Dead Set – Reality Bites 3


Dead Set - Reality BitesAvete mai visto Black Mirror, la geniale serie antologica che si muove tra allegoria, ironia e cruda analisi della realtà? O forse conoscete Newswipe, 10 O’Clock Live o Weekly Wipe, alcuni tra i più intelligenti notiziari satirici che raccontano le notizie con una sana dose di cinismo e verità.

Se avete visto anche uno solo di questi show sapete sicuramente chi si nasconde dietro a tutti questi progetti, ovvero Charlie Brooker: un quarantacinquenne nativo di Reading, Inghilterra, sceneggiatore e produttore che si muove tra comicità, scrittura e televisione. L’ingresso nel mondo della serialità del geniale autore britannico risale però a qualche anno fa e coincide con l’uscita di un prodotto, non conosciutissimo in Italia perché non distribuito, ma che faceva intravedere lo sguardo intelligente e originale che Mr. Brooker aveva e ha sul mondo che lo circonda.

Dead Set - Reality BitesStiamo parlando di Dead Set, serie del 2008 trasmessa da E4 e Channel 4, composta da 5 episodi di 25 minuti (ad eccezione del primo lungo quasi il doppio). Dead Set parte da un’idea tanto originale quanto semplice: il mondo è vittima di un attacco zombie, i pochi esseri umani rimasti stanno per essere aggrediti e quindi sono in procinto di trasformarsi in morti viventi; il pianeta assiste inerme a questa tragedia provando a contrastare il fenomeno senza riuscirci. Il caos regna sovrano in ogni dove o quasi, infatti all’interno degli studi televisivi dove viene girato il Grande Fratello i giovani concorrenti, ignari della tragedia che si sta consumando all’esterno, continuano a vivere nel loro mondo parallelo, preoccupati e in ansia per il verdetto sull’imminente eliminazione. Proprio durante la serata che decreterà il succesivo concorrente eliminato, mentre la folla si accalca fuori dagli studi, l’attacco degli zombie raggiunge il suo apice costringendo il programma a bloccarsi. L’azione si svolge tutta tra l’interno degli studi televisivi e l’esterno circostante, e si divide tra l’andamento convulso dovuto alla gravità della minaccia e l’apparente tranquillità che si respira dentro alla “casa”.

Dead Set - Reality BitesLa sensazione che traspare guardando la serie è che si voglia sottolineare una generale apatia che sovrasta i personaggi. Usando l’ovvia comparazione tra gli zombie e chi popola il mondo televisivo – produttori e spettatori inclusi –, Brooker vuole partire da un semplice concetto: tutti sembrano lobotomizzati; ogni componente dello spettacolo non è poi così differente dai cadaveri ambulanti che infestano il pianeta. Il pericolo e la situazione di emergenza portano solo in superficie con maggior violenza l’egocentrismo e la cattiveria. Il tutto poi viene frullato attraverso la televisione, il palcoscenico dove ogni cosa si distorce, dove la realtà diventa finzione e dove soprattutto l’isolamento e l’alienazione dello spettatore sono alla base del processo per catturare la sua attenzione. Alcune volte, infatti, si gioca a mischiare verità e assurdo: i protagonisti si ritrovano a confondere quello che vedono con quello che ritengono plausibile e spesso nemmeno di fronte all’evidenza si rendono conto del pericolo. Questo è sicuramente il primo e più semplice livello di lettura di Dead Set: la critica sociale ad un sistema che predilige anestetizzare lo spettatore piuttosto che incuriosirlo, e nel farlo anestetizza anche se stesso.

Dead Set - Reality BitesMa perché questa serie merita di essere vista? Innanzitutto perché contiene al suo interno il seme che poi sboccerà nei futuri lavori dell’autore inglese. Qui infatti comincia il lungo processo di analisi sui media e sulla tecnologia che sembra essere la vera ossessione di Brooker, lo scopo ultimo di tutti i suoi lavori. Ma Dead set è soprattutto un’altra cosa, lasciando per un attimo da parte la comunque notevole critica sociale, l’analisi pertinente ed interessante del mezzo televisivo e il quadro tragico che dà dell’umanità moderna. La serie in questione è soprattutto accattivante e a tratti divertente: pur essendo un horror drama si ride spesso e si resta incollati allo schermo catturati dalle sequenze di azione e dalla buona costruzione del movimento in scena. I personaggi sono simpatici, stereotipati al punto giusto, simboli di una società in degrado che fanno pensare e ridere. Tutto ciò è contornato da un’ottima fotografia, da un uso degli effetti speciali grezzo ma efficace e da una scrittura che riesce a districarsi con agilità tra un sottotema serio ed importante ed una superficie fatta di gag da commedia e tensioni da film horror.

Dead Set - Reality BitesPer concludere, Dead set merita attenzione perché riesce a coniugare le due anime del suo ottimo autore: profonda ironia e divertimento intelligente. Ma va visto anche perché è un prodotto ben confezionato, originale e moderno; perché analizza il nostro mondo senza quello snobismo di cui non si sente la necessità, facendoci ridere e lasciandoci il retrogusto amaro dell’aver capito qualcosa in più su noi stessi mentre ci stavamo divertendo.

Nota:
Questa serie sarà trasmessa integralmente nel primo appuntamento del Festival “Festivi e Seriali – Rassegne di voracità televisiva” che si terrà a Bologna presso LOFT Kinodromo (Via San Rocco 16, Bologna). La data per Dead Set è giovedì 21 gennaio 2016: alle ore 20.00 ci sarà la presentazione della serie e la proiezione inizierà alle 20.30. Qui trovate tutto il calendario.
Il Festival è presentato da Serial K – Le serie TV in radio e Kinodromo
In collaborazione con Radio Città del Capo e Seriangolo

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Informazioni su Paolo Vivan

Nato sul finire degli anni ottanta nel profondo nordest, laureato in Lettere con una tesi su Six Feet Under, mi piace scrivere storie e farmele raccontare.


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3 commenti su “Dead Set – Reality Bites

  • sabina

    Vidi questa serie subbata un paio d’anni fa su youtube, magari c’è ancora. Sicuramente interessante anche se scontata nel suo approccio critico alla società dei “reality”

     
    • Tommaso

      Ciao Sabina, forse scontata oggi, nel 2016. Ma nel 2008, quando il Grande Fratello era un fenomeno di culto, molto meno. Soprattutto se consideri che la serie è stata prodotta da una divisione (lontana lontana) della Endemol che, al tempo produceva il Grande Fratello. Oggi è facile prendersi in giro sui fenomeni televisivi di questo genere, ma allora non era un approccio molto comune e riuscire a farlo con l’ironia e l’intelligenza di Charlie Brooker è un risultato memorabile nel mondo televisivo.

       
  • Genio in bottiglia

    Da vedere anche perché questi zombie, a differenza di altri, mettono una certa strizza. Da vedere perché ci sono più situazioni di tensione in queste due ore e mezza che altrove, in venti. Da vedere perché fa anche sganasciare dalle risate. L’ho rivisto dopo anni e resta un prodotto eccellente.