Justified – 6×05 Sounding 3


Justified – 6x05 SoundingCome un lacerante conto alla rovescia, il cammino verso la fine di Justified prosegue lento e inesorabile, con un quinto episodio in perfetta continuità con i precedenti che conferma l’altissimo livello di questa stagione conclusiva.

Graham Yost ha deciso di impostare il percorso finale con un particolare movimento a fisarmonica, fatto di una narrazione che si espande dai due lati in maniera estremamente organica e senza sbavature. Ad ogni passo verso il futuro – e quindi verso la fine di una storia che ormai è arrivata a una lunghezza importante – corrisponde un’occhiata al passato, ovvero collegamenti funzionali e mirati alle origini della serie, in modo da metterne in risalto gli aspetti più profondi e intimi, sia dei personaggi che del contesto da cui provengono.

I like Ava. Be a shame to have to kill her.

Justified – 6x05 SoundingPer ora il cuore del racconto pende nettamente da uno dei due principali catalizzatori narrativi: Boyd Crowder. Ad oggi i centri nevralgici della storia sono lui e Ava e tutto ciò che ruota attorno a loro. Più ancora, forse, dal punto di vista dei temi affrontati e delle scene madri che abbiamo incontrato in questi primi episodi, la sensazione è che gli autori vogliano calcare sulla nostalgia, specie nei confronti di un’innocenza perduta, che avvicina ancora di più la serie a una dimensione neo-western in grado di esaltare alcune caratteristiche peculiari di una certa America. La sequenza che li vede felici a colazione è da questo punto di vista emblematica, con Boyd in attesa delle uova e del bacon fatte dalla propria donna, in una dimensione in cui la tradizione nordamericana si pone come quel sogno infranto di cui è possibile resuscitare solo alcuni pezzi saltuariamente. I due si godono questo gioco di ruoli sapendo che si tratta solo di un momento di temporanea tranquillità, vista la tempesta che si presenta all’orizzonte.

All right, sir, we can do this the hard way, or we can do this the easy way.

Justified – 6x05 SoundingRispetto ad Ava, Raylan è consapevole di aver tirato un po’ troppo la corda, specie dalla scomparsa del cellulare, momento chiave da cui iniziano ad affiorare i sensi di colpa. È significativo che in un momento di difficoltà l’uomo col cappello si affidi all’unica certezza che ha, ovvero alle origini che per anni hanno significato per lui gioie e dolori. Nel processo di vai e vieni tra presente e passato della serie si vede quindi ricomparire Bob, personaggio ricorrente della serie, interpretato da uno dei più importanti caratteristi della televisione americana contemporanea (Patton Oswalt) e che oggi si presenta come un problem solver auto-ironico, pronto a venire in soccorso di uno spaesato Raylan Givens. Ecco allora che si arriva a una delle scene più caratteristiche dell’episodio, in cui nel più comune dei negozi americani (di quelli che vendono più o meno di tutto) arriva l’incontro/scontro tra Bob – inviato da Raylan – e la coppia Ava-Errol. Cosa ci dice questo confronto? Innanzitutto pone l’accento sul peso della questione razziale in quelle zone degli Stati Uniti; in seconda battuta rilancia sul rapporto tra le forza dell’ordine e la società civile in un territorio in cui, fuori dalle grandi metropoli, l’individualismo americano diventa libertario disprezzo dell’autorità; in ultimo si tratta di un momento di gloria per Bob, classico outsider che trova il suo piccolo e meritato momento di celebrità.

I just want to disappear. I just want to be left alone.

Justified – 6x05 SoundingLa forza di quest’ultima stagione per ora sta nella capacità di raccogliere i frutti delle precedenti annate, di sfruttare a piene mani la semina del passato, anche quando è sembrata produrre mele non proprio splendenti. Al momento di tirare le somme tutti sembrano voler essere presenti all’appello, e noi spettatori ritroviamo quei fattori che hanno puntellato le precedenti stagioni e hanno fatto grande la serie. Per fattori, in questo caso, si intende soprattutto i personaggi, ciascuno dei quali è portatore di una precisa istanza e di un determinato volto del poliedrico contesto di Harlan. Dove può rifugiarsi dunque Ava se non dal solitario ma estremamente rappresentativo macellaio Limehouse? Da chi andare a stringere un accordo se non dal simbolo per eccellenza del cinismo mercantile che non guarda in faccia a nessuno? Il reinserimento del suo personaggio, dopo i fasti slasher della terza stagione è un vero colpo di genio. Parimenti astuta è la scelta di tirare fuori Zacharian, zio di Ava e altro tassello del contesto familiare/sociale di Harlan. Il personaggio ci riporta al pilot e al racconto di Leonard da cui tutto è partito, ovvero all’omicidio seminale di Ava, che con un colpo di fucile giustiziò Bowman fratello di Boyd con cui all’epoca aveva una relazione e che la malmenava in continuazione.

We’ve made enemies aplenty, but the only two with the sway to pull off this kind of thing are the marshall, Givens, or the criminal, Crowder.

Justified – 6x05 SoundingLeviamoci subito un sassolino dalla scarpa: dal punto di vista dell’architettura complessiva stagionale, Justified riesce dove Sons of Anarchy ha fallito. Entrambe le serie (targate FX) si presentano all’atto finale con due personaggi di grandissima statura il cui “confronto/scontro finale” è inevitabile e attesissimo. La differenza fondamentale, però, è che la creatura di Graham Yost (forse per via di una scrittura più raffinata sia sul breve che sul lungo periodo) inserisce il conflitto finale all’interno di un contesto che lo assorbe alla perfezione, un sottobosco talmente proteiforme e stratificato da poter generare, anche a una stagione dalla fine, personaggi di grandissimo interesse e capaci di ri-equilibrare l’attenzione dello spettatore. Nessuno vuole solo e soltanto lo scontro tra Raylan e Boyd, perché c’è tanto altro materiale narrativo a cui dover prendere parte e di cui aver paura. Da questo punto di vista Avery è l’idea perfetta al momento perfetto: Sam Elliott, vera e propria leggenda statunitense, dà corpo e anima a un villain che mette paura a ogni sguardo, che compare solo ora ma dimostra di esserci da sempre, sintetizzando nel suo corpo enorme (in tutti i sensi) il Male profondo ed endemico di Harlan. Una figura dal carisma gigantesco, bigger than life, che non ha problemi a definire Raylan e Boy two very different animals e che per certi versi rappresenta quel cuore oscuro (e vincente) dell’identità americana rappresentato al meglio dal protagonista del Petroliere di Paul Thomas Anderson.

You oughta be thanking me. I’m the only reason what you did isn’t ending with you back in prison, courtesy of the U.S. Marshall service, or dead by Boyd’s hand or one of them other knuckleheads, and that is the only two ways this little stunt of yours could have ended.

Justified – 6x05 SoundingPrima di concludere c’è bisogno di dare una spiegazione al “problema Raylan”, ovvero un enorme elefante nella stanza e in quanto tale anche un questione eternamente rimandata. Sebbene il suo screen time fino a ora non sia stato pochissimo (ma è pur sempre il protagonista della serie!) in questi primi episodi è stato più spesso il convitato di pietra che il motore narrativo dell’azione. Come spiegare questo ruolo così sottotono? Questa prima cinquina di episodi ce lo racconta in modo circolare: la prima scena della premiere e il finale di questa puntata scandiscono un personaggio estremamente combattuto da istanze opposte, la cui identità è talmente contraddittoria da renderlo completamente inerte, quasi anestetizzato, per certi versi addirittura incapace di compiere scelte forti. L’inizio della stagione ci ricorda che lui ha una famiglia da raggiungere, una moglie che ama (o crede di amare) e una bambina a cui fare da padre. Quest’obiettivo però ha sempre più le fattezze di un imperativo categorico auto-imposto per tentare di rimanere in piedi, una sorta di auto-convincimento conservativo da parte di una personalità spaesata e sempre più naufraga, come dimostra il bacio finale, che se per Ava è la cifra di una disperazione apicale, per lui è quella della perdita di ogni tipo di orientamento.

Justified si conferma, al pari di The Americans, la migliore serie del momento (e non è un caso che entrambe siano trasmesse dalla stessa emittente) e in questo caso confeziona un altro episodio quasi perfetto, capace di realizzare scene con un altissimo tasso adrenalinico (la costruzione della suspense durante la tortura ad Abert Fekus) ed altre in cui la caratterizzazione raggiunge grandi profondità (come nel caso di Avery).

Voto: 8,5

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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3 commenti su “Justified – 6×05 Sounding

  • Alex

    Ciao, vorrei sapere se verranno pubblicati anche i cofanetti delle ultime 3 stagioni di Justified, perché non avendo la possibilità di [edit – La Redazione] e non avendo AXN su cui viene trasmessa, non ho la possibilità di vedere la serie e mi dispiace.

    Un opinione a riguardo di questa serie è che è molto bella, nonostante sia molto romanzata con poca azione e la inevitabile propedeuticità sia tra un episodio e l’altro che tra una stagione e l’altra, ho notato però che ha alcuni punti in comune con la serie che mi è piaciuta di più: Walker, texas ranger. In Justified vengono riportati sopratutto sotto forma di dialoghi, dettagli che in Walker sono stati espressi dall’azione e dai combattimenti, gli unici elementi chiave che servono per intrattenere maggiormente, questa però funziona bene nel genere noir- western contemporaneo, ma per la serie di uomini di legge Walker, ammetto che rimane la migliore.

     
  • SerialFiller

    Justified è sempre stata quella serie che mi è sempre piaciuta tantissimo ma non attendevo mai con ansia. Quest’anno devo dire che insieme a The Americans e Person of interest resta l’unica serie di questi mesi (Sons of anarchy a parte) che aspetto con ansia.
    Menzione speciale per Avery…villain da 10 e lode.

     
  • Andrea

    Mamma mia Avery O.O che potenza quell’uomo, è terrorizzante… Che voce, che carisma… Quest’ultima stagione di justified è semplicemente la perfezione