Fear The Walking Dead – 1×02/03 So Close, Yet So Far & The Dog 15


Fear The Walking Dead – 1×02/03 So Close, Yet So Far & The DogPuò un fenomeno televisivo di qualità discutibile dare vita ad un buono spin-off prequel sviluppato dagli stessi autori e produttori? Robert Kirkman e il resto della crew dietro a Fear The Walking Dead stanno cercando di rispondere a questa domanda, che però tutt’ora rimane irrisolta.

La voglia di avere risposte concrete sembra prematura, ma non lo è affatto, visto che della prima stagione, composta da sei episodi, ne sono stati trasmessi già tre, cioè la metà. Queste prime tre puntate, che fanno parte di e chiudono un primo arco narrativo, hanno avuto il pregio di tirare una linea di separazione abbastanza netta con la serie madre e di puntare il focus su un tema che The Walking Dead aveva tralasciato gradualmente con il passare delle stagioni: la paura.

Fear The Walking Dead – 1×02/03 So Close, Yet So Far & The DogLa paura è proprio quello che distingue le due serie e già a partire dal titolo, in cui fear rappresenta l’unica differenza. Fear The Walking Dead non ha quindi il compito di raccontare il cambiamento umano di fronte al mutamento dell’ambiente circostante, ma di intervenire nella fase immediatamente precedente, quando ancora le cose non sono mutate ma stanno per farlo. Per questo la serie tende ad esortare lo spettatore a stare attento, ad essere prudente verso qualcosa che ancora non conosce (gli zombie che stanno per diffondersi) e lo fa giocando sul mistero, sul dubbio, sulla suspense e sul non mostrato. Decide infatti di non sbattere gli zombie in primo piano, ma ci fa sentire i loro versi, ce li fa vedere zoppicanti in lontananza e nascosti nell’ombra e, anche quando i morti che camminano sono ben visibili, lo stato di putrefazione che caratterizza i walkers in Fear non è ancora in uno stadio avanzato ‒ rendendo così più ambigua la distinzione tra vivi e morti per gli ignari protagonisti. I personaggi all’interno del racconto, però, sono all’oscuro di tutto, ribaltando la situazione di parità che invece riguardava il pubblico e il gruppo di Rick Grimes in The Walking Dead. Alterando questi livelli di consapevolezza, il pubblico non si trova più a scoprire gli eventi volta per volta, ma parte avvantaggiato, sapendo già l’epilogo della storia; così facendo, la serie espone il suo primo punto debole: la prevedibilità.

Fear The Walking Dead – 1×02/03 So Close, Yet So Far & The DogLa regia di Adam Davidson, che dirige i primi tre episodi, conferma la voglia di giocare sulla paura, scegliendo inquadrature sia spettacolari che funzionali a trasmetterla. La ripresa dall’alto che mostra solo Alicia e parte dell’asfalto nei primi minuti di “So Close, Yet So Far” crea un effetto di spaesamento nello spettatore, che prova un senso di vertigine, come se stesse quasi per cadere addosso alla protagonista. Il non vedere cosa le stia accadendo attorno e l’assenza di rumori diegetici contribuiscono a rendere poco chiara la situazione, che diventa subito potenzialmente pericolosa.

La contrapposizione tra una caratteristica e il suo opposto sembra il leitmotiv dell’episodio due, che nelle parole di Liza vede la sua frase emblematica. “What do you know?“, chiede la donna all’ex marito durante la rivolta in città: “So Close, Yet So Far” si basa tutto sull’alternanza di non conoscenza e conoscenza, molto probabilmente senza basi, ma unica possibilità di salvezza. Sfortunatamente, anche laddove la conoscenza ci sia, è comunque parziale e l’unica cosa che si sa è che si deve avere paura e si deve scappare per proteggersi. La minaccia inizia a farsi tangibile, ma è ancora indefinita, mostrata poco e comunque, essendo ancora negli stati iniziali, è molto simile alla normalità. Come fare quindi a salvarsi? Anche in questo caso il dividersi si contrappone allo stare uniti, l’insegnamento più grande che Rick Grimes ci abbia dato e che sembra funzionare anche in Fear The Walking Dead.

Fear The Walking Dead – 1×02/03 So Close, Yet So Far & The DogQuello della consapevolezza è un altro tema centrale per lo sviluppo sia della trama che della psicologia dei personaggi: in questa fase iniziale della storia è troppa o è coerentemente inserita nella narrazione? A causa del suo comportamento, è credibile che il giovane Tobias sappia più di quello che voglia farci credere e che si comporti di conseguenza, ma perché Madison e Travis reagiscono in quel modo, già pianificando una fuga per proteggersi? È come se sapessero che un’epidemia sia in procinto di diffondersi, senza però giustificare allo spettatore come siano arrivate loro queste informazioni. La questione della consapevolezza si lega con un altro tema di carattere etico, che “The Dog” vorrebbe sviscerare e di cui si parlerà in seguito.

Rispetto al “Pilot“, l’episodio due non fa grandi passi in avanti: i personaggi continuano ad essere vagamente abbozzati e generalmente molto semplici, senza far uscire caratteristiche proprie o personalità originali e interessanti. Questa scelta non deve essere vista come un punto debole, ma come un punto di partenza, una tela bianca su cui dipingere di puntata in puntata una sfumatura diversa del carattere del personaggio, costruendolo in contemporanea col cambiamento che andrà ad affrontare. Così come in The Walking Dead la crescita e la trasformazione dei personaggi hanno avuto un ruolo chiave sia per l’evoluzione della trama che della serie stessa, anche in Fear sarà il faccia a faccia con la vita a costruire personaggi più o meno interessanti, non la mano degli sceneggiatori.
Per questi motivi “So Close, Yet So Far” non vuole ricoprire un ruolo di svolta, ma, insieme al pilot, vuole mettere le basi per quello che si vedrà nel futuro, come è ipotizzabile voglia fare tutta la (molto corta) prima stagione.

Fear The Walking Dead – 1×02/03 So Close, Yet So Far & The DogLa terza puntata entra nel vivo dell’azione, con l’eliminazione della grata che proteggeva il gruppo rintanato nel barber shop di Daniel dalla rivolta scoppiata in strada. Vediamo così quello che presumibilmente è stato uno dei primi focolai che ha permesso la diffusione del virus su larga scala, passaggio chiave per capire le origini della storia, messo però in scena in modo avventato e senza una base solida (che sarebbe stata creata, per esempio, da un racconto più attento della situazione sociale del luogo). Se da un lato una rivolta popolare trasformata in guerriglia urbana è un veicolo credibile di diffusione per un virus che si trasmette per contatto violento, dall’altra è assai improbabile che l’omicidio di un senzatetto possa portare a scenari di violenza simili. L’impatto visivo ed emotivo di una rivolta genera quella confusione in cui buoni e cattivi si mescolano; ora è difficile distinguere coloro che scappano da coloro che rincorrono e quel continuo passaggio dal buio della notte alla luce del fuoco che divampa aggiunge drammaticità al momento che tanti si sono immaginati e che ora finalmente vedono.

Uno dei pregi di “The Dog” è quello di intervenire in modo più deciso sulla caratterizzazione di alcuni dei ruoli maggiori, invertendo le dinamiche che abbiamo trovato all’inizio di The Walking Dead: se Rick era il padre perfetto che suo malgrado ha dovuto abbandonare la famiglia durante lo scoppio dell’epidemia, Travis ne incarna l’opposto: è un padre assente per suo figlio e un non padre per i figli della nuova compagna. Né Nick e Alicia, né Chris lo vedono come una figura di riferimento e anzi contestano le sue scelte e decisioni, che però li aiutano attivamente a superare i primi momenti di crisi. È ancora presto per dire quale figura paterna sarà la migliore, ma almeno si avrà la certezza si vedere una variazione sul tema, dandoci la possibilità di confrontarci con qualcosa di non visto all’interno dell’universo zombie di Kirkman.

Fear The Walking Dead – 1×02/03 So Close, Yet So Far & The Dog“The Dog” ha il pregio di introdurre, anche se timidamente, uno dei temi più importanti di The Walking Dead in Fear: è giusto o sbagliato uccidere gli infetti? Questo quesito morale, più che essere affrontato dai protagonisti in scena, è percepito dallo spettatore che non vede alcun tipo di rimorso o pentimento negli occhi dei personaggi dopo la morte del vicino di casa Peter. La non reazione sullo schermo ne scatena una nel pubblico, che si aspetterebbe maggiore trasposto e approfondimento su un tema che invece in TWD ha avuto ampio spazio. Questa mancanza è accentuata dal fatto che Travis e compagni ancora non abbiano un quadro completo del problema e che l’epidemia zombie sia qualcosa di cui loro non sono ancora a conoscenza e a cui difficilmente potrebbero pensare.

La minore importanza delle emozioni rispetto alla messa in scena del caos che imperversa a Los Angeles rende l’inizio di Fear The Walking Dead molto più superficiale del previsto, correndo verso una situazione (quella in cui gli zombie sono diventati la normalità) che già conosciamo e tralasciando tutto quello che viene prima e che doveva essere il centro di questo nuovo progetto. Per questo lo show non esalta e rimane solo piacevole da guardare: un bilancio non dei più rosei, ma comunque, per ora, sufficiente.

Voto 1×02: 6½
Voto 1×03: 6½

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)


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15 commenti su “Fear The Walking Dead – 1×02/03 So Close, Yet So Far & The Dog

  • jackson1966

    Non sono d’accordo su alcune cose:
    – Intanto TWD non è un “fenomeno televisivo di qualità discutibile”. Se è un fenomeno fa quello che deve fare e lo fa bene: si fa guardare da 19 milioni di spettatori a puntata che sono, fino a prova contraria (e il mio adorato Hannibal lo prova) i giudici supremi di una serie tv.
    – Che nessuno reagisca emotivamente alla morte di Peter è proprio falso: quel cretino di Travis ne fa una tragedia per metà puntata (cercava di calmarlo chiamandolo per nome il scemo), lo seppellisce e impedisce alla moglie di far fuori la vicina, che “è malata e deve essere curata”, causando così la morte del marito di quest’ultima ed il sospetto della “cavalleria” (altra cretineria di Travis), per foruna disabilitato dalla più furba Mattie. Persino Mattie e Liza lo proteggono perchè sanno quanto è debole. Adesso si spera che il tutto lo svegli e lo porti a Rick Grames, sennò tombola!
    – La rivolta scatenata dall’uccisione di un senzatetto apparentemente ingiusta è credibilissima, visti gli ultimi eventi successi in USA: c’è una buona parte della popolazione, soprattutto a Los Angeles che è come una polvere da sparo pronta ada esplodere per ogni minima cosa, soprattutto nei confronti della loro polizia, visti appunto gli ultimi eventi di uccisioni ingiuste da parte di quest’ultima (o in Fear si vive in una realtà alternativa, ma non mi sembra proprio).
    – Travis e Maddie decidono di partire perchè hanno visto in prima persona cosa fa il virus, lo hanno visto trasmettersi facilmente (grazie anche a Nick ed a ciò che ha visto), per es. al ragazzo di Alicia, e quindi certo che pensano subito ad un epidemia pericolosa in corso: siamo ai tempi di Ebola, AIDS, influenza aviaria et simili, ricordiamocelo. In più Maddie ha dovuto pure uccidere il suo ex Preside e direi che le parole di Thomas hanno avuto una vera e propria prova concreta;
    – Thomas è solo il solito nerd che vagando su internet riesce a capire prima ciò che agli altri era sfuggito, mettendo insieme i piccoli pezzi che all’inizio girano in rete, e forse è anche l’unico che ha visto Romero, visto che in questi tf sempre sempre che sia inesistente.
    Suggerirei, senza acrinomia, di vedere la serie tv con più attenzione e senza pregiudizi dovuti al fatto che, evidentemente, il recensore ama poco la serie madre. Così molti errori sopra citati si eviterebbero.

     
    • Davide Canti L'autore dell'articolo

      Ciao jackson1966, ti rispondo punto per punto:

      – In questo caso avresti avuto ragione se io avessi scritto “fenomeno discutibile”. Al contrario è della qualità che parlavo e discutibile mi sembra il termine più adatto per descriverla. Infatti non ho scritto “bassa qualità”, ma discutibile, che ovviamente vuol dire un’altra cosa. Per quanto riguarda il pensiero comune che se uno show è visto da tanta gente diventa subito di qualità, posso dirti che io non la penso affatto così. Se fosse vero vorrebbe dire che Uomini e Donne, su Canale5, sarebbe un programma di qualità con il suo 24% di share fisso e oltre 20 anni di vita. I numeri non fanno la qualità e anzi (molto) spesso è proprio il contrario: quelle serie che nessuno vede sono le meglio realizzate, proprio come Hannibal che hai citato tu.

      – La tragedia che avrebbe fatto Travis di cui parli tu io non la chiamerei tragedia, ma solo un timido tentativo di non uccidere il vicino di casa che lui non poteva sapere che fosse già morto. Subito dopo lo sparo, Travis ne seppellisce il corpo come per disfarsi di una prova, non per amore cristiano, e infatti ai militari nessuno dice che in giardino si trova proprio Peter. La vicina di casa è stata risparmiata solo perché non poteva fare del male a loro.

      – Non credo che in Fear si viva in una realtà alternativa, ma resto dell’idea che la rivolta sia tanto funzionale al racconto quanto improbabile. Non vivendo a Los Angeles non conosco quanto tesa sia tesa la situazione, ma leggendo i giornali ricordo che in situazioni del genere gli scontri sono sempre stati postumi all’evento e non immediatamente successivi. Essere credibili con le tempistiche mi sembra un atto dovuto, soprattutto quando si affrontano temi del genere con la voglia di rendere un’immagine veritiera del fenomeno.

      – Travis e Maddie hanno visto tre persone potenzialmente affette dal virus, non orde di persone sbavanti. Tu hai citato ebola: non mi sembra che nei luoghi in cui è arrivato il virus ci sia stato un’esodo verso il deserto per proteggersi. E poi, cosa molto importante, loro non possono sapere di cosa si tratta e se non sanno che gli infetti sono zombie e credono sia solo una malattia o un virus, allora non avrebbero dovuto uccidere due persone.

      Chiudo dicendo che l’acrimonia di cui parli sta solo nei tuoi occhi insieme ad un pizzico di presunzione. Non mi sembra giusto dire che chi non apprezza Fear è perché non lo abbia guardato attentamente, o perché sia un detrattore della serie madre. Se avessi fatto più attenzione, avresti visto che all’ultima puntata di TWD che ho recensito (la 5×15) ho dato 7½, soffermandomi sulle diverse qualità dell’episodio.

       
      • jackson1966

        Nessuna presunzione credi, ma solo il fatto che vediamo cose proprio diverse: io odio letteralmente Travis per tutte le scene che fa. Ha rotto le balls a Daniel perchè ha ucciso Peter, ha impedito a Maddie di uccidere la vicina perchè ci sarà di sicuro una cura e lei non poteva uccidere una persona malata. Ha tolto il fucile dalle mani del figlio, perchè odia le armi ed in più, quel fucile e quell’uomo con cui il figlio parlava avevano ucciso Peter. Crede che siano salvi perchè c’è l’esercito. E nessuno ha detto di Peter seppellito perchè nessuno lo ha chiesto tranne il soldato a Maddie, che ha capito al volo che era meglio mentire, dato che portavano “via” le persone toccate dal sangue. Non è che arriva l’eserrcito e tutti gridano “meno male che siete arrivati. Ho appena seppellito il mio vicino dietro casa”, soprattutto dopo aver visto la scena tra Peter e sua moglie, alquanto scioccante. Altro che disfarsi di una prova, quello lo fa, e lo dice a Maddie, perchè è un essere umano e va rispettato.
        La rivolta, purtroppo, è molto vicina alla realtà di Los Angeles. Ho cari amici che vivono lì e potrebbero confermartelo.
        Travis e Maddie reagiscono come chiunque pensi ad un virus mortale o quasi: si vogliono isolare. Così come Ebola e i suoi casi sono stati isolati (sia fisicamente che, purtroppo anche mediaticamente). Di solito questa è la prima causa, inconsapevole o meno, che fa terminare un’epidemia: la gente smette di interagire per paura e voilà il virus non ha più veicoli da infettare.
        Tutti, infine, quando cito gli ascolti di TWd mi dicono ciò che dici tu. Non sono per niente d’accordo: citate sempre produzioni italiane ed il popolo italiano, che è notoriamente provinciale (mio marito sta guardando la mafia 7 fai tu). TWD cita gli ascolti negli USA, che sono meno provinciali direi ed abituati a serie ben migliori delle nostre. Poi, certo toppano in pieno su Hannibal, ma devo ammettere che non è una serie facile e di primo impatto, anche se è la migliore in giro per me.
        E, un’altra cosa che dimostra che vediamo proprio le serie in modo diverso è proprio al tua ultima citazione: io adoro TWD per motivi che vanno al di là della serie stessa ma che sono legati al mio amore per gli Zombie ed al loro essere di nicchia fino a TWD, ma l’ultima puntata dell’ultima stagione da 7 1/2? Per me neanche un po’. Ha fatto finali di stagione ben più degni ed è già due anni che toppa il finale di stagione, per me.
        Inoltre, quando citate tutti la qaulità di GOT e BB usate anche gli ascolti per provarla. Cito queste due serie perchè io non le guardo e le trovo noiose a morte.
        Ammetto che TWD è altalenante come serie, ma se raggiunge tutte quelle persone per così tanto tempo, una domandina vogliamo farcela sul perchè o no? O finiamo come nei festival tipo Cannes e Venezia dove vincono e vengono lodati fiilms che guarderanno solo i parenti del regista e del produttore? E altre tre o 4 persone. E questo per me è un gran difetto: qualsiasi serie tv o film deve essere in grado di raggiungere più persone possibili e di lasciare loro qualcosa, se è per tre persone in croce, sta fallendo miseramente. E parlo da vedova di Hannibal con un ulcera per la cancellazione. E parlo sempre di pubblico anglosassone, perchè su quello italiano ho ormai perso ogni speranza, almeno per la mia generazione. Sui miei figli sto lavorando e spero che siano una generazione migliore. Per es. Netflix sarà da noi preso il primo giorno che arriva in Italia. Usiamo solo Sky per vedere le serie tv e così via. I canali generalisti li vede solo mio marito, poverino.

         
        • Davide Canti L'autore dell'articolo

          Capisco quello che dici, ma sulla questione numeri/qualità non cambio idea. Il successo è una cosa diversa dalla qualità, il divertimento che provi è una cosa diversa dalla qualità, l’intrattenimento è una cosa diversa dalla qualità (e potrei andare avanti all’infinito). Anche io, se fossi fan sfegatato di TWD, me la prenderei se il pensiero comune credesse che lo show sia d’intrattenimento e basta, ma il mio spirito critico mi impone di fare un passo indietro e vedere la serie nel modo più oggettivo possibile, come credo di aver fatto in questo caso.

          p.s. Tornando sull’argomento “non ti è piaciuto perché non ti piace twd”, aggiungo che oltre a vedere lo show (e dare voti buoni alle puntate – la 5×15 non è il finale di stagione), io sto leggendo anche il fumetto di Kirkman, che continuo a comprare pur non credendo sia la serie più bella di sempre. Questo è un esempio del fatto che i milioni di spettatori di TWD non credono di vedere lo show migliore di sempre, ma lo guardano e basta.

           
        • jackson1966

          Citazione da Davide Canti:
          Capisco quello che dici, ma sulla questione numeri/qualità non cambio idea. Il successo è una cosa diversa dalla qualità, il divertimento che provi è una cosa diversa dalla qualità, l’intrattenimento è una cosa diversa dalla qualità (e potrei andare avanti all’infinito). Anche io, se fossi fan sfegatato di TWD, me la prenderei se il pensiero comune credesse che lo show sia d’intrattenimento e basta, ma il mio spirito critico mi impone di fare un passo indietro e vedere la serie nel modo più oggettivo possibile, come credo di aver fatto in questo caso.

          p.s. Tornando sull’argomento “non ti è piaciuto perché non ti piace twd”, aggiungo che oltre a vedere lo show (e dare voti buoni alle puntate – la 5×15 non è il finale di stagione), io sto leggendo anche il fumetto di Kirkman, che continuo a comprare pur non credendo sia la serie più bella di sempre. Questo è un esempio del fatto che i milioni di spettatori di TWD non credono di vedere lo show migliore di sempre, ma lo guardano e basta.

          Ok allora non mi sono spiegata bene: TWD non è il miglior show per me, è il più importante per un amore sviscerato che ho per gli Zombie da più di 40 anni e che solo ora lui ha tolto dalla nicchia, anche troppo a dire la verità.
          Io per es. non leggo il fumetto perchè odio i fumetti.
          Sullo “guardano e basta”, sottovaluti il pubblico, come molti critici fanno (non è una critica, io sono medico e molti medici ancora pensano che la gente sia scema perchè non capiscono i termini scientifici. Io non credo a questo, credo solo che io ho delle competenze in quel campo che loro non hanno, ma, per esempio, un idraulico mi supera alla grande se il lavandino perde). Lo guardano perchè qualcosa gli dà, ad ognuno qualcosa di diverso, che non sempre è cosciente ma è lì.
          Per me, il miglior show di sempre è e sarà Hannibal per un bel po’.

           
        • Lukamin

          Citazione da Davide Canti:
          Capisco quello che dici, ma sulla questione numeri/qualità non cambio idea. Il successo è una cosa diversa dalla qualità, il divertimento che provi è una cosa diversa dalla qualità, l’intrattenimento è una cosa diversa dalla qualità (e potrei andare avanti all’infinito). Anche io, se fossi fan sfegatato di TWD, me la prenderei se il pensiero comune credesse che lo show sia d’intrattenimento e basta, ma il mio spirito critico mi impone di fare un passo indietro e vedere la serie nel modo più oggettivo possibile, come credo di aver fatto in questo caso.

          p.s. Tornando sull’argomento “non ti è piaciuto perché non ti piace twd”, aggiungo che oltre a vedere lo show (e dare voti buoni alle puntate – la 5×15 non è il finale di stagione), io sto leggendo anche il fumetto di Kirkman, che continuo a comprare pur non credendo sia la serie più bella di sempre. Questo è un esempio del fatto che i milioni di spettatori di TWD non credono di vedere lo show migliore di sempre, ma lo guardano e basta.

          Occhio che stai parlando di qualità e obiettività con Jackson…
          Secondo me non la conosci….altrimenti avresti evitato di rispondere fin dall’inzio 😉

           
        • Lukamin

          Un prodotto come TWD su Netflix mi sa che te lo scordi 😉
          Ad ogni modo le serie TV per “3 persone in croce” solitamente sono (solitamente) molto più strutturate , profonde e scritte in modo eccellente……certo non è roba per tutti .
          Per esempio etichettare le serie targate David Simon (Treme,The Wire ,etc) come un fallimento in quanto la massa non le apprezza è alquanto miope come visione.

          Concludo dicendo che (come al solito) il tuo ragionamento fa acqua da tutte le parti . Purtroppo non sei in grado di confrontarti con altri e non sposti di 1mm il tuo punto di vista = Parlare con il muro !

          In più hai anche la presunzione di far passare il recensore per “distratto” e consigliandogli di prestare più attenzione.

          A Jackson……ma facci il favore….

          Un Bacione

           
        • Lukamin

          Citazione da jackson1966:

          Tutti, infine, quando cito gli ascolti di TWd mi dicono ciò che dici tu. Non sono per niente d’accordo: citate sempre produzioni italiane ed il popolo italiano, che è notoriamente provinciale (mio marito sta guardando la mafia 7 fai tu). TWD cita gli ascolti negli USA, che sono meno provinciali direi ed abituati a serie ben migliori delle nostre.

          Aspetta…aspetta che mi era sfuggita la cosa degli ascolti USA meno provinciali …
          E come spieghi gli ascolti di prodotti come le cagate di Shonda Rhimes , Glee , CSI e cagate varie ? Certo non saranno stellari come quelli di TWD ma credo che tu stia sopravvalutando il popolo americano . Dalla loro hanno grandi numeri (sono tantini eh ..) ma in termini di intelligenza televisiva non stanno messi bene.

           
    • jackson1966

      Per me. De gustibus. Mi riservo ancora il diritto di avere questa possibilità i andare controcorrente in base ai miei personali gusti.

       
  • Gskan

    Se Hannil è la miglior serie che hai mai visto o segui la Rai o hai dei gusti bizzarri.
    Buona serie ma ce ne sono almeno 20 meglio, poi vabbè criticare BB, ora va di moda fare i fenomeni anticonformisti.

     
  • Ambrosia

    Niente, sarò stata contagiata dalla noia di Twd ma aspettavo questa serie con entusiasmo, per vedere se sarebbe stato diverso. E…niente. Non un sobbalzo, un brivido, niente. Sarò pesante io, ma credo che in una serie serva almeno un attore/personaggio che buchi lo schermo, che ti coinvolga un minimo… qui, niente. Per me sono tutti piatti come una tavola. Sulla storia non mi dilungo, poteva essere molto più claustrofobica e ansiogena, anche se ambientata in una grande città… Finirò la stagione per inerzia, ma questa la mollo. (ancora non mi sono arresa con Twd ma ogni puntata è una sofferenza!)

     
  • kev

    Non sono d’accordo sul fatto che twd sia di discutibile qualità, penso siano ottime le caratterizzazioni dei personaggi, le ambientazioni e la suspanse delle prime stagioni. Devo dire però di essere rimasto estremamente deluso dal mancato sviluppo della trama che a mio avviso aveva potenziale infinito;
    Il gruppo che ogni volta esce vincitore e ogni volta trova una nuova comunità con cui scontrarsi è diventato prevedibile e noioso.
    Sono finite anche le morti clamorose e inaspettate dei personaggi chiave che invece nelle prime stagioni ti tenevano attaccato alla sedia.

     
  • Fabrizio

    Beh, descrivere il pubblico americano come raffinato e non provinciale mi sembra assurdo…
    Non capirò nulla diserie tv ma le mie preferite sono europee: Les Revenants, Utopia, Black Mirror, Akta Manniskor, ad esempio. Secondo me dopo gli immortali Star Trek (tutte) Babylon 5 e poche altre, le serie USA sono in maggioranza “usa e getta”.
    E poi si parla di spessore dei personaggi e di dialoghi profondiin TWD.
    Esempio classico di dialogo: Rick e Daryl sono di notte davanti al fuoco. Rick guarda nel vuoto, inquadratura della notte… poi dice: “è buio”… passano altri 2 minuti di riprese del buio…l’altro tipo guarda la notte, guarda il fuoco, sputa per terra, fa un sospiro e dice”già”.
    Fine della scena durata almeno 3 minuti.
    Ho esagerato ma non troppo.
    Ritengo TWD una serie non male ma allungata all’inverosimile per fare cash, la prima stagione bella, le altre, se fossero state ridotte a 2, belle anche loro.
    Ma così… la puntata dove hanno pronunciato per la prima volta le fatidiche parole “the walking dead” è stata un invito al suicidio ma i fans l’hanno osannata…
    FTWD per ora non è male ma niente di indimenticabile.