Orange Is The New Black – Stagione 3 episodi 9-11


Orange Is The New Black - Stagione 3 episodi 9-11Arrivati quasi a fine stagione, possiamo perlomeno dire che quest’anno Orange is the New Black ha scelto di andare sul sicuro: abbandonata la deriva più drammatica e decisa della seconda annata, la serie Netflix ha puntato su una struttura più sciolta e leggera, con tutti i pregi e i difetti che ne conseguono.

Vista la qualità di questi 11 episodi, è chiaro che il risultato finale è meno riuscito di quello dell’anno scorso, e che si tratta, in un certo senso, di una stagione “di passaggio”: l’intento sembra essere infatti quello di riprendere fiato, di rilassarsi dopo la tensione e gli scontri dovuti all’arrivo di Vee. In questo modo, la parte più comedy della serie ha modo di emergere, sacrificando, tuttavia, quella componente fondamentale che forniva allo show una coesione narrativa consistente: è infatti difficile parlare di una direzione precisa seguita da questa stagione, che pare essere costituita da una serie di storyline (più o meno tutte della stessa importanza) saltuariamente intrecciate tra di loro.

Orange Is The New Black - Stagione 3 episodi 9-11“Where My Dreidel At” è un episodio che conferma questa nuova anima: i flashback dedicati a Leanne si rifanno al modello adottato in questa stagione, approfondendo un personaggio finora di contorno attraverso una storia più o meno originale, ma comunque efficace. In questo caso, tuttavia, il passato della ragazza assume un maggior valore, in quanto legato (al contrario, per esempio, di Chang) allo sviluppo di una delle storyline principali della stagione: l’atteggiamento nei confronti di Soso è così in parte giustificato, e l’aderenza al culto di Norma viene spiegata dalla necessità di Leanne di appartenere a qualcosa, frutto (come spesso accade nella serie) dell’ambiente e della famiglia in cui è cresciuta. Si tratta di un espediente forse fin troppo abusato dallo show, la cui filosofia della “vittima delle circostanze” arriva senza sorprese né particolari guizzi creativi; il problema principale dell’episodio risiede tuttavia nella scarsa rilevanza di questo evento nel futuro della stagione, visto il successivo ritorno di Leanne ad un personaggio praticamente bidimensionale, come ad annullare il lavoro fatto attraverso i flashback dell’ottava puntata.

Orange Is The New Black - Stagione 3 episodi 9-11È proprio per questo motivo che, nell’episodio successivo, l’evoluzione di Pennsatucky funziona molto meglio, collegandosi alla sua recente relazione con la nuova guardia, Coates: l’evoluzione del rapporto tra i due risulta coerente ed interessante, oltre a legarsi ai flashback dedicati alla ragazza in cui i due lati del suo folle “amante” vengono incarnati da due ragazzi ben distinti, cosa che si ricollega inoltre alla dolorosa scena conclusiva. A tal proposito, una svolta di questo calibro non può che convincere, poiché sia il personaggio di Pennsatucky che la serie stessa vengono investiti di una certa intensità, che, in piccole dosi come questa, risulta ben accetta in una stagione povera di spunti drammatici.
Se c’è una critica da muovere all’introspezione dedicata alla ragazza, tuttavia, è quella del suo posizionamento all’interno della puntata: in un episodio così ricco di cambiamenti, infatti, (tra cui in particolare il doppio climax finale) la parte di Pennsatucky viene quasi oscurata, offrendo allo spettatore un approfondimento gradito, ma forse non abbastanza accentuato da lasciare il segno.

Orange Is The New Black - Stagione 3 episodi 9-11In ogni caso, come già detto, “A Tittin’ and a Hairin'” è una puntata chiave per questa terza stagione, e presenta – oltre a quello già citato – due punti di rottura per quanto riguarda le storyline tra Sophia e Mendoza e tra Alex e Lolly. La prima non costituisce sicuramente la linea narrativa più intelligente o sorprendente della serie, ma il suo svolgimento (e, in particolare, la scena nel bagno) gode di una messa in scena aiutata da due ottime performance, che rendono il tutto più interessante di quanto la scrittura da sola possa fare.
Per quanto riguarda la seconda, invece, si può dire che la scelta di tagliare corto e di risolvere la situazione in soli due episodi si sia rivelata vincente, visto che – dati i precedenti nella serie e il tono scelto quest’anno – una rivelazione del genere era prevedibile e coerente con la costruzione del personaggio di Lolly e della paranoia di Alex. Quest’ultima tocca nell’episodio forse il suo punto più basso, arrivando a “perdere” sia per via delle sue paure contro la donna sia per il tradimento di Piper; la risoluzione arriva, come già detto, in maniera piuttosto facile da intuire, ma l’evoluzione del personaggio di Alex ne beneficia senza dubbio.

Orange Is The New Black - Stagione 3 episodi 9-11A questo proposito, è interessante notare come gli autori abbiano scelto di invertire i ruoli della prima stagione, trasformando Alex nella voce della ragione, e quasi “del pubblico”, e Piper nell’esatto opposto, vista la sua evoluzione chiaramente impostata a generare un rifiuto da parte dello spettatore. Il personaggio di Taylor Schilling, infatti, è passato da un ruolo principale (nella prima annata) ad uno più marginale, per poi diventare forse l’inmate meno apprezzabile (dal punto di vista sia morale che comico) di Litchfield, soprattutto considerando le svolte di questi tre episodi.
In particolare, la scelta di portare il nuovo business a livelli così “alti” – e, per questo, spietati, come mostra il licenziamento di Flaca – non può che condurre Piper ad una condizione meno che mai condivisibile dallo spettatore, che è ormai portato a sperare in qualche modo in una sconfitta della donna; a ciò si aggiunga la (fin troppo) prevedibile relazione con Stella, e l’abbandono di Alex alla fine dell’undicesimo episodio non può che coincidere con la perdita di qualunque empatia da parte del pubblico.

Orange Is The New Black - Stagione 3 episodi 9-11Ma la storyline che ha cambiato e caratterizzato di più questa terza stagione è senza dubbio quella legata al cambio di gestione di Litchfield, e “We Can Be Heroes” è un episodio che, attraverso il focus su Caputo, riesce ad affrontare la questione con decisione, risultando uno dei più riusciti dell’annata. Il merito è, ovviamente, soprattutto del personaggio che caratterizza la linea narrativa, e i suoi flashback – per quanto, come sempre, non particolarmente originali – presentano dei risvolti molto interessanti che si riflettono sugli avvenimenti del presente. Inoltre, non può che essere apprezzato il tentativo di riunire tutte le sottotrame causate dai cambiamenti di quest’annata in un solo personaggio, che si vede costretto a risolvere i problemi legati ad un sistema poco efficiente (e, quindi, alla fuga di Angie) e ai tagli nel personale (anche se le possibili conseguenze del nuovo sindacato si preannunciano tutt’altro che positive).
Si tratta, insomma, di un undicesimo episodio che mette in risalto una storyline finora non abbastanza approfondita, vista la scelta degli autori di affrontarla come qualcosa di contorno, nonostante gli innegabili effetti che ha avuto sullo sviluppo delle altre linee narrative.

Orange is the New Black si avvicina alla conclusione della sua terza stagione confermandone sia le perplessità che le potenzialità, queste ultime solo a tratti in grado di emergere del tutto. È ormai chiaro che la qualità della seconda annata sia impossibile da raggiungere, ma la serie si mantiene sempre e comunque su un livello più che godibile, e alcune scelte narrative (su tutte, quelle legate a Caputo e Pennsatucky) lasciano intendere che ci siano ancora degli spunti ampiamente sfruttabili.

Voto 3×09 “Where My Dreidel At”: 6/7
Voto 3×10 “A Tittin’ and a Hairin'”: 7+
Voto 3×11 “We Can Be Heroes”: 7/8

 

 

 

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