Inside No. 9 – 2×06 Séance Time 1


Inside No. 9 – 2x06 Séance TimeInnovativo e sperimentale, Inside No. 9 traspone in forma filmica il principio di selezione tematica alla base del racconto breve, giocando con le codificazioni di genere nell’intento di sovvertirle. Brevi e intensi flash illuminano un comparto situazionale portandolo fino all’estremo delle sue conseguenze, con una finezza stilistica che moltiplica spesso le direzioni di senso. 

La maestria autoriale di Pemberton e Shearsmith si annida proprio nella capacità di costruire l’impianto drammatico attraverso un ritmo serrato, in grado di ampliare e approfondire la situazione particolare che circoscrive la storia, creando efficaci rimandi dialettici con lo sfondo diegetico posto al di fuori degli ambienti angusti in cui avviene la rappresentazione. Tutto ciò è oltremodo evidente in questo “Séance Time”, un episodio che, oltre a forgiarsi di una magistrale strutturazione narrativa, porta all’apice l’operazione di contaminazione dei generi, altra marca del carattere innovativo dello show. Giocando molto con i rimandi interni – in molti si aspettavano una chiusura in stile horror in parallelo con la scorsa stagione –, il duo autoriale costruisce un ambiente che per molti versi sembra proprio la parodia della villa di “The Harrowing”.

Hi, I’m on Scaredy Cam!

Inside No. 9 – 2x06 Séance TimeDall’ingresso di Tina nella villa tutto si svolge con una grottesca atmosfera horror: la messa in scena si dipana per luoghi comuni, dal rito di preparazione teso e formale all’utilizzo della musica, fino al carillon con la ballerina che danza sulle note del frammento finale del Lago dei cigni di Čajkovskij, convenzionale presagio di disgrazia. All’apparizione di Madame Talbot, l’ambient amplifica le sue artificiali denotazioni orrifiche per poi palesare la scherzosa falsità della sua rappresentazione. Da questo momento in poi il focus narrativo si sposta completamente, e le grossolane implicazioni horror diventano ingranaggi su cui articolare un racconto di forte impatto critico sui meccanismi televisivi. La parte centrale dell’episodio, infatti, si dipana sulla caratterizzazione dei vari personaggi, svelando quello che si nasconde dietro la candida patina del piccolo schermo – «He comes over much nicer on the telly» «It’s all done in the edit». Dall’indisponente Terry, alla pratica e venale Amanda, fino all’egocentrica Anne, l’intero comparto interazionale contribuisce a creare un’asfissiante atmosfera di crudo realismo che richiama leggermente i toni di “The Understudy”, quinto episodio della prima stagione.

Inside No. 9 – 2x06 Séance TimeIl Blue Demon Dwarf, schiacciato dal suo ruolo di “comparsa”, non si merita nemmeno la considerazione necessaria ad ottenere un bicchiere d’acqua; Anne cerca di mantenere alto il suo grado di importanza forgiandosi di un citazionismo così pedante da finire per marcare la sua reale inconsistenza pratica, mentre il comparto produttivo – Gemma e Amanda – si preoccupa solo di far quadrare il bilancio di spesa. Su tutti si erge Terry, insopportabile protagonista di un gioco che si muove sul filo di lana, spaventato da quelle pubblicità del Bingo che si ergono sul suo futuro al prossimo passo falso. Il bieco cinismo che connatura le relazioni tra i personaggi, marchio di fabbrica dello show, qui ha anche una rilevanza più propriamente narrativa: il particolare riferimento all’indisponente ansia di Terry è funzionale alla costruzione analettica di quell’evento – lo scherzo del gorilla – su cui si articolerà il plot twist del finale; con poche battute miste ad improperi si costruisce un sottile filo rosso pronto a farsi incandescente nella sua articolazione conclusiva.

My mate Martin said you’re like Derren Brown.

Inside No. 9 – 2x06 Séance TimeCon l’ingresso di Peter la macchina scenica calca la mano nella rappresentazione del suo comparto finzionale: ogni trucco viene svelato mostrandone la precaria inaffidabilità, ma è proprio all’interno della sua più completa disgregazione che la componente sovrannaturale torna protagonista. La singolarità dell’episodio sta infatti nella costruzione di un plot twist che si realizza sulla stessa decostruzione della sua premessa. Il silente parallelo con la fine della scorsa stagione è usato in maniera ingannevole: se da un lato se ne sfrutta la forza per dar vigore alla fallace premessa, dall’altro la scena finale ricrea il parallelismo, mostrandoci una narrazione orrifica completamente rivista in termini narrativi. “The Harrowing” poggiava le sue basi su una costruzione canonica di racconto del terrore, basata su un equilibrato uso della suspense secondo un climax ascendente che si interrompe nel momento di maggiore sviluppo.

Inside No. 9 – 2x06 Séance TimeQui, invece, abbiamo una strutturazione narrativa più articolata, in cui la commistione con una tipologia di racconto diverso – la cruda caratterizzazione dei personaggi – si pone come fertile base per innescare uno stato di inquietudine rimasto nascosto tra le fila della narrazione in maniera quasi impercettibile. Il caos delirante con cui ogni personaggio si muove sulla scena alla ricerca della completa realizzazione dei propri interessi personali nasconde quelle spie – come l’acqua sul pavimento, notata da Terry e sparita agli occhi di Gemma – da cui trae forza l’esito esperienziale del finale. Anche l’inquietante voice over – Where’s mummy? – passa in secondo piano per via dell’incidente che vede coinvolto il Blue Demon Dwarf, che sposta l’attenzione verso la crudezza delle reazioni che seguono alla tragedia: da Terry in cerca di un cavillo per dare la colpa dell’accaduto allo sventurato Peter, fino ad Amanda che pensa solo a recuperare la dentiera e a smacchiare la parrucca da riconsegnare al negozio. La rappresentazione del reale mantiene la soglia del racconto su una linea orizzontale così fissa da rendere lo spostamento della curva verso l’alto di una potenza disarmante, innestando un dubbio prolifico di rimandi: siamo in presenza della manifestazione di un evento soprannaturale o è la mente di Terry a materializzare un senso di colpa latente?

Inside No. 9 – 2x06 Séance TimeTuttavia, quest’episodio, per quanto finemente costruito, non può essere di certo annoverato tra le puntate migliori di questa seconda stagione. “Séance Time” mostra un forte carattere innovativo, una sorta di ridefinizione della trattazione dell’argomento orrifico, ponendolo a metà strada tra la rappresentazione del sovrannaturale e l’aspetto psicologico, ma si ha come l’impressione che la via battuta sia ancora in una fase embrionale di perfezionamento: nella sua pur dialettica costruzione, l’articolazione dell’intreccio mostra la logica prevedibilità della sua conclusione. Ciò nonostante, la puntata risulta comunque molto godibile e rappresenta una buona conclusione per una stagione ricca di spunti interessanti, in particolare “The Twelve Days of Christine” e “Cold Comfort”.
Il risultato complessivo è sempre di ottima fattura, anche se a volte si ha l’impressione che questa seconda annata sia di un minuscolo gradino al di sotto della prima. L’eccellenza del duo autoriale ha creato un orizzonte d’attesa di così alto livello che, per quanto gli episodi vivano di vita propria, l’eco dei rimandi che si viene a creare tra l’uno e l’altro induce ad aspettarsi sempre qualcosa in più, influenzando parzialmente il giudizio.

Voto Episodio: 7½
Voto Stagione: 8

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Un commento su “Inside No. 9 – 2×06 Séance Time

  • Pietro Franchi

    D’accordissimo con la bella recensione: la puntata è stata godibile e intelligente (soprattutto, come dici tu, nel ribaltare le aspettative del pubblico e strutturare il climax in modo più complesso), ma non tra le migliori della serie. Concordo anche sul fatto che quest’annata sia stata inferiore alla prima: ho notato come proprio la necessità di variare e di sorprendere degli autori abbia spesso costituito uno dei loro limiti principali, ingabbiando lievemente gli episodi rispetto alla prima stagione (che era chiaramente più libera e ispirata).
    In ogni caso, si parla sempre di un’ottima stagione e una serie da consigliare e riconsigliare all’infinito; e poi, “The Twelve Days of Christine” è una cosa che non mi stancherò mai di guardare. Speriamo in bene per una conferma da BBC two!