Breaking Bad – 4×01 Box Cutter 3


Breaking Bad - 4x01 Box CutterBreaking Bad è tornato. 

Sì, la frase suona un po’ come qualcosa di già sentito più o meno per ogni serie tv che abbia una buona season premiere, ma, se avete visto questa Box Cutter, sapete benissimo di cosa sto parlando: non solo è tornato dopo mesi e mesi di assenza (sua) e astinenza (nostra): ma è tornato ad insegnarci cosa voglia dire fare televisione con i silenzi, con le pause, con le complessità psicologiche e con delle immagini che da sole valgono l’intera puntata.

Il season finale della terza stagione ci ha lasciato con una scena che, come si ricordava qui nella recensione-recap, non poteva che lasciare col fiato sospeso; e questa premiere ci stupisce, perché prima di riprendere esattamente da quel punto, decide di mostrarci un antefatto. Il ruolo di questo flashback ha diverse sfaccettature, simboliche e narrative: se da una parte ci introduce al tema del “box cutter”, quel taglierino che sarà il vero protagonista dell’episodio, dall’altra evidenzia per contrasto proprio quell’omicidio da cui si ripartirà di lì a pochi minuti. Perché quello che vediamo all’inizio di questa 4×01 ci ricorda che tipo di persona fosse Gale: l’uomo che ascoltava nel tempo libero il Quartetto Cetra è quello stesso uomo che, benché criminale, aveva l’umiltà di apprezzare il lavoro altrui e di ammettere candidamente di non esserne all’altezza. Un paragone, questo, ancor più amaro se si considera che l’avversario, la concorrenza da lui rispettata è proprio l’accoppiata Walter-Jesse che l’ha mandato a morte.

Well? Get back to work” / “Trust Us”

Breaking Bad - 4x01 Box CutterLa sequenza centrale di questo episodio è una di quelle che si commentano da sé per la loro bellezza e la cui descrizione non renderebbe giustizia: credo che se mostrassero questi minuti nelle scuole di cinema, gli studenti potrebbero imparare molto di più che da ore e ore di analisi del linguaggio cinematografico. Sono due i personaggi che non parlano per la maggior parte dell’episodio e questo rende a mio avviso ancor più importante ciò che hanno da dire.

Partiamo da Gus (un Giancarlo Esposito che non vorreste mai nei vostri incubi), la cui attesa funziona come la fiamma sotto la pentola a pressione: alimenta la tensione fino a far esplodere chi non è in grado di reggerla, in questo caso Walter.

Breaking Bad - 4x01 Box CutterIl contrasto tra i due è sorprendente: Gus si fa attendere, arriva lentamente, si spoglia, non dice una parola; Walter aspetta, è agitato, cade in un atteggiamento disperato e logorroico tanto fuori luogo quanto inutile. Gus, silenziosamente, agisce; Walter, che sciorina componenti chimici al pivello Victor, è bloccato da un’immobilità che non è data solo dalla sedia su cui è stato posto, ma da una situazione che lo mette con le spalle al muro, da una sorte che – qualunque possa essere, se di vita o di morte – non dipenderà dal suo volere.

Breaking Bad - 4x01 Box CutterChe Gus non uccidesse né Walter né Jesse era abbastanza scontato – per noi, non per loro – e dunque che potesse ammazzare Victor era altrettanto prevedibile: eppure, nonostante questa consapevolezza, la scena non perde minimamente di valore. Non importa che lo spettatore sappia che non saranno Walter o Jesse a morire: quando Gus prende quel taglierino e uccide Victor con una crudeltà e una lucidità disarmanti, il salto sulla sedia è inevitabile. Mister Pollos ha mostrato, nel caso in cui ce ne fosse ancora bisogno, di che pasta sia fatto, e qui poco importa che abbia ucciso Victor perché era stato visto nel palazzo di Gale o perché ha esagerato nel ritenersi ormai un cuoco provetto: ciò che importa davvero è che si sappia di cosa è capace e di quanto stiano rischiando Walter e Jesse; in quest’ottica, la sua unica frase “Well, get back to work” – di straordinaria freddezza – mette i puntini sulle “i” e stabilisce una volta per tutte chi comanda davvero.

Non è un caso che gli unici due a stare in silenzio così tanto siano proprio Gus e Jesse.

Breaking Bad - 4x01 Box CutterIl giovane Pinkman, interpretato da un Aaron Paul da Oscar, per la maggior parte del tempo tace e, sembra, per il motivo per più ovvio: ha ucciso un uomo ed è sotto shock. La realtà che ci si presenta davanti agli occhi, però, ha le forme del ribaltamento: il crollo di Walter e i suoi inutili tentativi che passano dall’arroganza alla disperazione fanno da contraltare ad un Jesse inaspettato, cambiato per sempre da quell’omicidio ma non nel modo che ci si poteva aspettare. La sua prima frase “Trust us” – riferito allo scioglimento del cadavere nell’acido e dunque alla celebre vasca della prima stagione – stabilisce con fermezza il suo campo d’azione: come Gus sembrava dire “voi fate il vostro lavoro, ma sappiate che è tutto in mano mia”, così Jesse ritrova in questa situazione il suo potere. Il suo “lasciaci fare il nostro lavoro, sappiamo quello che facciamo” evidenzia una ritrovata forza e consapevolezza delle proprie capacità, esattamente l’ultima cosa che ci saremmo aspettati da lui.

Non è un caso, ripeto, che proprio loro due siano stati toccati da questa simmetria di silenzio e parole che ristabiliscono i ruoli, mentre Walter viene lasciato fuori, ad un Heisenberg che pare aver già fatto il suo tempo e che ormai sembra quasi un ragazzino, come la mise finale con tanto di converse rosse sembra sottolineare.

Cibo e morte

Breaking Bad - 4x01 Box Cutter  Breaking Bad - 4x01 Box Cutter

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Non so voi, ma io trovo che uno dei cliché più abusati della storia delle serie tv e dei film sia quello del medico legale che, prima o dopo o addirittura durante il tagliuzzamento di un cadavere, se ne sta lì a mangiarsi un bel panino imbottito: come a dire “ecco, ti stiamo facendo capire che questo è il suo lavoro, che per lui è normale e che mentre tu davanti ad un cadavere vomiteresti pure il cenone di capodanno dell’87, lui no. Lui non vomita, anzi, lui mangia mentre fissa la morte negli occhi”.

Ecco, tutto questo mi è venuto in mente quando, con uno stacco magistrale, si passa dalla scopa per pavimenti che disegna cerchi nel sangue a una patatina che viene girata e rigirata nel ketchup. Cibo e morte: la vita contro la morte.

E’ disarmante vedere come Jesse stia reagendo all’omicidio di Gale: davanti ad un Walter sempre più tagliato fuori – che non comprende, e come potrebbe, il cambiamento del suo allievo e non fa altro che chiedergli “Come stai? Come ti senti?” – Jesse mangia. Mangia davanti alla morte, non solo di Gale, ma anche di Victor; mangia di gusto dopo aver sciolto un cadavere nell’acido, dopo che una fontana di sangue li ha lavati mentre quello che sembra il diavolo in persona ne teneva la ferita aperta. Jesse mangia perché la morte lui l’ha capita, ci ha familiarizzato, giungendo peraltro alla conclusione che non sia necessariamente la cosa peggiore al mondo: “We’re all on the same page […] The one that says If I can’t kill you, you’ll sure as shit wish you were dead”.

Ci sono cose peggiori della morte quando si ha a che fare con uno come Gus; cose che possono farti arrivare a sperare di essere morto; e gli unici ad averlo capito sembrano essere proprio Gus e Jesse.

Oh, you’re a lifesaver. Truly.”

Breaking Bad - 4x01 Box Cutter

Il ribaltamento di ruoli sembra essere la cifra stilistica di questo nuovo inizio e non risparmia nessuno, nemmeno Skyler e Hank.

La prima, che già sul finale della scorsa stagione aveva mostrato un lato di sé più oscuro, in questa premiere ci stupisce per la sua intraprendenza ma soprattutto per la sua capacità di mentire. Il suo finto attacco di panico e la storia che inventa sul momento per farsi aprire la porta della casa di Walter è degno della più esperta truffatrice e la sua freddezza colpisce, ma allo stesso tempo lascia la sgradevole sensazione che in realtà quella nuova Skyler sia sempre stata lì: sotto quella pelle, in incubazione e in attesa che passasse un Heisenberg a liberarla.

Il povero Hank ha pochissimi minuti in questo episodio, ma bastano per mostrare come si senta ormai inutile, impotente e umiliato; fissato sui minerali perché stare su internet è l’unica cosa che gli sia rimasta, in depressione perché non vede miglioramenti alla sua situazione e con una moglie che lo sostiene ma che in realtà è vicina al crollo – magistrale in questo senso la scena in macchina, quando Marie si fa forza prima di entrare in casa.

Ma sono le inquadrature alle piccole cose che sanno dirci molto di più in una serie come Breaking Bad. Se in casa di Walter il ritrovamento dell’occhio dell’orsacchiotto ci riporta a momenti passati e ci lascia l’inquietudine di pensare che lui se lo porti dietro come ricordo di ciò che ha causato, l’inquadratura finale sul quaderno con scritto “Lab Notes” ci porta inevitabilmente avanti, a ciò che succederà in questa stagione e a quello che l’accoppiata White-Pinkman dovrà affrontare.

Perché la morte non necessariamente è la cosa peggiore.

Voto: 9 – e questa puntata è già leggenda.

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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