Silicon Valley – Stagione 2


Silicon Valley - Stagione 2Questa seconda stagione di Silicon Valley partiva con il meccanismo collaudato e ben oliato della prima annata, in forte ascesa soprattutto negli episodi finali; le aspettative, quindi, non erano affatto basse, eppure gli autori sono riusciti a superarsi, lavorando ancora meglio sui punti forti della serie.

Una volta terminata la visione di “Two Days of the Condor” è difficile non rendersi conto di quanto lo show abbia costruito quest’anno, e quella mezz’ora conclusiva riesce a raccogliere tutto quello che è stato seminato, portando lo spettatore ad un nuovo, incredibile livello di coinvolgimento. Si tratta di un epilogo perfettamente coerente con quello che la serie è riuscita a dare nei suoi dieci episodi, in un’alternanza di insuccessi e rivincite che non ha mai stancato, rendendo ogni singola puntata avvincente – senza dimenticare, chiaramente, la comicità.

Silicon Valley - Stagione 2Uno dei motivi per cui l’ansia e l’incertezza dell’ultimo episodio vengono percepiti con una tale intensità, infatti, deriva proprio dal percorso che ha portato al finale di stagione: la linea narrativa principale è riuscita a mantenersi equilibrata tra disfatte e successi, senza creare un pattern troppo semplice e, soprattutto, prevedibile. Il terrore che si prova quando Pied Piper rischia di essere distrutta da un solo click è reale perché risulta in linea con quello che la serie potrebbe offrire: si pensi solo ai fallimenti con Intersite o End Frame, funzionali a portare avanti la trama dotandola di un realismo quasi tendente al pessimismo. Il percorso di Pied Piper quest’anno, in questo senso, è stato gestito egregiamente, con un’attenzione alla trama orizzontale ancora maggiore di quella della prima stagione: sarebbe impossibile scindere Silicon Valley dalla sua solidissima storyline principale, capace di svilupparsi mantenendo una qualità raramente vista in questo genere. Si tratta certamente di uno di quei fattori che individuano la nuova generazione di serie comedy, e la creatura di Mike Judge ha raggiunto un risultato invidiabile, ponendosi come un vero e proprio modello da seguire.

Silicon Valley - Stagione 2Più in particolare, si può dire che sia la gestione del percorso di Pied Piper che quella del fallimento di Hooli si sono intrecciate con successo, culminando nel processo decisivo negli episodi finali: era chiaro fin da subito che Gavin Belson non sarebbe durato per sempre, tuttavia la sua graduale perdita di consensi ha creato una storyline più lineare ma densissima di spunti comici, tra cui la gestione di Big Head (di cui si ricorda, su tutto, il fantastico lanciapatate), del professor Bannercheck (la scena del braccio robotico e della scimmia è uno degli highlights della stagione) e il rovinoso lancio di Nucleus (“I’m sorry, Gavin. It’s Apple Maps bad.“).
La struttura narrativa di questa stagione si è spesso allontanata dal rapporto tra le due imprese per affrontare i vari problemi di Pied Piper, ma la centralità di Hooli nell’annata precedente ha reso possibile un suo approfondimento anche a prescindere dalla trama principale, rendendo i saltuari incontri tra le due ancora più interessanti: in questo senso, il finale di stagione chiude perfettamente i percorsi di entrambe le storyline, suggerendo, inoltre, una potenziale alleanza tra Richard e Gavin, entrambi tagliati fuori dalle loro stesse creature.

Silicon Valley - Stagione 2I grandi pregi di questa stagione, tuttavia, non si limitano alla sola gestione della trama orizzontale: il vuoto lasciato dal personaggio di Christopher Evan Welch aveva  inizialmente suscitato qualche dubbio, con Laurie Bream a sostituirlo quasi ricalcandone gli aspetti principali, ma gli autori hanno presto deviato verso una graduale esclusione di Raviga dal contesto (perlomeno fino al finale di stagione). Il risultato è stata, ovviamente, l’introduzione di Russ Hunneman, un personaggio così eccentrico ed esagerato che si inserisce perfettamente nella follia del mondo presentato, ponendosi come odioso e incredibilmente divertente allo stesso tempo: a partire dal motivo del suo successo (l’aver portato la radio su internet) il miliardario si è posto come una fonte di comicità pressoché inesauribile, e le scene che lo vedono protagonista si sono presto trasformate in dei classici della serie – si pensi solo alle gag delle portiere dell’auto, o a quando il personaggio si dispera perché diventato “solo” milionario.
Tuttavia l’introduzione di personaggi riusciti non riguarda solo Russ, ma un’incredibile mole di nuovi arrivati, ognuno caratterizzato da qualche assurda ed esilarante peculiarità: dal direttore di Homicide a Jian-Yang fino ad arrivare a Pete Monahan, l’incredibile avvocato di Richard, appena uscito di prigione (“Did I have consensual intercourse with two women under the age of eighteen? Repeatedly.“).

Silicon Valley - Stagione 2La comicità di quest’anno si è quindi rivelata più matura, ulteriore passo avanti di un percorso che già dalla scorsa stagione aveva trovato una direzione ben precisa; se in “Optimal Tip-to-Tip Efficiency”, finale della prima annata, la gag della formula della masturbazione collettiva costituiva il punto più alto raggiunto dalla comicità della serie, in questo caso tali vette vengono toccate e superate in molti, moltissimi casi. Guardare Silicon Valley, ormai, è diventata una di quelle attività che rischiano di uccidere per le risate provocate, e lo dimostrano le geniali sequenze dei rifiuti alle aziende nel secondo episodio, della riunione di Intersite (con i rappresentati, serissimi, accompagnati da titoli come “Fingered teen” o “Let’s try fisting”) o, soprattutto, della tabella SWOT di Gilfoyle e Dinesh contro Blaine, esilarante in ogni minimo dettaglio presente – al punto che mettere in pausa per studiarla, in questo caso, è d’obbligo.
Si parla, quindi, di una gestione dei tempi comici e delle gag di altissimo livello, capace di sfruttare i personaggi più adatti al comic relief (come, appunto, la coppia Gilfoyle-Dinesh) al loro massimo potenziale, sfociando addirittura in un black humor crudele e divertentissimo, come nel caso dell’incidente con l’uovo del condor, in cui la sofferenza dell’uomo precipitato viene vista da Pied Piper come un enorme successo (“That guy’s gonna drink his own piss? That’s too good. We’re gonna fail by succeeding.“).

Silicon Valley - Stagione 2Questa seconda stagione di Silicon Valley, quindi, si chiude con un finale incredibile che porta a compimento tutte le storyline principali, riuscendo a maturare e sfruttare tutte le potenzialità e gli spunti offerti dalla serie dopo la sua riuscita prima annata. La creatura di Mike Judge si è rivelata essere un prodotto coraggiosissimo che, senza paura di osare e rischiare, riesce a portare lo spettatore dall’euforia all’ansia non preoccupandosi di risultare, in certi casi, tutt’altro che facile da vedere – la sequenza finale, con quel bellissimo cliffhanger, ne è l’esempio più calzante. Ci sono dei piccoli difetti, come la gestione solo abbozzata dei nuovi programmatori o la risoluzione, forse a volte abusata, dei problemi con un colpo di genio di Gilfoyle, ma si tratta di piccole imperfezioni che impallidiscono di fronte alla qualità raggiunta quest’anno, a conferma di come la serie HBO sia uno di quegli esempi da seguire ed imitare, e di come il panorama comedy odierno abbia ancora moltissimo da dire.

Voto stagione: 8 ½

 

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