Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny Bitch 7


Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny BitchLa nuova serie dei fratelli Wachowski è nata con l’intento ambizioso di riscrivere le regole della fantascienza televisiva grazie anche alla libertà creativa che solo Netflix poteva dare loro. Per ora sembra che il processo di ricostruzione sia fermo da tre puntate alla fase di demolizione e lo show non dà segni di cambiamento.

1×02 – I Am Also a We

Mentre si dipanano le varie storyline nel secondo episodio di Sense8 sembra sempre più chiara la natura della serie. Chi si aspettava un syfy puro rimarrà amaramente deluso: lo show ha l’ambizione di raccontarci innanzitutto l’essere umano, di parlarci delle persone e della loro esistenza; delle loro gioie e dolori; di mostrarci il passato, il presente e il futuro, facendoci fare un viaggio nello spazio per rendere universali sentimenti, emozioni, esperienze e aspettative che una generazione, ma non solo, prova. La componente fantascientifica e il mistero che l’accompagna avrebbero dovuto rendere più interessante il racconto e invece sono stati usati per sopperire a profonde carenze di scrittura e come specchietto per le allodole, sperando in questo modo di abbagliare lo spettatore e non fargli vedere la povertà dei personaggi in scena.

Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny BitchL’ambizione di voler mostrare una storia particolare per raccontare un quadro generale passa soprattutto per la messa in scena di contesti socio-culturali opposti, quelli in cui vivono gli otto protagonisti, facendo ampio uso delle minoranze – sessuali e di etnia.  Quello che a prima vista potrebbe sembrare un appiattimento è invece una normalizzazione, senza l’intento di elevare particolari categorie, ma, al contrario, per metterle tutte sullo stesso livello. Altrettanto democraticamente, però, la rappresentazione della diversità (e più precisamente in “I Am Also a We” si parla della transessualità e dell’omosessualità) soffre delle stesse carenze del resto del racconto, non riuscendo a raccontare due realtà, che hanno avuto raramente giustizia in tv, senza cadere nel già visto e nella ripetizione di situazioni ormai normali perché abusate e quindi poco efficaci. Il rifiuto del cambiamento della famiglia di una donna transessuale e il celamento della propria omosessualità alla società fanno parte del “pacchetto base” quando si parla delle rispettive situazioni. In questo caso l’obiettivo è completamente mancato, avendo deciso di generalizzare una storia personale, che così non diventa universale ma solo stereotipata. Anche la storyline che vede protagonista la promessa sposa Kala sembra il riassunto di anni ed anni di India in tv, tra il ballo bollywoodiano, l’amore non corrisposto, il padre padrone e l’incontro pieno di speranza tra i due futuri sposi su una balconata molto romantica.

Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny BitchIl resto dell’episodio non si salva da questa banalizzazione: l’incontro tra il poliziotto Will e il giovane all’ospedale sarebbe stato terreno perfetto per un confronto profondo tra un ragazzo salvato da quello che ha sempre considerato un nemico e l’uomo che ha salvato una vita umana. Entrambi dovrebbero mostrare segni di cambiamento dopo un evento di tale portata, ma l’incontro non ci dà niente di più profondo di una chiacchierata sulla differenza d’importanza tra la vita di un poliziotto e quella di un ragazzo di colore. La scena non può essere letta neanche su un livello più profondo, visto che alla banalità del dialogo è unita un’interpretazione basilare degli attori, che non arricchiscono le battute né con una mimica facciale particolare, né con dei gesti che nascondano un significato legato all’emotività del momento, che quindi non ha bisogno di parole. La cosa peggiore è l’impressione che questi due personaggi non possano dare più di quanto non abbiano già dimostrato nel primi due episodi, appiattendo una storyline che diventa interessante solo in funzione del quadro generale.
La sigla può essere utilizzata per comprendere meglio la puntata: entrambe sembrano un insieme spettacolare di immagini e eventi creati da qualcun altro nel passato, che potrebbe essere messo insieme anche in modo totalmente casuale; un puzzle gradevole formato da pezzi provenienti da diverse scatole, che forma un disegno nuovo, ma confusionario, forzatamente eterogeneo a discapito del senso comune dell’opera.

Il racconto prende spunto da Cloud Atlas – film del 2012 scritto e diretto dai Wachowski  – in modo più che evidente: la voce narrante accompagnata da una carrellata di ciò che fanno i protagonisti era utile nel film per ricapitolare cosa stesse succedendo ai numerosi personaggi in ogni fase del lungo racconto, ma qui, pur avendo una struttura simile in cui si porta avanti in contemporanea una narrazione divisa sugli otto protagonisti, questa tecnica ha poco senso perché non è successo ancora quasi nulla. Non c’è bisogno di tirare i fili del racconto, e qualora si volesse farlo, mostrare momenti completamente slegati dalle varie storyline singole, sembra quasi un esercizio televisivo più che narrativo.

Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny BitchIl collegamento tra gli otto protagonisti resta ancora un grande mistero anche con la breve spiegazione del ricercato Jonas Maliki. La collocazione di questa sequenza nel finale sembra quasi un modo per spingere lo spettatore ad andare avanti nella visione, sperando di capire qualcosa in più, e l’inseguimento in macchina ha il compito di accelerare il ritmo dell’azione, che per tutta la puntata non ha avuto picchi significativi. Questa tecnica, presente in due episodi consecutivi, sembra un marchio di fabbrica, tipico delle serie sui canali tradizionali, alla ricerca di qualunque modo possibile per affiliare lo spettatore; Sense8 avrebbe potuto permettersi una costruzione diversa e cucita su misura, non dovendo sottostare alle regole di messa in onda delle reti televisive. Inoltre questa sequenza fissa di eventi – che intervalla lunghi momenti di narrazione descrittiva a brevi scene d’azione – è un’altra eredità molto evidente di Cloud Atlas, la cui influenza diventa di puntata in puntata sempre più ingombrante.

Voto: 6-

1×03 – Smart Money Is On the Skinny Bitch

Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny BitchAnche in “Smart Money Is On the Skinny Bitch” la storia rimane incentrata sui personaggi e su quello che sono più che su quello che fanno, e, dato che i protagonisti sono poco interessanti, lo è di conseguenza la serie stessa. L’unica differenza è che, ora, per ogni personaggio arriviamo ad un minutaggio sufficiente da farci entrare in confidenza con lui e la sua storia; per questo la puntata sembra migliore delle altre, ma lo è solo in apparenza. I difetti di “I Am Also a We” non sono stati corretti, né si cercherà di farlo in futuro, visto che tutta la stagione è già stata girata ed è pronta per la visione: i dialoghi continuano ad essere il punto debole di tutto il progetto, seguito subito dopo dal gruppo di personaggi che basa sullo stereotipo gran parte della sua forza. È probabile che gli autori vogliano scavare lentamente in ognuno degli otto protagonisti – e la formula di fruizione netflixiana sarebbe ad hoc –, ma per ora il giudizio non può essere positivo. L’eccessiva semplicità e prevedibilità degli eventi partorisce dialoghi sciapi e spesso venati di vere e proprie banalità: lo scambio di battute tra l’attore Lito e la sua fidanzata di facciata al ristorante ci svela che la ragazza è stata scelta per via del suo “sguardo gentile“. Anche l’incontro della DJ Riley con i suoi amici si sviluppa intorno a frasi fatte, senza dirci nulla di nuovo della ragazza. Così i personaggi, che tramite la parola non possono esprimersi, fanno fatica a farsi conoscere, subendo i dialoghi che diventano causa e conseguenza di questa povertà psicologica, facendo partire un circolo vizioso difficile da interrompere.

Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny Bitch“Smart Money Is On the Skinny Bitch” ci mostra anche l’ennesimo elemento approssimativo del racconto: i flashback. Nel mostrare il passato dei personaggi, l’approfondimento è quasi nullo, limitandosi a ribadire ciò che nel presente viene affermato: Capheus racconta il suo sogno da bambino di voler essere una zebra ed il flashback lo mostra esprimere questo desiderio per non avere più problemi alimentari; il tutto è raccontato senza mordente ed una volta tornati nel presente non abbiamo l’impressione di conoscere meglio il ragazzo. La madre, che lo affianca nel passato, non spende né parole sagge, né si mostra disillusa, ma chiude la conversazione con un “andrà tutto bene”. Un senso di banalità persiste nel dialogo tra Capheus  e l’amico Jela davanti al tavolo imbandito: “My father told me, as long as you’re determined and you work hard, you can be anything you want to be“, si dicono, rispolverando il dizionario delle frasi fatte. Questa è tutta colpa degli autori, i fratelli Wachowski e J. Michael Straczynski, che firmano l’episodio tre – come tutti gli altri della stagione.

Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny Bitch“Smart Money Is On the Skinny Bitch” non smette di relegare a fine puntata l’azione, in cui è mischiato un po’ di mistero sul collegamento dei personaggi. L’incontro sul ring di Sun si fonde con il tentativo di vendetta di Capheus e l’allenamento al poligono di Will. Ancora non è chiaro come i collegamenti si attivino, ma sembra che nel momento del bisogno chiamino in soccorso coloro che potrebbero aiutare la persona in difficoltà, come una grande rete intelligente. Al momento non interessa una spiegazione scientifica al fenomeno, ma sarebbe interessante capirne le cause, legate alla performance di Daryl Hannah nel pilota. Il collegamento sembra essere iniziato lì, quello che non è chiaro è il passaggio successivo.

Arrivati al terzo episodio possiamo affermare che il progetto Sense8 abbia subito la popolarità dei creatori, addossandosi un alto grado di aspettative purtroppo disattese. Inoltre la citazione continua del film Cloud Atlas stimola un confronto spontaneo, da cui lo show esce amaramente sconfitto. Il giudizio, seppur negativo, non può essere definitivo, perché ancora troppo poco ci è stato mostrato; in questo modo, però, gli autori stanno mettendo a dura prova il pubblico, che potrebbe non voler aspettare fino al cambiamento necessario.

Voto: 6-

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)


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7 commenti su “Sense8 – 1×02/03 I Am Also a We & Smart Money Is On the Skinny Bitch

  • Attilio Palmieri

    Il mio giudizio su questi due episodi, pur non essendo positivo in toto, è decisamente superiore rispetto al pilot.
    Alcuni difetti permangono, ma in proporzioni minori rispetto all’episodio d’esordio, specie per quanto riguarda i dialoghi.
    In più emerge molto più chiaramente l’idea, ambiziosissima e per questo anche non completamente riuscita, di fare un grande discorso sui generi cinematografici, associando a ciascuna storia un pattern di genere riconoscibile, dal revenge movie al melodramma, dal buddy movie al poliziesco, dalla love story al racconto di formazione. C’è tutta l’intenzione di prendere delle strutture precostituite, quasi dei canovacci, e ribaltarli completamente, deostruirli, come succede per esempio nella storyline di Lito, in cui si passa da un genere all’altro senza soluzione di continuità.
    In questo caso ciò che prima era quasi solamente stereotipato e approssimativo, diventa spesso un cliché funzionale al discorso degli autori, una struttura che produce senso perché al centro di un dialogismo intertestuale sempre più smaccato.
    Non è certo una serie perfetta, ancor di più in questa prima fase, ma emerge un amore per l’essere umano non indifferente, una passione i tre autori principali hanno sempre avuto e che ha anche il coraggio di fare scelte difficili anche a costo di inciampare in scelte di cattivo gusto.
    Per ora, indipendentemente dal giudizio di valore, si tratta di una serie profondamente magnetica, che si lascia guardare con piacere e che porta con sé una forte componente di addiction.

     
    • Davide Canti L'autore dell'articolo

      Il discorso che fai sui generi è molto interessante e coerente con la divisione netta delle storyline, però, per ora, la vedo solo come un obiettivo lontano non ancora raggiunto, come la fine di un percorso iniziato a malapena.
      Sono d’accordo con te sulla questione voto. Anche secondo me questi due episodi sono migliori del pilota, a cui avrei dato un voto che non raggiunge la sufficienza.
      Non sono d’accordo invece sulla questione del magnetismo… devo dire di aver fatto fatica a concludere la visione dei primi tre episodi ed il finale della 03 non mi ha dato particolari stimoli per andare avanti.

       
  • Gaia

    Con la recensone del pilot mi trovavo in accordo, con questa un po’ meno. Fondamentalmente anche io vedo una sorta di stereotipia nella caratterizzazione dei personaggi, però è funzionale al prodotto che vuole essere cioè molto popolare e quindi, secondo me, ognuno di loro ha le caratteristiche che la persona media del “mondo occidentale” attribuisce loro, ad esempio vi fosse stato un italiano lo avrebbero fatto cuoco che gira con la Lambretta, per dire. Inoltre, io lo stereotipo, purtroppo, lo collego con qualcosa di estremamente negativo, quasi insultante, dunque più che ad uno stereotipo penso che si è voluto “semplificare” le storyline dei personaggi favore di altro, ma non aggiungo altro perché non voglio fare spoiler e sono molto curiosa di leggere i vostri prossimi articoli a riguardo.
    Comunque concordo con Attilio sia per quanto riguarda la componente di addiction che nell’aver visto l’ambizione di esplorare più generi all’interno della serie.

     
    • Davide Canti L'autore dell'articolo

      Devo ammettere che non conosco esattamente da quali categorie sia formato il pubblico di Netflix, ma credo che se i Wachowski avessero voluto davvero fare uno show “popolare” avrebbero bussato ad un’altra porta (almeno secondo la mia concezione di popolare).
      Non sono d’accordo sul fatto che gli stereotipi vadano bene nella tv popolare. È vero che sono presenti in modo massiccio nella tv popolare, ma questo non vuol dire che vada bene. I personaggi sono alla base di qualunque storia ed anche se supportati da una trama forte e coinvolgente (comunque assente in Sense8) se sono scritti male è inevitabile che tutta la serie ne risenta parecchio.
      Aspetto di vedere i prossimi episodi per farmi un’idea più chiara, che ovviamente al terzo episodio non può che essere parziale.

       
      • Gaia

        Con “popolare” intendevo, forse mi sono espressa male, un prodotto che arrivi e colpisca il maggior numero di persone possibili su larga scala. Un prodotto diciamo “pop”? come potrebbe essere il fenomeno Game of thrones, non sto paragonando la caratterizzazione dei personaggi, ma la portata della serie e la sua influenza.
        Secondo me a partire da un topos, stereotipo non mi piace, per dire ad esempio la comunità lgbt di san Fransisco puoi arrivare a ai personaggi di Looking, che sono la base della serie, oppure alla protagonista di Sense8 Nomi, la cui storia riguardo la sua omosessualità non è rilevante ai fini della trama. Ma ripeto che essendo più avanti con la storia magari ho un’altra idea, infatti aspetto le future recensioni anche perché l’idea dello stereotipo la avevo anche io all’inizio della serie.

         
  • Subject 13

    Io veramente vedo il pubblico parecchio preso dalla serie. Tra l’altro la fine di ogni episodio ti spinge a voler vedere subito cosa succede nel successivo.