Continua il periodo d’oro delle interazioni tra televisione e fumetto con l’arrivo sulla CW di una nuova serie televisiva: tratto dall’omonimo albo, iZombie ha esordito sul piccolo schermo promettendo una ventata di novità. Il risultato, però, non è dei più promettenti.
Il mondo della televisione ormai da qualche anno – e di pari passo con il cinema – ha visto in modo sempre più massiccio l’arrivo di trasposizioni di opere create inizialmente come fumetti, spesso con risultati più o meno riusciti (The Walking Dead e Arrow sono solo due delle possibilità in tal senso). La stessa CW non ne è rimasta estranea, sobbarcandosi del ruolo di dare il via ad una parte del mondo televisivo della DC Comics occupandosi, oltre che di Freccia Verde, del suo spin-off The Flash, mentre prossimamente parleremo anche di Supergirl. L’arrivo di iZombie, però, ha rappresentato in sé un interessante fattore di novità concernente, soprattutto, il tono utilizzato per narrare le vicende della nostra protagonista.
Andando con ordine, al centro della scena c’è la figura della giovane Olivia Moore, studentessa di medicina di successo e pronta al matrimonio; durante una festa in barca, però, una nuova droga scatena un’ondata di zombie e la ragazza stessa si “trasforma” in una di queste creature, perdendo ogni stimolo nella propria vita. Grazie ai poteri che acquisisce dai cervelli di cui si nutre, Liv collaborerà con la polizia per risolvere alcuni delitti e ritrovare la giusta direzione nella sua non-vita.
La serie è stata affidata a Rob Thomas e Diane Ruggiero, già alla guida della serie del 2004 Veronica Mars; i debiti nei confronti della loro creatura, in effetti, sono fortissimi, a partire da una bionda protagonista e dal mondo visto attraverso i suoi occhi e il suo voice-over. Non solo, ma superata rapidamente la trasformazione di Liv in zombie, il fulcro dell’episodio pilota si concentra sin da subito nel dichiarare quale sarà il leitmotiv di questa prima stagione di 13 episodi: la trama verticale. Se escludiamo, infatti, un tenue accenno ad un racconto di più ampio respiro, gli autori mettono sin da subito in chiaro che al centro della narrazione ci sarà un’impostazione di natura procedurale. Strano per un canale, la CW, che ha sempre sfruttato prevalentemente un filone narrativo unitario da stringere al lato più teen del proprio pubblico di riferimento.
Il vero punto di forza del pilot è la scelta di narrare le vicende e le indagini di Liv mediante un tono canzonatorio e divertito, con un’ironia generale molto forte e sincera. La formula, sebbene destabilizzante a tratti, funziona molto ed il racconto risulta leggero e coinvolgente; come se non fosse chiaro sin dalle prime battute, poi, la serie sceglie di mantenere un’impostazione fumettistica con una suddivisione in capitoli e richiami diretti allo stile grafico di provenienza.
Se c’è una cosa che raramente la CW sbaglia è la scelta di casting dei protagonisti: anche questa volta, infatti, la selezione sembra convincente e Rose McIver risulta essere perfetta negli abiti di Olivia, sapendo gestire perfettamente i tempi comici e la mimesi – limitata – di cui uno zombie ha necessità. Accanto a lei, però, il disastro: non tanto Rahul Kohli – nei panni del suo capo nonché l’unico a conoscere il suo segreto – ma in particolare Malcolm Goodwin – il partner poliziesco – che ha una recitazione sopra le righe e macchiettistica. Il resto del cast poi non è particolarmente pervenuto, ma si conferma l’attitudine della CW di scegliere puntando più sul lato estetico che su quello attoriale.
Pur rimanendo lontani dallo svelare punti cardine dell’episodio pilota, sotto il profilo della trama non si può rimanere un po’ delusi da questo episodio che mette su delle ottime basi narrative, ma si piega ad uno stile procedurale che non brilla nemmeno particolarmente per arguzia o eleganza (le motivazioni dell’assassino, ad esempio, sono ridicole). Se si è scelto di semplificare il fumetto d’origine (che prevedeva altre creature oltre agli zombie) si immaginava fosse per offrire qualcosa di altrettanto riuscito, mentre questo pilot fatica non poco ad attirare la nostra attenzione. È vero che siamo davanti al primo episodio e di strada potrebbe farne molta, ma per il momento le impressioni iniziali non sono particolarmente positive. Il pilot si comporta bene, ma questo non significa che un’intera stagione (e magari più) possa davvero basarsi su delle fondamenta così fragili.
iZombie è una serie da preferire se si è nostalgici di Veronica Mars, con cui i debiti sono fortissimi; tuttavia, se cercate un prodotto in grado di smontare lo stereotipo del genere e, perché no, sperate perfino in qualcosa di paragonabile a quanto fatto da Craven ed il suo Scream, siete ben lontani da quello che questo show, più modestamente, propone.
Voto: 6
A me non è dispiaciuta. Come detto in recensione la protagonista è azzeccatissima e qualcosa di orizzontale (specie nel sogno finale) si vede. Mi è piaciuta anche la depressione post-zombesca. Secondo me è presto per dare un giudizio complessivo. Era un pilot e come tale molto presentativo-
Diciamo che lo spunto potrebbe renderla una bella serie di intrattenimento puro, ma patisce il fatto di fermarsi sempre prima di graffiare davvero, e di avere una protagonista perfettina che tutti adorano al primo sguardo che indebolisce tutto la possibile ironia del plot