Person of Interest – 4×15 Q&A 7


Person of Interest - 4x15 Q&AAnche questa settimana Person of Interest ritorna al suo consueto stile narrativo fatto di due movimenti paralleli, l’uno legato ad una trama orizzontale e l’altro più inserito in quella verticale. Il risultato è un episodio piacevole senza troppi guizzi creativi ma con qualche novità da non sottovalutare.

Lo abbiamo detto più volte, ma mai come in questo caso è proprio necessario ripeterlo: uno degli aspetti più attraenti che rendono questa serie un vero successo (di critica, quantomeno) è la capacità degli autori di saper parlare del presente e del mondo che ci circonda con inusitata precisione, risvegliando paure e preoccupazioni circa il futuro che stiamo costruendo intorno a noi. Lo abbiamo visto con estrema precisione in concomitanza con lo scandalo della NSA e della spaventosa somiglianza tra il caso Prism e la Macchina stessa. Non che ci volesse un colpo di genio, ma parlarne in questo modo, con una tale profondità di mezzi ed argomenti significa essere in grado di interpretare l’attualità.

Person of Interest - 4x15 Q&AQuesta stessa condizione, in piccolo, sta avvenendo in maniera sempre più credibile con il lavoro relativo a Samaritan: uno stile molto diverso dalla Macchina, ma non per questo meno riuscito o preciso. Con Maple avevamo visto gli effetti più disastrosi ed invasivi che Samaritan poteva mettere in campo; con VAL, invece, la paura si annida ancora di più nel nostro quotidiano. Quanti di noi hanno utilizzato sinora Siri della Apple o sistemi simili? L’idea che un programma possa sfruttare particolari stati d’animo umani (ed abbia la chiave per interpretarli, che è forse anche peggio) e sappia reagire di conseguenza è uno degli aspetti più spaventosi di questa realtà. E, beninteso, VAL non è nemmeno un programma di Samaritan, lo diventa solo in una fase successiva; fino ad allora era un esperimento esterno, piegato alle più crudeli pagine di mercato atte ad offrire le soluzioni commerciali più vantaggiose per l’azienda fondatrice.

Gli autori stavolta ci pongono contro un programma creato indipendentemente da Samaritan: non è questo a voler manovrare l’umanità, ma è l’umanità stessa e le regole del mercato che creano nuovi mostri e che poi la grande Intelligenza Artificiale abilmente aggira e manipola. E la scelta funziona anche perché ormai eravamo abituati ad intuire che trame orizzontali costruite intorno ad un sistema tecnologico fossero sempre progetti segreti di Samaritan: stavolta non è così, ed è un piacevole cambiamento.

Person of Interest - 4x15 Q&AAlla trama di VAL è legata l’indagine vecchio stile di Reese alle prese con un’altra donna forte, una boxeur che conosce il tema del suicidio molto da vicino e che ne è rimasta scottata, vittima delle macchinazioni di chi non vuole ammettere falle nel proprio programma. Sebbene il personaggio di Anna non sia particolarmente carismatico, dimostra per l’ennesima volta come gli autori siano estremamente abili nel creare personaggi femminili ben decisi e complessi, senza mai lasciarsi andare a semplificazioni o facili scivoloni. La tematica del suicidio – solo accennata in verità – permette però di riportare lo sguardo su Reese e sulla sua personalità, mai come prima in questa stagione (complice la presenza sporadica della psicologa) finalmente sviscerata e messa a nudo. Il colloquio finale tra i due, i riferimenti ai lutti patiti e alla necessità di andare avanti rappresentano uno dei momenti più funzionanti dell’intera puntata.

Person of Interest - 4x15 Q&ADall’altra parte in una delle non frequenti missioni in solitaria Finch è alle prese con una vecchia conoscenza, la Claire di “Nautilus che ritorna per chiedere aiuto al creatore della Macchina. Sin dalle primissime scene del loro incontro ha inizio una partita a scacchi che si concluderà, su stessa ammissione di Finch, con un pareggio: Claire infatti riesce a far credere, pur rischiando di essere scoperta, di essere in fuga da Samaritan e dai suoi scagnozzi. Finch, sebbene ci mostri per qualche attimo il suo lato più oscuro, che quest’anno stiamo conoscendo (ed amando), resta comunque un uomo che basa tutto sulla fiducia: se così non fosse, probabilmente non combatterebbe per salvare la vita dei “numeri” che la Macchina gli fornisce. Questo suo spirito è la ragione per cui vuole credere a Claire, anche se non si fida fino in fondo (il localizzatore sul pc), il motivo per cui la aiuta e quindi la segue. In tutto questo, eccoci messi di fronte ad una nuova realtà di Samaritan: scuole nei quartieri difficili, centri di accoglienza. Claire, che ha sofferto per tutta la vita la sindrome dell’abbandono, riesce a guardare solo a quanto di buono Samaritan stia costruendo, al modo in cui aiuti l’umanità ignorando tutto il resto; questo stesso punto di vista non può essere condiviso da Finch. che ha visto l’altra faccia di Dio, che ha conosciuto la crudeltà e la violenza che Samaritan è in grado di mettere in campo.

Person of Interest - 4x15 Q&ANulla di straordinario, ma questo episodio continua nel solco tracciato con sapienza dall’inizio di questa stagione: Samaritan prende sempre più consistenza ed il senso di accerchiamento dei nostri eroi si fa sempre più palpabile. Di contro, però, alcuni personaggi “avversari” iniziano ad aprire gli occhi (dopo Control, tocca anche a Claire cominciare a titubare) e la possibilità di uno scontro finale al termine della stagione si fa sempre più concreta.

Voto: 7 ½

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.


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7 commenti su “Person of Interest – 4×15 Q&A

  • Davide Tuccella

    Sono solo un po’ deluso dalla risoluzione troppo rapida e banale del case of the week di Reese, per il resto condivido la recensione e aspetto che la tensione verso il finale di stagione cresca!

    P.S. Un po’ ho sperato che Finch venisse portato via dal Samaritan Team, così per movimentare le cose.

     
  • Firpo

    Avrei dato anche mezzo punto in più all’episodio. Molto bello.
    Io, come Finch, avevo sperato fino all’ultimo che Claire non facesse il doppio gioco anche se il tarlo era inevitabile averlo, soprattutto dopo che lei ha tirato fuori una chiavetta che può distruggere Samaritan…

     
  • SerialFiller

    Non mi è sembrata una puntata cosi priva di guizzi onestamente. Il confronto Claire Harold per quanto telefonato agli occhi dello spettatore più smaliziato mi è sembrato fondamentale sia dal punto di vista del mero confronto fra i 2, sia dal punto di vista dei risvolti. Da Harold , claire scopre quantomeno una cosa fondamentalissima: la mappa delle zone ombra. Con questa nuova info state sicuri che Samaritan impiegherà un nanosecondo a rendere visibili tutti i punti oscuri e braccare ancora di più il team Machine. Claire ha dei rimorsi? forse si, forse Harold le ha messo la famosa pulce nell’orecchio ma ciò non le ha vietato di andare fino in fondo con il piano di cattura del nostro quattrocchi preferito. Quest’ultimo stabilisce un pareggio nello scontro, a me è sembrata una vittoria schiacciante di Samaritan. Con una shaw in meno, una mappa scoperta, e tutti i membri più vulnerabili servirà un vero ribaltone da parte di Claire e Control per riacquisire fiducia e controllo della situazione. Certo è che Nolan non lascia nulla al caso e tutti i pezzi presto si incastreranno alla perfezione proprio come nel suo piccolo avviene in questa puntata con l’azienda manipolatrice delle emozioni inglobata dal Dio Samaritan.
    Voto 8,5 per me

     
  • annamaria

    Claire si tradisce ben prima di chiamarlo Harold, lo fa quando gli dice che gli dispiace “per la tua amica”!
    Harold aveva parlato solo di “perdita”, senza specificare il sesso.
    Il fatto è che Harold “vuole” credere di aver trovato un alleato perché stare sempre sul chi vive è così stancate e perché si sente molto solo e ha tanto bisogno di qualcuno vicino.
    Mi fa tenerezza e tanta tristezza.
    Sì, la situazione è, apparentemente, quasi senza speranza.
    Migliorerà?
    Mi auguro che non ci tengano in questo purgatorio fino alla fine della stagione, credo che non lo reggerei.

     
    • Rinaldo

      Citazione da annamaria:
      Claire si tradisce ben prima di chiamarlo Harold, lo fa quando gli dice che gli dispiace “per la tua amica”!
      Harold aveva parlato solo di “perdita”, senza specificare il sesso.

      Questo vale solo nella traduzione italiana.
      In inglese la parola “friend” significa sia “amico” che “amica” e quindi Claire, nel dialogo in lingua originale, non fa alcuna distinzione di sesso.