1992 – 1×09/10 Episodio 9 & 10 10


1992 – 1x09/10 Episodio 9 & 10Da un’idea di Stefano Accorsi è nata 1992, serie che nel bene e nel male ha catalizzato l’attenzione dei media italiani e non solo. Dopo cinque settimane arriva al suo epilogo stagionale, preannunciando almeno un’altra annata.

Sono state dette tantissime cose su questa prima stagione, sottolineando le buone intenzioni così come i mediocri esiti estetici di una serie che, tra luci (poche) e ombre (molte), ha riportato sotto gli occhi di tutti una congiuntura nazionale di grande rilevanza. Criticare 1992 ha in ogni caso significato essere obbligati a riflettere su ciò che la serie racconta, ragion per cui Sky, Accorsi e l’intero progetto hanno vinto lo stesso, anche se la loro creatura non si è dimostrata riuscita come avrebbero voluto.

Non ci servono politici, dobbiamo vendere un sogno.

1992 – 1x09/10 Episodio 9 & 10Il nono episodio inizia proprio lì dove era terminato l’ottavo, su quell’intuizione di Notte che, guardando giovani impiegati e imprenditori, vede il futuro, una classe dirigente in grado di portare una vento nuovo nella politica italiana. Gli autori vanno alle radici di Forza Italia, alle origini del “partito azienda”, iniettando una dose di epica in una storia abbastanza nota e mettendo al centro gli occhi sognanti (seppur disperati) di Leonardo Notte, che crede di essere il primo ad aver visto il domani. Attraverso il suo personaggio vengono veicolati i nuovi valori di cui si farà portatore il prossimo Presidente del Consiglio e il modello culturale che si porterà dietro: la politica si fonde con lo show-business, la selezione del personale con i provini, gli argomenti e i contenuti vengono sostituiti dalla superficie e dall’apparenza. Nel sorriso di Accorsi che guarda i provini dei politici del futuro vediamo la nascita del mostro, con tanto di diffusione dei miti che da lì in poi caratterizzeranno tanti giovani e meno giovani italiani, dal sorriso sempre stampato al desiderio come unica guida, dalla sbornia di successo al sesso come parte inscindibile della vita (“Che ne pensi di questi?”, “Me li farei tutti”). L’uomo nuovo non è solo un politico, è un tipo di maschio in grado di attecchire anche su uno sguardo femminile (“Faccia da bravo ragazzo, ma con un gigantesco lato oscuro”), plasmato su una serie di cliché atti a colpire il più possibile alla pancia del paese. Quella che ci presenta la serie è un’enorme fabbrica di cloni, progettati ad hoc (e qui c’è uno dei lati maggiormente romanzati della serie, cosa tutt’altro che negativa) per costruire una nuova ed efficace classe dirigente.

Tu mi dai i soldi e io ti consegno le prove. Così io mi faccio una vita nuova e tu cancelli quella vecchia.

1992 – 1x09/10 Episodio 9 & 10Al centro della scena però c’è quasi sempre lui, Leonardo Notte, ultimo volto in attesa di essere catturato dall’obiettivo della telecamera, figura fino a quel momento mancante, demiurgo che si fa protagonista del video utilizzando, per recitare, il libro che gli aveva regalato Dell’Utri in apertura di episodio: nientemeno che Petrolio di Pasolini. Notte che fa il provino per quella che sarà Forza Italia leggendo un intensissimo passo del celeberrimo testo pasoliniano è sicuramente una delle immagini più forti dell’intera stagione, che dà l’idea del totale scollamento di forma e contenuto, restituendo un involucro che ormai non considera e non riconosce più ciò che contiene, ma lo usa a proprio piacimento a seconda degli interessi del caso. Una condotta (che sarà) politica, derivante da una precisa condotta di vita, esemplificata dal personaggio di Notte: un vero e proprio parassita, un animale dall’enorme adattabilità, in grado di sopravvivere a ogni cosa, azzerando completamente gli effetti delle sue azioni sulla sua coscienza. La sua natura privata, in cui abbuffate di sesso e droga tentano invano di coprire i lati oscuri della sua anima, trova nella lotta con Rocco Venturi il momento di massima sintesi. Sin dall’inizio la parabola di Leonardo Notte è stata caratterizzata dalla spy story legata a un suo omicidio del passato di cui Venturi, di giorno mascherato da ufficiale di polizia e di notte misterioso strozzino, ha le prove. Notte, dopo qualche tentennamento che gli costerà il posto di lavoro e la stima del suo mentore Dell’Utri, decide di far saltare il banco, finendo in un corpo a corpo che lo vedrà vincitore, ma nuovamente assassino. Con questa sequenza, Sky si avvicina ai modelli di racconto a cui si ispira e in particolare alla rappresentazione della violenza targata HBO, portando l’asticella qualitativa decisamente più in alto del livello medio stagionale.

Io conto ancora qualcosa, le posso far avere un collegio sicuro, così lei non abbandona la politica per colpa mia e la DC ci guadagna una bella faccia fresca, nuova. Ne abbiamo bisogno come il pane.

1992 – 1x09/10 Episodio 9 & 10Dopo una breve rassegna di alcune delle cose più positive di questo finale di stagione, ci avventuriamo verso i lati meno felici partendo dalla figura di Pietro Bosco. Nel suo caso, come in quasi tutti gli altri, vi è lo sdoppiamento tra il lato prettamente politico e quello più legato alla caratterizzazione umana. Se in un primo momento la rappresentazione della Lega Nord, del culto di Bossi, della sua ascesa repentina e della tipologia di esseri umani che in maggioranza ne faceva e ne fa parte apparivano un po’ troppo esagerati, vicini allo stereotipo e tagliati con l’accetta, con il prosieguo della stagione lo sguardo sui palazzi del potere si è fatto un po’ più sfumato, più complesso. In particolare, le cose sono mutate con l’intensificazione del rapporto tra Bosco e Gaetano Nobile, politico della Democrazia Cristiana con cui il giovane e arrembante leghista stringe un rapporto di interesse e non solo. Il loro scambio di favori mette in luce le caratteristiche della corruzione parlamentare, concentrandosi sugli scambi di favori che dalla vita politica vanno verso la vita privata e viceversa. Quello che oggi chiamiamo “scilipotismo”, e che prima abbiamo conosciuto attraverso altre personalità politiche (Mastella, i “peones”), viene messo in scena abbastanza bene dalla serie, presentando gli embrioni di un parlamento che sarà da quel momento in poi sempre più corrotto. Non mancano le sequenze poco riuscite, come quella in cui Bosco è da solo nella Camera dei Deputati e l’attenzione è posta sul peso morale della sua scelta, in una scena in cui, come se quell’immagine non bastasse a rendere il messaggio, si aggiunge anche un ridondante e ricattatorio pianoforte di commento.

Lo sa che ho sognato che da lì usciva il braccio di un uomo?

1992 – 1x09/10 Episodio 9 & 10Il livello scende tragicamente quando la serie tenta di raccontare l’uomo o la donna che si nascondono alle spalle dei personaggi più o meno pubblici costruiti fino a quel momento. Pietro Bosco e Veronica Castello risultano abbastanza efficaci quando si propongono come testimoni di un’epoca, quando cioè la loro vita è lo strumento per raccontare un pezzo dell’Italia da una precisa prospettiva, che sia il giovane e rozzo che dalla società civile finisce in parlamento o la ragazzina ormai donna che sogna di fare la conduttrice televisiva. Quando invece la serie si spinge a raccontare la loro relazione sentimentale si solcano i territori del peggior cinema italiano, dove il patetico tracima nel ridicolo e a volte nell’insensato, come nella sequenza di montaggio parallelo in cui l’alternanza di scene di Veronica che va ad abortire e di Pietro che le acquista l’anello di fidanzamento è rotta da immagini più o meno metaforiche (di cosa?) relative alla città di Roma e alle sue antichità che in quel momento non sono giustificate da nulla. Senza contare che le scene che li vedono protagonisti sono caratterizzate dai peggiori dialoghi della serie (“È così sbagliato farci una famiglia nostra?” oppure “In quella testa di merda sei rimasta una puttana”), oltre che dai più classici cliché narrativi come la scena in cui lui picchia lei.

Craxi sapeva tutto quello che faceva Balsamo. Sapeva tutto.

1992 – 1x09/10 Episodio 9 & 10Arriviamo infine al grande triangolo che vede al centro la figura di Luca Pastore, il personaggio peggio delineato della serie, ma che, a differenza di Pietro e Veronica, con l’andare avanti degli episodi è stato capace di correggere parte dei suoi enormi difetti. Luca, giovane e puro idealista malato di AIDS, coltiva la sua ossessione per lo scandalo sul sangue infetto, che ha rovinato la vita a lui e a tanti altri, tenendo per mano da una parte la storyline che lo lega a Bibi Mainaghi e dall’altra quella che porta a Di Pietro, a Tangentopoli e all’arresto di Craxi. Fortunatamente con il passare degli episodi la vicenda della malattia ha perso d’importanza, e allo stesso modo la centralità dell’inchiesta “Mani pulite” non si è rivelata così forte come ci si aspettava prima della messa in onda della serie. Una delle paure più grandi infatti era costituita dal rischio di restituire una versione eccessivamente apologetica della figura di Di Pietro e della magistratura; 1992 invece si è rivelata una serie in cui Tangentopoli ha coperto un ruolo in fin dei conti marginale, con Antonio Di Pietro a fare da personaggio sostanzialmente secondario e decisamente distante dal suo referente reale, e questo è stato sicuramente un bene.

Sarà uno splendido 1993.

1992 – 1x09/10 Episodio 9 & 101992 si conclude con due episodi sostanzialmente migliori rispetto alla media stagionale, i quali, un po’ per la necessità di tirare le fila della narrazione, un po’ perché le storie che avevano più cose da dire hanno preso il sopravvento su quelle più sterili, lasciano un lieve speranza rispetto al futuro della serie. L’ultima battuta apre a una nuova stagione dedicata all’anno successivo (la trilogia è stata confermata dal produttore Lorenzo Mieli), che immaginiamo sarà caratterizzata dagli stessi personaggi principali. Di questa appena trascorsa conserviamo l’enorme ambizione – che pur bisogna considerare nel momento del giudizio finale – e gli esiti decisamente insoddisfacenti, seppur con qualche momento riuscito. Tuttavia, il tentativo di ricostruire l’immaginario che un anno così cruciale per la storia recente del nostro paese ci ha lasciato, e inserire all’interno di questa ricostruzione personaggi di finzione da mettere in dialogo con quelli ispirati alla realtà storica, ha destato senza dubbio una curiosità inedita per il panorama televisivo italiano, dimostrata dal fatto di essere arrivati fino alla fine senza soffrire poi più di tanto. Non possiamo a questo punto che aspettare una seconda stagione, sperando che gli ingombranti difetti vengano limati e alcuni pregi sviluppati con maggiore impegno.

Voto episodi 9 & 10: 6,5
Voto stagione: 5,5

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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10 commenti su “1992 – 1×09/10 Episodio 9 & 10

  • Travolta

    In effetti i due episodi meno peggio della serie.
    Il nono episodio finche’ non compare la Falco e’ davvero da 6,5/7 . Bene Bosco e Leone.La dieci un po’ inferiore.
    Mio voto alla stagione 4,5.
    Gia’ scritto tante volte ma alcuni “interpreti ” non sono nemmeno presentabili e nell’insieme questo cmq si fa sentire.

     
  • Matteo Re

    A mio parere la “colpa” principale di 1992 è di arrivare dopo le produzioni di Romanzo Criminale e Gomorra che hanno toccato livelli altissimi. Ci si aspettava quindi un prodotto per certi versi simile e le aspettative inutile dirlo non sono state rispettate.Fatta questa precisazione ritengo che la serie abbia anche i suoi lati positivi e a me personalmente seppur a livelli non altissimi ha suscitato interesse e voglia di vedere come sarebbe finita.Purtroppo la pochezza di certi attori si é notata palesemente e non vedo come possa essere superata nelle stagioni future!Io comunque un 6 alla stagione riesco a concederlo!

     
  • Vincent

    Nonostante non mi abbia entusiasmato credo che il 6 questa serie lo meriti. Su Tangentopoli e sulla serialità TV italiana la letteratura pregressa è piuttosto scarsa (sul secondo almeno qualcosa si sta muovendo) e il tentativo era davvero ambizioso. Come avete detto voi, inoltre, la serie e Accorsi hanno comunque vinto perché capaci di generare un dibattito sull’argomento.

     
  • sixfeet

    Concordo al 100% con la recensione. Non posso che riconfermare che 1992 è un enorme potenziale sprecato. Per rendere l’idea pensate a Gomorra; il materiale di partenza in questo caso era una guerra fra due clan per il potere, un figlio del potente inizialmente inadeguato…etc . Insomma cose già viste e riviste, eppure con una solida sceneggiatura/regia e degli interpreti più che all’altezza ne è uscito un capolavoro. Dall’altro lato che abbiamo? un ambientazione da caduta degli Dei con i potenti di un tempo che crollano sotto il peso delle indagini di un manipolo di magistrati, i veleni, i suicidi e nel mezzo un personaggio che con una straordinaria operazione di marketing si appresta a occupare il vuoto di potere. Non so, ma credo che in America con solo la metà di questi spunti vi avrebbero fatto dieci stagioni da Emmy Award, mentre qui ci siamo ritrovati con questo prodotto decisamente mediocre.
    Infine un ultimo commento riguardo la dizione. Il tema è stato spiegato benissimo da Matteo Bordone sull’Internazionale. Sono convintissimo che la dizione è qualcosa di estremamente sopravalutato in Italia, potrà andare benissimo per il doppiaggio o se si recita Shakespeare a teatro, ma nel cinema italiano riesce solo a rendere i dialoghi terribilmente artificiali, dal momento che nella realtà tutti hanno le loro inflessioni e accenti. Sarà un caso che la migliore interpretazione di Accorsi è stata il “du gust es megl che one”? Magari se a Notte gli fosse scappata ogni tanto qualche inflessione emiliana (nella serie il personaggio è emiliano come appunto Accorsi) il personaggio ci avrebbe guadagnato in veridicità.

     
  • Firpo

    Meh.
    Ci sono state cose buone ma direi che si contano sulle dita.
    Dopo un pò i personaggi di Bosco/Castello sono diventati insostenibili. Soprattutto il personaggio di lei.
    Pastore non lo reggo e Notte è odioso (ma forse è stato “disegnato così”). Peggio ancora è interpretato da un Accorsi che ha sempre la stessa faccia da schiaffi.
    Buono il personaggio Di Pietro, ma non c’entra nulla con la persona reale (parla perfino con una perfetta dizione italiana!).
    Se come leggo molto spesso questa serie è superiore alla media delle fiction italiane (non di Sky) ho fatto bene a non vederne più dai tempi di la Piovra non ricordochenumero.

    Io in realtà sono un pò delusa anche da come è stata venduta la serie. Si parlava di una serie su Tangentopoli, ma di Tangentopoli non si è visto quasi nulla. Va bene romanzare ma qui gli eventi di cronoca sono rimasti uno sfondo per raccontare la vita di questi cinque personaggi in maniera tutt’altro che egregia.

    E non ho aperto il capitolo Tea Falco. Inascoltabile.
    E forse la sua interpretazione è l’unica cosa che ha suscitato l’ interesse di chi ha guardato e soprattutto di chi non ha guardato la serie. Almeno a giudicare dal “baccano” che si è creato in internet su di lei.

     
    • Rorschach

      Di Pietro lo sa parlare l’italiano, non è che si diventa magistrati a caso, il problema è che quando parla di politica (Berlusconi) si agita e si mangia qualche parola.
      Per tutto il resto son d’accordo

       
  • memmuz

    Seriaccia dal contesto storico paraculo e “impegnato”. Ma d’altronde sappiamo fare – tranne pochi casi – soltanto questo; parliamo solo di Noi, della nostra storia, politica, mafia, e sempre poco, pochissimo dei personaggi.

     
    • Vincent

      Io penso che dei personaggi in questa serie si è parlato e pure tanto. Il problema è che è stato fatto male. Inoltre se non di “Noi, della nostra storia” di chi vorresti parlare?

       
  • Rorschach

    Sono arrivato a metà della ottava, mi è dispiaciuto constatarlo, ma non ho proprio voglia di vedere il resto, forse lo farò solo perché spero in una seconda stagione con qualche cambio di attore.
    Mi sono reso conto che c’è una differenza netta tra questi personaggi e quelli delle due serie di Sky che tutti conosciamo, questi parlano l’italiano che un giornalista di “Internazionale” definisce “attorese”, ed è proprio vero. Volete raccontare l’Italia? Allora usate personaggi italiani, e alla base dell’essere italiano c’è l’appartenenza ad una regione, che ne caratterizza il linguaggio.
    Va beh poi ci sono altre 50 ragioni per cui non mi sta piacendo

     
  • Daniele

    Scusa la poca conoscenza del meccanismo seriale. Non capisco per quale motivo hai definito la rissa tra Notte e il ricattatore come “HBO style” e alto picco mentre Bosco che picchia lei come clichè. Secondo me sono entrambi piuttosto prevedibili. Poi indubbiamente la prima mi è parsa essere meglio girata ed interpretata (non da Accorsi, che sembra sempre in fila alla posta), la seconda invece no. Quell’anello che cade di mano al Bosco, girato al rallenty alla fine fa piuttosto tenerezza (talmente ingenuo da sembrare Sentieri).