[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot. 3


[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Sono passati ben diciotto anni dalla messa in onda della prima puntata di Buffy the Vampire Slayer, il teen drama di ambientazione sovrannaturale creato dall’ormai acclamato Joss Whedon e trasmesso dalle reti WB e UPN tra il 1997 e il 2003, per un totale di sette stagioni e 144 episodi. Parliamo quindi di una serie datata, lunga e, almeno apparentemente, di genere. Perchè quindi recuperarne la visione in un momento così fertile per il panorama televisivo?

La risposta più semplice è che lo show ha segnato un vero e proprio momento di svolta nell’evoluzione della serialità, ma per comprendere ciò bisogna innanzitutto sfatare un pregiudizio molto diffuso: Buffy the Vampire Slayer non è (solo) un prodotto per adolescenti. Ed è proprio sul sovvertimento dei preconcetti cinematografici e di genere dello spettatore che si fonda la premessa stessa dello show, tanto semplice quanto rivoluzionaria.

In every generation there is a Chosen One. She alone will stand against the vampires, the demons, and the forces of darkness. She is the Slayer.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.La serie – ambientata in una cittadina californiana che, guarda caso, sorge esattamente sopra la Bocca dell’Inferno – racconta le vicende di Buffy Summers (Sarah Michelle Gellar), all’apparenza la tipica liceale carina e un po’ svampita, la quale scopre di essere l’ultima incarnazione di una millenaria stirpe di cacciatrici (slayers), scelte per combattere contro vampiri, demoni e altre creature maligne. Ad aiutarla a compiere questa missione, sventando un’apocalisse dopo l’altra, troviamo la cosiddetta Scooby Gang, composta da Rupert Giles (Anthony Head), un bibliotecario di origini britanniche inviato a Sunnydale per assistere e addestrare la cacciatrice, e i compagni di liceo Willow (Alyson Hannigan) e Xander (Nicholas Brendon).

Whedon prende quindi lo stereotipo della scream queen tipico del genere horror e lo ribalta completamente, ponendo una protagonista femminile al centro dell’azione non come vittima ma come eroina, in un momento in cui – fatta l’eccezione di Xena – un’operazione del genere era tutto fuorché scontata; per la prima volta la ragazza bionda e carina non scappa dal mostro per poi finire dilaniata, ma è questo a fuggire terrorizzato alla sua vista.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Dal punto di vista strutturale la serie è un precoce esempio dell’ormai classico intreccio di trama orizzontale e verticale, ottenuto tramite l’affiancamento di un Big Bad stagionale ai vari “cattivi della settimana” che si succedono di episodio in episodio, il tutto nel quadro del più ampio percorso di formazione della protagonista che, come vedremo, costituisce il vero fulcro del racconto. Ciò permette a Whedon di dar vita ad archi narrativi lunghi e complessi, che in alcuni casi vanno a coprire anche più di una stagione, permettendo ai personaggi di crescere ed evolversi e premiando la fedeltà dello spettatore.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Lo scardinamento degli stereotipi del racconto horror si accompagna poi alla programmatica volontà di mescolare continuamente registri e generi diversi: ciò si traduce da un lato nel sapiente bilanciamento di momenti dalla forte carica drammatica ad altri più leggeri e scanzonati, e dall’altro nella realizzazione di episodi “sperimentali” che si allontanano ancora di più dal consueto mix di teen drama e horror per riflettere sui generi e sui meccanismi cinematografici. Whedon spazia dall’omaggio al cinema muto (“Hush”), al musical (“Once More, with Feeling”) passando per il surrealismo lynchiano (“Restless”), trasformando Buffy the Vampire Slayer in un contenitore all’interno del quale portare avanti un discorso sui limiti della narrazione televisiva senza mai perdere di vista il cuore del racconto. Questo approccio postmoderno si riflette inevitabilmente anche sui dialoghi, che, oltre a essere intrisi di neologismi e giochi di parole che si sono fatti poi strada nel linguaggio comune, spiccano per la modernissima consapevolezza metanarrativa mostrata di tanto in tanto dai personaggi nei confronti dei ruoli che ricoprono e delle situazioni da loro vissute, oltre che per la vastità delle citazioni tratte dalla cultura pop che oggi sono tanto in voga.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Lungi dall’essere un mero esercizio di stile, Buffy the Vampire Slayer è soprattutto un riuscitissimo racconto di formazione, che investe non solo la protagonista ma tutti i personaggi che popolano la serie. La cornice sovrannaturale viene infatti sfruttata, in particolare nelle prime stagioni, come metafora delle diverse problematiche che caratterizzano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, trattando tematiche come la solitudine, il rapporto con i genitori e l’identità sessuale senza mai risultare eccessivamente greve, proprio grazie a questa trasfigurazione orrorifica. In questo modo Whedon riesce a svincolarsi dalla narrazione di genere, dando vita a un racconto incredibilmente umano e caratterizzato da una cura nei confronti della scrittura dei personaggi assai rara.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Se le prime tre stagioni sono costruite attorno al concetto del liceo come inferno, dalla quarta annata in poi, in cui Buffy e il resto della Scooby Gang vengono catapultati nell’età adulta, la posta in gioco si alza ulteriormente con la messa in scena del disorientamento che questo passaggio comporta. Non è un caso che uno degli avvenimenti più tragici e sconvolgenti della serie – le cui conseguenze sono narrate in uno degli episodi più belli e strazianti dello show (“The Body”) – non abbia un’origine sovannaturale, come a ricordarci che, nonostante tutto, la vita può essere mostruosa e devastante anche senza la presenza di demoni e vampiri, dando vita a una delle più toccanti riflessioni sulla morte andate in onda sul piccolo schermo.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Ed è proprio da questa discrepanza tra l’ordinarietà della protagonista in quanto adolescente e poi giovane donna e la straordinarietà del ruolo che si ritrova a ricoprire, con tutte le responsabilità che questo comporta, che deriva la grande forza di questo personaggio: Whedon riesce a tratteggiare un’eroina moderna dotata di un grande potere e carisma ma al tempo stesso ben lontana dalla perfezione e sicurezza che si potrebbero accompagnare a questi tratti. In questo modo evita il rischio di sfociare in un diverso tipo di stereotipo, quello dell’eroe senza macchia e senza paura, e modella un personaggio estremamente complesso e sfaccettato.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Un discorso molto simile può essere però applicato anche a tutti gli altri personaggi che popolano lo show, vampiri inclusi. Nonostante la centralità del personaggio della Gellar, Buffy the Vampire Slayer indugia infatti sull’approfondimento dei suoi comprimari con altrettanta cura: per ciascuno di loro Whedon sembra partire sempre da un archetipo/stereotipo (il bibliotecario inglese, la timida secchiona, l’amico goffo e divertente, il vampiro bello e tenebroso) per poi procedere ad un progressivo accumulo di dettagli e sfumature, giocando con questi ruoli fino a renderli delle figure tridimensionali e tremendamente umane.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Non si può infine non menzionare come Buffy The Vampire Slayer costituisca il fulcro di un vasto universo transmediale: la serie infatti, oltre a essere figlia del malriuscito film del 1992 in cui lo script di Whedon era stato stravolto in fase di produzione, prosegue tuttora al di fuori del medium televisivo nella serie a fumetti della Dark Horse Comics a cui hanno contribuito molti degli autori dello show, incluso lo stesso Whedon. Non solo, dalla quarta stagione in poi ad affiancare Buffy The Vampire Slayer vi fu lo spin-off Angel, uno show dai toni più maturi con protagonista l’omonimo vampiro introdotto nella serie madre, dando vita a un processo di scambio non frequente ma costante e coerente tra i due racconti.

[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.Buffy The Vampire Slayer, con la sua ironia meta-narrativa, la cura nella costruzione di archi narrativi complessi e la capacità di dar vita un universo allargato, risulta un prodotto estremamente moderno, in grado di anticipare molti dei trend che oggi caratterizzano la narrazione non solo seriale ma anche cinematografica. Basti pensare, per restare in ambito sci-fi/fantasy, al debito che serie come Doctor Who – o meglio, New Who – riconoscono nei suoi confronti, piuttosto che all’enorme successo riscosso dal mastodontico progetto del Marvel Cinematic Universe, e in particolare dal primo film dedicato agli Avengers, scritto e diretto proprio da Whedon nel suo inconfondibile stile.

La serie, come del resto la sua protagonista, non è perfetta: gli effetti speciali, specie nei primi episodi, appaiono datati quando non scadenti a causa del budget ridottissimo e non tutti gli episodi autoconclusivi possono contare sul medesimo livello qualitativo. Nonostante ciò, dopo quasi vent’anni dalla sua trasmissione, la creatura di Whedon conserva una freschezza nei dialoghi e un’intensità narrativa che ne testimoniano la portata rivoluzionaria sul panorama televisivo della fine degli anni Novanta, rendendone la visione una tappa imprescindibile per tutti gli appassionati di serie tv.

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3 commenti su “[Consigli Estivi #13] Buffy the Vampire Slayer – She changed tv history. A lot.

  • T.

    Grazie, grazie, grazie.
    Sono nel bel mezzo del rewatch di Buffy (appena terminata la seconda stagione), dopo averlo visto in italiano ai tempi di italia1 ho finalmente trovato il tempo e il coraggio di intraprenderne la dovuta visione in lingua originale, e a 34 anni suonati lo trovo altrettanto coinvolgente di 18 anni fa. Anzi, ne apprezzo molto di più le sfumature, gli incroci e le contaminazioni, e soprattutto l’estrema ironia, che sono ciò che fa di me un fan di qualsiasi cosa venga partorito dalla mente di joss Whedon. Chi altro poteva creare un personaggio come una teenager nerd ebrea che scopre di essere lesbica e diventa una strega, ma senza far sembrare il tutto ridicolo, ma anzi perfettamente naturale?
    Pensare che oggi se pensi a un teen drama sui vampiri la prima cosa che viene in mente agli adolescenti è Twilight, e che della Scooby gang non hanno mai sentito parlare, fa perdere un po’ di fiducia nell’umanità.

     
  • Ashja

    Una bellissima analisi, condivido parola per parola. Ciò che amo di BuffyTVS è sempre stato il moto dei protagonisti e comprimari, lo spazio psicologico ed esistenziale che hanno avuto per evolvere in direzioni a volte impreviste ma sempre coerenti con la loro crescita.. è un privilegio assistere ad uno scavo così meticoloso dei personaggi. Il “formato verticale” delle trame episodiche non mi è mai piaciuto particolarmente, ma qui permette di introdurre storyline e comic relief indimenticabili, quindi ben vengano! 🙂
    Grazie per questo articolo.. sarebbe bello che qualcun altro conoscesse meglio il Buffyverse!

     
  • Eraserhead

    Ottima recensione!
    Reduce da un recente rewatch, dopo più di 15 anni dall’ultimo(!!!), questa volta assieme alla mia dolce metà, devo dire che non solo questa serie non ha perso smalto ma ha guadagnato ancora più fascino, agli occhi di uno spettatore odierno…
    Non credo sia solo una questione personale, di familiarità, del legame che ho con questa serie che mi ha letteralmente introdotto alla tv americana nella mia adolescenza, alla visione di contenuti in lingua originale e, soprattutto, che credo abbia contribuito a formarmi caratterialmente e a plasmare parte dei miei ideali…
    E’ la sua commistione irripetibile di temi trattati in maniera egregia, personaggi e dialoghi indimentabili, che ti restano davvero nel cuore… Senza parlare poi della sperimentalità e del coraggio di questi autori, nel portare avanti una serie così femminista, come non ce n’era nessuna all’epoca (e forse neppure oggi, almeno non in maniera così naturale e insieme sovversiva)…
    Nel suo mettere in scena le ansie e le idiosincrasie degli adolescenti e dei giovani adulti la serie sembra quasi procedere in modo organico, olistico, crescendo con loro e migliorando non solo effetti speciali e aspetti tecnici, ma analizzando i vari problemi che anche da adulti si devono affrontare, diventando sempre più dark e intensa, ma senza perdere la sua caratteristica verve frizzante (a parte in alcuni punti, verso le ultime stagioni, in cui sembra diventare quasi troppo pesante)…
    Di fronte a una tale colonna portante della serialità, se non del medium televisivo tutto, è davvero arduo riscontrare dei difetti che non siano imputabili alla carenza di mezzi o budget che, in verità, trovo elevino ancora di più il prodotto: costringendo gli autori a mostrare la crescita dei personaggi attraverso scelte narrative azzardate e inedite per un teen drama…
    Joss Whedon e il team di sceneggiatori hanno creato davvero un universo unico e credibile, spero che Prime inserisca al più presto in catalogo anche Angel, the Series, per poter godere fino in fondo del Buffyverse!
    Mi vengono gli occhi a cuoricino e mi emoziono solo a parlare o scrivere di questa serie che, dopo più di un decennio e centinaia (letteralmente) di serie guardate e divorate, mantiene sempre un posto speciale nel mio cuore!