Homeland – 5×10 New Normal 4


Homeland - 5x10 New NormalSeppur con molta fatica e ancora diversi difetti sulle spalle, Homeland sembra aver ritrovato un equilibrio più stabile: il rialzo qualitativo degli ultimi due episodi aveva fatto ben sperare, e questo “New Normal” rilancia la serie verso un’interessante chiusura di stagione.

Ci sono ancora tante perplessità, sia chiaro, ma quello che sembrava essersi perso nella fase centrale dell’annata, ovvero lo sfruttamento della cornice geopolitica delle vicende e la costruzione di un livello di suspense adeguato, è riapparso con forza, complice la determinante svolta della vicenda di Allison e il convergere delle storyline verso un’unica direzione.

Homeland - 5x10 New NormalUno dei problemi più grandi delle ultime puntate, infatti, stava appunto nella costruzione della linea narrativa di Quinn, decisamente oltre il limite del verosimile, senza contare il suo trascinarsi in avanti con delle svolte stanche e poco convincenti. Ora che l’attacco si avvicina, tuttavia, il tutto sembra avere più senso, e la reintroduzione del personaggio nella trama orizzontale vera e propria non può che essere una scelta positiva; certo, il fatto che nessuno si sia ricordato di Quinn per tre o quattro episodi è quantomeno discutibile – Carrie sostiene di averlo cercato, ma è una soluzione narrativa francamente troppo conveniente per convincere; tuttavia si tratta di una forzatura su cui si passa volentieri sopra, considerando la situazione da cui gli autori sono appena usciti. Dopotutto, soprattutto nelle ultime stagioni Homeland non ha mai fatto della credibilità e della perfetta solidità narrativa il suo principale punto di forza, e non sono pochi i casi in cui la sospensione dell’incredulità è necessaria per godersi lo sviluppo della trama; in questa stagione tale richiesta è andata talvolta troppo oltre (anche la sopravvivenza di Quinn non può che far nascere qualche dubbio), ma non è stata sicuramente la causa principale della temporanea caduta dello show.

Homeland - 5x10 New NormalCerto è che l’avvicinarsi dell’attentato di Berlino non fa che portare una ventata d’aria fresca alla narrazione: il ritorno a tematiche più interessanti, più attuali, non fa che rinvigorire una storia che stava decisamente perdendo di mordente, soprattutto visti gli enormi punti di contatto coi recenti fatti di Parigi – citati brevemente, tra l’altro, anche nell’episodio. Il trambusto provocato nella CIA mette in stallo la situazione con Allison, anche questa volta con trovate non brillantissime; tuttavia si può dire che l’evoluzione dell’intreccio nel complesso ne esce migliorata, ponendo il tutto sotto un più consueto (e riuscito) regime del terrore. Homeland funziona al meglio quando allo scatenarsi degli eventi viene accompagnata una riflessione politica per nulla banale e, se in questa annata tale componente era stata ridotta ad un semplice accenno, in questo caso si ritorna ad uno stile più classico, analizzando i risvolti del terrorismo in un contesto diverso ed eccezionalmente attuale. Il dialogo tra Saul e il proprio capo a Langley è breve e conciso, ma abbastanza incisivo da fornire l’idea per il titolo dell’episodio, descrivendo quella nuova politica (“The New  Normal”, appunto) che, al contrario della lotta al terrorismo degli anni 2000, prevede una reazione agli attacchi più attenta e misurata, col rischio di risultare più vulnerabili ad eventuali attacchi.

Homeland - 5x10 New NormalIn tale contesto si inserisce con successo la parte della Düring Foundation, forse introdotta in modo un po’ brusco ma capace di ampliare il discorso geopolitico ripreso con questo episodio. In particolare, il dibattito tra Jonas e Laura, per quanto non tra i più originali, mette in luce il classico dilemma del “bene superiore”, spesso utilizzato dalla serie (e a ragione) per interrogarsi sui risvolti e la bontà di alcune scelte morali. Non siamo ai livelli dei bombardamenti coi droni della quarta stagione, ma il fatto che tali argomenti vengano perlomeno portati a galla è di sicuro positivo: il merito di Homeland sta spesso nel coraggio, nella scelta di affrontare certi temi considerati da molti troppo scottanti, troppo difficili. I risultati non sono sempre tra i più riusciti, ma il semplice fatto che gli autori si avventurino in dibattiti così ardui non può che rendere la serie unica, in qualche modo importante: una caratteristica che si era purtroppo persa negli scorsi 9 episodi, ma che viene almeno resuscitata per la parte finale della stagione, con la speranza che si voglia continuare su questa strada.

Homeland - 5x10 New Normal“New Normal” è quindi un episodio che stravolge l’impostazione delle ultime puntate, forse in positivo, anche se ciò non è possibile senza sacrificare qualche punto a favore della serie: in particolare, come detto in precedenza, la questione di Allison, ovvero quella che aveva ridestato l’interesse negli ultimi due episodi, viene almeno temporaneamente accantonata, e questo avviene con non poche forzature. Il personaggio che ne soffre di più è, ancora una volta, Dar Adal, quest’anno intrappolato in una caratterizzazione piatta e al limite dell’idiozia, sempre succube di qualunque strategia venga scelta per aggirarlo; i passaggi in cui Allison e Ivan lo ingannano senza alcun problema sono davvero troppo semplici, troppo poco credibili per risultare convincenti, per non parlare di come invece le tesi di Carrie e Saul vengano prontamente sminuite.
Funziona molto meglio, invece, la reazione del personaggio di Mandy Patinkin, ora liberato da un trattamento simile e capace di sfogarsi in una scena potente, che lavora sulla costruzione (per quanto difettosa) del suo rapporto con la donna a partire dall’inizio della stagione; il Saul che vediamo sembra essere tornato quello di una volta, non più schiavo dei semplicismi necessari all’avanzamento della narrazione.

Arrivati a questo punto, si può dire che gli ultimi episodi di questa annata si portano dietro un grosso carico di aspettative: dopotutto, si parla della stagione forse più incerta qualitativamente di Homeland, non “condannata” quanto la terza ma neanche capace di svoltare definitivamente come quella dell’anno scorso. I difetti principali nella scrittura non sono facili da scacciare, ma perlomeno sembra che gli autori abbiano ritrovato l’identità della serie, giusto in tempo per concludere la stagione su delle note più rassicuranti.

Voto: 7+

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