Doctor Who – 9×03 Under The Lake 3


Doctor Who - 9x03 Under The LakeDopo una premiere divertente e controversa in perfetto stile Moffat, torna finalmente Toby Whithouse e, con lui, gli episodi doppi intra-stagionali che tanto ci erano mancati.


L’autore di “School Reunion” (stagione 2, con la compianta Elizabeth Sladen), “Vampires in Venice” e gli ottimi “The God Complex” e “A Town Called Mercy” sforna un episodio praticamente perfetto, nel quale le diverse anime dello show dialogano tra loro con la stessa naturalezza con cui il Dottore risolve di volta in volta i misteri più improbabili. Dal momento che ci tocca aspettare la prossima puntata per conoscere l’esito della missione, è certamente affrettato trarre adesso delle conclusioni sulla storia nella sua interezza o magari sulla prova complessiva dell’autore; tuttavia non si può restare indifferenti di fronte ai tanti punti di forza di questa puntata, che sembra voler affrancarsi dal titolo di semplice “apripista” per il prossimo episodio e rappresentare anche singolarmente un esempio convincente di avventura whovian.
Ma andiamo con ordine.

Doctor Who - 9x03 Under The LakeAbbiamo già visto in passato degli episodi doppi con caratteristiche simili a quest’ultima versione della “base sotto attacco”, uno dei temi più ricorrenti nella storia di Doctor Who. “The impossible Planet/Satan’s Pit” o “The Rebel Flesh/The Almost People”, per non parlare di tante storie della serie classica che, come saprete, erano tutte multi-episodio, seguono, infatti, lo stesso identico schema di “Under the Lake”: una base militare solitamente molto lontana dalla civiltà (o magari un centro di ricerca o uno stabilimento industriale) si trova ad affrontare una minaccia che elimina uno alla volta o comunque mette in pericolo i pochi esperti presenti sul posto. Senza restringere il campo alle puntate doppie, ci accorgiamo che gli episodi di questo tipo sono davvero tantissimi, da “42” a “Last Christmas“, passando per un capolavoro come “The Waters of Mars”.

Doctor Who - 9x03 Under The LakeRiuscire a tirare fuori da un concept trito e ritrito come questo una storia fresca ed avvincente non deve certo essere semplice. Per quanto lo spettatore sia ormai abituato al genere e alle sue costanti rivisitazioni, accettandone, magari inconsciamente, il legame indissolubile con la serie, non sempre gli autori sono riusciti ad intrattenere brillantemente il pubblico e a fargli digerire un setting asfissiante e claustrofobico. In “Under the Lake”, al contrario, il ritmo è talmente ben costruito che quasi non ci accorgiamo del limitato raggio d’azione dei personaggi; ogni singola scelta creativa, poi, trasuda incisività, modernità e pregnanza espressiva, dalle soluzioni registiche alla colonna sonora, a dimostrazione che anche il più classico dei cliché può essere smontato e ricostruito in modo da risultare nuovo ed interessante. In questo senso “Under the Lake” si inserisce perfettamente nella tradizione (e nella filosofia) che ha permesso a Doctor Who di rappresentare ancora oggi un prodotto “giovane” e vivace, in particolare dopo l’avvento dell’era Moffat (la più rappresentativa di questa particolare dimensione).

Doctor Who - 9x03 Under The LakeTutto questo è ancora più sorprendente se pensiamo che si tratta soltanto della prima parte di un episodio doppio, ovvero quella che in genere serve semplicemente a presentare i personaggi, l’ambientazione e il mostro della settimana; una funzione introduttiva che è fondamentale nell’economia del racconto, specie quando la trama è complessa o la caratterizzazione richiede uno screentime maggiore, ma di cui alcuni episodi risentono fin troppo pesantemente, configurandosi spesso come dei lunghi e noiosi spiegoni. “Under the Lake”, invece, potrebbe anche costituire un ottimo stand-alone, se non fosse ovviamente per il cliffhanger finale e per tutte le questioni ancora irrisolte che ci aspettano la prossima settimana. Il motivo di questo successo è il percorso di scoperta pensato per lo spettatore, che viene gettato nel vivo dell’azione fin da subito a partire da un cold open molto movimentato per poi proseguire con una serie di eventi e rivelazioni già così sufficienti ad impostare un episodio unico. Invece di relegare tutta la tensione e le sequenze più brillanti alla seconda parte della storia, Whithouse sceglie di non limitarsi, e seguire quindi l’esempio di Steven Moffat (che nonostante i passi falsi è pur sempre il padre di un gioiellino come “Silence in the Library/Forest of the Dead”), dando vita ad un episodio (o presumibilmente una coppia di episodi) davvero ricchissimo – ma mai eccessivo, come spesso il buon Moffat finisce invece per essere. Interessante, in questo senso, anche la scelta di toccare un tema molto delicato come il ritorno di Clara sul Tardis dopo la morte di Danny, che va ad aumentare ulteriormente lo spessore della puntata.

Doctor Who - 9x03 Under The LakeA tal proposito, un altro tocco di classe è costituito proprio dal modo in cui questo tema viene introdotto; come abbiamo visto già in “Kill the Moon” e, ancora meglio, in “Dark Water“, il rapporto tra Clara e il Dottore è fatto di scambi (e spesso scontri) molto brevi, essenziali, quasi freddi e distaccati, ma che nascondono, forse proprio per questo, una grande complicità. Anche stavolta non c’è bisogno di tante parole, e il Dottore smaschera quell’approccio un po’ morboso di Clara ai viaggi nel tempo con la sua tipica naturalezza strafottente, dichiarando la propria preoccupazione ma allo stesso tempo astenendosi da inutili ramanzine. Analogamente è piacevole osservare il ritratto che Whithouse fornisce di Cass, il personaggio sordomuto della cui condizione non si discute neanche una volta nel corso dell’episodio. Questa, infatti, assume rilevanza nella storia solo ai fini della trama – per la lettura del labiale dei fantasmi – esattamente come il malessere di Clara non ci viene in alcun modo sbattutto in faccia, ma soltanto raccontato attraverso i suoi comportamenti e un veloce, ma significativo, scambio di opinioni.

Per concludere “Under the Lake” è decisamente un episodio solido e avvincente, nonché un prologo perfetto per ciò che vedremo nella seconda parte del racconto. Il fatto che molti spettatori non si siano resi conto di stare assistendo ad un episodio doppio fino alla fine della puntata la dice lunga sulla qualità della stessa, che può fare tranquillamente invidia a moltissimi stand-alone dell’era Moffat.

Voto: 9

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Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.


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3 commenti su “Doctor Who – 9×03 Under The Lake

  • Joy Black

    Bella recensione, Francesca! Io ero tra quelli che non sapeva che questo fosse il primo atto di un doppio episodio, con conseguente reazione inconsulta sul cliffhanger. Anche perchè, al di là di tutto è davvero volato. Ottimo ritmo, storia coinvolgente, costruzione del mistero davvero esemplare e un tema confezionato da (i sempre più dio) Murray Gold che ha accentuato ancora di più l’atmosfera e la tensione. Un altro ottimo episodio di Toby Whithouse (mi unisco al coro di quelli che lo vorrebbero showrunner nel momento in cui Moffat decidesse di lasciare).