Masters of Sex – 3×12 Full Ten Count 3


Masters of Sex - 3x12 Full Ten CountCon “Full Ten Count” si conclude la stagione più controversa, vacillante e allo stesso tempo ambiziosa di Masters of Sex, un prodotto che fin dal pilot ha vissuto in una specie di limbo, a metà strada tra l’olimpo delle grandi serie e la fossa comune degli show mediocri, facendo ogni volta un passo in una direzione e due passi nell’altra – in entrambi i sensi di marcia.

Se la scorsa stagione aveva alzato l’asticella a tal punto da far credere agli spettatori di essere riuscita a raggiungere definitivamente i “big” della serialità televisiva, questa terza annata ha ridimensionato le nostre aspettative in maniera quasi brutale, lasciandoci interdetti e preoccupati da alcune scelte che sembravano indicare una regressione in termini di caratterizzazione dei personaggi e, soprattutto, di qualità della scrittura.
Giunti alla fine di questo percorso possiamo chiudere il cerchio ed interrogarci con cognizione di causa sulle intenzioni degli autori e, più in generale, sulla collocazione della serie nel panorama televisivo americano.
Masters of Sex - 3x12 Full Ten CountMasters of Sex è uno show di serie A? Probabilmente no. Non ha la stessa eleganza espositiva o la complessità tematica di un Mad Men – per quanto ogni tanto ci sia andata vicina, specie in merito ad alcune scelte registico-compositive –, lo stile deciso di prodotti come The Americans o Hannibal, né tantomeno la forza innovativa di un Mr Robot (che pure ha i suoi difetti, ma sa nasconderli benissimo). Tuttavia rimane una buona serie, solida e stratificata, ricca – quando vuole – di spunti interessanti. Non è inedita, non è originale, ma a volte sa essere perfino sovversiva, ad esempio nel riproporre stilemi tipici della commedia romantica e ribaltarli con naturalezza, come in quest’ultimo episodio. Sguazza nel già visto, non si sottrae a soluzioni scontate come il cliffhanger di fine stagione, ma ne propone una versione convincente e robusta. Non mancano le cadute di stile, come i siparietti comici spesso fuori posto o la virata preoccupante verso il family drama delle prime puntate, ma Masters of Sex resiste, e sa anche stupirci di tanto in tanto. Non è una fuoriclasse e i suoi difetti sono cronici, eppure dimostra, quando vuole, una sensibilità rara che non sfugge di certo all’occhio di uno spettatore attento.

We took a page from your own playbook.

Masters of Sex - 3x12 Full Ten CountPrendiamo l’evoluzione caratteriale di Bill e Libby. Nel corso delle prime puntate di quest’anno l’impressione era che gli autori volessero puntare un po’ troppo su delle soluzioni che sottolineavano in maniera didascalica alcuni aspetti della loro vita interiore, per confezionare un percorso di crescita il più possibile coerente ma, allo stesso tempo, superficiale. Con il tempo, però, e grazie anche alle ottime prove di Michael Sheen e Caitlin Fitzgerald, è emersa una complessità ed una stratificazione dei loro sentimenti che ci ha fatto riacquistare tutta la fiducia perduta nel team di Michelle Ashford. Il bellissimo scontro tra i due coniugi alla stazione di polizia è il culmine di questo viaggio accidentato lungo una stagione: le maschere cadono, e Bill appende al chiodo i suoi guantoni, quelli di “Fight”, quelli con cui nelle sue fantasie affronta la vita e le persone che ne fanno parte, arrivando da solo, senza più “manuali” e scorciatoie, ad una presa di coscienza (forse) definitiva. La sua crudele ingenuità nei confronti di Libby gli viene sbattuta in faccia con violenza, laddove la scelta di divorziare per “fare la cosa giusta” si rivela soltanto l’ennesimo atto d’egoismo, l’ultimo colpo inferto ad una donna che ha messo da parte la propria felicità per troppi anni e che adesso, di fronte all’ultima imposizione, si ribella – conservando comunque una lucidità incredibile ed una tenerezza nei confronti del figlio e del marito che fanno di lei uno dei personaggi femminili più belli e rivoluzionari del panorama televisivo attuale.
Masters of Sex - 3x12 Full Ten CountPer entrambi arriva il momento di guardarsi allo specchio, riconoscersi come “the greatest fools they know” e accettare la sconfitta, per quanto dolorosa ed umiliante possa essere. Nel caso di Bill questo significa, soprattutto, iniziare a rispettare l’avversario, e contestualmente rinunciare a guardarlo come tale. Niente più strategie, niente più assi nella manica: “I’m gonna stay down”, dice al tassista che lo sta accompagnando all’aeroporto , perché prima o poi arriva per tutti il momento di fermarsi.

I want to be happy in a life bigger than work. I can’t be a whole person without that.

Masters of Sex - 3x12 Full Ten CountDiverso è il discorso per Virginia. Anche lei come Bill non ha fatto altro che prendersi in giro per tutta la stagione (se non tutta la serie) ma, a differenza del suo amante, in un certo senso ha preso in giro anche noi, facendoci credere di aver vissuto lo stesso tipo di esperienza formativa che ha interessato gli altri personaggi ma restando, in realtà, sempre immobile al suo posto. Questo finale, ad esempio, sembrerebbe mostrarci una donna finalmente indipendente, libera dalla stretta di Bill e dalle pressioni altrui; tuttavia, se ci fermiamo per un attimo a pensare, ci rendiamo conto che ogni scelta presa dalla donna è stata il frutto di critiche e sollecitazioni esterne, un modo per dimostrare qualcosa agli altri e a se stessa più che un vero esercizio di libertà personale. La decisione di tenere il bambino, ad esempio, è nata dal bisogno di rimediare agli errori del passato a seguito delle lamentele di Tessa; la relazione con Dan è iniziata, di fatto, come una forma di ribellione nei confronti della madre; infine, la scelta di partire per il Messico in fretta e furia si può considerare come un modo di provare a se stessa (e a Dan) di poter sfuggire, se vuole, a Bill e alla sua influenza, anche se questo significa cedere alle pressioni di un altro uomo che non si fa problemi a calcare la mano per ottenere ciò che vuole.

Masters of Sex - 3x12 Full Ten CountVirginia, insomma, inganna se stessa, cade sempre negli stessi schemi e, al contrario degli altri personaggi, non cresce mai. Il bisogno di completezza a cui allude discutendo con Bill è del tutto artificiale, almeno in quella forma specifica: non è felice, certo, ma è davvero Dan la soluzione ai suoi problemi? Già una volta William, in “Three’s a Crowd”, le aveva ricordato che ci sono tanti modi, del tutto personali, di essere donna e madre, eppure Virginia non riesce ad accettarlo, forse perché (giustamente) non le basta ciò che il suo amante le ha sempre offerto e prospettato. Ed ecco che cede alle lusinghe di un playboy da manuale, l’anti-Masters per eccellenza, con il suo fascino, le attenzioni e la promessa di felicità eterna, chiudendo la stagione con l’ennesimo gesto avventato mascherato da soul searching. Eppure quello sguardo finale rivolto al gate, così scontato ma assolutamente necessario, fa cadere anche l’ultima maschera, consegnandoci un epilogo allo stesso tempo aperto e risolutivo, se non per i personaggi almeno per lo spettatore.

I hope eventually you’ll understand, and maybe be grateful.

Masters of Sex - 3x12 Full Ten CountPiù in generale l’episodio rappresenta una (quasi) perfetta resa dei conti, in termini sia, come abbiamo visto, di caratterizzazione sia di intreccio. Prendiamo ad esempio l’intera storyline di Nora, a tratti splendida a tratti pessima, che trova qui la sua precisa ragion d’essere innescando, di fatto, la bomba finale. Ciò non basta, ovviamente, a riabilitare del tutto il filone del Surrogacy Program, ridotto a semplice prop all’interno di una stagione che è parsa spesso troppo lunga e quasi annacquata, ma è comunque piacevole osservare come alla fine tutti i tasselli si incastrino tra loro con grande disinvoltura. Qualche dubbio rimane, piuttosto, sulle numerose sottotrame – come ad esempio il figlio di Betty ed Helen o la partenza di Henry per il fronte – che, data la loro totale assenza dal season finale, appaiono ora più che mai come dei semplici accessori riempitivi. In particolare colpisce la mancanza di Tessa, il cui personaggio un po’ raffazzonato ha costituito forse il problema più vistoso dell’intera annata ma, allo stesso tempo, uno dei suoi punti focali. Visti i miseri precedenti, tagliarla fuori potrebbe anche essere considerata una scelta saggia di cui rallegrarsi; tuttavia privare un episodio del genere di un confronto madre-figlia, ignorando in sostanza la grande attenzione riservata al loro rapporto nel corso della stagione, è quantomeno singolare. Per il futuro speriamo che gli autori abbiano il coraggio di tagliare definitivamente i rami secchi, concentrandosi, ma con decisione, su ciò che funziona davvero.

Come ci ha dimostrato “Full Ten Count”, Masters of Sex è al proprio meglio quando dà voce ai suoi personaggi più veri, con le loro fragilità, incoerenze e meschinità. È una serie piena di piccole pecche, tanto coraggiosa quanto imperfetta, ma con grandi margini di miglioramento. Forse non raggiungerà mai le vette più alte della serialità televisiva, quell’equilibrio che a guardare certi episodi di questa stagione sempre davvero impossibile da trovare; ma in fondo sappiamo tutti che anche l’anno prossimo continueremo a sperarci e, soprattutto, a farci coinvolgere.

Voto episodio: 8½
Voto stagione: 6½

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Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.


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3 commenti su “Masters of Sex – 3×12 Full Ten Count

  • Miss Scarlett

    Sostanzialmente sono d’accordo con la recensione. Le ultime puntate hanno alzato di nuovo il livello ma il resto della stagione è stato davvero sprecato. Troppe carne al fuoco, troppi elementi di disturbo piazzati solo per interrompere le scene sul più bello e allungare la storia, e anche le altre storie sono apparse poco amalgamate con quella principale.
    Bella l’evoluzione del personaggio di Bill (e l’interpretazione di Sheen), convincente anche quella di Libby (soprattutto nel finale), assolutamente vuota e confusa quella di Virginia. Ha spalancato gli occhioni da cerbiatta dal primo all’ultimo episodio, comportandosi come in trance, senza nessuna spiegazione logica nè a sè stessa ne agli altri. Questo è stato veramente deludente da parte degli sceneggiatori, soprattutto ripensando a quanto erano riusciti a fare nella prima e nella seconda stagione. Incrocio le dita per la quarta, perchè in ogni caso la storia è interessante e ci sarebbe molto materiale da raccontare, e anche in modo non banale. Per quanto riguarda la puntata finale, beh, è stata tutto quello che avremmo voluto vedere ma in modo un po’ più diluito in queste 36 puntate. Come intensità ha ricordato l’episodio pilota, molto cinematografico. Bello anche lo scontro Libby-Bill, simile a certi dialoghi della puntata Fight. Finale stile Casablanca, ma quello scialle in testa a Virginia stonava un po’. Confido che non prenda quell’aereo. Sarebbe veramente da vigliacchi.

     
  • Federica Barbera

    Finale in linea con la stagione, che ha messo da parte l’aspetto più scientifico per focalizzarsi su quello più sentimentale, quindi non stupisce che la conclusione sia stata su questi toni. Bei toni, almeno per quanto riguarda Bill e Libby, che arrivano al confronto tanto atteso con un carico emotivo pazzesco e che insieme sfornano uno dei momenti più alti della serie. È per questo che, a confronto (ma anche senza confronto), il personaggio di Virginia ne esce terribilmente: l’inizio di questa stagione mi aveva fatto ben sperare in un miglioramento della sua rappresentazione, della scrittura del suo personaggio che invece – col passare delle puntate – è diventato praticamente una variabile impazzita. Ci sta benissimo che lei abbia sentito l’esigenza di allontanarsi da Bill, il loro rapporto è morbosamente basato su un legame disfunzionale e mai davvero chiarito; eppure si poteva benissimo arrivare alle stesse conclusioni dando al personaggio un percorso più coerente, invece di uno in cui le decisioni sono figlie del guizzo del momento e di spiegazioni che non stanno in piedi (aka la decisione di uscire con Dan Logan solo come ripicca alla madre, indimenticabile falla di questa stagione).
    Concordo con Francesca sul fatto che con questo finale si evidenziano clamorosamente le storyline riempitive (come quella di Betty, mentre ad esempio quella di Barton è stata più soft come presenza e dunque più “giustificata” se vogliamo), ma in effetti la mancanza di Tessa nel finale lascia nel dubbio sul suo stesso utilizzo.
    Ad ogni modo si è trattato di un buon finale, che spero non verrà spazzato via nella prossima stagione da salti temporali o simili. Bisogna ripartire da qui, dalla rottura tra i due.

     
  • Francesca Anelli L'autore dell'articolo

    Rispondo ad entrambe su Virginia: dal punto di vista empatico io quest’anno l’ho odiata, e ho odiato gli autori per buona parte della stagione perché pensavo che non si rendessero conto di quanto la stavano rendendo stupida e infantile (come un figlio scemo à la Dana Brody, per intenderci). Quando ha scelto di uscire con Dan per andare contro sua madre credo sia stato il culmine dell’odio che potevo provare.
    Poi, arrivati al finale, dopo averlo rivisto per le recensione e averci ragionato su con più calma, ho fatto un altro pensiero: non ci sarà un’evoluzione vera e propria rispetto a quella degli altri personaggi, non ci sarà la stessa raffinatezza nel caratterizzarla, ma in fondo “il bello” di Virginia è proprio questo. Ce l’hanno presentata come una donna perfetta nella prima stagione, l’hanno ridimensionata nella seconda e adesso l’hanno distrutta. Ecco, concordo sul fatto che questo processo potesse essere rappresentato meglio, senza lasciarsi andare a dinamiche da teen drama, però il concetto di fondo lo apprezzo. Probabilmente un modo per rendere il tutto più digeribile sarebbe stato concederle un minimo di riscatto, come nel caso di Bill (che fino al penultimo episodio si comportava come un bambino, nonostante il travaglio interiore e la maturazione che pure avevamo già intravisto). L’allontanamento da quest’ultimo non basta se attuato così, né quello sguardo veloce prima di prendere il volo.
    Ripeto: sul piano delle intenzioni e delle idee trovo molto interessante il percorso di Virginia, su quello della scrittura penso di potesse fare di più. Però tutto sommato, dopo averci riflettuto un po’, non butto tutto via. Durante la stagione è stato frustrante assistere a certe cose insopportabili come il filone della madre, e infatti il voto all’annata è stato da parte mia relativamente basso… ma questo finale, dopo qualche perplessità iniziale, devo dire che mi ha convinto.