The Walking Dead – 5×03 Four Walls And a Roof 4


The Walking Dead - 5x03 Four Walls And a RoofNon c’è rifugio sicuro in The Walking Dead, e ancor più fragile è quello della fede. In una delle sue fasi finora più dark, questa quinta stagione continua a convincere con un altro buon episodio.

I tempi bucolici del Rick contadino sono (fortunatamente) finiti. Con l’introduzione dei cannibali, possiamo ormai dire che la serie AMC è tornata in pieno “survival mode” e i benefici di questo si sono visti in tutti i primi tre episodi, in cui anche il nostro protagonista è tornato ad abbracciare la brutalità del mondo che lo circonda.

The Walking Dead - 5x03 Four Walls And a RoofDel resto, fin dagli esordi di Atlanta, The Walking Dead si è sempre basato sulla ricerca (o sulla costruzione) di un rifugio dove continuare a vivere al sicuro da un mondo di morte, rifugio che ogni volta ha incarnato diversi modelli di aggregazione: il gruppo (il campo fuori Atlanta), la famiglia (la fattoria degli Hershel), la civiltà basata prima sull’autocrazia (Woodbury), poi sulla democrazia (la Prigione) e sulla legge del Cacciatore e della Preda (Terminus), e infine la Religione e la Fede (la Chiesa di Padre Gabriel). In tutti i casi, il luogo e il modello prescelti non si sono dimostrati altro che “quattro mura e un tetto”, fragilissime come una finestra di vetro nel suo essere continuamente oppresse da un Male che puntualmente riusciva ad entrare. Svanita anche la “speranza” di Terminus, i personaggi si sono dunque ritrovati, così come quando si era persa l’oasi felice della Fattoria, nell’incertezza più totale, nella loro ora più nera. E difatti non è un caso che, proprio come ai tempi dell’inizio della terza stagione, ci troviamo forse di fronte al miglior The Walking Dead da qualche tempo a questa parte.

The Walking Dead - 5x03 Four Walls And a RoofL’uccisione di Gareth, tanto disumana quanto lo erano i cannibali stessi di Terminus, ci riporta ad un The Walking Dead che, come nella prigione, torna a muoversi nell’incertezza dell’oscurità (l’episodio è quasi ambientato interamente di notte, con i personaggi spesso a fuoriuscire dalle zone d’ombra create dall’ottima fotografia). Se le barriere alzate nella prigione da Rick e Hershel volevano infatti respingere quell’abbandono al Male che i walkers incarnano, ora ci sono di nuovo tutti dentro fino al collo e la narrazione ne guadagna sicuramente d’interesse. Del resto, tra i (tanti) difetti della quarta stagione, c’era proprio un eccessivo soffermarsi sul tema della “speranza” permeato spesso da una retorica spicciola che ha allontanato la serie da quei territori squisitamente orrorifici, sui quali, invece, sembra trovarsi molto più a suo agio.

The Walking Dead - 5x03 Four Walls And a RoofDi nuovo, viene implicito un paragone con la terza stagione: lì dove “This Ain’t a democracy anymore” chiudeva la parentesi della Fattoria, l’ormai noto “They’re screwing with the wrong people” ha sentenziato la chiusura della nuova parentesi di “speranza”, re-introducendoci nuovamente nelle atmosfere più cattive da survival drama che avevamo apprezzato nella prima e nella terza annata. Il segreto di questo miglioramento? Senza dubbio la coralità, il gruppo che, unito, si muove nel mondo apocalittico immaginato da Robert Kirkman. Esclusi pochi personaggi degni di nota, ciò che The Walking Dead non è infatti mai riuscito a fare è dare carisma a tutti quanti i suoi protagonisti, i quali però possono trarre forza dal loro essere parte del gruppo. Ecco perché la frammentarietà della quarta stagione non ha funzionato, mentre questa rinnovata compattezza permette di dare omogeneità, fluidità e ritmo alla narrazione senza annoiare.

The Walking Dead - 5x03 Four Walls And a RoofEd è anche per questo che la vicenda di Bob funziona particolarmente bene in questo frangente. La sua morte suscita qualcosa nello spettatore in relazione al suo esistere non come individuo ma come parte del gruppo, non essendo mai stato tra l’altro uno dei personaggi gestiti meglio e più appassionanti dell’intera gestione Gimple. Come nell’intro della terza stagione, quando nel silenzio del mondo dei walkers vedevamo la difficoltà della sopravvivenza sui volti del gruppo, di nuovo a darci il peso del viaggio (interiore e non) che i personaggi stanno affrontando sono le perdite e i rapporti all’interno di questo nucleo. Ecco perché The Walking Dead dovrebbe insistere su questa coralità ed ecco perché l’unico dubbio che ci lascia la puntata riguarda la nuova divisione delle storyline verso la quale la serie sembra volersi indirizzare.

The Walking Dead - 5x03 Four Walls And a RoofLa scissione tra Abraham e Rick, infatti, nonché l’assenza di Beth (su cui sarà incentrato il prossimo episodio) rischiano di far di nuovo rallentare il ritmo, con magari episodi singoli concentrati su solo uno dei vari archi narrativi, come accaduto nella poco riuscita seconda parte della quarta stagione. La destinazione di Washington fornisce sicuramente un obiettivo preciso (e forse finale) ad una serie che rischiava di non sapere da che parte andare e di continuare a girare in tondo, ma ha senso solo se a muoversi verso quel traguardo è il gruppo unito e non personaggi che individualmente non hanno molto da dire (quasi tutti, esclusi forse Rick, Carol, Michonne e Daryl).

The Walking Dead - 5x03 Four Walls And a RoofEscluse però queste perplessità, è innegabile che Four Walls and a Roof sia un episodio molto riuscito, forse persino più della premiere, anche troppo concentrata sul lato action della serie. Questo terzo appuntamento, invece, riesce a bilanciare le varie componenti della serie, riuscendo a non cadere troppo in banalità o forzature, ma procedendo avanti con un tono asciutto e sostenuto. È forse presto per parlare, ma verrebbe quasi da guardare a The Walking Dead con un po’ più di ottimismo e fiducia nel suo futuro.

Voto: 8

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4 commenti su “The Walking Dead – 5×03 Four Walls And a Roof

  • jackson1966

    Quoto tutto.
    Io spero e credo che l’episodio di Beth serva a riportarla all’ovile in qualche modo, a ricongiungerla al gruppo.
    Mentre della perdita di Glenn e Maggie poco mi importa, non c’entrano niente nel nuovo TWD.

     
  • AllGreen97

    Concordo in tutto, finalmente in questa stagione mi torna la voglia di vedere il prossimo episodio, di andare avanti con la serie. E sinceramente credo, dalla preview del quarto episodio, che Beth si ritroverà in una situazione molto simile a quella di Rick agli albori della serie, con tantissimo deja Vu, che, se gestito nel modo giusto, potrebbe regalare un altro episodio qualitativamente ottimo. (Twd di nuovo con un 8 dopo una vita è una gran gioia).

     
  • Dreamer88

    Non voglio dirlo a voce alta (per ora) ma questa potrebbe davvero essere la migliore stagione di The Walking Dead; dopo le prime due, sono riusciti ad azzeccare anche la terza puntata (e se il buongiorno si vede dal mattino, è un buon segnale).

     
  • Charlotte

    La puntata di per se forse meritava un po’ di meno di 8, ma sono stati fatti passi da gigante da quel giochino alcolico tra Beth e Daryl, e quindi un plauso agli sceneggiatori e agli attori va fatto. Anche a me questa stagione ha portato di nuovo la voglia di vedere il prossimo episodio. Stiamo lontani dallo stato di euforia e isterismo dato dalla prima stagione ma la strada è quella giusta.
    Il miglioramento è dovuto senza alcun dubbio – e qui mi trovo d’accordissimo con la recensione – la coralità. Coralità che spero non venga a mancare con la partenza di Maggie e Glenn. Pur non essendo fondamentali ai fini della storia e pur non avendo fatto colpo su molti telespettatori son sempre stati presenti e utili al gruppo. Una loro distaccamento potrebbe non esser proprio la scelta migliore da fare. Staremo a vedere, per ora.. complimentoni TWD! Ti sei ripreso!