Narcos – Stagione 1 Episodi 8-10 14


Narcos – Stagione 1 Episodi 8-10Pablo Emilio Escobar Gaviria è uno di quei personaggi che, ancora prima di avere una fisionomia o una storia ben definita nel nostro immaginario, sono legati ad un’eco o comunque ad un’idea generale e vagamente sfumata del criminale famoso – che ha sicuramente costruito un impero e che, altrettanto sicuramente, ha ammazzato molta gente. E raramente ci si sbaglia.
Ancora più in generale la biopic, che sia al cinema o in tv o su carta stampata, è davvero il genere che la fa da padrona negli ultimi anni, in forza della brama del telespettatore di appassionarsi voracemente al “realmente accaduto” e di voler sentirsi sempre più vicino alla cosiddetta realtà. Eppure in questa idea c’è un sostrato di paradosso che andrebbe sondato più da vicino: nel momento stesso in cui viene scelto un soggetto per una serie, un film o un libro, non si tenderà già da principio a scegliere la storia più eccezionale possibile, cioè qualcosa che sia fuori dal comune? Realtà e reale diventano perciò due concetti diversi: è realtà in quanto fattualmente accaduto, perché ci sono immagini, prove, testimonianze a dircelo; ma è allo stesso tempo irreale in quanto letteralmente un’eccezione, un momento che, anche se raccontato al minimo dettaglio, sembra più vicino all’invenzione che a ciò che noi conosciamo come reale.

Narcos – Stagione 1 Episodi 8-10Narcos è ben consapevole infatti di cosa sta raccontando e usa come genere di riferimento – non a caso – il “realismo magico” che ha caratterizzato soprattutto la letteratura sudamericana del Novecento, che richiama l’idea di una descrizione fedele e puntuale di un determinato contesto spaziale e storico, tra le cui pieghe prende vita un evento soprannaturale, fantastico. E Pablo Escobar non solo incarna questo evento, ma è la personificazione stessa del realismo magico: figlio della sua terra, il paisa cresciuto tra le montagne e le nuvole della Colombia, che si eleva tra gli uomini compiendo un’ascesa incredibile.

Narcos – Stagione 1 Episodi 8-10Ogni salita verso l’alto però implica inevitabilmente il suo contrario, una caduta verso il basso proporzionata a quanta strada è stata percorsa; e nel caso di Pablo la discesa non è rovinosa o improvvisa o netta, ma è lenta e soprattutto personale. In questo senso l’ottavo episodio, non per niente intitolato “La Gran Mentiria”, racchiude in sé le esasperazioni e le conseguenze immediate a cui le attività fin qui perseguite da Pablo stanno portando, facendo da chiave di volta fondamentale per procedere verso la fine. Il disegno che sorregge Narcos è la volontà di cogliere e quindi raccontare la complessità della personalità di Pablo, del grande paradosso rappresentato dalle forze politiche e dell’ordine, ma ancora di più quanto davvero “good and bad are relative concepts”.

Se la biopic è il genere del momento, il tema della sottile linea rossa tra buono e cattivo, tra onesto e criminale, è invece il tema dominante della serialità televisiva, che ormai di quest’ambiguità sta davvero usando tutto l’usabile (giusto per citare qualche nome: Justified, Breaking Bad, True Detective). E per quanto la serie abbia degli ottimi guizzi e delle trovate apprezzabili, è purtroppo un incrocio di argomenti già visti e rivisti, che si adagiano sull’immediato apprezzamento del pubblico che scopre la vita privata di un nome che ha già fluttuante nella fantasia, corredato dall’affondo in un contesto storico e sociale che ne ha per tutti i gusti.

Narcos – Stagione 1 Episodi 8-10Tutti i pregi della nuova serie di Netflix sono presenti, come già accennato, ne “La Gran Mentiria”, che fa anche da raccordo narrativo chiudendo il cerchio con la sparatoria che apriva il primo episodio, perché cristallizza e inquadra esattamente la situazione: chi sono gli attori protagonisti nella guerra che sta decimando Bogotà e quali i loro ruoli? Escobar è lo stesso uomo che, mentre costruiva il suo impero, costruiva case per i poveri e tentava di entrare in politica, mosso – pare – dal genuino impegno verso i suoi concittadini poveri; ma lui è lo stesso che viene accolto e cacciato allo stesso tempo dai cosiddetti politici “di sempre”: i suoi soldi possono andar bene accettati nell’ombra, ma che sia lui in persona ad infilarsi tra loro è invece inaccettabile. Dall’altra parte, dichiarare guerra al perbenismo di un’intera casta e quindi agli Stati Uniti (che ne vogliono l’estradizione ma comprano da lui tonnellate di cocaina) vale la vita di migliaia di innocenti colombiani (gli stessi di cui voleva migliorare la vita fino al giorno prima)?

Narcos – Stagione 1 Episodi 8-10È un gioco di prospettive e specchi che, da qualsiasi punto di vista, riflettono le brutture e le debolezze dell’animo umano, il quale, indurito dal dolore che gli altri gli infliggono, non sa più guardarsi intorno e cercare il confronto. Un altro punto di non ritorno è infatti il primo vero attentato che Pablo e la sua famiglia subiscono, voluto da Pacho Herrera, il suo corrispettivo nello smercio della cocaina ma con destinazione New York. Non a caso, il degenero di Pablo e la sua conseguente chiusura in una torre d’avorio fisica e mentale accadono a seguito di questo evento e soprattutto dopo la morte di Gustavo, che è un altro emblema dei paradossi tra bene e male che la serie mette in scena: in un rimbalzo di colpi inflitti e ricevuti non è più possibile riconoscere se ci sia stato un inizio. Giustizia e vendetta si scambiano di posto e si confondono l’una sull’altra, fino a concretizzare la grande bugia del titolo: la pace da tutti millantata come obiettivo finale è solo la parentesi in un mondo che ha ancora il sapore di tutto il sangue versato.

Gli altri due episNarcos – Stagione 1 Episodi 8-10odi tentano di mantenere la stessa tensione e di descrivere ancora meglio i paradossi che creano il male, l’ambizione e la solitudine, e che nel caso di Pablo Escobar prendono materialmente la forma de “La Catedral”: la fortezza che permette al grande criminale di sottrarsi alla giustizia, scegliendosi il proprio stile di vita. La chiusura forzata in un castello dorato, pur pieno di comfort, pur con la presenza di uomini che si è personalmente scelto, diventano ben presto insopportabili e nulla sopperisce alla mancanza della sua famiglia, dei suoi figli, lasciando lo spazio alla paranoia del gangster. Anche grazie all’uso di immagini di repertorio, siamo certi che quanto la serie ci sta raccontando non si sposta quasi per nulla da quanto è davvero accaduto a Pablo Escobar e da come sia riuscito a sfuggire alla giustizia per l’ennesima volta; eppure, soprattutto da qui in poi, non sembra essere abbastanza.

Narcos – Stagione 1 Episodi 8-10La storia c’è, il personaggio interessante anche, il tema è dei più interessanti, ma manca qualcosa. Arrivati al decimo episodio e quindi con la visione completa della stagione, compare magicamente la risposta: è la struttura, cioè il modo in cui vengono raccontati gli eventi. Anche questo è un tema spinoso nella serialità televisiva, impegnata a sentirsi dare della bella ma con poca sostanza (The Leftovers, American Horror Story), o con sostanza ma dalla resa insufficiente (Homeland). A mio avviso Narcos rientra nella seconda casistica e si nota irrimediabilmente quando la voce fuori campo scompare nell’ultimo episodio “Despuego”, o meglio: la voce rientra nel personaggio e ci rendiamo conto che fino ad oggi lui era fondamentalmente solo quello, dato che la prima vera azione tangibile la compie solo ora. I due agenti, Javier Pena e Steve Murphy, per quanto sentiti di primo acchito centrali, sono stati in realtà molto marginali rispetto al resto e la cosa strana è che ce ne rendiamo pienamente conto solo alla fine. Perciò se accettiamo che Narcos sia solo la storia di Pablo Escobar, allora la conduzione non poteva essere che questa; se invece il tentativo era una visione più ampia del periodo, della Colombia, del rapporto con gli Stati Uniti, in questo caso ci sono ancora dei passi in avanti da fare.

Insomma, Narcos è una serie ben fatta, con molti punti dalla sua parte già in partenza e ben giocati su alcuni fronti; ma è anche una serie nella media, che appassiona il giusto non inventandosi nulla di particolarmente innovativo, che si lascia vedere ma nulla più. Il rinnovo per la seconda stagione è già stato annunciato, quindi non resta che capire dove quel tunnel che chiude il decimo episodio abbia portato Pablo Escobar.

Voto 1×08 “La Gran Mentira”: 8,5
Voto 1×09 “La Catedral”: 7
Voto 1×10 “Despegue”: 7

Voto Stagione: 7

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Informazioni su Sara De Santis

abruzzese per nascita, siciliana/napoletana per apparenza, milanese per puro caso e bolognese per aspirazione, ha capito che la sua unica stabilità sono netflix, prime video, il suo fedele computer ed una buona connessione internet


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14 commenti su “Narcos – Stagione 1 Episodi 8-10

  • Maria Rita

    Steve Murphy, l’agente della DEA racconta la storia e inizia partendo dal suo arrivo a Bogotà nel 1989 e finisce nel 1989.

    Poi il tempo è torna ad essere lineare….con un finale che sembra già noto ma in realtà sarà tutto da scoprire.

    Murphy è tornato indietro nel tempo e racconta le origini del narcotraffico e tenta di farci capire come Escobar sia diventato per qualcuno una sorta di “Robin Hood ” e per altri “Pablo ed Diablo” e perché gli Stati Uniti, alla fine, hanno deciso di intervenire in Colombia.
    Anche l’agente Murphy da quando vive a Bogotà è completamente cambiato lui e il suo collega J.Pena hanno imparato ad usare gli stessi metodi violenti dei loro nemici.

    Forse è vero che tutte le storie si assomigliano, in fondo si tratta pur sempre della lotta del bene e il male, quello che fa la differenza è il come i fatti vengono narrati.

    Ai tempi di Escobar fiumi di coca, venivano venduti in America e rendevano montagne di dollari e lui (incredibile ma vero) tenta addirittura di diventare Presidente della Repubblica al suono di corruzione e violenti massacri.

    E’ Lo stato contro Escobar, che è sempre vincente, persino quando viene arrestato continua ad essere a capo del cartello di Medellín e arriva a costruirsi la sua personale prigione-reggia. Fa paura a tutti e sembra Invincibile.

    Narcos è in parte inventata, ma i fatti più noti sono veri e noti a tutti, e la fine che sembra tanto annunciata, tanto scontata non è.
    Non sappiamo se e come i due agenti della Dea che vivono ormai ossessionati dall’idea di catturare Escobar, riusciranno nel loro intento.

    Ogni episodio è ricco di azione e di momenti di tensione, secondo me è’ una delle serie più belle di quest’anno.

     
  • Marduk

    cit.
    “…che appassiona il giusto non inventandosi nulla di particolarmente innovativo, che si lascia vedere ma nulla più.”

    Credo ci sia poco da inventare in termini di trama, la storia è nota a tutti come la sua conclusione. La caratterizzazione dei personaggi è a mio avviso molto accurata e altrettanto bene interpretata da attori credibili nel loro ruolo.
    Gia questo di per se credo sia sufficiente per ritenere Narcos una buona serie tv. Personalmente non avevo particolari aspettative, anzi ero piuttosto scettico,invece devo ammettere di essermi ricreduto. Il voto che hai dato penso invece sia corretto secondo il mio metro di giudizio, il problema è che facendo una ricerca sul sito vedo che hai recensito anche Orphan Black e ad un episodio hai dato lo stesso voto , ora, sara pure una serie a te piu gradita come tematica, ma con tutto il rispetto è come paragonare Breaking Bad a elisa di rivaombrosa……..

     
    • Sara De Santis L'autore dell'articolo

      Ciao Marduk!
      Ti rispondo subito sulla questione del voto: quel numerino messo in fondo alla recensione vuole essere la sintesi finale delle argomentazioni fatte prima. Purtroppo i numeri vanno da 1 a 10 quindi è inevitabile che si ripetano! Se due episodi di due serie diverse hanno lo stesso voto, no significa affatto paragonarle, anzi. Ti ripeto: non è questione di piacere più o meno, di temi o ambientazioni, sono la sintesi di quanto detto nella recensione e non hanno lo stesso peso.
      Per quanto riguarda “cosa definisce una buona serie tv”, lì entra in campo invece la soggettività! Secondo me Narcos aveva le carte in regola (caratterizzazione dei personaggi e attori credibili, come hai detto tu, e non solo) per fare bene, invece a mio avviso ha fatto solo benino. Tutto qua 🙂
      A presto!

       
  • jacob

    per me Narcos ha un enorme pregio: riesce nel difficile intento di raccontare i “cattivi” senza far immedesimare lo spettatore con loro, o anche solo entrare in empatia (Romanzo Criminale anyone?). E scusate se è poco.
    Un po’ troppo tagliati con l’accetta il generale americano e il capo della Cia.

     
  • Firpo

    Sinceramente non ho avuto bisogno dell’ultimo episodio per capire che Murphy e Pena non facessero poi molto nella serie. Il taglio era già chiaro dal primissimo episodio e, nonostante la voce narrante di Murphy, che Escobar facesse la parte del leone e che Narcos fosse la SUA storia mi sembrava chiarissimo da subito.

     
    • Maria Rita

      Di Escobar tutti hanno paura, non solo i Colombiani, anche alla polizia, lo Stato e persino ai suoi uomini.
      Lui ottiene un’incredibile accordo stato-mafia e anche dalla prigione-reggia detta legge. Imperterrito corrompe, terrorizza e uccide.

      Gli unici che non mollano mai e che non si fanno intimidire, sono proprio Murphy e Pena, sono loro che ottengono di trasferirlo dalla sua prigione-reggia, ma il Narcotrafficante è talmente potente che fino alla fine tiene tutti in scacco, anche se è circondato dall’esercito riesce a fuggire…

      Certo che Murphy e Pena sono importanti nella storia e probabilmente la loro ossesione di catturare Escobar li porterà a diventare sempre più simili all’uomo che vogliono catturare: cattivi e determinati.

       
  • Sara De Santis L'autore dell'articolo

    Ciao Firpo!
    Ti rispondo giusto per non lasciare dubbi, e perché magari non ho espresso precisamente il mio pensiero: che Narcos fosse la storia di Pablo Escobar siamo tutti d’accordo, ma ci sono modi e modi per raccontarla. Se la serie si intitola Narcos e in apertura mi dai come voce narrante uno dei personaggi, io penso (secondo me, in maniera legittima) che sia lui a “raccontarmi” la storia e che quindi il taglio che si vuole dare alla serie è NON SOLO la storia di Escobar minuziosamente ricostruita, ma la storia di Escobar, del cartello di Medillin, di cosa questo ha rappresentato, la situazione colombiana, il grande dilemma con gli Stati Uniti, etc etc. Di tutto questo invece secondo me, in questa stagione, si è visto poco: hanno lanciato un modo di narrare che sembrava portare in una direzione e che invece si è rivelato una grossa lente d’ingrandimento su Escobar. Ripeto: nulla di male, ma no ho visto coerenza tra la presentazione e l’epilogo di questa stagione. E secondo me l’ultimo episodio, cioè quando ci fanno vedere più da vicino l’agente Steve capiamo che quel pezzo lì c’è stato ma non ce ne siamo nemmeno accorti! Non è che “serviva” l’ultimo episodio, ma lì si vede bene a mio avviso questo scompenso.
    Spero di essermi spiegata meglio! Non è opera di convincimento, ma giusto per chiarire forse un passaggio della recensione che non era magari chiarissimo!
    A presto 🙂

     
    • Maria Rita

      Sara, credo che ti sia sfuggito un particolare. Il narratore che è l’agente Murphy inizia il racconto da Bogotà parte dal 1989 e finisce nel 1989.
      infatti nel primo episodio lo vediamo con sua moglie che tiene in braccio una bambina che rivediamo nell’ultimo episodio e sappiamo che quella bambina è stata adottata e sappiamo anche di chi è figlia.

      Lui va indietro nel tempo e racconta la storia dall’inizio di come Escobar sia diventato Escobar, e spiega anche la vera ragione per la quale gli Stati Uniti, abbiano deciso di intervenire.

      Steve Murphy quando lascia Miami per trasferirsi a Bogotà è una persona molto diversa da quella che vediamo alla fine quando il cerchio si chiude.

      Lui lascia partire la moglie che pure amava tantissimo ma non intende tornare a Miami perchè ormai considera Bogotà la sua casa.

      In tutta la Colombia ci sono solo tre uomini ossessionati dall’idea di catturare Escobar e sono Horacio Carillo (credo personaggio di fantasia) , Javier Pena e Steve Murphy (realmente esistiti) che nella lotta fra il bene e il male rappresentano i buoni ma ora vedremo fino a che punto sono disposti a spingersi per catturare il bandito più temuto di tutti i tempi.

      A un certo punto la voce narrante scompare ma il punto di vista è sempre quello di Murphy e ora il tempo andrà avanti in modo lineare, quindi
      lui non sarà più onniscente.

       
      • Lukamin

        Credo che le sia sfuggito questo “particolare” ed onestamente rimango un pò perplesso…
        Ad ogni modo la recensione tende un pò a sminuire il pathos creato dal personaggio e tutto ciò che gira intorno ad esso . Trovo che il tutto sia orchestrato molto bene sempre considerando che non è un documentario di History Channel !
        Diciamo che ad oggi è un buon mix tra storia/azione/romanzo e magari ce ne fossero di più di serie che “si lasciano vedere e niente più” come questa 😉

         
        • Maria Rita

          In effetti è un crescendo di cattiveria e di tensione.

          Horacio Carillo è uno dei pochissimi poliziotti Colombiani onesti ma la sua ossessione di catturare il Re del narcotraffico lo cambia completamente.

          Quando Gustavo Gaviria viene arrestato poi viene picchiato a morte dagli uomini di Carillo il quale sa che questo scatenerà una guerra fra i cartelli e molte persone moriranno, ma questo non lo ferma. Anzi!

          Murphy arriva addirittura a stringere un accordo con Pacho Herrera uno dei leader del cartello di Cali mentre Pena già da tempo usava gli stessi metodi dei banditi che arrestava.
          La serie si chiude e lascia ovviamente intendere che sarà una vera e propria “caccia all’uomo” senza esclusione di colpi da parte di nessuno.

           
  • Firpo

    Ciao Sara. Ho capito perfettamente quello che intendevi e infatti dicevo che invece la serie non si pone nessuno dei punti che tu dici e questo è chiaro già dal primo episodio. Ci sono ottimi personaggi (Gaviria e Sandoval anche più dei due poliziotti DEA tra cui comunque preferisco il Pena di Pascal perchè trovo Hollboyd un attore mediocre) c’è il dramma della Colombia, c’è l’ingerenza degli Usa, i combattenti comunisti, la gente che cerca di sopravvivere. Alcune cose rese anche molto bene. Ma il tutto rimane di contorno perchè è la figura di Escobar che si pone immediatamente al centro assoluto della narrazione. Il primo episodio al massimo pone la cornice (cosa che ha disturbato molti con quella insistenza del voice over) ma nulla più.
    Forse è proprio nel finale con l’entrata del cartello di Cali nella narazione che per la prima volta vediamo un occhio che si sposta dalla figura (enorme) di Escobar.
    Citando un’altra recensione Narcos è “…un documentario romanzato sui punti deboli di un uomo terribile”.

     
  • Travolta

    Ho divorato Narcos in una settimana scarsa.Sicuramente tra le migliori serie di quest’anno.
    Voto mio 8,5 . Sono piu’ “vicino ” a Maria Rita che a Sara .

     
  • Sara De Santis L'autore dell'articolo

    Ciao a tutti e scusate davvero il ritardo nel rispondere (ma quella cosa noiosa chiamata “vita vera” sta diventando assai ingombrante ultimamente).
    Comunque quello che mi preme dire è riguardo al dettaglio sfuggito: il raccordo tra la prima e l’ottava (non l’ultima!) puntata è ciò che nella recensione mi ha fatto dire quanto La Gran Mentiria sia stato un bellissimo episodio, e a mio avviso anche il migliore della stagione.
    Detto ciò, passerei proprio alla questione “a mio avviso”: la mia è un’opinione e come tale deve essere presa, e sono contenta che generi una sanissima discussione come questa. Tutti i motivi che voi avete elencato, cioè la centralità ovvia di Pablo Escobar, il romanzato nella biografia, il pathos, l’azione, tutti questi elementi li riconosco nella serie e fino ad un certo punto mi sono piaciuti ma, ripeto, tutto qua. Secondo me questa serie aveva davvero le carte in regola per essere un prodotto al di sopra della media, e invece secondo me nella media ci sguazza. Vi faccio un esempio contrario: Mr Robot. Sulla carta doveva essere l’ennesimo buco nell’acqua, una serie senza aspettative e senza hype. E guardate invece cosa hanno cacciato fuori. Narcos è qualcosa dove invece le aspettative c’erano, gli elementi anche e poi è stata una cosa piacevole, e da qui il mio “tutto qua”.
    Bene, spero ancora mi perdoniate per il mio silenzio, ma volevo nonostante i giorni passati, rispondere a tutti voi.
    A presto!

     
  • Magic

    “…che appassiona il giusto non inventandosi nulla di particolarmente innovativo, che si lascia vedere ma nulla più.”

    Totalmente in disaccordo. Sarei curioso di capire quali sono le serie preferite dall’autrice dell’articolo.