House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38 6


House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38Siamo a un passo dalla conclusione della stagione e House of Cards inizia il rush finale delle varie storyline sviluppate, preparandosi al salto verso il prossimo anno. Non è ancora ora di tirare le somme, ma questi episodi introducono uno scenario che mostra gli Underwood, in vista dei risultati delle primarie, ancora in una situazione di precarietà politica e privata.


Provati dal tradimento di Jackie e dai fallimenti in politica estera, il Presidente e la First Lady navigano a vista cercando di conquistare il caucus e liberarsi della concorrenza, motivata e determinata, della Dunbar.
In questa situazione di tensione, i limiti legati al netto cambio di registro narrativo ‒ che in questa terza stagione ha quasi snaturato il fulcro dello show ‒ emergono forti e chiari: nel “Chapter 37” e nel “Chapter 38” quasi nulla funziona tranne quello che ha sempre funzionato, ovvero Claire e Frank.
Che sia una scelta sbagliata o un semplice e inevitabile sviluppo del soggetto, è abbastanza evidente che il passaggio della serie da puro intrattenimento (perfettamente realizzato) al tentativo di costruzione realistica di rapporti e scenari politici ha portato lo show a ripiegarsi su sé stesso.

House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38House of Cards era un mondo privo di morale e punizione, fuori dal tempo e dalla logica, dominato da villain meravigliosi che fanno cose molto cattive: mostrare ora debolezze e sentimenti di personaggi come questi, figure letterarie senza limiti di umanità che sinora avevano agito senza tener conto di essi, sta esponendo la serie al rischio di scadere nei meccanismi del melodramma.
Queste cadute di stile e tensione hanno costellato a tratti tutta la stagione ma si mostrano con grande evidenza in questo terzultimo e penultimo capitolo, e più che per gli Underwood ‒ sorretti dalla recitazione impeccabile di Wright e Spacey, mai come quest’anno in grado di reggere anche gli sviluppi meno credibili ‒ il problema riguarda i personaggi di contorno.

I almost respect it.

House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38Prima su tutti, Jackie, che nel corso di una manciata di episodi passa dalla capacità della seconda stagione di tener testa a Frank alla paura di essere manovrata da lui, motivata con un moralistico rifiuto di essere percepita come un pitbull.
Senza una vera motivazione né un’evoluzione coerente, la sua durezza di personaggio guidato dall’ambizione si è trasformata in un sentimentalismo che trova solo un minimo riscontro negli eventi, giustificato da dubbi politici francamente abbastanza ridicoli, come il tacciare Frank di ipocrisia dopo averne condiviso in gran parte i maneggi.
Anche l’improvviso appoggio alla Dunbar, oltre ad essere assurdo (una mossa del genere costerebbe a chiunque la carriera, nel mondo reale), è motivato in maniera frettolosa, e chiama in causa l’affetto verso bambini mai apparsi sullo schermo, figli di un marito che è sempre stato rappresentato più come un utile escamotage che come la metà di una coppia (e che peraltro non si fa scrupolo a tradire nell’episodio successivo).
Il punto in cui si sfiora davvero l’effetto soap è nel rapporto con Remy, che, folgorato sulla via di Damasco da un episodio di razzismo di poco conto, diviene improvvisamente un hippie alla ricerca di sé stesso, scatenando in Jackie un desiderio di cambiar vita di cui non si erano mai letti segni premonitori, e soprattutto dando luogo a una delle scene d’amore più stereotipate che si siano viste ultimamente in TV.

I needed to show you I was serious.

House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38È con Doug che emerge con più evidenza il lavoro poco accurato svolto dalla sceneggiatura in questa stagione: da figura shakespeariana, il braccio destro di Frank si è trasformato in figuretta da romanzo d’appendice. Già appesantito narrativamente da una crisi umana che non sembrava avere senso né fine e dall’abbozzo di spy story legata a Rachel, in questi capitoli Doug si getta negli affetti familiari e ricompone il rapporto con l’incolore fratello: un percorso che potrebbe apparire, per quanto banale, coerente, in quanto legato allo stallo forzato, all’impotenza e all’inattività; potrebbe, se soltanto non fosse preceduto e seguito da tripli giochi politici, e concluso rendendolo di nuovo l’esatta copia del sé stesso pre-incidente.
Questa terza stagione ha preso il personaggio con la maggiore potenzialità iniziale, l’ha stravolto più volte e infine ne ha chiuso il percorso frettolosamente; alla fine di “Chapter 38”, lo ritroviamo come sempre al fianco di Frank, a fare le cose che ha sempre fatto, solo minimamente scalfito da un travaglio personale teoricamente durato ben 12 episodi.

Legacy is their only child.

House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38Per gli Underwood, la parabola discendente personale che affianca quella politica è sicuramente frustrante ma più funzionale e giustificata. Il personaggio di Tom è una molla scatenante funzionale a fare emergere le debolezze di entrambi e a minarne l’unione in modo sottile, ma efficace.
Lo scrittore, vittima dei propri demoni in modo parallelo e complementare a Frank, riesce a comprendere più di ogni altro prima di lui quanto fragili siano le fondamenta di quella coppia apparentemente granitica: un rapporto di alleanza, più che un matrimonio, che si è sempre basato sui comuni interessi e non sull’attrazione e sul sentimento.
Un patto chiaro ed efficace solo finché non si fanno i conti e alla fine della corsa i risultati non sono comparabili, perché uno dei due governa il più potente paese del mondo mentre l’altra parla (di lui) al Rotary Club. Tom rende chiaro anche ai diretti interessati, attraverso il suo romanzo, che gli Underwood possono avere un senso solo nel mutuo rispetto di interessi comuni; un’unione di due egoismi così come il suo rapporto con la Baldwin, anche se lei, come tutte le donne, avrebbe avuto la pretesa di salvarlo da sé stesso.

Well, it was, wasn’t it? At least, that’s how we presented it.

House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38Le donne, grande punto debole di Frank Underwood: non solo perché non ne è sessualmente attratto (e se il threesome con Meechum della scorsa stagione non fosse stato sufficiente, con Tom ne abbiamo la prova definitiva), ma soprattutto perché le sottovaluta e non riesce a intravederne la spietatezza nascosta, celata da dubbi e scrupoli. Frank non sa trattare con le donne e lo dimostra scimmiottando con la Dunbar le stesse dinamiche che aveva attuato col presidente russo; lo dimostra portando Jackie all’estremo punto di tensione e lo dimostra anche con Claire, sottovalutandone le ambiguità e le aspirazioni. Frank cerca di tenere insieme la propria presidenza e il proprio matrimonio con la forza, senza rendersi conto che è proprio per questo che entrambi gli stanno sfuggendo di mano.
La lenta discesa verso il fallimento di Claire e Frank è sicuramente la parte che più funziona in questi episodi e in tutta la stagione: che Claire non sia mai stata incline ad essere soltanto la moglie è sempre stato molto chiaro e Frank sembra essere così accecato dal potere da non rendersi conto che si sta inimicando la sua più potente alleata.

House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38E per il destino dello show, la risoluzione di questo conflitto nel season finale e nella prossima stagione sarà l’aspetto cruciale: dopo una fase di introspezione, dovrà necessariamente scoppiare una guerra aperta perché House of Cards continui ad essere una visione interessante e uno show di primo piano nel panorama televisivo. Se questi “Chapter 37 & 38” provano qualcosa, infatti, è che i villain di House of Cards e i loro intrighi funzionano quando sono invincibili, inumani, bellissimi da guardare e in un certo senso, apotropaici.
Vogliamo che siano amorali, incredibili, che facciano cose indicibili: nel mondo stilizzato di questa serie possono avere spazio i fallimenti e le tragedie, ma soltanto in grande stile; nel momento in cui i personaggi perdono la loro gravitas e si confrontano con le debolezze umane, perdono il loro fascino.

Voto: 6 ½

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Informazioni su Eugenia Fattori

Bolognese di nascita - ma non chiedete l'età a una signora - è fanatica di scrittura e di cinema fin dalla culla, quindi era destino che scoprisse le serie tv e cercasse di unire le sue due grandi passioni. Inspiegabilmente (dato che tende a non portare mai scarpe e a non ricordarsi neanche le tabelline) è finita a lavorare nella moda e nei social media, ma Seriangolo è dove si sente davvero a casa.


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6 commenti su “House of Cards – 3×11/12 Chapter 37 & 38

  • DA9

    D’accordo in pieno! Arrivati a questo punto, ho aspettato a giudicare, mi ritengo piuttosto deluso dalla terza stagione. Se non ci fossero kevin and robin…. Ma per quale diavolo di motivo ridicolizzare e relegare a banali intrecci da fiction rai/mediaset personaggi comprimari che potrebbero decisamente arricchire ogni singola puntata??? Remy e Jackie che si mollano e poi si ripigliano (….e che ce frega?!?!?), lo scrittore cupo che s’innamora come un adolescente della giornalista con le palle, Doug sfruttato malissimo!! Sapevamo tutti di quella reliquia che rappresentava il diario della first lady, e quando ce lo ritirano fuori? Alla penultima puntata??? Beh, allora perchè non far fare il giro del palazzo a Doug prima per poi rimetterlo, giustamente, al fianco del Presidente??? Invece no!! Finte morti (a proposito ma Gavin scomparirà in Venezuela? spero di no), drammatiche ricadute nell’alcool per poi riuscirne con un film in hd col fratello e qualche appuntamento dagli anonimi. No!!! Troppo semplice!!! Ma come?? Le prime due stagioni piene di cattiveria, scaltrezza, arrivismo, occhi freddi, bugie come se piovesse ed ora? Tutti a piangere e ricredersi? Jackie è l’esempio più lampante: partita come un razzo che voleva arrivare presto e subito sulla luna, d’accordo con qualsiasi tipo di subdolo accordo e pronta a tutto per prendere una scorciatoia, resta delusa e piagnucolante dal comportamento del Presidente/complice? La domanda nasce spontanea: è credibile? Vabbè, consoliamoci col fantastico Kevin che, per me, se parlasse 45 min di Berlusconi rimarrei estasiato lo stesso. E saluti alla Dunbar (…..quanti di voi hanno accompagnato quel VAFFA???)

     
  • Marco

    Completamente d’accordo, sembra che House of Cards abbia perso la sua potenza espressiva perperdersi dietro trame banali e colpi di scena e scontati e raccontati male. Gli stessi personaggi sembrano snaturati. La serie si salva solo per l’immensa bravura dei due protagonisti, Kevin Spacey riesce a farti scorrere un brivido freddo lungo la schiena perfino ora che interpreta un Frank Underwood che sembra l’ombra di se stesso. Una nota di merito al personaggio del presidente Petrov, ma nel complesso, stagione sprecata.

     
  • winston smith

    Quello di Jackie è sempre stato un personaggio combattuto fra la volontà di essere buona e la volontà di raggiungere l’obiettivo prefissato a qualsiasi costo: non a caso si qualifica fin dal principio attraverso il suo passato di soldato, ovvero la professione per eccellenza quando si tratta di mettere in mostra i conflitti fra desiderio (andiamo a proteggere gli indifesi, costruiamo scuole e ospedali per i bisognosi, onoriamo la patria) e realtà (chi spara per primo spara due volte e chi spara più veloce spara per primo). Jackie è Frank con una coscienza e lo è dal momento in cui il personaggio è stato introdotto nella narrazione. Il suo percorso è estremamente coerente, forse il più coerente dell’intera serie: sceglie di appoggiare la candidatura di Dunbar perché in lei rivede sé stessa in una versione più pura e più idealista, che non accetta quei compromessi a cui Frank l’ha costretta (nel senso che nella versione di Underwood o fai così o non fai carriera) in passato, nel presente e sicuramente nel futuro per raggiungere la posizione di preminenza all’interno del partito a cui ambiva.
    Ho trovato la stagione abbastanza deludente per altri motivi, ma è meglio aspettare la recensione dell’episodio finale per far venire tutti i nodi al pettine senza rischiare di rovinare la visione ad altri con sgraditi spoilers.

     
    • MarcoP

      Concordo in tutto !
      Il personaggio Jackie è stata liquidato in maniera troppo superficiale nella recensione (non vi offendete..) e credo che Winston abbia ampiamente spiegato il perchè…

      Per il resto io non l’ho trovata una stagione deludente ….sarà che ci siamo abituati troppo bene , eh ?
      Comunque avendo già visto il finale mi fermo qui….attendo una vostra recensione !

       
      • Eugenia Fattori L'autore dell'articolo

        Figurati nessuna offesa! E rispondo anche a Winston: Jackie sarà pure Frank con una coscienza ma sono un po’ deboli le motivazioni per cui la tira fuori. Concordo con te sul personaggio che era molto più sfaccettato, infatti è stato appiattito in quest’ultima stagione. La storia d’amore con Remy, il matrimonio ecc sarebbero anche stati eventi coerenti con il personaggio ma sono stati, a mio parere, gestiti male e frettolosamente

         
  • pask

    In realtà, tralasciando la storia di Jackie e Remi (ho trovato qualcosa che sta superando il livello Dana Brody di Homeland in quanto a fastidio ed inutilità) a me questi due episodi sono piaciuti più di altri che hanno ricevuto voti più alti. Ovviamente i gusti son gusti, però io credo che non fosse credibile un’altra stagione popolata da freddi traditori doppiogiochisti e che questa serie serva per lanciare una quarta dove deve per forza tornare il Frank che ammazza e tradisce gente come se non ci fosse un domani.