Fargo – 2×02 Before the Law 5


Fargo – 2x02 Before the LawIn un baleno, dopo solo due puntate, siamo già totalmente circondati dal racconto, siamo già avvolti dal mondo di Fargo a trecentosessanta gradi. Tornano le famiglie, le rivalità, gli alberi genealogici di piccoli gangster e di poliziotti, ai quali si aggiunge un’umanità come sempre in balia di una natura mai benevola.

Fargo, come True Detective e American Horror Story, è una serie antologica, con stagioni quindi simili a miniserie. A differenza delle prime due però non si tratta esattamente di archi narrativi indipendenti, ma i rimandi tra i diversi racconti sono di varia natura, sicuramente di tipo narrativo ma anche di tipo iconico, concettuale, estetico. Uno dei principali punti di interesse di questa seconda stagione è la nuova condizione all’interno nell’universo narrativo: a differenza della scorsa annata, in questo caso ci sono ben due referenti, la prima stagione e il film. Questa nuova storia, sebbene solo all’inizio, sta dimostrando di voler legarsi neanche troppo sottilmente a entrambe le opere, in particolare costruendo ponti con il film: da quest’ultimo trattiene il discorso sulla verosimiglianza del racconto, il rapporto conflittuale tra ciò che viene mostrato e le scelte registiche e musicali che vengono operate, ma soprattutto una serie di figure decisamente caratterizzanti come il tritacarne, oppure il gangster scavezzacollo e esuberante che nel film era incarnato da Steve Buscemi, non a caso molto somigliante (nei capelli, nella postura, nella parlantina, nell’irruenza) a Rye Gerhardt.

Is this why our once-great nation is going down the crapper?

Fargo – 2x02 Before the LawDopo questo episodio la serie trova una dimensione decisamente più chiara, assestandosi su tre storyline principali, tutte intrecciate e destinate a esserlo sempre più. Partiamo da quella che vede coinvolti Ed e Peggy, due persone comuni a dirla tutta, esattamente come Lester nella prima stagione o come Jerry nel film. Due soggetti che di fronte all’occasione di passare dall’altra parte della legge dimostrano quanto può essere facile farlo, senza alcuna resistenza, ma solo grazie a movimenti inerziali. La coppia è assortita alla perfezione, con Jesse Plemmons e Kirsten Dunst ingrassati per l’occasione – il primo soprattutto ha subito una trasformazione impressionante come ci dimostra la scena del camino –, perfettamente in parte e in grado di comunicare quella banalità del Male che da sempre ha caratterizzato il concept nato dal film dei Coen. Nonostante le loro intenzioni di ripulire scena del crimine e coscienza, il sangue in Fargo non va via (e le macchie sui vestiti e sugli oggetti lo ricordano in modo incontrovertibile), bensì schizza in ogni dove, concretamente e metaforicamente, portandosi dietro a volte anche pezzi di carne. A questo proposito, sarà difficile da dimenticare la scena nel finale che mostra l’incontro tra Ed e Lou – anche questo frutto del caso – tutta giocata sulla suspense incendiata dalle dita mozzate dal cadavere di Rye. A un certo punto arriva la svolta: Ed trova la forza, trova la fiducia per prendere in mano il proprio destino e abbracciare il lato oscuro, tanto da portare a casa il risultato e non farsi scoprire dal poliziotto grazie a una nuova sicurezza in se stesso.

Isn’t that a minor miracle, the state of the world today, the level of conflict and understanding, that two men could stand on a lonely road in winter and talk calmly and rationally, while all around them, people are losing their mind?

Fargo – 2x02 Before the LawPassiamo a un’altra figura ormai tipica del mondo costruito da Fargo, i criminali. Mai gangster di alto profilo, ma personaggi spesso autoironici, a volte mediocri, pieni di problemi e spinti da un’ostinazione senza precedenti. Da una parte abbiamo la più classica delle famiglie criminali, non però legata a grandi traffici ma a piccoli giri locali; un gruppo il cui equilibrio si è rotto con l’ictus del patriarca tanto da far emergere la rivalità tra la moglie Floyd e il primogenito Dodd, espediente perfetto per lavorare su due caratteri sin da subito di grande interesse. Se quest’ultimo rappresenta il tipico figlio privilegiato, erede di un regno costruito da altri, ma non privo di una spiccata componente umana, la donna è una figura originalissima e potenzialmente di grande impatto per il racconto. Floyd è infatti una persona fortissima, capace di trattare i figli come se stesse facendo affari e annichilirli con la sua straordinaria intelligenza – che però non la rende priva di sensibilità, come dimostrano gli abbracci teneri e sinceri al marito in difficoltà. Dall’altra parte c’è il gruppo di Kansas City, di cui in quest’episodio conosciamo Mike Milligan e i gemelli che lo accompagnano. Questi ultimi rappresentano la componente più ironica della puntata, in continuità con altri personaggi della scorsa stagione, mentre il primo è senza dubbio il mattatore dell’episodio. Grazie anche alla straordinaria interpretazione di Bokeem Woobine, Mike è il diretto erede di Lorne Malvo, una sorta di personificazione del Male in un corpo estremamente affascinante, capace di coniugare la freddezza e la calma del Anton Chigurh di Non è un paese per vecchi e l’abilità retorica dei villain tarantiniani.

As soon as this crisis is over, I’ll hand you your legacy, and I’ll turn my thoughts to the grave.

Fargo – 2x02 Before the LawL’ultima storyline, nonché quella più strettamente legata alla prima stagione, è quella che vede al centro le vicende della famiglia Solverson. In quest’episodio abbiamo praticamente un gruppo di quattro detective: Lou, ovviamente; l’anziano Hank, uomo d’altri tempi alle prese con un mondo e un’idea di violenza lontanissima da quella con cui è cresciuto; e infine le due donne, Betsy e la piccola Molly, le quali in un modo o nell’altro aiutano Lou a fare un decisivo passo avanti nella detection, rimandando per quanto riguarda la figlia in maniera simpatica e autoriflessiva al suo futuro lavorativo in cui, come sappiamo, dimostrerà di non aver certo perso l’intuito. Salvo clamorosi cambi nella struttura portante del racconto, sappiamo che Lou e Molly sopravviveranno a una stagione che si preannuncia particolarmente sanguinosa, ma per quanto riguarda Hank siamo fin da subito terribilmente preoccupati. Diciamolo chiaramente: si tratta del più classico dei martiri, degli agnelli sacrificali simbolo di un mondo che non c’è più e della difficoltà di adattarsi a un altro quasi totalmente incomprensibile, fatto di logiche senza senso, paradossi continui e terrore diffuso anche nelle piccole cose.

I think history’s proven people of the dramatic persuasion don’t surrender easy, but you can kill ‘em.

Fargo – 2x02 Before the Law“Before the Law” è la prima regia di Noah Hawley, creatore e showrunner della serie, colui a cui è affidata la pesantissima responsabilità di resuscitare il film dei Coen e moltiplicarlo attraverso il mezzo televisivo. Il doppio ruolo di regista e sceneggiatore rende quest’episodio, della durata di quasi un’ora, più compatto e forse più potente del precedente, ricco di scelte originali, come ad esempio un uso sistematico dello split screen. Questa tecnica di montaggio, sebbene fosse già presente nella premiere, è usata in quest’occasione in modo più diffuso, cercando di dare un senso alle associazioni di sequenze che si dividono le due parti dello schermo dipartito. A questo si aggiunge la costruzione di due montaggi musicali, di cui il primo ha, esattamente come lo split screen, il compito di raccordare le maglie del racconto e comprimere la coralità all’interno di un contenitore semantico comune; il secondo invece, dedicato alla “pulizia” di Ed, rappresenta quel connubio perfetto tra sarcasmo e dramma che dalla filmografia dei Coen è arrivato in televisione, presentando il personaggio come l’ennesimo uomo ridicolo alle prese con le disavventure di una vita che lo sovrasta ogni giorno di più. Ciò che Hawley trascina dal film e in generale dall’intera opera dei fratelli Coen è l’amore incondizionato per la parabola, per il racconto dal passato, che ancora una volta in quest’episodio viene reiterato numerose volte, fino quasi a porsi come una sorta di commento alla trama. Infine Hawley ci immerge in un testo impregnato di tanto cinema, facendo incontrare il gangster di provincia a stelle e strisce, il cinema indipendente degli anni Settanta e la Blaxploitation.

Well, you know, how a lobster’s got a pincher claw and a crusher claw? Which one’s which?

Fargo – 2x02 Before the LawArriviamo infine al cuore di Fargo, al concetto che dal film ha attraversato la prima stagione e approda a questa: l’etica. Crocevia della morte dei Coen iniziava proprio con un discorso sull’etica e Fargo contiene al proprio interno una riflessione sulla legittimità delle azioni umane dove, attraverso un racconto mai banale, emergono alcuni personaggi come la McDormand del film e la Tolman della prima stagione che, incarnando un’idea di etica cara ai due autori, riescono a sopravvivere e in certi casi a dominare il caos in cui sono immersi. Per certi versi, seppur con dei personaggi che si avvicinano come Mike Milligan, Fargo è la risposta al cinema di Tarantino, ovvero una storia altrettanto contemporanea, altrettanto intrisa di postmoderno e violenza, ma governata da un’etica ferrea e da personaggi che, nonostante la loro natura lontanissima da concetto di eroismo, riescono a governare l’irrazionale fluire del mondo. Questo tipo di approccio trova origine in una profonda riflessione sull’America e in particolare sulla provincia statunitense, quel mondo lontano da lauree e cattedre, da titoli ed etichette, ma legatissimo a una forma di civiltà empirica, fatta di conoscenze che si tramandano di padre in figlio e racconti popolari, aneddoti che passano dal reale al fantastico senza soluzione di continuità, come quello delle aragoste o delle ostriche.

Arrivata al secondo episodio questa stagione di Fargo ha già costruito un mondo perfetto, stratificato in ogni sua componente, dai personaggi agli ambienti, grazie anche a una regia che non sbaglia una scelta e che dimostra di poter lavorare con grande consapevolezza anche su un crinale metaforicamente così potente ma anche così scivoloso come quello degli alieni. Questi ultimi non sono altro che l’incarnazione di quella paura dell’ignoto, quel senso di apocalisse che dominava anche A Serious Man; sono la rappresentazione di occhi esterni che riducono l’immensità del mondo a un piccolo recinto fatto di patetici e mediocri giochi di ruolo dove ogni essere umano è molto più banale di quel che in realtà potrebbe sembrare.

Voto: 9

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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5 commenti su “Fargo – 2×02 Before the Law

  • Milka

    .Ah allora non sono l’unico che ha notato un po’ di Tarantino style nel personaggio di Mike! Ah sì ed inoltro i miei complimenti al recensore.

     
  • Genio in bottiglia

    Grande recensione, grandissima puntata, 9 abbondante anche per me. Questa seconda stagione di Fargo potrebbe anche essere la serie dell’anno.

     
  • Marco

    La provincia, le strade secondarie, i diners, le auto, le case a due piani. E la neve, quanta neve, meravigliosa neve che assorbe il mondo in un silenzio ovattato. Terrificante neve che assorbe ettolitri di sangue. L’immaginario americano, quello cheha nutrito i miei sogni e i miei incubi da quando ho visto per la prima volta un quadro di Edward Hopper o ascoltato una canzone di Tom Waits, è racchiuso in maniera meravigliosa nella seconda stagione di FARGO. Dialoghi che sarebbero da insegnare nelle scuole di scrittura (se non fosseto cosí inutili). Il recupero clamoroso dello split-screen alla De Palma. Una colonna sonora che dalle orecchie scende giù direttamente nell’anima. Personaggi in-di-men-ti-ca-bi-li dopo sole 2 puntate. Gli UFO di Incontri Ravvicinati che fanno da voce fuori campo nel finale di episodio. Un senso della suspense che (ancora una volta) mi fa pensare al miglior De Palma, di cui Tarantino è il naturale figlio e Noah Hawley un nipote nato dall’incrocio con la famiglia Coen. FARGO è una serie prodotta negli anni 70 e spedita via cavo con una speciale macchina del tempo che porta via con sè tutto il meglio degli anni che attraversa nel suo viaggio. Con BREAKING BAD e BETTER CALL SAUL, FARGO è un’altra serie che fa andare avanti l’arte del racconto, capace di farti ridere in momenti terribili e poi lasciarti senza fiato con le sue riflessioni sull’esistenza e le sue frasi bibliche. Immagini curate alla perfezione, attori che ci mostrano quanto sia potente la recitazione in difetto, fatta di sguardi, gesti studiati e corpi di ghiaccio. A quando una serie italiana sulla nostra terribile e affascinante provincia? A mai, si spera, se gli sceneggiatori devono essere quelli che rovinano il nostro cinema e la nostra tv. Andate nelle scuole, nelle universitá, nei manicomi: trovate il Noah Hawley italiano, dategli un pacco di soldi e chiudetelo in una stanza a scrivere la nostra storia di violenza e follia.