono frasi mozzate o criptiche allusioni come era invece successo in occasione delle domande sul padre: qui è tutto più tacitamente controllato, come se ci fosse qualcosa che “deve” restare nascosto e non qualcosa che semplicemente non si vuole condividere.

Masters of Sex – 2x08 Mirror, MirrorQualsiasi saranno le risposte a tali interrogativi, ciò che realmente conta è come la costruzione drammaturgica del racconto riesca ad amplificare la sapiente ed efficace alternanza di luci e ombre che serra Bill nella sua eloquente complessità. In tal senso il dialogo con Lester diventa un prezioso terreno di confronto: Masters squarcia il vetro con una pacatezza quasi affettuosa, aprendo un’ulteriore falla in quella blindata corazza che gli fa da seconda pelle. Rispetto a Virginia, che – come vedremo – si avvicina a Barbara sovrastandola con la sua presenza, Bill tende la mano a Lester facendo un passo indietro e permettendo al ragazzo di far parte di quell’inquadratura che “da sempre” lo esclude. Non c’è solo ansia di ricerca nel dottore, c’è anche molta compassione, di quel tipo positivo che tende all’empatia: Bill rivede i frammenti di se stesso in Lester, in quel suo essere costantemente fuori “obiettivo” che l’ha portato a credere che la sua vita debba svolgersi al di là dell’orbita di un reale contatto umano.

I can’t just end it like that. That would be cruel. She needs help, Bill.

Masters of Sex – 2x08 Mirror, MirrorCome già accennato, Virginia, rispetto a Bill, fa sfoggio della sua carica empatica attuando un tipo di avvicinamento che mette in gioco la sua endemica dirompenza, tanto che più volte, nel corso dell’episodio, sembra di avere di fronte la Virginia della scorsa stagione: presuntuosa e impeccabile burattinaia degli eventi. Però l’amplificazione di tale caratteristica ha adesso una sua giustificazione nella necessità tematica di tirare in ballo l’impellenza del desiderio di diventare psicologa, cosa storicamente avvenuta. Infatti, finché si tratta di consigliare le diapositive a Lester o di indagare su Francis tutto si svolge secondo consuetudine – ovvero con ammiccante constatazione del grande dono di capire e saper consigliare gli altri –, ma, quando si tratta di Barbara e dei terrificanti ricordi che sono emersi in seguito al loro colloquio, ecco che le pesanti ombre tornano ad offuscarle lo stesso cammino che un tempo le appariva semplice e spianato. Virginia adesso ha quasi paura di sé, e sente forte il bisogno di avere uno scudo professionale che riesca a dirle come agire. Nonostante la sua natura la tenga ancorata al di là del limite, adesso c’è in lei una sorta di consapevolezza superiore che la porta a farsi ripetute domande, e, anche se torna ampiamente a sguazzare nell’indefinitezza della sua coraggiosa spontaneità, c’è già qualcosa di più: andare dallo psicologo al posto di Barbara è un’azione approssimativa e anche un filino presuntuosa, ma non si può certo dire che non mostri quel coraggio che, in casi come questo, potrebbe anche fare la differenza.

We’ll go as a triumvirate.

Masters of Sex – 2x08 Mirror, MirrorDi episodio in episodio, il personaggio di Libby sembra sempre più perso nei margini spaziali del racconto, dentro cui vaga silenziosa come uno spettro in attesa di essere liberato. La sua inquietudine non ha una chiara identità: nell’assenza del marito non sente il peso di una mancanza fisica, ma la vive come un monito che le ricorda di non avere un posto nel mondo che sia fuori da quelle tanto agognate mura familiari. Da sempre convinta che avere una famiglia tutta sua avrebbe colmato la pressante sensazione di vacuità, adesso si ritrova spiazzata e spezzata in una realtà che, ancora una volta, non le basta più. Con ilare ironia, smorza da sola ogni tipo di battuta o allusione che la oppone a Virginia e – per quanto ciò possa sembrare rocambolesco agli occhi di uno spettatore onnisciente – non appare neanche eccessivamente turbata dal costante triangolo in cui si ritrova a vivere. Tutto ciò non accade certo perché non le importerebbe o non abbia timore che possa accadere qualcosa tra Virginia e il marito, ma perché adesso ciò che le preme davvero è riuscire a far parte di un progetto in cui non sentirsi un ospite, come è stato invece partecipare alla raccolta fondi per il Veiled Prophet Ball. Per quanto dietro al desiderio di aiutare Robert possa esserci un frivolo e incontrollato desiderio erotico, dentro di lei comincia a farsi spazio una tipologia di analisi del reale che la confonde e disorienta, e che forse riuscirà davvero a portarla al di là dei margini che la opprimono.

In definitiva, questo ottavo episodio è un’ulteriore conferma della mutata cifra stilistica di questa seconda annata di Masters of Sex, che riesce a tenere alto il tono del racconto anche senza strafare. Mirror, Mirror è come uno specchio infranto, che da ogni frammento ci restituisce l’immagine peculiare dei nostri protagonisti, ognuno per sé, ognuno diverso, ma allo stesso tempo legato da una comune inquietudine che preme per evolversi in qualcosa di realmente consapevole, in qualcosa di autentico.

Voto: 8½

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3 commenti su “Masters of Sex – 2×08 Mirror, Mirror

  • Annalisa M.

    Mai e poi mai l’anno scorso avrei pensato che Masters of Sex avrebbe potuto raggiungere questi livelli qualitativi. Non risulta scontata l’evoluzione del rapporto tra Virginia e Bill – che poteva diventare qualcos’altro di ben peggiore, se sfruttato male – né l’utilizzo della ricerca come vero e proprio personaggio, sopratutto con l’aggiunta dell’analisi delle disfunzioni, che si ricollega a quel “that’s how we move history forward ” del quinto episodio che è un po’ cardine della serie stessa.
    All’inizio non mi aveva convinto l’introduzione del fratello di Bill, ma riflettendoci potrebbe essere un’ulteriore aggiunta positiva alla serie.
    Last but not least, complimenti per la recensione 😀

     
  • Dreamer88

    Puntata che fa rifiatare noi spettatori ma questo non significa che sia stata inferiore rispetto a quelle precedenti (e conferma il trend eccellente di questa seconda stagione). Oltre alla rivelazione finale della puntata (l’entrata in scena di un altro membro della famiglia Masters) credo che la cosa migliore della puntata sia stata la scena con Lester, scena che dona al personaggio di Bill (se ancora ce ne fosse bisogno) una grande profondità. Per il resto nulla di nuovo, in evidenza una Virginia mattatrice (anche se la sua esuberanza non sempre ha un effetto positivo sulle persone, anzi) e una Libby che appare sempre inadeguata, costantemente fuori dai giochi (o gli autori hanno in serbo per lei il classico “colpo di reni” oppure prevedo un epilogo molto triste per il suo character).

     
  • Namaste

    Non me ne vogliano i recensori masculi, ma non credo sia un caso se le review di MoS scritte dalle donne di Seriangolo hanno sempre quella marcia in più, sempre in grado di cogliere quelle sfumature del racconto che allo spettatore seriale di sesso maschile rischiano quasi di passare inosservate. Per saggiare la valenza di questa mia teoria dovreste provare qualche volta a guardare un episodio di “Masters of Sex” insieme al vostro/a partner: i maschietti potrebbero rimanere davvero sorpresi nell’apprendere quanti lati nascosti dei personaggi erano in realtà proprio lì in superficie, senza però riuscire lo stesso a coglierli in anticipo, al contrario di quanto avvenga, per esempio, per la spettatrice di sesso femminile, e che nel caso di questa puntata, ad intuire che Francis fosse il fratello segreto di Bill o ancora che Virginia fosse più interessata alla sfera psicologica dei suoi pazienti, tanto da volerne fare la sua seconda professione, ci avrà messo sì e no due minuti. Quindi, cari colleghi uomini, non importa quanto vi sentiate spettatori navigati o dotati di buon intuito, ma se vi ostinate a guardare “Masters of Sex” insieme alla vostra donna, preparatevi in ogni caso a “perdere”, solo questo vi dovevo.

    Sull’episodio in sé, dopo un primo disorientamento dovuto ai 5 mesi trascorsi che puntata scorsa non avevo digerito granché bene, al contrario della compagna che, guarda caso, aveva invece molto apprezzato, mi sembra che i personaggi siano ritornati subito in carreggiata, facendo quello che sanno fare meglio, interpretare il proprio ruolo all’interno della coppia, con il maschio Bill che si chiude di nuovo a riccio dopo la batosta presa in precedenza e la donna Virginia che riprende, questa volta in maniera anche abbastanza prevedibile ed un po’ melliflua, il suo tentativo di intrufolarsi in quei pochi squarci di umanità ancora rimasti aperti. In questo avvincente gioco di specchi, capace di reinventarsi ad ogni episodio, l’unica ancora in cerca di una parvenza d’identità e di un proprio ruolo, sembra ancora una volta Libby, che forse è davvero meno ingenua e sprovveduta di quanto gli indizi possano suggerire allo sprovveduto spettatore maschio, ma che la smetta allora di riferirsi alla propria rivale in amore come parte di un invincibile “triumvirato” che, in epoca romana, si riferiva letteralmente alle alleanze tra membri di sesso maschile. È arrivato il tempo anche per Libby di tirare fuori gli attributi, se ve ne sono.