The Affair – 2×07 7


The Affair - 2x07 7C’è ancora qualche piccolo problema, ma da circa due settimane The Affair sembra tornato ad essere la stessa serie che l’anno scorso ci aveva stupito forse più di ogni altra novità del 2014. Certo, non è esattamente la stessa serie: questa stagione è pur sempre una versione riveduta e corretta nel format, nonché aggiornata nei contenuti, di ciò che abbiamo visto nel corso dell’annata passata. 

Tuttavia le intenzioni rimangono le medesime, e, in questo episodio, lo sono finalmente anche i risultati. “7” è un’indagine sulla percezione dell’altro e di noi stessi che, seppur utilizzando stratagemmi narrativi nuovi per la serie, ricalca lo stile sofisticato della prima stagione, in contrapposizione con alcune soluzioni fin troppo grossolane proposte nei primi episodi di quest’anno. Il catalizzatore degli scontri e, più in generale, delle diverse situazioni problematiche descritte nella puntata è il libro di Noah, che funge per l’appunto da dispositivo in grado di mettere in moto una serie di dinamiche interessanti sia sul piano della trama che su quello della caratterizzazione.
The Affair - 2x07 7La lettura di Descent offre l’opportunità di riflettere su due questioni molto significative per il tipo di racconto portato avanti dalla serie: il modo in cui l’altro ci percepisce (e le conseguenze che questo ha sul rapporto di coppia o più in generale nel processo di socializzazione) e il modo in cui noi stessi percepiamo la nostra personale esperienza di vita. I due segmenti affrontano rispettivamente l’uno e l’altro tema, inquadrandolo in un contesto più ampio e accuratamente costruito nel corso delle due stagioni.

And then you killed me.

Dal momento in cui Alison ha sfogliato le prime pagine del libro di Noah in “5” la relazione con quest’ultimo, o piuttosto il suo modo di viverla, è cambiato in maniera probabilmente irreversibile. In quell’occasione lo sgomento e il rammarico provocati dalla lettura si erano concretizzati in una fuga disperata nella rassicurante Montauk, dove poter ritrovare quel senso di autenticità ormai perduto e lo sguardo di un uomo, come Cole, che nonostante le tante mancanze non ha mai ridotto la sua complessità ad un oggetto sessuale di pura fantasia. Dopo lo scontro parzialmente chiarificatore visto in “6“, per altro vissuto dalla prospettiva di Noah, con questo episodio assistiamo invece alloscoppio di una bolla di tensione accumulata nei (5-6?) mesi per noi off-screen. Il party con cui si apre la puntata ci presenta una Alison fortemente in difficoltà, disorientata dall’attenzione ricevuta e soprattutto dall’uomo che ha davanti.

The Affair - 2x07 7

La sensazione di disagio si estende anche al pubblico nella sequenza successiva: ogni elemento in scena, dalla casa esageratamente costosa agli ospiti (Max e Jane) che non avremmo mai pensato di vedere in quel contesto né tanto meno flirtare insieme come due ragazzini, ci appare fuori posto, sbagliato, fastidioso. Lo stesso rapporto tra Alison e Noah sembra basarsi sul nulla più assoluto:due persone che non si conoscono e che mentono continuamente l’uno con l’altra. Nello scorso episodio avevamo visto quanto l’uomo si sentisse oppresso, quasi soggiogato, dalla figura (ai suoi occhi) spietata di Alison, tanto da uccidere la sua controparte letteraria come forma di catarsi. Stavolta è lei a sentirsi sopraffatta e intrappolata in un rapporto che non riconosce più, che sente finto tanto quanto lo percepisce lo spettatore, ma al quale cerca di aggrapparsi comunque con forza. Lo capiamo dalla sua resistenza ad ammettere di aver letto tutto il libro – perché ciò significherebbe affrontare il problema (enorme) dell’immagine che Noah ha di lei – e, allo stesso tempo, dalla necessità di discuterne immediatamente una volta che la verità è saltata fuori. Quale che sia la versione corretta dei fatti, Alison si sente comunque vittima di una visione distorta della propria personalità ed è questo che, in ultima analisi, conta ai fini tanto della storia quanto del rapporto tra i protagonisti. Il peso della “narrazione” come forma di interazione ed esperienza dell’altro, simboleggiato dalla pervasività del libro nelle vite dei personaggi, può distruggere qualunque rapporto che ne sveli l’inganno o si allontani dal percorso tracciato.

Because it’s true.

The Affair - 2x07 7

La logica della “storia” come strumento di costruzione identitario colpisce anche la famiglia Lockhart, tormentata da una maledizione che è tanto potente e distruttiva quanto si è disposti ad accettarla come vera, per finire ad usarla come giustificazione per i propri sbagli, o come spiegazione per ciò a cui è impossibile dare un senso – come la morte di un figlio. Curiosamente sarà proprio un’altra storia (a sua volta nutrita da tante altre) a svelare questo meccanismo perverso agli occhi di Cole, che, rispondendo ad una narrazione che ritiene falsa con un’altra narrazione – quella che vede Noah come un manipolatore e lui come la vittima di un sistema ingiusto –, dà il via ad una presa di coscienza grazie alla quale riuscirà, infine, a prendersi le proprie responsabilità e affrancarsi da un destino che è tale solo se glielo permettiamo. Scoperta la verità, infatti, l’uomo sceglie di sottrarsi all’ennesima “storia”, di rinunciare a qualsiasi attenuante e dunque anche di scusarsi con la sua nuova fidanzata, che aveva cacciato servendosi giustappunto di un’altra bugia.
In questo contesto il bambino di Alison, che alla luce dei fatti possiamo supporre sia il figlio di Cole – anche se il colpo di scena finale sembrerebbe costruito per indurci a pensare che il padre sia Scotty, e questa è un’ipotesi che al momento appare improbabile ma che comunque non possiamo escludere completamente –  potrebbe essere, a seconda dei punti di vista, o il simbolo della rinascita o quello dell’impossibilità di sfuggire alle storie che ci raccontiamo, dato che al suo nome sarebbe legato un altro, a questo punto ineluttabile, omicidio.

In “7” The Affair porta avanti con successo un tipo di riflessione che non eravamo più certi fosse ancora nelle sue corde. La scelta di sfruttare il libro di Noah come detonatore di tensioni represse si rivela efficace e, fornisce alla puntata un senso di coesione che spesso è parso mancare negli episodi precedenti. Qualche elemento secondario rende a volte un po’ complicato sospendere l’incredulità (una giornalista di gossip si occuperebbe davvero con tanta insistenza di un romanziere? E il suo “scoop” riceverebbe davvero un’attenzione del genere?), ma tutto sommato possiamo affermare che lo show si stia evolvendo, e adesso in senso certamente positivo.

Voto: 8

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Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.

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