The Slap US – Stagione 1 1


The Slap US - Stagione 1Parlare di hype è eccessivo, ma il remake della serie australiana The Slap ha destato molta curiosità in tutti i fan del drama originale andato in onda nel 2011, sia per l’entità del soggetto che si andava ad adattare, sia per le forze messe in campo, dalla casa di produzione (la stessa della versione australiana), ad alcuni dei volti davanti alla macchina da presa.

Non trattandosi di un argomento particolarmente audace, il più grande errore che gli americani avrebbero potuto fare sarebbe stato quello di raccontare la storia con molta superficialità, appiattendo tutto ciò che si nasconde dietro il fatto scatenante che dà il titolo allo show. Sfortunatamente, sin dal pilot, si intuisce che questo passo falso è stato fatto, riuscendo a calare ottimamente la storia in un contesto differente ma tradendo allo stesso tempo lo spirito con cui andava raccontata.

The Slap US - Stagione 1Per capire meglio è bene ricordare brevemente la trama: durante la festa di compleanno di Hector, Harry, suo cugino, schiaffeggia un bambino, Hugo, figlio di una coppia di amici. Questo avvenimento sconvolge le vite di tutti gli invitati alla festa, che diventano testimoni oculari schierati dalla parte del manesco Harry o del pestifero Hugo. Il modo migliore di raccontare una storia del genere ce l’aveva già mostrato la serie originale, che saggiamente aveva puntato i riflettori sullo schiaffo per illuminare tutto ciò che ne stava dietro; The Slap US, invece, racconta l’evento e solo quello, utilizzando lo schiaffo come unico baricentro e attribuendogli un’importanza eccessiva, tanto da farlo diventare un buco nero che attrae ogni singolo istante della narrazione, senza dare la possibilità alle storyline di prendere vie autonome. Lo schiaffo non è più un pretesto per raccontare come un gruppo di adulti venga travolto da una quotidianità che si spezza, ma diventa il protagonista della serie, più dei personaggi stessi. La costruzione del processo, spalmata su tutti e otto gli episodi, fa capire l’importanza che viene data allo schiaffo, analizzato sotto il profilo giuridico più che morale; così si spiega la presenza e la rilevanza di alcune figure assenti, o quasi, nella versione australiana: l’avvocato senza scrupoli di Harry fa assomigliare The Slap US ad un legal drama, genere lontanissimo da quello di The Slap AU.

The Slap US - Stagione 1Oltre ad aver tradito la missione della serie originale, la versione americana ha prestato poca attenzione alla suddivisione delle puntate e dei punti di vista, peculiarità di The Slap AU. Lo show australiano dedicava ogni puntata ad un personaggio diverso, utilizzando il suo come punto di vista dell’episodio e mostrando come quella persona fosse stata influenzata dallo schiaffo. The Slap US non dimentica tale suddivisione, ma la utilizza distrattamente, incorporando nella narrazione scene che possano costruire, anche visivamente, una trama orizzontale solida. Per questo motivo alcuni personaggi fanno delle cose innaturali pur di essere coinvolte in una determinata storyline, o ci vengono mostrate delle scene che non coinvolgono il protagonista della puntata. Una scelta del genere assume significato solo se prendiamo in considerazione il pubblico generalista, che per fidelizzarsi ha bisogno di rivedere facce conosciute e situazioni note per più puntate; questo concetto è però opposto alla modalità del racconto di The Slap AU, che viene indebolito e snaturato.

The Slap US - Stagione 1Se quindi da un lato artistico e televisivo The Slap US è una serie deludente e inutile, che non aggiunge nulla al prodotto originale che già esisteva, l’unico fronte sul quale lo show ha un qualche interesse è forse quello sociale. I piccoli grandi cambiamenti che sono stati fatti nella trasposizione americana di una storia nata in Australia ci fanno capire come gli americani vedono se stessi: personaggi, dinamiche e avvenimenti sono tutti filtrati dal contesto (anno e ambientazione), dando una luce diversissima alle storie mostrate; tutto è diverso, dal cosa al come, pur partendo dalla stessa base. Nella versione americana la professione dei personaggi acquista un ruolo centrale e viene prima di tutto: i protagonisti sono descritti tramite il loro lavoro, usato come giustificazione di tutti i mali. Tensioni, perdite e conquiste sono tutte subordinate allo status sociale, più importante della famiglia: per questo Hector ci viene mostrato insoddisfatto al lavoro, così da essere perdonato quando ci prova con la sua giovane babysitter. Da questo punto di vista The Slap US ha senso di esistere, perché non cambia solo sfondo alla stessa storia, ma la impianta profondamente in un nuovo terreno, che ne influenza lo sviluppo.

The Slap US, però, non può che aggiungersi alla schiera di remake poco riusciti e nettamente inferiori all’originale, che neanche ci hanno provato a conquistare una propria autonomia. Se a questo si aggiunge una dose massiccia di buonismo che permea tutta la stagione, si arriva al peggior risultato possibile, che in nessun modo ha provato a fare tesoro dei pregi del progetto iniziale, credendosi tanto superiore da farne a meno: né il messaggio, né l’originalità nel trasmetterlo sono arrivati a destinazione, escludendo anche quell’aura indie che ha reso The Slap AU un vero successo. Per questo il remake americano è un totale fallimento e un’occasione persa per replicare qualcosa di unico.

Voto: 5

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)


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Un commento su “The Slap US – Stagione 1

  • Eugenia Fattori

    Concordo al 100%, avevo molto amato la serie australiana e questa è una copia sbiadita sotto ogni punto di vista. Se non forse la qualità del casting, che ho trovato buona. Mi è piaciuto solo lo spazio dato al personaggio della Thurman, che nella sua americanizzazione è il più riuscito e sfaccettato.