11.22.63 – 1×02 The Killing Floor 3


11.22.63 - 1x02 The Killing FloorTempo e spazio. È su questi binari che viaggiano l’opera di King e il suo adattamento, giostrando il racconto in modo sapiente tra fantascienza e storia, tra azione e introspezione, tra passato e futuro, tra Harry Dunning e John Fitzgerald Kennedy.

Questo secondo episodio giunge alla nostra attenzione con il difficile compito di dimostrare che le grandi speranze generate la scorsa settimana dal pilot non siano state mal riposte. Senza mezzi termini, si può fin da subito affermare che “The Killing Floor” sia un episodio potentissimo, sia nella struttura narrativa che nella messa in scena dei suoi passaggi chiave. Accantonato l’onere di dover introdurre la trama e i personaggi, 11.22.63 dispiega le ali e ci propone, in un’ora scarsa, una storia avvincente che sarebbe altrettanto d’effetto se fosse avulsa dalla continuità della serie. La puntata si apre e si chiude con la vicenda che ha in Harry Dunning il suo protagonista e con il tentativo di Jake di cambiare il suo triste futuro, come preannunciava nel finale dello scorso episodio: “I might be able to do one thing”.

I mean, don’t you think we see what we want to see?

11.22.63 - 1x02 The Killing FloorLa decisione di provare a salvare la carriera, e forse la vita, del bidello della Lisbon High è, quindi, per Jake la prova del nove, il terreno ideale su cui sfidare se stesso dopo il fallimento del pilot. È in fondo questo il tema principe su cui la serie vuole fare riflettere: se davvero si avesse la possibilità di poter cambiare il futuro, quanto si sarebbe disposti a sacrificare? Ma, domanda ancora più lecita: come si può essere davvero certi di aver cambiato il futuro in meglio? Sono i dilemmi che assillano la testa di Jake, ma che il professore riesce a fronteggiare ripetendo continuamente le parole devastanti che compongono il tema di Harry, null’altro che la descrizione del massacro della sua famiglia nella notte di Halloween del 1960. È così che la possibilità di salvare delle vite umane spazza via gli ultimi dubbi del protagonista e lo spinge all’azione, portandolo all’incontro con il pluriomicida Frank Dunning.

I guess some men just don’t have what it takes, do they, boys?

11.22.63 - 1x02 The Killing FloorIl personaggio di Josh Duhamel è uno dei due poli, insieme a Jake ovviamente, su cui ruota “The Killing Floor”. La figura di Frank Dunning non è solo importante di per sé, ma soprattutto per come appare agli occhi del protagonista, che lo osserva da un angolo privilegiato – la conoscenza del suo futuro – e la cui caratterizzazione è filtrata dalla descrizione mostruosa che ne fa il figlio nel sopracitato tema. Frank è la personificazione stessa del male, così come la sua entrata in scena tende a sottolineare: di spalle, in ombra, con il fumo che esce dalla sua bocca, mentre il volto di James Franco si sfigura non appena incontra il suo sguardo. C’è qualcosa di diabolico nel suo modo di parlare, nel suo modo di porsi nei confronti di chi gli sta accanto; il tutto unito a una spiccata propensione alla violenza che lo rende a tutti gli effetti una figura non umana.

Last thing you can say about killing a man is that it’s brave.

11.22.63 - 1x02 The Killing FloorSi può notare, però, un’affinità tra Frank e Jake, proprio nella loro idealizzazione estrema della realtà del mondo in cui vivono. Se il primo si fa carico di tutta la malvagità ideale nascosta tra le pieghe del tempo, il secondo esalta le sue azioni in un’ottica morale benigna, convinto che lo scopo della sua missione possa giustificare tutte le sue scelte, a discapito della loro moralità oggettiva. In questo senso completa il quadro il profondo discorso di Arliss sugli orrori della seconda guerra mondiale, sottolineando il fatto che “There ain’t no such thing as a war hero”, ossia che nessuno può essere considerato un “eroe di guerra”, poiché i due termini affiancati in questa definizione sono antitetici nella loro essenza: “eroe”, accezione marcatamente positiva, e “guerra”, il vocabolo più radicale per racchiudere in sé morte e sofferenza. Il discorso sulla moralità si inserisce perfettamente nella missione di Jake, che, a questo punto, può essere considerata come una vera e propria guerra contro il tempo, assumendo a tratti caratteristiche manicheistiche.

They’re still alive.

11.22.63 - 1x02 The Killing FloorSi è parlato di come la serie punti molto sui concetti di tempo e spazio; per quanto riguarda la prima caratteristica si individuano due principali direzioni strutturali. La prima riguarda l’orizzontalità del tempo, rappresentata dalla vita lineare di Jake Epping/Amberson che, pur viaggiando tra due epoche differenti, ha comunque la percezione di continuità nel suo percorso, fatto di eventi in successione diretta tra loro. La seconda dimensione del tempo è quella verticale, rappresentata dal Rabbit Hole che collega il 1960 ai nostri giorni, una finestra che si apre solo su un determinato punto della Storia.
Il concetto di spazio, invece, viene personificato dalla stessa figura di Jake che si muove proprio come un corpo estraneo in una società che non gli appartiene. Il professore ha difficoltà ad adattarsi, a comunicare e a comprendere la psicologia di personaggi, per lui alieni, che appartengono a un mondo completamente diverso.

È in questo confronto tra culture, tra due universi all’apparenza simili,ma in realtà lontanissimi tra loro, che emerge uno dei temi fondamentali di 11.22.63: l’incontro tra la storia e la Storia. La missione di Jake, le azioni di un solo uomo, apparentemente debole e insignificante al confronto della forza imperiosa del tempo, si inseriscono all’interno di un contesto assoluto, con la possibilità di modificare in modo definitivo il futuro degli Stati Uniti e, forse, del mondo.
“The Killing Floor” è un episodio completo e avvincente; un’ottima ora di televisione che dimostra l’altrettanto ottimo lavoro di scrittura e regia dietro la serie di Hulu.

Voto: 8½

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

3 commenti su “11.22.63 – 1×02 The Killing Floor

  • Eugenia Fattori

    Bella recensione Davide, e gran bell’episodio. Da lettrice del libro, ho apprezzato molto come è stata sviluppata l’atmosfera della cittadina (nonostante non sia Derry) e tutta la parte del mattatoio e del racconto di guerra.
    Questa serie sta dimostrando come ci si approccia seriamente a un libro di King, non tradendone atmosfera e intenzioni ma dicendo qualcosa di nuovo.

     
    • Davide Tuccella L'autore dell'articolo

      Grazie! Condivido il dispiacere per Derry, anche perchè il legame inter-libri, nonostante mi fosse stato già spoilerato, è una delle cose più belle e inaspettate del romanzo. Non possiamo comunque dirci delusi dalla serie 🙂

       
  • Birne

    Al modico prezzo di un pomeriggio libero, dico la mia anche su questa interessante novità che a me piace decisamente molto ma non so bene perché. Certamente per tutte le ragioni che le recensioni hanno evidenziato e sicuramente per James Franco che è bravo e poi soddisfa l’occhio che vuole la sua parte, e naturalmente perché è fatta bene in generale.
    Sono una lettrice distratta di Stephen King che assumo solo in piccole dosi e forse questo è il limite di partenza che non mi fa apprezzare fino in fondo e con entusiasmo questa 11.22.63, dove non riesco a non percepire quella certa aria di déja-vu (con cui però non ci si diverte e non si gioca al gioco delle citazioni e dei rimandi) che i due pur ottimi episodi non riescono a dissipare.
    Tuttavia continuo perché – insondabili contraddizioni – mi piace.