1992 – 1×03/04 Episodio 3&4 4


1992 - 1x03/04 Episodio 3&4Trovare il metro di giudizio con cui valutare una serie come 1992 non è facile: dopotutto si parla di una produzione italiana, un possibile passo avanti verso l’evoluzione di una serialità nostrana di una certa qualità. 

Eppure, nonostante ciò, non si può non notare come proprio la necessità di elevarsi al livello statunitense (o inglese) possa costituire uno dei principali limiti del nuovo show targato Sky Atlantic: questi due episodi lo confermano, ma evidenziano anche come, in certi momenti, 1992 sia capace di sviluppare un’identità vera e propria.

1992 - 1x03/04 Episodio 3&4Si pensi, ad esempio, all’intera storyline di Leonardo Notte, protagonista indiscusso della serie, capace di incarnarne sia i pregi che i difetti: i tentativi di renderlo interessante tramite un passato misterioso, quella personalità che cerca di essere magnetica, di sconvolgere ogni volta con una rivelazione sul mondo della pubblicità (e della politica), è tutto già visto. Il problema, in questo caso, è che la linea che separa l’ispirazione dal tentativo di imitazione qui viene superata senza troppi problemi: il paragone con Don Draper è inevitabile come inevitabile è la disastrosa sconfitta che ne deriva, e ciò accade in primo luogo perché il personaggio di Stefano Accorsi non è supportato né da un’interpretazione abbastanza valida, né da una scrittura che ne costruisca la profondità. Le volte in cui Leonardo Notte cerca di esprimere acume e furbizia sono spesso e volentieri quelle che danno luogo alle scene più imbarazzanti, tra cui è impossibile non citare quella con la maestra di Viola (“Vede a insistere sui lavori manuali?”).

1992 - 1x03/04 Episodio 3&4Funzionano molto meglio, invece, le sequenze in cui i tentativi di rifarsi ai canoni d’oltreoceano vengono accantonati (o perlomeno attenuati) in favore di alcune scelte decisamente più riuscite, personali grazie al legame con la storia e la cultura nostrana: si parla, in particolare, del passato di Notte come politico, capace di dar luogo a dei racconti piuttosto interessanti sui movimenti giovanili italiani. Tutto quello che inevitabilmente risulta unico nella serie, insomma, ne evidenzia gli aspetti migliori, criticando alcuni problemi dell’Italia di allora (e di oggi) in maniera efficace; interessante, in questo senso, la scelta di far abbandonare al protagonista Publitalia alla fine del quarto episodio, frutto di una costruzione che ben sottolinea l’arretratezza e l’incapacità di cambiare di alcune menti dell’epoca. La scena della cena al ristorante non è certamente tra le più sottili nel mostrare l’indecisione di un cliente nella scelta del dolce, ma rende bene il concetto, nonostante una scrittura – ma ormai dovrebbe essere chiaro – piuttosto abbozzata e grossolana.

1992 - 1x03/04 Episodio 3&4In questo contesto positivo, comunque, non si può non includere l’intera linea narrativa coinvolgente Luca Pastore e Di Pietro, spesso in grado di intrecciarsi con eventi realmente accaduti (in questo caso, l’assassinio di Falcone) con successo. La storyline mette in scena quella che è sicuramente la parte più interessante della serie, sviluppando le indagini in maniera piuttosto canonica, ma anche abbastanza riuscita: la storia del personaggio interpretato da Domenico Diele, inoltre, si inserisce bene nel contesto, e le frequenti ricadute nei luoghi comuni del caso (i cali di attenzione, la “visione” di Mainaghi al posto dell’interrogato) vengono in parte giustificate da uno sviluppo coerente con le premesse.
Anche la scelta di intrecciare la sua storyline con quella di Veronica funziona, riuscendo a riunire (anche se brevemente) entrambi i personaggi grazie ad un unico punto di rottura; a tal proposito, tuttavia, si può dire che il personaggio di Miriam Leone subisca un trattamento nettamente meno riuscito, grazie a delle scelte mai in grado di uscire dalla gabbia dello stereotipo. Si parla, ad esempio, dello sfogo con la sorella, giornalista che inevitabilmente racconta le sue dichiarazioni private, e delle delusioni da Notte e Mainaghi, entrambi incapaci di dare alla donna quello che realmente desidera (in un caso stabilità, nell’altro il successo). Ogni scena, insomma, sembra essere ampiamente prevedibile dallo spettatore, complice la solita scarsa qualità nei dialoghi che abbassa ulteriormente il livello della storyline.

1992 - 1x03/04 Episodio 3&4Ma il personaggio che forse presenta i maggiori problemi in questi due episodi è quello di Pietro Bosco, completamente separato dalle altre linee narrative e trasferito a Roma, in Parlamento: lo svolgimento della sua storia ha molte potenzialità, ed è proprio per questo che quando lo sviluppo si rivela scontato e mal costruito la frustrazione non può che aumentare. Il problema del personaggio è che la sua evoluzione non presenta alcun approfondimento, ma avviene in pochi minuti, senza che lo spettatore realizzi cosa è appena accaduto: Bosco passa dall’essere quello che rimane quasi chiuso fuori dal convento al “secchione” (come lo chiama il collega) incompreso dal suo partito, e il passaggio da una fase all’altra viene presentato troppo rapidamente. L’incontro con il benevolo e generoso “mentore” della DC, inoltre, non solo risulta esageratamente stereotipato, ma cozza con il quadro che la serie sta cercando di presentare, mettendo in scena una realtà che ha poco senso di esistere; per non parlare della banalità degli insegnamenti imposti (“la politica a Roma non si fa in Parlamento”) e della facilità con cui avviene la messa in atto del piano.

Con questi due episodi, insomma, 1992 si conferma un prodotto fortemente difettoso ma non privo di potenzialità, che vengono spesso oscurate da delle interpretazioni e una scrittura non all’altezza; la speranza è che, con l’evolversi della stagione, si tenti di dare maggiore rilievo a quella che è la componente più originale – e, per questo, più riuscita – della serie, spesso troppo ancorata al costante tentativo di emulazione di un modello (quello d’oltreoceano) per ora praticamente irraggiungibile.

Voto 1×03: 6 ½
Voto 1×04: 7-

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4 commenti su “1992 – 1×03/04 Episodio 3&4

  • Travolta

    Scontato quasi banale .
    Continua a non convincermi e continuo a non andare oltre il 5,5/6.
    Alcune scene come quella dei leghisti sul treno sono involontariamente comiche.
    Alcuni attori ,Falco e Diele, a mio avviso francamente imbarazzanti. Accorsi e’ Accorsi.
    Miriam Leone e’ di una bellezza imbarazzante…almeno quello 🙂 .
    Una curiosita’ : lo stesso prodotto ma con produzione ,sceneggiatura ed attori USA come sarebbe? O provocatoriamente cosa sarebbe ad esempio HoC (e non ci vado matto gia’ cosi ) con Accorsi al posto di Spacey ? 🙂

     
  • Anna

    Anche solo l’aver pensato di potersi ispirare in qualche modo a Don Draper è secondo me un errore imperdonabile. Gomorra funziona perché la tecnica e la realizzazione si ispirano alla grande serialità americana ma il succo e’ tutto italiano, qui troppa ispirazione Usa e pochissima originalità, tutto sa di già visto e prevedibile, personaggi stereotipati, frasi ad effetto che effetto non fanno. Molto patinata ma inconsistente, eppure il potenziale c’è tutto.

     
    • Pietro Franchi L'autore dell'articolo

      Esattamente quello che penso e che ho cercato di esprimere nella recensione 🙂 diciamo che per ora ci sono ampi margini di miglioramento, è un peccato vedere tutte queste potenzialità buttate al vento.

       
  • sixfeet

    Sono pienamente d’accordo con Pietro e Anna. Un enorme potenziale in gran parte sprecato 1992. Personalmente credo che le ragioni vadano ricercate su due filoni principali: dei dialoghi spesso al limite del ridicolo e poco credibili e una recitazione (tranne forse gli attori che interpretano Bosco, Mainaghi e in parte Veronica) sotto ai livelli di decenza. Già un personaggio come quello di Notte interpretato da un Kim Rossi Stuart o un Favino credo avrebbe aumentato il punteggio di questa serie.