American Crime – 1×11 Episode Eleven 3


American Crime - 1x11 Episode ElevenSi chiude anche la prima stagione di American Crime: la serie di John Ridley ha usato come espediente narrativo un crimine vero e proprio (l’omicidio del figlio degli Skokie) e ha raccontato tutt’altro, un crimine che si perpetra tutti i giorni: l’odio e il razzismo verso chi reputiamo diverso e che quindi non capiamo.

We are perfect.

American Crime - 1x11 Episode ElevenIn questo ultimo episodio si dovevano tirare le fila di quanto seminato nelle prime dieci: odio razziale, odio in famiglia, distanza tra i protagonisti, una freddezza di fondo quasi sensibile al tatto. Per questo la coppia formata da Aubrey Taylor e Carter Nix è una summa distorta di quanto ci viene raccontato: due “razze” agli antipodi che sembrano amarsi alla follia e che sfidano il mondo pur di rimanere assieme.
L’amara ironia è purtroppo che questo legame non ha nulla di sano, nulla di naturalmente genuino: conoscersi da ubriachi e poi cadere nella spirale della droga per sentirsi a proprio agio a questo mondo sembra suggerire che è davvero impossibile, in un mondo razzista come lo è quello descritto, vivere felici se si fa parte di due ambienti e due provenienze socio-culturali totalmente diverse. Quel “siamo perfetti”, sussurrato da un’ormai devastata Aubrey al suo amato, suona sinistro guardando il loro aspetto: sporchi, feriti, malati e marci dentro, specchio di quello che è stato loro fatto e che i protagonisti (cioè l’umanità) stanno facendo a loro stessi.

American Crime - 1x11 Episode ElevenAllora John Ridley, scrivendo questa puntata, fa una scelta coraggiosa: uccidere quell’amore deviato per far morire assieme ad esso l’unico barlume di speranza che restava per una storia greve, bagnata dal sangue e dall’odio tra le persone. Azzeccatissima la scelta registica (come quasi tutte in questa serie, ne parleremo più avanti) di saltare con il montaggio da uno dei pochissimi sorrisi di gioia di Aubrey al suo volto cereo, già portatore della morte autoinflitta, unica via di fuga per ricongiungersi a Carter che l’aveva abbandonata al suo destino prima e poi per sempre, bruciando così l’unica ragione che teneva la ragazza in vita.

Let go.

American Crime - 1x11 Episode ElevenL’altra coppia protagonista del finale e della serie è quella composta da due attori straordinari, molto spesso sottovalutati: Timothy Hutton e Felicity Huffman danno vita a un finale coi fiocchi, confezionato anche grazie alla magistrale regia di Ridley che accompagna una già buonissima scrittura.
Fa quasi impressione vedere i due ruoli capovolti, con una Barb che ha capito che non c’è rimedio all’infelicità che regna nel mondo, consapevole di aver perso un figlio e che a breve ne perderà di vista un altro, lanciato verso nuova vita; l’arrendevolezza è frutto di una scrittura precisa e funzionale del personaggio, che è stato accompagnato per vari gradi fino a questo finale. Altrettanto precisa è stata l’evoluzione di Russ, primo a comparire nel pilot e vero fulcro emotivo di tutta la vicenda: il dialogo fra i due è perfetto, con un disperato Russ che cerca di rimettere insieme tutti i cocci sparsi, respinto dalla sua ex moglie che non ne vuole più sapere niente, stanca di tutto quello che ha passato e conscia che nulla sarà mai più come prima. Risulta interessante e appropriata la scelta di tenere sfocata l’uscita di scena di Russ, come se stessimo vedendo attraverso gli occhi di una commossa Barb oppure attraverso gli occhi della realtà, ovvero una verità troppo cruda per essere mostrata in pubblico.

American Crime - 1x11 Episode ElevenRuss è quindi solo, è sempre stato solo, e ancora di più lo sottolinea l’episodio quando l’uomo tenta di parlare con chiunque ma nessuno gli risponde al telefono e le sue orecchie possono solo sentire la fredda voce di una segreteria telefonica.
E qui arriva la seconda scelta coraggiosa, far commettere a Russ quello che tutti pensavano fosse un compito della madre disperata e razzista: la vendetta estrema verso il principale indiziato dell’omicidio del figlio, anche se scagionato. La rapidità con qui si svolge la scena è volutamente elevata, volutamente straniante e devastante, così come lo è la morte, così come lo è il mettere in pratica un’azione estrema: anche in questo caso abbiamo un ottimo lavoro di regia che, lasciando spazio a quello che sente Russ dopo lo sparo (stavolta non una voce preregistrata ma un acuto fischio) e al veloce montaggio di immagini sfocate, ci fa entrare in empatia con il personaggio, facendoci sentire tutto lo spaesamento e il dolore.

American Crime - 1x11 Episode ElevenLo spettacolo è finito, dice una sempre più rassegnata Barb al figlio fuori dall’obitorio: una Barb che non regge la pressione, il dolore, la solitudine a cui sta andando incontro, e crolla in mezzo ad un parcheggio, soccorsa da figlio e nuora che imbastisce un discorso sul perdono, sull’accettazione del diverso, sullo sforzarsi di vivere insieme. E tuttavia noi non lo sentiamo, siamo esclusi da questo momento intimistico: noi possiamo solo vedere una scena che, per come è disegnata, ricorda una pietà rinascimentale.

How do you feel?

American Crime - 1x11 Episode ElevenInfine c’è Hector, tornato nelle terribili carceri di casa in attesa di essere condannato a morte oppure no: qui il destino prende una piega inaspettata e Hector si salva, grazie probabilmente a un altro omicidio di gang, che danno e tolgono a loro piacimento.
Tonz usufruisce quindi delle benevolenza degli autori che lasciano uno spiraglio di luce in una mare di tenebre: anche in questo caso, però, il protagonista della vicenda non è certo immune da colpe e non è uno stinco di santo, e quindi ci porta a chiederci se questa possibilità sia meritata oppure no. La risposta arriva nel dialogo-monologo che Hector ha con il suo futuro datore di lavoro, quando ammette di aver fatto parte della malavita ma che è stato costretto dagli eventi, dalla povertà, dalla paura di non essere accettato o peggio: questo per ribadire che in alcuni casi la vita non ce la scegliamo noi, ma molto spesso sì ‒ come i protagonisti americani della vicenda ‒ e che quindi dobbiamo essere pronti a pagarne le conseguenze.

American Crime - 1x11 Episode ElevenLasciamo per ultima la storyline della famiglia Gutierrez perchè non si è mai inserita perfettamente nel racconto e ha creato in alcuni casi un rallentamento nel dipanamento della trama principale. Anche in questo caso, comunque, oltre all’apparente happy end per la famiglia, Alonzo perde qualcosa: la figlia che decide di crescere da sola, l’officina e la città dove aveva deciso di vivere, ormai non più accogliente dopo le varie vicende.

American Crime, con questo finale, sorprende in maniera molto positiva: non che le restanti puntate fossero da buttare, ma oltre alla regia illuminata e alle prove straordinarie di quasi tutto il cast, la trama sembrava un po’ ristagnare sui soliti cliché. Ridley ha invece avuto il coraggio di osare e di far esplodere questo finale in modo piacevolmente inaspettato.
Così come inaspettata è l’ultima sequenza, dove un sorridente Hector, in macchina verso un futuro che sembra tranquillo e radioso, viene troncato poco prima di rispondere alla domanda della sua fidanzata. Perchè nonostante e dopotutto, a quel “come ti senti?”, non abbiamo né il diritto né il dovere di rispondere: sono felice.

Voto 1×11: 8/9
Voto stagione: 7 ½

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.


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