The Strain – 2×01 BK, NY


The Strain - 2x01 BK, NYLa serie creata da Guillermo del Toro e Chuck Hogan riprende il proprio cammino nell’oscura New York ormai in quarantena, non abbandonando le atmosfere cupe della prima stagione e lasciando però spazio anche a un’ironia di fondo che tiene The Strain negli alti livelli di quei guilty pleasure che ci allieteranno durante la seconda parte di quest’estate.

Evil… lurks in the world, Abraham, in many forms. Some familiar, some not. You must stop it. We all must.

The Strain - 2x01 BK, NYLa nuova stagione comincia in maniera intelligente, ovvero svelando subito la genesi del Master attraverso il racconto della nonna di Abraham Setrakian: un racconto dovuto, un mistero che ancora non era stato svelato ci viene buttato in faccia subito, ed è un bene. In molti casi il mistero, il passato e il “come e perché” di un racconto del genere vengono tenuti all’oscuro e molto spesso mai spiegati: la direzione di The Strain è stata sempre quella di non stare troppo con le carte in mano ma di giocarsele sempre al momento opportuno, senza mai stancare con attese infinite chi sta aspettando una rivelazione.
Il modo con cui ci viene raccontato è anche costruito in modo lineare per gli standard della serie e ci permette di capire fin da subito come l’”anima” terrificante del Master si possa spostare di corpo in corpo, rimanendo pressoché immortale: le ferite riportate dall’attuale fisico costringeranno l’anima nera a trovare una nuova casa, con l’inserimento di un “vecchio-nuovo” villain che dovranno affrontare i nostri eroi.

The Strain - 2x01 BK, NYRitroviamo i protagonisti dove li avevamo lasciati, ovvero sconfitti da un mostro che credevano di avere battuto: tutto ciò costruito nella prima stagione si è rivelato quasi inutile, lasciandoli nello sconforto di chi è costretto per forza di cose a dover ricominciare da zero.
Tutti hanno ripreso con dei lavori che speravano di non dover più fare: Fet con le installazioni per tenere lontani i vampiri, Dutch con una nuova diavoleria elettronica, Ephraim e Nora con ulteriori studi sulla chimica abbinata alla speranza, Setrakian con l’eterna lotta che lo accompagna fin dalla sua infanzia. Proprio quest’ultimo fa la conoscenza degli Anziani, razza che avevamo già visto verso il finale della scorsa stagione: anche in questo caso, la serie non lesina sulla parte horror e ci mostra un sacrificio umano in tutta la sua interezza. Proprio questo è uno dei punti di forza di The Strain: mantenersi su un livello accessibile a tutti senza dimenticare il vero genere di cui fa parte, portando molte volte all’estremo la propria narrazione visiva.

To the victory!

The Strain - 2x01 BK, NYProprio il fatto che la vittoria non è affatto arrivata – a dispetto del brindisi ironico tra Ephraim e Dutch – e che quindi la battaglia va ripensata in tutto e per tutto, l’inserimento di nuovi personaggi e il riposizionamento di alcuni tra quelli già visti non può che far bene alla serie.
È il caso di Coco Marchand e il redivivo Eldtrich Palmer: la prima arriva in punta di piedi ma potrebbe rivelarsi una variabile impazzita all’interno dell’equazione della serie, proprio perché viene presa sotto l’ala protettrice di Palmer, ormai villain a tutti gli effetti. Lo slancio che ha dato il Master al vecchio imprenditore è risultato decisivo per l’inserimento di un personaggio magnetico e risoluto, che tiene testa senza problemi al sinistro Eichorst e che vuole a tutti i costi quel potere oscuro che l’antico vampiro gli ha fatto finora solo assaggiare.
La giovane avvocatessa invece dà un tocco di freschezza alla schiera di protagonisti, grazie anche al viso particolare di Lizzie Brocheré (American Horror Story) e al suo background tutto da scoprire.

The Strain - 2x01 BK, NYCon questa premiere, The Strain riprende gli stessi binari dello scorso anno con l’inserimento di nuovi protagonisti e un lavoro (ovviamente appena iniziato) su quelli vecchi: molto interessante la svolta dei bambini ciechi e della fu signora Goodweather, con l’utilizzo in una volta sola di due topoi del genere horror, ovvero la resurrezione dal mondo dei morti e l’immagine di una mano che esce dalla terra appena smossa.
Insomma, questa “BK, NY” ci porta a credere che anche la seconda stagione sarà piacevole da seguire e che potrà regalarci dei momenti di puro divertimento e spavento allo stesso tempo come fatto l’anno scorso: la forza della serie continua ad essere quella di non prendersi troppo sul serio, riutilizzando le caratteristiche degli horror classici trasformati in modo che siano fruibili a tutti, senza scadere nel trash o nel già visto. E questo non è da tutti.

Voto: 7

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.

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