Orange Is the New Black – Stagione 3 Episodi 3-5 6


Orange Is the New Black - Stagione 3 Episodi 3-5Guardare Orange is the New Black è forse una delle cose più facili che esistano. La serie targata Netflix gode delle stesse virtù che hanno serie come Shameless o, per altri versi, Girls: possono anche risultare a volte plastificate, un po’ ripetitive o magari poco originali, ma hanno alla loro base una formula così ben collaudata che rende difficile (se non impossibile) abbandonarle.

Certo, i due casi citati sono ben diversi da OITNB, perché da un lato la famiglia Gallagher può contare su una coralità strepitosa che spesso si adagia su una buona dose di stereotipia – che qualche volta nuoce; dall’altro lato, Lena Dunham ha puntato su una certa stabilità dei personaggi e su una scrittura che, come nessuno, sa destare contemporaneamente odio e amore, disprezzo ed empatia. Jenji Kohan ha preso una parte da ciascuno di loro e ha mixato il tutto: un gran numero di personaggi, formato in buona percentuale da tipi umani fin troppo conosciuti, ma anche una protagonista decisamente odiosa che però non ha quasi mai il centro del palco. Eppure, anche se decentrata, anche se con un minutaggio sicuramente decrescente rispetto alle passate stagioni, Piper Chapman è sempre colei  che “detta” il carattere degli episodi.

3×03 – “Empathy Is a Boner Killer”

Orange Is the New Black - Stagione 3 Episodi 3-5Lo scorso anno, non a caso, Piper era stata graziata da un percorso di minore auto-indulgenza, che le ha tolto un po’ di quella patina ingenua e noiosa che le era stata cucita addosso, complice soprattutto la scomparsa della sua vita al di fuori del carcere – Larry, non ti rimpiangiamo. Inoltre, ad aver fatto funzionare la passata stagione, è stata soprattutto la ricerca di una coralità che non era data soltanto dal luogo o dal tempo della narrazione, ma dal fatto che ogni frammento concorresse a dare senso ed organicità all’insieme. Finora questo giocoforza di passato e presente che convergono su un “tema” della giornata ha dato risultati minori, come nel caso di Nicky.

Orange Is the New Black - Stagione 3 Episodi 3-5Il personaggio interpretato dalla versatilissima Natasha Lyonne è stato, sin da subito, uno dei migliori in assoluto: poca descrizione, pochissimo passato, ma molto presente, uno dei pochi esempi equilibrati di triviale goliardia da pussy power e il non banale senso di una personalità molto più complessa, piena di sfaccettature. O almeno questo è come ci hanno presentato e mostrato Nicky, cioè attraverso il rapporto con gli altri: amata da Red, invaghita di Lorna ma dignitosa nel loro distacco, ex tossica che non fa mistero delle sue debolezze. Forse era un disegno fin troppo roseo e complicato da portare avanti, perché un episodio come “Empathy Is a Boner Killer” le rende giustizia solo a metà. La velocità della sua scomparsa, la risoluzione dell’eroina prima così gelosamente custodita, l’inganno ai danni di Boo (che non batte ciglio e si lascia gabbare senza troppe domande, ma davvero?) e la repentina complicità con Luschek fino ad arrivare al trasferimento: c’è stato un tale senso di fretta e grossolanità ad avvolgere l’azione che è sembrato di vedere un altro personaggio, o perlomeno non la Nicky tratteggiata finora.

3×04 – “Finger in the Dyke”

Orange Is the New Black - Stagione 3 Episodi 3-5Si procede meglio, invece, nel caso dello sguardo al passato di Boo – perché chiamarla Carrie proprio non si può –, poiché non si va al di là di quanto ci abbiano fatto vedere finora, ma si dà conferma della sua complessità, sempre percepita e mai esibita, raccontandola con qualche argomento in più. In questa occasione, pur con tutti gli stilemi del caso, anche confezionare una storia che di originale non ha praticamente nulla (il non-rapporto con la madre, la bonarietà di un padre debole, l’amore per donne belle e molto femminili) non inficia la buona riuscita della storia; non aggiunge spessore, certo, ma almeno non ne toglie. Una cosa però è sicura: siamo ben lontani da esempi eccellenti come quelli di Lorna o Suzanne – giusto per citarne due –, dove le loro storie raccontavano il personaggio, davano a questo ancora più ambiguità e quindi fascino, fino a far cambiare il nostro sguardo su di loro. In più, il flashback non era mai solo ed esclusivamente un approfondimento su questo o quel personaggio, ma era accompagnato ed arricchito da un altro tipo di riflessione, diventando la nota integrativa ed esplicita della narrazione, quella a più largo raggio del determinato episodioBoo, in questo caso, copre solo una parte della dinamica generale, inserendosi in un quadro decisamente sottotono e dove è anzi lei a risollevarne le sorti. Il giro di visita per dare in gestione la prigione poteva (e si pensava che dovesse) essere il fulcro della stagione, soprattutto dopo l’uscita di scena di Fig, che oltretutto ci ha salutato con una buona azione finale – o almeno così pare. C’è insomma un’aria strana, meno sarcastica, pungente ed ironica, ma più buonista, fiacca, spenta nel penitenziario di Litchfield.

3×05 – “Fake it Till You Fake it Some More”

Orange Is the New Black - Stagione 3 Episodi 3-5Il migliore dei tre episodi è invece il quinto, dove la formula rimane sempre la stessa, ma torna ai fasti passati, e cioè risulta funzionale e ben congegnata. La prima cosa a fare la differenza è il tema comune, unico, sviluppato e declinato su ogni fronte disponibile: l’apparenza, l’inganno delle parole e la fallacia conseguente delle azioni. E per la prima volta come personaggio centrale c’è Marisol (“Flaca”), ovvero una delle tante ispaniche per lo più usate come affondo cinico e/o simpatico di varie situazioni e mai come vere e proprie protagoniste. Qui torna il senso di quanto detto prima e che ci fa guardare anche con nostalgia al passato: la storia della ragazza è il tassello volutamente narrativo che mette in scena il pericolo nascosto dietro la tipica furbata che si crede innocua, dove un pezzo di carta assume significati ben diversi se infiocchettati da perspicace oratoria.

Orange Is the New Black - Stagione 3 Episodi 3-5Il grande concorso che si tiene nella prigione, e che promette alle detenute una paga ben maggiore in cambio di un lavoro non meglio identificato, è un bluff della stessa specie, perché dietro al dollaro per ogni ora di servizio si nasconde quello che probabilmente si rivelerà solo sfruttamento di manodopera. Tuttavia, anche togliendo un significato più smaccatamente “civile”, basta notare come l’armonia tra la Marisol di oggi e di ieri sia stata ben architettata per riavere finalmente un ottimo episodio. La ragazzina che voleva per sé una condizione migliore senza fatica, e che scambiava la furbizia con talento o intelligenza, è la stessa che, vittima di un non-sistema di reclutamento, finisce per essere nel luogo – seduta davanti alla macchina da cucito – che aveva disprezzato anni prima, con uno strumento che presumibilmente la distinguerà da tutte le altre, fino magari a darle ragione nell’aver voltato le spalle al suo “gruppo”.

Orange Is the New Black - Stagione 3 Episodi 3-5Così la paranoia di Alex verso la detenuta mai vista prima, la voglia di Daya di liberarsi di sua figlia, i comportamenti sempre più strani di Suzanne, sono tutti una declinazione dello scollamento tra idea e realtà, reso ancora più tangibile per loro dai confini insormontabili della prigione. Amaramente Alex diceva, qualche episodio fa, di come i rapporti umani fossero per tutte loro viziati dalle circostanze, impossibili da replicare al di fuori e tragicamente destinati a finire, descritti come le peggiori proiezioni di una realtà che non esiste. Magari avrà ragione e varrà per lei e Piper neo-fidanzatine; magari avrà torto e sarà la vittoria delle belle (e strane) parabole di amicizia che si stanno formando ultimamente, cioè Red e Piper, Daya e Gloria.

Gli episodi sono già tutti disponibili e aspettano solo di essere consumati, ma l’idea finora è che questa stagione sia meno brillante della precedente e con dei problemi di equilibrio tra le parti. Però lo abbiamo già detto all’inizio: Orange is the New Black è una serie che scorre senza fatica, animata da momenti che, anche presi singolarmente, rendono necessaria la visione, come una sorta di effetto-empatia che nasce a prescindere. E non importa quanto si detesti la protagonista – o sarà anche questo uno dei motivi che non fa distogliere lo sguardo?

Voto 3×03 “Empathy Is a Boner Killer”: 7-
Voto 3×04 “Finger in the Dyke”: 7
Voto 3×05 “Fake it Till You Fake it Some More”: 8

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Informazioni su Sara De Santis

abruzzese per nascita, siciliana/napoletana per apparenza, milanese per puro caso e bolognese per aspirazione, ha capito che la sua unica stabilità sono netflix, prime video, il suo fedele computer ed una buona connessione internet


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6 commenti su “Orange Is the New Black – Stagione 3 Episodi 3-5

  • Travolta

    La terza serie pur se divota in pochi giorni l’ho trovata deludente. Non si puo’ giustamente spoilerare quindi per ora basta cosi.
    Le latinas ,che in questa terza serie hanno molto spazio,sono insopportabili ,inutili e ripetitive.

     
  • Eraserhead

    Infatti seppure ci siano similarità tra Orange e Shameless trovo la seconda nettamente più accattivante, con personaggi geniali, mentre Orange l’ho abbandonata dopo due stagioni in cui mi sembrava avesse già saltato lo squalo!

     
  • francesco

    Perdonate la pedanteria, ma l’articolo usa “collettività” come sinonimo di “coralità” creando una frase che non ha senso, e “gioco-forza” (con un trattino credo d’invenzione) come sostantivo puro ma è un avverbio…

    Vi rompo le palle perché è un peccato che una bella recensione (a parte un’idiosincrasia per Piper, personaggio che ai miei occhi si è ben riscattato nel corso di due stagioni!) sia rovinata da un utilizzo disinvolto e improprio dell’italiano; dato che Seriangolo è uno dei pochi siti dove non si sta distruggendo la nostra lingua, spero che continui così…

     
    • Federica Barbera

      Caro Francesco, ti ringraziamo per il tuo contributo ma la situazione è un po’ più complicata di quella da te segnalata!
      Al posto di collettività sarebbe stato in effetti più adatto il concetto di coralità, ma su “gioco-forza” la questione si fa più complessa. Il trattino è sbagliato, ma la parola è segnalata sui vocabolari come sostantivo, solo di raro utilizzo come tale e più usato invece come locuzione (ma il cui significato è “necessità, forza maggiore”).
      Ti assicuro, non abbiamo nessuna intenzione di distruggere la nostra lingua! E proprio perché ci riconosci la qualità di “non distruttori della lingua italiana” spero sarai abbastanza benevolo da concederci, ogni tanto, qualche svista. Ti ringraziamo comunque per la segnalazione!
      A presto!

       
      • francesco

        Citazione da Federica Barbera:
        Caro Francesco, ti ringraziamo per il tuo contributo ma la situazione è un po’ più complicata di quella da te segnalata!
        Al posto di collettività sarebbe stato in effetti più adatto il concetto di coralità, ma su “gioco-forza” la questione si fa più complessa. Il trattino è sbagliato, ma la parola è segnalata sui vocabolari come sostantivo, solo di raro utilizzo come tale e più usato invece come locuzione (ma il cui significato è “necessità, forza maggiore”).
        Ti assicuro, non abbiamo nessuna intenzione di distruggere la nostra lingua! E proprio perché ci riconosci la qualità di “non distruttori della lingua italiana” spero sarai abbastanza benevolo da concederci, ogni tanto, qualche svista. Ti ringraziamo comunque per la segnalazione!
        A presto!

        Se pensassi male di seriangolo non mi prenderei neanche la briga di segnalare un paio di errori… a rileggerci